“Non poter tenere in braccio il proprio bambino di pochi mesi perchè i gomiti sono gonfi e le braccia non lo reggono”
“Non poter camminare in modo agile perchè le ginocchia sono gonfie e ti costringono a restare immobile sdraiata”
“Andare dai migliori dottori nei centri specializzati di reumatologia e sentirti dire che dovrai prendere farmaci per il resto della tua vita per poter gestire il problema”
La mia storia di Medico Nutrizionista inizia da qui: Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2012, a 29 anni nel 2014 a 6 mesi dal primo parto, mi scopro essere (una dei tanti) paziente autoimmune.
Esami del sangue perfetti, ma ginocchia e gomiti gonfi come meloni; rigidità mattutina ai tendini, dolori articolari, che fino a quel momento non avevo mai provato, mi costrigevano a stare sdraiata tutto il giorno, lontana dalla vita quotidiana, che comunque deve andare avanti. Iniziano le visite in vari ospedali specializzati, mille esami, tanti soldi spesi, nessuna vera diagnosi. Si procede per tentativi ed errori ed ogni parare medico contraddice il precedente. Nel frattempo io sto male e mi sembra di perdermi un pezzo di vita, mia, della mia famiglia e del mio piccolo. Le sale d’attesa erano piene di persone, ci guardavamo negli occhi, pronti ad avere una diagnosi, o almeno una terapia per iniziare a stare meglio .
Nel frattempo avevo iniziato il Master in Nutrizione e Dietetica, ho passato giorni e notti a studiare e testare direttamente su me stessa varie strategie nutrizionali.
Nessuno dei colleghi a cui mi sia riferita mi ha mai parlato di alimentazione. “Servono cortisone e farmaci per “controllare il problema”, in letteratura non c’è nulla che parli di relazione tra malattia e alimentazione”.
Ho conosciuto il Metodo Apollo, le diete antifiammatorie, ho studiato il microbiota intestinale ed iniziato a studiare la medicina funzionale. Si apre un mondo, anzi un vaso di Pandora, che richiederà anni di studio ed approfondimenti, perchè cura non il sintomo, ma prova a scoprire la causa del problema e controllarlo a monte, non a valle.
In meno di un anno l’artitrite si è ridotta al punto di non dover prendere più alcun tipo di farmaco. Scrivo RIDOTTA, perchè l’artrite è lì, non è scomparsa e forse non lo farà mai; ogni tanto punzecchia le mie articolazioni quasi come incentivo a non abbassare mai la guardia, e a spronarmi a non fermarmi mai nei miei studi, nelle mie ricerche e nel rapporto che si crea con i miei pazienti.
Nessun paziente deve essere mai lasciato da solo. Anche un piccolo problema o dolore, deve essere preso in considerazione, studiato e curato alle sue origini (Medicina Funzionale) e non solo sui sintomi (Medicina Tradizionale), se questo mina la sua serenità e la sua vita quotidiana.