24/07/2025
CONFLITTI CHE BRUCIANO DENTRO
Il colon è l’organo della liberazione.
È lui che decide cosa trattenere e cosa lasciare andare.
Quando ci ammaliamo al colon, è come se qualcosa dentro di noi fosse bloccato, trattenuto, impossibile da espellere.
A livello emotivo, tutte le patologie del colon si collegano a conflitti di sopravvivenza.
La persona si sente intrappolata in una situazione che la soffoca, che percepisce come ingiusta, senza via d’uscita.
Vive un’ingiustizia subita, un’ostilità ingoiata, digerita ma mai rilasciata.
Allora il colon s'infiamma, degenera o si blocca quando si attraversano eventi sentiti come “colpi bassi”: tradimenti, accuse non meritate, rotture relazionali con persone care, situazioni umilianti che lacerano nel profondo.
Spesso dietro c’è un pensiero che si ripete:
“Io non ho fatto nulla per meritarmi questo.”
oppure:
“Non posso credere che proprio loro mi abbiano fatto questo”.
Nel suo processo fisiologico, il colon riassorbe acqua e accumula o elimina ciò che non serve più.
A livello simbolico, l’acqua rappresenta la madre: la relazione con lei, il suo amore, la sua presenza o la sua mancanza.
• Se il conflitto tocca il riassorbimento, può nascondere il desiderio inconscio di “recuperare l’amore della mamma”.
• Se riguarda l’eliminazione, emerge il bisogno di “togliersela di dosso”.
• Se si tratta di un accumulo, rivela un “bisogno disperato di più amore materno”.
Quando il conflitto diventa malattia:
Cancro al colon
Si sviluppa su un terreno di tradimento profondo vissuto con paura e collera, e si localizza in modo specifico:
• Colon ascendente: il tradimento arriva “dall’alto” – padre, madre, nonni, capi, autorità.
• Colon trasverso: il colpo basso arriva “da pari”, fratelli, partner, colleghi, amici.
• Colon discendente: il tradimento viene dai “discendenti”, figli, nipoti, persone che si è aiutato.
• Colon sigmoideo: qui abitano i “vecchi tradimenti”, ferite antiche mai perdonate.
• Colon inferiore: non parla più di sopravvivenza, ma di territorio e identità.
• Al femminile: crisi di identità: “non so più chi sono, dove sto, a chi appartengo”.
• Al maschile: frustrazione per non avere potere sul proprio spazio: “qui non conto niente”, “mi trattano come uno zero”.
Costipazione
Origina da due conflitti principali:
1. “Voglio recuperare l’amore di mia madre” → blocco emotivo legato al passato.
2. “Non mi fido della vita, potrei non avere abbastanza” → trattenere per paura di perdere: soldi, amore, lavoro, sicurezza.
Malattia di Crohn
Colpisce l’ultimo tratto dell’intestino tenue e parte del colon. Qui il conflitto è brutale: “sto ingoiando troppa merda”. Cattiverie familiari, umiliazioni, critiche costanti.
Ci si sente impotenti, costretti a sopportare per non far esplodere tutto.
Polipi
Ogni polipo è un piccolo nodo psichico: piccole ferite, piccoli tradimenti, vecchi pregiudizi che non riusciamo a lasciar andare. Si formano là dove restiamo aggrappati a qualcosa che vorremmo, ma non riusciamo a lasciare.
Colon irritabile
È il risultato di stress emotivo cronico. La persona si sente sotto pressione, “a disposizione degli altri”, senza spazio né potere. Una valanga di situazioni ingestibili, una dietro l’altra, che la mente non riesce più a gestire.
Diverticoli
Nascono quando si vive sotto pressione o dentro un “tradimento sporco” che non si vuole condividere con nessuno. Qualcosa che si nasconde, che si tiene dentro perché troppo vergognoso o doloroso da affrontare.
Megacolon
È legato a memorie di carenza estrema: guerre, fame, sopravvivenza. “Devo assimilare tutto, perché potrei non avere una seconda occasione.” Spesso è un’eredità transgenerazionale.
Colite
Il dolore della colite segnala un’infiammazione del colon: tensione, nervosismo, emozioni bloccate che non riescono più a restare represse. È il grido del corpo che non può più sopportare ciò che trattiene.
Queste informazioni non sono solo concetti.
Sono portali.
Chi vuole guarire davvero deve osare guardarci dentro, con verità.
Se il colon è malato, qualcosa nella tua vita deve essere lasciato andare.
Non si può guarire se si resta aggrappati al passato, ai torti subiti, o alla paura di non farcela.
Il corpo parla e il colon, Maestro della Liberazione, grida: “Lascia andare ciò che ti intossica. Ora!”
Come uscirne?
È tempo di cambiare...
È tempo di volerti bene...
È tempo di Praticare.
Dal. Web.