03/05/2025
Benvenuti al secondo episodio di “Commenta che ti passa: dove i tuoi commenti trasformano i nostri post” Buona lettura!
Viviamo in un’epoca in cui guardare in basso è diventato automatico: smartphone, laptop, tablet… la sindrome da testa avanzata (Forward Head Posture, FHP) è ovunque. Ma quanto incide davvero sulla salute cervicale?
Hai mai notato persone con il mento sporgente in avanti, le spalle arrotondate e il collo teso? Magari anche tu, senza rendertene conto, assumi questa postura mentre guardi lo schermo del telefono o lavori al computer.
Testa avanti, peso moltiplicato!
Lo sapevi che la tua testa pesa circa 5 kg? E ogni centimetro in avanti aumenta il carico percepito dalla colonna:
A 15°: il carico arriva a 12 kg
A 30°: 18 kg
A 45°: 22 kg
A 60°: 27 kg
Ma come dice giustamente Angelo Torri:
“Non solo testa in avanti, ma anche di lato, inclinata, ruotata… si vedono posture scorrette ovunque.”
E infatti la postura disallineata della testa comporta sovraccarichi asimmetrici, che generano compensi cervicali e tensioni croniche, come confermato da molti professionisti.
Questo concetto si collega direttamente alle forze di taglio asimmetriche che si creano sulla colonna cervicale. Le rotazioni e inclinazioni laterali, oltre a rendere l’immagine posturale “storta”, sono clinicamente correlate a squilibri del tono muscolare cervicale e a possibili irritazioni radicolari da compressioni meccaniche o da instabilità segmentarie.
Vuoi sapere le conseguenze della postura avanzata?
Dolore cervicale: muscoli come trapezio, SCOM e suboccipitali sono in tensione costante.
Mal di testa e vertigini: possibile compressione delle arterie vertebrali
Rigidità articolare: perdita della fisiologica lordosi cervicale.
Sovraccarico toracico, scapolare e disfunzioni respiratorie.
Doris Occhipinti lo ricorda spesso ai suoi allievi:
“La postura è tutto, anche se nel 2025 molti ancora la snobbano.”
Eppure, la FHP non è solo “un problema moderno”: già studi del secolo scorso collegavano le disfunzioni della colonna cervicale con alterazioni della pressione intracranica e dell’equilibrio autonomico. Solo che oggi la stiamo semplicemente… moltiplicando con ogni scroll!
Ma cosa dice la letteratura? Ecco una carrellata di revisioni sistematiche:
1. FHP e dolore cervicale
La FHP è associata a maggiore intensità di dolore e disabilità cervicale (Kim et al., 2019)
La revisione ha analizzato 15 studi e ha mostrato che, nei pazienti sintomatici, l’angolo cranio-vertebrale (CVA) ridotto è un predittore significativo di dolore cronico al collo.
2. Esercizi terapeutici e FHP
Gli esercizi correttivi migliorano CVA e riducono dolore cervicale (Kang et al., 2018)
Particolarmente efficaci si sono dimostrati gli esercizi di retrazione cervicale abbinati a training del trapezio inferiore e al controllo scapolare. Lavorare solo sul collo… spesso non basta!
3. FHP e propriocezione
Alterazioni nei limiti di stabilità e nell’equilibrio funzionale (Yoo et al., 2022)
Questo spiega perché in alcuni soggetti, soprattutto anziani o con disfunzioni vestibolari, una testa mal posizionata può contribuire a instabilità e aumentato rischio di cadute.
4. Esercizi per la sindrome crociata superiore
Migliorano FHP, spalle e cifosi toracica (Chen et al., 2023)
Il protocollo includeva esercizi globali di rieducazione posturale combinati con stretching degli anteriori e rinforzo dei muscoli scapolari profondi. Un approccio “a catena”, non solo “a tratti”.
5. Text Neck: definizione controversa, ma implicazioni reali
Le posture prolungate in flessione cervicale hanno effetti clinici (Scoping review)
Marcus Tidwell a questo punto ha sollevato un punto interessante:
“Non esistono prove definitive che colleghino FHP e dolore cervicale, e i termini “Postura scorretta” o “postura appropriata” sono discutibili.”
Hai ragione, Marcus. È importante evitare generalizzazioni e usare il linguaggio con attenzione. Tuttavia, come riportato, le revisioni sistematiche mostrano associazioni clinicamente rilevanti, soprattutto nei soggetti sintomatici.
Etichettare tutto come “spazzatura” rischia di escludere dati utili nella pratica clinica. Come sempre: il contesto è tutto.
Ma come darti torto? Il termine “postura scorretta” può essere fuorviante. È più corretto parlare di “postura sostenuta nel tempo senza variazione” che, in soggetti predisposti, può contribuire all’insorgenza di dolore. La postura, insomma, non è buona o cattiva in sé… ma può diventare un problema se diventa l’unica disponibile.
E se il dolore cervicale causa anche altro?
Manuela Beltrame chiede: “Cosa fare se in posizione sdraiata, col capo sostenuto, si avverte mancamento? Potrebbe essere legato alla sindrome?”
Ottima osservazione. In alcuni casi, la compressione o tensione a livello cervicale può alterare la propriocezione o il flusso vertebro-basilare. È fondamentale un’accurata valutazione clinica per escludere cause vascolari o neurologiche e impostare un piano adattato.
La “drop attack” o il senso di mancamento da posizione supina con testa iperestesa è descritto anche in letteratura come possibile segnale di insufficienza vertebrobasilare o instabilità craniocervicale. Attenzione quindi: non sempre è solo una questione muscolare.
Come intervenire quindi su questa condizione “in avanti”?
Educazione posturale
Consapevolezza corporea (biofeedback, specchi, retrazione del mento)
Esercizi mirati: rinforzo dei flessori profondi cervicali, trapezio medio/inferiore
Ergonomia personalizzata
Anche un semplice cuscino ergonomico o la regolazione dello schermo possono cambiare la giornata. E se sei un fisioterapista… dai un’occhiata anche a test come il Cranio-Cervical Flexion Test per oggettivare il lavoro.
Momento interattivo: prova ora!
Fermati un secondo e fai questi tre check:
1. Dove si trova il tuo mento? Sporge in avanti o è in asse con il collo?
2. Le tue spalle sono rilassate o stanno cercando di diventare orecchie?
3. Lo sguardo è dritto all’orizzonte… o puntato giù verso uno schermo?
Se hai risposto “sì” a uno di questi, è il momento perfetto per iniziare a correggere dolcemente, ma con costanza.
La postura non è tutto. Ma è una parte importante del tutto. E come disse un lettore: “Continuate a scavare quella buca, amici!”
E noi lo facciamo, insieme a voi.
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E se vuoi rileggerlo con ironia: ecco la versione “Patologie Spiritose” dedicata al Text Neck:
https://educarefisio.com/2024/12/14/text-neck/