27/09/2025
“È solo un nervo infiammato.”
Solo? Hai idea di quanta architettura c’è lì dentro?
Quando sentiamo parlare di “nervo” pensiamo a un filo elettrico. Un semplice cavo che trasmette impulsi. Ma quest’immagine rivela una verità molto più complessa, spesso ignorata anche da chi tratta il dolore ogni giorno.
Il nervo è un organo connettivale, vascolare, dinamico. E quando “fa male”, spesso non è il segnale, ma la sua struttura ad essere in difficoltà.
Cosa vediamo in quest’immagine?
Assone: il vero “filo” che trasporta l’informazione elettrica.
Endonevrio: lo strato che avvolge ogni assone, garantendo protezione, ossigeno e trasporto metabolico.
Perinevrio: il “tessuto di sicurezza” che crea i fascicoli e modula la pressione interna.
Epinevrio: l’involucro esterno che permette scorrimento, adattamento e protezione meccanica.
Vasi sanguigni: il sistema nutritivo del nervo.
Nervo spinale: l’insieme di tutto questo, non un filo, ma un microcosmo vivo.
Se un nervo “è infiammato”, non è solo “un cavo che fa male”. È un tessuto con memoria, nutrizione, movimento e sensibilità.
Serve rispetto, tempo, e un approccio che vada oltre la semplice riduzione dell’infiammazione: movimento, decompressione, nutrizione e rieducazione.
Trattare una nevralgia non significa solo “abbassare l’infiammazione”. Significa ridurre la pressione endoneurale, favorire il glide nervoso, lavorare sulla viscoelasticità del perinevrio, considerare il ruolo dei vasi intraneurali e integrare neurodinamica, vascolarizzazione, e biotensegrità fasciale.
Quando un paziente dice “Mi prende un nervo, che faccio?” la risposta non può essere solo: “Facciamo qualcosa che lo addormenti.”
La domanda vera è: "quel nervo riesce ancora a scorrere, a respirare, a nutrirsi, a sentire senza andare in allarme? Oppure sta chiedendo aiuto in silenzio, tra micro-edemi, stress meccanici e carenze metaboliche?"
Un nervo non ha bisogno solo di calmare il sintomo. Ha bisogno di muoversi senza attrito, essere nutrito dal sangue, sentirsi al sicuro nel suo tunnel fasciale e dialogare con il sistema nervoso centrale senza interferenze.
Perché la verità è questa, non esistono nervi infiammati per caso: dietro c’è quasi sempre un sovraccarico meccanico, una carenza vascolare o un’alterazione metabolica che li rende più vulnerabili. In altre parole: nervi inascoltati.
“Ma alla fine è solo un nervo.”
Sì.
Come dire che un violino è solo un pezzo di legno con corde. Eppure basta una variazione minima di tensione per trasformare una sinfonia armonica in una nota stonata che lacera l’intero sistema.
Il nervo non è solo un conduttore. È un organo intelligente che va rispettato, ascoltato, e rieducato. Non solo sedato.
E spesso, il primo passo è semplice: integrare ciò che riduce l’infiammazione con ciò che restituisce la funzione. 🤗
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