01/06/2023
📖 Ecco il racconto del mese di Nicolò Targhetta!
Un dialogo frizzante e profondo tra un uomo in cerca di risposte e il suo psicologo. Con sua sorpresa si ritrova a discutere di una saga, che si rivela metafora della vita e del vantaggio dell'essere autentici. Una conversazione insolita ma ricca di riflessioni sul come vivere le parti di sé che si ritengono meno piacevoli.
✍️ La grafica è dell’illustratrice Amandine Delclos.
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- Riassumendo, lei si sente fuori posto.
- Mi sento come se non riuscissi a capire la vita o come se la vita non capisse me. So che in quanto psicologo lei non lavora così, ma io ho bisogno che mi trovi una soluzione.
- In questi mesi abbiamo parlato tanto, e io credo che la soluzione a questo suo malessere effettivamente ci sia.
- Davvero?
- Certo. È Fast and Furious.
- Non... io... non credo di aver capito.
- Fast and Furious.
- La serie di film?
- Sì.
- La serie di film con Vin Diesel?
- Sì.
- La serie di film con Vin Diesel che guida macchine tamarre?
- Nicolò, sì.
- Mi fa ridare un’occhiata alla sua laurea?
- Fast and Furious contiene forse la più grande lezione di vita che si possa infilare in un film. Quella che ciascuno di noi dovrebbe imparare prima possibile.
- Vivi la vita un quarto di miglio alla volta?
- Sii te stesso.
- Secondo lei Fast and Furious dice questo? Secondo lei la saga di film dove a un certo punto c’è un inseguimento sul pack con un sottomarino ci sta segretamente suggerendo di accettarci per quello che siamo?
- Secondo me dice proprio quello che lei ha bisogno di sentirsi dire in questo momento. L’ha visto il primo?
- Il primo film di Fast and Furious? Certo che l’ho visto...
- E cos’è il primo film di Fast and Furious?
- Una ca**ta?
- Una copertura. Una menzogna. Il primo film di Fast and Furious è una blanda storia di guardie e ladri dove a un certo punto fanno un colpo a un furgone per rubare televisori Panasonic.
- ...
- Televisori Panasonic, si rende conto?
- Forse è il caso che si idrati.
- Poi arriva il secondo, il terzo, il quarto e Fast and Furious diventa una saga. E cosa succede?
- Non lo so.
- Si intamarrisce.
- Ah già.
- I film diventano più sguaiati, più coatti, più improbabili. Le trame deliranti, lo stile pacchiano. Eppure...
- Eppure?
- Eppure si trasforma in un successo internazionale. Come se lo spiega?
- La gente è stupida e l’umanità non merita il monopolio del pianeta?
- Ha smesso di fingere.
- Eh?
- Fast and Furious ha smesso di fingere. Di essere qualcosa che non era. Ha smesso di cercare di accontentare tutti. Ha smesso di raccontare agli altri e a se stesso di essere un discreto poliziesco con le auto truccate ed è diventato quello che è sempre stato: una schizofrenica burinata con Jason Momoa in versione giostraio e Elen Mirren vestita da maranza. E la gente che ha fatto? La gente lo ha amato.
- Io... non...
- Mi ascolti. Fast and Furious è il tizio che non sa ballare e all’inizio non balla perché si vergogna. Poi, timidamente, decide di buttarsi in pista lo stesso e scopre che anche se balla male, se balla come un deficiente sgraziato, la gente è felice di ballare con lui.
- Ma p***a miseria, scusi eh, è un film in cui uno a un certo punto dice, e cito testualmente: “voglio una donna 80% diavolo e 20% angelo” e lei me lo vende come se fosse Schopenhauer.
- Lei è Fast and Furious 1.
- La smetta.
- È così. Lei cerca disperatamente di adeguarsi, di adattarsi, di piacere, s’arrabatta giorno e notte nel tentativo di risultare credibile, ammissibile, negando e seppellendo quei lati di lei che ritiene inadeguati. Invece lei è pieno di scene eccessive, di pessime battute, di montaggi improbabili e trame idiote.
- Grazie.
- Prego. Ma con sua grande sorpresa potrebbe scoprire che quella è proprio la parte di lei che gli altri sono più disposti ad apprezzare. Perché sotto sotto nessuno di noi sa ballare, e tutti siamo uno strano brutto film dalla trama incoerente.
- ...
- Creda a me, lì fuori non troverà una felicità più grande di scoprire che se stesso va bene. Anzi, che se stesso va meglio...
- Prego?
- Uno per Fast and Furious dieci.
- Guardi che questo è ancora più id**ta del nove.
- Lo spero bene.