dott.ssa Annalisa Genoni, psicologa psicoterapeuta

dott.ssa Annalisa Genoni, psicologa psicoterapeuta dott.ssa Annalisa Genoni, psicologa psicoterapeuta a Corbetta e Parabiago

08/04/2021

𝐕𝐀𝐂𝐂𝐈𝐍𝐈 𝐄 𝐏𝐒𝐈𝐂𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈
𝐅𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐢 𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨

Può capitare di essere ottimi tecnici ma non brillare come comunicatori. Sorprendono infatti le affermazioni del presidente Draghi che nella sua conferenza stampa ha parlato di giovani psicologi che si fanno vaccinare scavalcando le persone anziane. Sorprendente da molti punti di vista: perché nessuno di noi ha chiesto di avere priorità, è stato il Governo a decidere le priorità vaccinali, ed in queste sono state incluse tutte le professioni sanitarie. Perché addirittura l'ultimo Decreto trasforma la facoltà in obbligo, esteso a tutti gli iscritti agli Ordini sanitari. Perché queste priorità e questi obblighi non sono determinati dal fine di proteggere i sanitari ma le persone, bambini e adulti, da loro seguiti.
E allora, signor Presidente, le dico che non ci sono solo gli Psicologi del SSN, ma ci sono le migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano nella scuola per sostenere il disagio determinato da un anno di scuole chiuse; ci sono, signor Presidente, le migliaia di di psicologhe e psicologi che lavorano con soggetti fragili, bambini diversamente abili, con problemi di sviluppo e con le loro famiglie; ci sono, signor Presidente, le migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano con gli anziani, RSA, malati oncologici, persone con patologie croniche, nel fine vita; ci sono, signor Presidente, le migliaia di psicologhe e psicologi che sono a fianco delle tante, troppe persone, che non ricevendo risposte dal pubblico per la mancanza scandalosa di psicologi, si rivolgono al privato.
Come li vogliamo considerare, signor Presidente, queste decine di migliaia di professionisti della salute psicologica? Ma soprattutto, come vogliamo considerare i bambini, i giovani, le donne, gli uomini, gli anziani, che stanno aiutando e che non sono vaccinati o non possono esserlo? Persone che non meritano nessuna protezione? Le persone che in Italia, ogni giorno, hanno bisogno di un aiuto psicologico sono un popolo. Un popolo al quale sinora il Governo non ha dato risposte. Ora vogliamo dire che tutti quelli che chiedono aiuto ad uno psicologo non sono meritevoli di protezione?

𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅 𝑳𝒂𝒛𝒛𝒂𝒓𝒊, 𝑷𝒓𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝑪𝑵𝑶𝑷

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Prospettiva diversa, stessa questione.
Contro ogni forma di violenza sulle donne.

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Il presidente Conte ha sottolineato che “c’è un disagio sociale diffuso e anche psicologico da parte di tanti cittadini e operatori economici”

A questa affermazione ha risposto il presidente ENPAP Felice Damiano Torricelli:
"Bene fa il Presidente Conte a sottolineare l’ampliarsi del disagio psicologico in settori sempre più vasti della popolazione. I lutti senza possibilità di commiato, i timori per la salute propria e dei propri cari, lo stress da distanziamento sociale, la riduzione delle relazioni sociali, le incertezze economiche, lo stravolgimento degli equilibri, sono tutti fattori che influiscono pesantemente sulla qualità della vita psicologica delle persone. Di questo occorre farsi carico con la stessa priorità con cui ci si deve occupare dello sconquasso economico che la pandemia sta provocando. Bisogna consentire alle persone di ricorrere al lavoro degli Psicologi già in questa fase così difficile, prima che il perdurare di questa situazione causi danni permanenti. Gli psicologi non vogliono sussidi, ma rendersi utili al Paese. Il Governo può attivare rapidamente, in uno dei prossimi provvedimenti emergenziali, voucher per accedere agli psicologi, indirizzati principalmente alle fasce più fragili della popolazione. Avrebbero un costo irrisorio rispetto ai danni che il protrarsi di una condizione di dolore inascoltato provocherebbe.”

Un invito a pensare alla complessità di quanto stiamo vivendo e a non dar per scontato che i cittadini siano in grado di...
14/10/2020

Un invito a pensare alla complessità di quanto stiamo vivendo e a non dar per scontato che i cittadini siano in grado di coglierla questa complessità.

La seconda ondata sta mutando la nostra psicologia. Le verità parziali portano al negazionismo strisciante

14/10/2020

NON CHIUDETE LE SCUOLE SUPERIORI
Un’ipotesi che alcuni hanno fatto per affrontare questa fase di emergenza epidemiologica dovuta alla recrudescenza dei contagi da Covid è stata “Chiudere le scuole secondarie di secondo grado”. Ovvero chiedere agli adolescenti – soprattutto quelli che frequentano gli ultimi anni delle superiori - di restare a casa da scuola, seguendo le lezioni a distanza. Di tutte le cose da fare, per me questa è l’ultima. Proprio l’ultima delle ultime. La salute e il benessere degli adolescenti è fortemente dipendente dalla loro possibilità di vivere in spazi dove incontrano altre persone e socializzano. Chiuderli in casa come “i destinatari” delle misure più restrittive dell’intervento preventivo significa non coglierne i bisogni fondamentali, non rispettarne le esigenze evolutive. Direi invece che gli adolescenti dovrebbero essere resi protagonisti di questa fase critica. Dovrebbero essere incaricati di promuovere un progetto di educazione tra pari dove vengono coinvolti in modo attivo per promuovere tutte le norme di prevenzione che aiuteranno la nostra collettività ad affrontare questa fase critica in cui dobbiamo imparare a convivere con il COVID 19 , in attesa che risulti disponibile un vaccino efficace. Dobbiamo offrire loro la possibilità di partecipare ad iniziative di solidarietà e sostegno per persone fragili e vulnerabili di cui loro potrebbero diventare sostenitori e tutori con servizi che permettano a quelle persone fragili di non mettersi in condizioni di rischio. Dovremmo renderli attori di un modello di solidarietà collettiva in cui loro diventano testimonial attivi e promotori del rispetto delle regole che in questo momento sono di stringente utilità per costruire quello che sarà il destino di noi tutti, nelle prossime settimane. Insomma, dovremmo pensare che a loro, in questo momento, non è possibile chiedere di rimanere passivamente invisibili. Bensì l’esatto contrario: ovvero essere attivamente partecipi di un grande obiettivo della società di cui a breve diverranno cittadini ufficiali con diritti e doveri. Il problema è che nelle nostre città per gli adolescenti gli spazi dove aggregarsi, fare gruppo, coltivare progetti, perseguire obiettivi di crescita non esistono. La scuola per loro non è solo il luogo della formazione, ma è anche il luogo dove incontrano i loro pari in carne ed ossa. Dove vivono la dimensione relazionale nel reale, elemento fondamentale per la loro salute emotiva e psicologica. Qualsiasi cosa succeda nelle prossime settimane, in questo “giro” dovremmo davvero avere una visione più competente dell’adolescenza e investire sulle competenze dei giovanissimi. Invece di raccontarli solo come “attori” di una movida, offriamo loro la possibilità di essere pensati come soggetti che hanno competenze reali da spendere nel mondo reale. E da non sacrificare nell’invisibilità di un lockdown selettivo di cui dovrebbero essere, secondo alcuni, gli sfortunati prescelti.
Come genitore credo davvero che i nostri ragazzi possono essere bel altro che diffusiori del contagio. Possono, rispettando tutte le norme di prevenzione, diventare attori attivi della strategia di resistenza che non necessariamente veda nel lockdown l’unica modalità di essere attuata. I vostri figli sarebbero in grado di aderire a questa proposta?

Perché "siamo tutti un po' psicologi". O no?!?
10/10/2020

Perché "siamo tutti un po' psicologi". O no?!?

il 10 ottobre 2020 si celebra la Giornata Nazionale della Psicologia, quest’anno dedicata al tema “Il Diritto alla Salute Psicologica”.

Analizziamo un tema sempre attuale: quale è la differenza tra un amico/a e uno psicologo?

Benché l’amico possa dare grande supporto, difficilmente farà guarire da una patologia psicologica. Lo psicologo può fornire qualcosa di diverso rispetto a un amico: oltre alla dimestichezza nell’affrontare determinate tipologie di situazioni può dare un punto di vista diverso della situazione che sia in grado di fare vedere la realtà al paziente in maniera nuova.

Questa nuova modalità di vedere la realtà difficilmente emerge da persone che rimangono coinvolte nella vecchia realtà. Lo psicologo interviene nella situazione mantenendo un punto di osservazione esterno, meno coinvolto, per questo più obbiettivo ed efficace.

Lo psicologo cerca di mantenere una posizione in sintonia ed empatia con il cliente e anche a distanziarsi dalla situazione, a vederla con occhi diversi da chi vi è profondamente implicato per trovare nuove soluzioni che non verrebbero facilmente a chi invece si trovi invischiato all’interno del problema.

Per ogni ambito esistono strumenti e professionisti preparati.

Se hai un problema di salute fisica vai dal medico.
Se hai un problema spirituale vai dal prete.
Se vuoi cambiare look vai dal parrucchiere.
Se vuoi farti una chiacchierata vai da una amica.
Se vivi un disagio psicologico o vuoi semplicemente “stare meglio” vai dallo psicologo 😉

Secondo te perché le persone non vanno dallo psicologo?

Indirizzo

Studi Medici, Via Villoresi 45
Corbetta
20011

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