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23/06/2025

“Individuare un DSA precocemente è un atto di cura che permette di valorizzare il talento unico di ogni studente, promuo...
28/01/2025

“Individuare un DSA precocemente è un atto di cura che permette di valorizzare il talento unico di ogni studente, promuovendo il successo scolastico e proteggendo l’autostima, affinché nessuna difficoltà possa oscurare il loro potenziale.”🥰

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20/01/2025
02/06/2024
06/12/2023

Quando mi sono laureato papà
aveva ancora tre settimane di vita.
Ma non lo sapevo.
Mamma invece sì.
Glielo avevano detto i medici
il giorno prima.
Erano in ospedale, i dottori avevano
fatto allontanare papà con una scusa,
hanno detto a mamma che da lì
a meno di un mese papà non
ci sarebbe stato più.
Vi lascio immaginare come mamma
possa aver vissuto la mia festa.
Cosa potesse aver provato mentre
mi vedeva lì felice e orgoglioso.

Eppure. Non mi ha detto niente.
Non mi ha detto che a papà restava poco.
Mi ha fatto vivere quel giorno importante
per me con il cuore leggero.
I giorni seguenti io e Ftima abbiamo
trascorso un week end alle terme.
E anche lì mamma non mi ha detto niente.
Mi ha fatto vivere quei due giorni
spensierato come pensava meritassi.

Mi ha raccontato tutto solo al mio
ritorno, e mi ha abbracciato forte.

Perché vi dico questo?
Perché le mamme sono così.
Si tengono dentro di tutto: delusioni,
magoni, dolori che ridurrebbero
in frantumi chiunque.
E lo fanno solo perché il sorriso di loro figlio
vale sempre un po’ di più.

Mamma è sempre stata così.
Premurosa, presente, attenta.
Mamma andava in giro con le stesse
scarpe per anni, io invece le avevo
sempre nuove. Mamma mi aiutava
a preparare la cartella e mi interrogava
prima delle verifiche alle medie.
Mamma quando cucinava il pollo
mi lasciava sempre la coscia.

Mamma ha sempre fatto da scudo
la mondo per vedermi felice.

Io non lo so se ho condiviso la sua scelta,
quel giorno, alla mia laurea, quando ha
deciso di non dirmi la verità.
Non lo so perché ero grande e adulto,
e avrei voluto saperlo anche solo per dividere
quel dolore con lei.

Ma quello che so che è stato un atto
d’amore così grande nei miei confronti
che quando penso a che cos’è l’amore
di una mamma, mi viene sempre in mente
questa cosa qui.
—-
📘È per questo che nel mio nuovo libro
“Ovunque io sia” parlo dell’essere mamma.
E l’ho fatto guardando la mia, da figlio,
tutti i giorni. Meravigliandomi del suo amore
e desiderando che riuscisse a dare a lei
le stesse carezze che dava a me.

Perché non lo faceva.
Perché si annullava per me.

Perché le mamme a volte sono così.

Il fatto è che nessuno ti insegna a essere madre.
Nessuno ti dice qual è il confine
da non oltrepassare.
Il punto di non ritorno.
Quell’azione che una volta compiuta
ti renderà irrecuperabilmente
distante dalla donna che eri.
Potrebbe essere la prima volta che porti tuo
figlio a scuola in pigiama perché
“tanto non mi vede nessuno”.
Come se non essere vista fosse quasi
un desiderio.
Oppure potrebbe essere quella volta in cui
il due per uno sulle scarpe serve
per comprargli contemporaneamente
quelle da ginnastica e quelle per la neve.
Mentre tu giri con le stesse da un anno.

Che ormai sono grigie, come il tuo sguardo.
Ma non te ne accorgi.

Potrebbe essere un’azione,
oppure anche un pensiero.

Magari è successo quando hai pensato
che il lavoro non ti avrebbe mai resa così felice
come tutti quei disegni appesi sul frigorifero.
Oppure quando hai pensato che non è tanto grave andare ogni anno in vacanza
nello stesso posto perché ciò che conta
è vedere i suoi occhi felici tra i castelli di sabbia.

Nessuno ti insegna a essere madre.
Eppure, allo stesso tempo,
te lo insegnano tutti.
Te lo insegnano quando ti fanno presente
che ti sei dimenticata le elezioni dei rappresentanti di classe.
O se per caso tuo figlio indossa
una camicia macchiata per due giorni di fila.
Te lo insegnano quando ti ripetono
che allattare al seno fa la differenza.
Tanto quanto una buona università.
Ti insegnano come essere,
ma va a finire che ti insegnano pure chi essere.
E così modelli la tua vita su una manciata
di linee guida, quasi tutte volte
a rispondere alla domanda.
“Cosa farebbe una brava mamma?”.
Tutto là fuori ti dice che non puoi
essere quella che vuoi.
Che non puoi essere tutte le versioni di te
che senti di essere.
Tocca scegliere.
Non puoi essere entrambe le cose.
O sei mamma o sei donna.
E alla fine cominci a crederci.
Cominci a vivere pensando che sia giusto
quel senso di colpa che provi quando
decidi di prenderti una sera solo per te.

Ma non è così.
Non può essere giusto così.
—-
📘Tratto da “Ovunque io sia (torno a prendermi)” di Riccardo Bertoldi.

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