Dott. Marco Piccolo - Psicologo del Profondo

Dott. Marco Piccolo - Psicologo del Profondo Sono uno Psicologo ad orientamento psicodinamico integrato.

Psicologo a Cosenza ad orientamento psicodinamico 🌓

“Pensare trasforma il dolore e la paura in energia e cambiamento”

Radici inconsce, emozioni profonde, traumi e relazioni: offro un percorso di analisi, comprensione e trasformazione đŸŒ±

đŸ“Č 349 2620568 Ho svolto un training psicoanalitico basato su analisi personale, didattica e supervisione, con esperienze di formazione presso la Scuola di Psicoterapia Adleriana di Milano e la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica di Reggio Calabria. Nel tempo ho arricchito il mio approccio clinico con la Psicoterapia Umanistica Esistenziale (Ipue di Roma), la Mindfulness (Istituto Beck di Roma), la Psicologia Positiva e l’EMDR per il trattamento dei traumi. Il mio lavoro si concentra sulle radici profonde del malessere, sulla storia personale, sui contenuti inconsci e sui meccanismi di difesa che possono condizionare la propria vita. Attraverso l’elaborazione delle emozioni e dei traumi, aiuto a ritrovare equilibrio, fiducia e la capacitĂ  di affrontare la complessitĂ  dell’esistenza. Il mio intervento clinico si muove lungo le quattro dimensioni fondamentali dell’esperienza umana: affettivo-relazionale, corporea, cognitiva ed esistenziale. Ricevo su appuntamento in uno spazio comodo (parcheggio), riservato e accogliente.

đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ - đ—Łđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—Œ đ—±đ—Čđ—č đ—Łđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ 🌓

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03/12/2025

𝗟𝗔 𝗩𝗱𝗟𝗜𝗧𝗹𝗗𝗜𝗡𝗘 𝗡𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗙𝗘𝗩𝗧𝗘 𝗩𝗘𝗖𝗱𝗡𝗗𝗱 𝗗𝗱𝗡𝗔𝗟𝗗 đ—Ș𝗜𝗡𝗡𝗜𝗖𝗱𝗧
“𝘚đ˜Ș đ˜±đ˜¶đ˜°Ì€ 𝘩𝘮𝘮𝘩𝘳𝘩 𝘮𝘰𝘭đ˜Ș 𝘮𝘰𝘭𝘰 đ˜Čđ˜¶đ˜ąđ˜Żđ˜„đ˜° 𝘮đ˜Ș đ˜ŠÌ€ đ˜Ș𝘯 đ˜šđ˜łđ˜ąđ˜„đ˜° đ˜„đ˜Ș đ˜Žđ˜”đ˜ąđ˜łđ˜Š đ˜€đ˜°đ˜Ż đ˜Čđ˜¶đ˜ąđ˜­đ˜€đ˜¶đ˜Żđ˜°.”

Per Winnicott la solitudine non Ăš sempre un vuoto da riempire: puĂČ essere anche un luogo interiore in cui ritrovare se stessi. Ma nelle feste, quando 𝘀đ—Čđ—ș𝗯𝗿𝗼 đ—Œđ—Żđ—Żđ—čđ—¶đ—Žđ—źđ˜đ—Œđ—żđ—¶đ—Œ đ—Č𝘀𝘀đ—Č𝗿đ—Č 𝗳đ—Čđ—čđ—¶đ—°đ—¶ đ—Č đ—°đ—¶đ—żđ—°đ—Œđ—»đ—±đ—źđ˜đ—¶ đ—±đ—¶ 𝗼𝗳𝗳đ—Čđ˜đ˜đ—¶, emerge un’altra solitudine: quella che fa male perchĂ© mette in luce una mancanza.

La solitudine dolorosa nasce quando đ—»đ—Œđ—» đ˜€đ—¶ đ—Č̀ đ—șđ—źđ—¶ 𝗳𝗼𝘁𝘁𝗼 đ—Čđ˜€đ—œđ—Čđ—żđ—¶đ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—±đ—¶ đ—Ÿđ˜‚đ—źđ—čđ—°đ˜‚đ—»đ—Œ đ—°đ—”đ—Č đ—œđ—Œđ˜đ—Č𝘀𝘀đ—Č đ˜€đ—Œđ˜€đ˜đ—Čđ—»đ—Č𝗿đ—Č đ—čđ—Č đ—»đ—Œđ˜€đ˜đ—żđ—Č đ—Čđ—șđ—Œđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶ 𝘀đ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—Žđ—¶đ˜‚đ—±đ—¶đ—°đ—źđ—żđ—čđ—Č đ—Œ 𝘂𝘀𝗼𝗿đ—čđ—Č đ—°đ—Œđ—»đ˜đ—żđ—Œ đ—±đ—¶ đ—»đ—Œđ—¶. In questi casi, stare soli significa sentirsi invisibili, sbagliati, fuori dal mondo. Il Natale e le luci dei centri commerciali amplificano questo scarto tra ciĂČ che vorremmo e ciĂČ che Ăš.

👉 La đ—œđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—¶đ—ź đ—±đ—Čđ—č đ—œđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ aiuta a distinguere due solitudini:
‱ quella che umilia e schiaccia
‱ quella che accoglie e costruisce

La prima nasce dal vuoto lasciato da legami non sicuri.
La seconda ù frutto di una presenza interna che resta accanto anche quando l’altro non c’ù.

Imparare a stare soli non significa rinunciare agli altri, ma 𝘀đ—șđ—Č𝘁𝘁đ—Č𝗿đ—Č đ—±đ—¶ đ—¶đ—»đ˜€đ—Čđ—Žđ˜‚đ—¶đ—żđ—Č đ—čđ—Č𝗮𝗼đ—șđ—¶ che riempiono solo per un momento e svuotano subito dopo. A volte, il vero regalo delle feste Ăš potersi ascoltare senza sentirsi in colpa: dare spazio a ciĂČ che manca per poterlo desiderare, un giorno, davvero.

đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ 🌓

02/12/2025
đ—”đ—żđ—¶đ—Čđ—č: đ—Ÿđ˜‚đ—źđ—»đ—±đ—Œ đ—č𝗼 đ—żđ—¶đ—°đ—Č𝗿𝗰𝗼 đ—±đ—Čđ—čđ—č’𝗼đ—șđ—Œđ—żđ—Č đ˜€đ—źđ—°đ—żđ—¶đ—łđ—¶đ—°đ—ź 𝘀đ—Č 𝘀𝘁đ—Čđ˜€đ˜€đ—¶đ˜—đ˜Šđ˜łđ˜„đ˜Șđ˜”đ˜ą đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜ą đ˜·đ˜°đ˜€đ˜Š 𝘩 đ˜„đ˜Șđ˜±đ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜Żđ˜»đ˜ą đ˜ąđ˜§đ˜§đ˜Šđ˜”đ˜”đ˜Șđ˜·đ˜ąAriel Ăš una giovane sire...
30/11/2025

đ—”đ—żđ—¶đ—Čđ—č: đ—Ÿđ˜‚đ—źđ—»đ—±đ—Œ đ—č𝗼 đ—żđ—¶đ—°đ—Č𝗿𝗰𝗼 đ—±đ—Čđ—čđ—č’𝗼đ—șđ—Œđ—żđ—Č đ˜€đ—źđ—°đ—żđ—¶đ—łđ—¶đ—°đ—ź 𝘀đ—Č 𝘀𝘁đ—Čđ˜€đ˜€đ—¶
đ˜—đ˜Šđ˜łđ˜„đ˜Șđ˜”đ˜ą đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜ą đ˜·đ˜°đ˜€đ˜Š 𝘩 đ˜„đ˜Șđ˜±đ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜Żđ˜»đ˜ą đ˜ąđ˜§đ˜§đ˜Šđ˜”đ˜”đ˜Șđ˜·đ˜ą

Ariel Ăš una giovane sirena che sogna la terraferma, le novitĂ , l’amore. Ma quando incontra Eric, il desiderio prende una forma radicale: 𝘀đ—șđ—Č𝘁𝘁đ—Č đ—±đ—¶ đ—Č𝘀𝘀đ—Č𝗿đ—Č đ—°đ—¶đ—ŒÌ€ đ—°đ—”đ—Č đ—Č̀ đ—œđ—Č𝗿 đ—±đ—¶đ˜ƒđ—Čđ—»đ˜đ—źđ—żđ—Č đ—°đ—¶đ—ŒÌ€ đ—°đ—”đ—Č đ—č’𝗼đ—čđ˜đ—żđ—Œ đ˜ƒđ—Œđ—żđ—żđ—Č𝗯𝗯đ—Č. Ariel rinuncia alla sua voce, simbolo della sua identitĂ  e creativitĂ , per legarsi a qualcuno che non la conosce. Se la parola manca, tuttavia, viene meno anche la possibilitĂ  di essere riconosciuti come soggetto: đ—č𝗼 𝗿đ—Čđ—čđ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—Č 𝗿đ—Č𝘀𝘁𝗼 𝘀đ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—œđ—Čđ—»đ˜€đ—¶đ—Čđ—żđ—Œ.

Nella đ—Łđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—¶đ—ź đ—±đ—Čđ—č đ—œđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ questo puĂČ indicare una đ—łđ—żđ—źđ—Žđ—¶đ—čđ—¶đ˜đ—źÌ€ đ—±đ—Čđ—č 𝗩đ—Č́: “𝘮𝘩 𝘯𝘰𝘯 𝘼đ˜Ș đ˜Žđ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜° đ˜ąđ˜Łđ˜Łđ˜ąđ˜Žđ˜”đ˜ąđ˜Żđ˜»đ˜ą, đ˜Žđ˜ąđ˜łđ˜°Ì€ đ˜€đ˜Șđ˜°Ì€ đ˜€đ˜©đ˜Š đ˜­â€™đ˜ąđ˜­đ˜”đ˜łđ˜° đ˜„đ˜Šđ˜Žđ˜Șđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜ąâ€. đ—•đ—Œđ˜„đ—č𝗯𝘆 ha mostrato come, in assenza di una conferma interna del proprio valore, l’attaccamento possa diventare dipendenza: “𝘮𝘩 𝘼đ˜Ș 𝘱𝘼đ˜Ș, 𝘱𝘭𝘭𝘰𝘳𝘱 𝘩𝘮đ˜Șđ˜Žđ˜”đ˜°â€. CosĂŹ l’amore diventa un esame continuo e la relazione un tribunale dell’autostima.

𝗟𝗼 𝘀𝘁𝗿đ—Č𝗮𝗼 đ—±đ—Čđ—č đ—ș𝗼𝗿đ—Č đ—»đ—Œđ—» đ—Č̀ đ˜€đ—Œđ—čđ—Œ đ—¶đ—č đ—»đ—Čđ—șđ—¶đ—°đ—Œ đ—Č𝘀𝘁đ—Čđ—żđ—»đ—Œ: rappresenta il patto inconscio con cui molti sacrificano parti vive di sĂ© per essere accettati. Ariel sa cantare, ma deve diventare muta per essere amata. È la dinamica del falso SĂ© descritta da đ—Șđ—¶đ—»đ—»đ—¶đ—°đ—Œđ˜đ˜: compiacere invece di appartenere a sĂ© stessi. Un amore che chiede di spegnere la propria voce non nutre: soffoca.

La curiositĂ  originaria di Ariel verso la superficie nasce perĂČ da un đ—±đ—Čđ˜€đ—¶đ—±đ—Čđ—żđ—¶đ—Œ 𝗼𝘂𝘁đ—Čđ—»đ˜đ—¶đ—°đ—Œ đ—Č đ—¶đ—»đ—°đ—Œđ—Čđ—żđ—°đ—¶đ—Żđ—¶đ—čđ—Č. È questa vitalitĂ  che la salva. Quando la voce ritorna, non torna solo il suono, ma la capacitĂ  di dire “io” e quindi la possibilitĂ  di esistere come sĂ© stessa nella relazione, senza scomparire nell’altro.

đ— đ—Œđ—č𝘁đ—Č đ—±đ—Œđ—»đ—»đ—Č đ˜ƒđ—¶đ˜ƒđ—Œđ—»đ—Œ đ˜€đ˜đ—Œđ—żđ—¶đ—Č đ˜€đ—¶đ—șđ—¶đ—čđ—¶: đ—żđ—¶đ—±đ˜‚đ—°đ—Œđ—»đ—Œ đ—čđ—Č đ—œđ—żđ—Œđ—œđ—żđ—¶đ—Č đ—Čđ˜€đ—¶đ—Žđ—Čđ—»đ˜‡đ—Č đ—œđ—Č𝗿 đ—œđ—źđ˜‚đ—żđ—ź đ—±đ—¶ đ—Č𝘀𝘀đ—Č𝗿đ—Č đ—źđ—Żđ—Żđ—źđ—»đ—±đ—Œđ—»đ—źđ˜đ—Č đ—Œ đ—°đ—żđ—¶đ˜đ—¶đ—°đ—źđ˜đ—Č.
Ma ciĂČ che viene sacrificato chiede prima o poi di tornare. La cura psicologica aiuta a ritrovare la voce: non quella perfetta, ma quella vera, capace di esprimere bisogni, limiti, desideri, senza timore.

đ—§đ—¶ đ—Č̀ đ—șđ—źđ—¶ đ—°đ—źđ—œđ—¶đ˜đ—źđ˜đ—Œ đ—±đ—¶ đ—»đ—źđ˜€đ—°đ—Œđ—»đ—±đ—Č𝗿đ—Č đ—œđ—źđ—żđ˜đ—¶ đ—¶đ—șđ—œđ—Œđ—żđ˜đ—źđ—»đ˜đ—¶ đ—±đ—¶ 𝘁đ—Č đ—œđ—Č𝗿 đ—œđ—źđ˜‚đ—żđ—ź đ—±đ—¶ đ—»đ—Œđ—» đ—Č𝘀𝘀đ—Č𝗿đ—Č 𝗼𝗰𝗰đ—Č𝘁𝘁𝗼𝘁𝗼?
đ—„đ—¶đ—±đ—źđ—żđ—Č đ—œđ—źđ—żđ—Œđ—čđ—Č 𝗼đ—čđ—č𝗼 đ—œđ—żđ—Œđ—œđ—żđ—¶đ—ź đ˜ƒđ—Œđ—°đ—Č đ—œđ˜‚đ—ŒÌ€ đ—Č𝘀𝘀đ—Č𝗿đ—Č đ—¶đ—č đ—œđ—żđ—¶đ—șđ—Œ đ—œđ—źđ˜€đ˜€đ—Œ đ—œđ—Č𝗿 𝘀đ—Čđ—»đ˜đ—¶đ—żđ˜€đ—¶ đ—±đ—źđ˜ƒđ˜ƒđ—Čđ—żđ—Œ đ˜ƒđ—¶đ˜€đ˜đ—¶.

đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ

“𝘗𝘮đ˜Șđ˜€đ˜°đ˜­đ˜°đ˜šđ˜Ș𝘱 đ˜„đ˜ąđ˜­ đ˜—đ˜łđ˜°đ˜§đ˜°đ˜Żđ˜„đ˜° 𝘗𝘖𝘗” đ˜ŠÌ€ đ˜¶đ˜Żđ˜ą đ˜Żđ˜¶đ˜°đ˜·đ˜ą đ˜łđ˜¶đ˜Łđ˜łđ˜Șđ˜€đ˜ą đ˜Ș𝘯 đ˜€đ˜¶đ˜Ș, đ˜ąđ˜”đ˜”đ˜łđ˜ąđ˜·đ˜Šđ˜łđ˜Žđ˜° đ˜Ș đ˜±đ˜Šđ˜łđ˜Žđ˜°đ˜Żđ˜ąđ˜šđ˜šđ˜Ș đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜ą đ˜€đ˜¶đ˜­đ˜”đ˜¶đ˜łđ˜ą đ˜±đ˜°đ˜±, đ˜Šđ˜Žđ˜±đ˜­đ˜°đ˜łđ˜Ș𝘱𝘼𝘰 𝘭𝘱 đ˜·đ˜Șđ˜”đ˜ą đ˜Șđ˜Żđ˜”đ˜Šđ˜łđ˜Ș𝘰𝘳𝘩 đ˜±đ˜Šđ˜ł đ˜€đ˜ąđ˜±đ˜Ș𝘳𝘩 𝘼𝘩𝘹𝘭đ˜Ș𝘰 𝘯𝘰đ˜Ș đ˜Žđ˜”đ˜Šđ˜Žđ˜Žđ˜Ș 𝘩 𝘭𝘩 đ˜Żđ˜°đ˜Žđ˜”đ˜łđ˜Š đ˜łđ˜Šđ˜­đ˜ąđ˜»đ˜Ș𝘰𝘯đ˜Ș.

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29/11/2025

📖 𝗘𝘂𝗮đ—Čđ—»đ—¶đ—Œ đ—•đ—Œđ—żđ—Žđ—»đ—ź – 𝗟đ—Č đ—¶đ—»đ˜đ—Č𝗿đ—șđ—¶đ˜đ˜đ—Čđ—»đ˜‡đ—Č đ—±đ—Čđ—č đ—°đ˜‚đ—Œđ—żđ—Č
Borgna ha un modo particolare di parlare dell’interioritĂ : non usa il linguaggio tecnico, ma quello dell’esperienza umana. In questo libro esplora le regioni piĂč delicate della vita emotiva: la malinconia, la timidezza, la fragilitĂ , il desiderio di protezione, le pause improvvise della nostra sensibilitĂ .

Le chiama “intermittenze”: momenti in cui il cuore si ritrae, si espone, cambia ritmo.

Non Ăš un testo clinico, anche se nasce dall’osservazione di una vita passata ad ascoltare il dolore degli altri. Borgna descrive ciĂČ che accade quando le emozioni non scorrono piĂč in modo lineare: quando la tristezza diventa piĂč densa, quando la paura resta in sottofondo, quando la tenerezza fa paura e allo stesso tempo manca. È un invito a guardare dentro senza giudicare, ad accogliere ciĂČ che ci attraversa senza trasformarlo subito in un problema.

La psicologia del profondo, in questo libro, diventa un modo di stare di fronte alla propria fragilitĂ  con rispetto e senza fretta. Borgna mostra che la vulnerabilitĂ  non Ăš una debolezza, ma una forma di conoscenza: ci obbliga a rallentare, a cambiare prospettiva, a riconoscere ciĂČ che sentiamo davvero.

Lo consiglio a chi vive periodi di sensibilitĂ  piĂč acuta, a chi sente che qualcosa si Ăš incrinato nel proprio modo di essere, o semplicemente a chi vuole capire meglio la propria emotivitĂ  senza ricorrere a spiegazioni rigide. È un libro che accompagna con discrezione e apre un varco verso un ascolto piĂč profondo di sĂ©.

📚 đ—•đ—¶đ—Żđ—čđ—¶đ—Œđ˜đ—Č𝗰𝗼 đ—±đ—Čđ—č đ—Łđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ đ—±đ—Čđ—č đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ
𝘜𝘯𝘱 đ˜Žđ˜Šđ˜­đ˜Šđ˜»đ˜Ș𝘰𝘯𝘩 đ˜„đ˜Ș 𝘭đ˜Ș𝘣𝘳đ˜Ș đ˜±đ˜Šđ˜Żđ˜Žđ˜ąđ˜”đ˜ą đ˜±đ˜Šđ˜ł đ˜€đ˜©đ˜Ș đ˜„đ˜Šđ˜Žđ˜Șđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜ą đ˜ąđ˜·đ˜·đ˜Șđ˜€đ˜Ș𝘯𝘱𝘳𝘮đ˜Ș 𝘱𝘭𝘭𝘱 đ˜±đ˜Žđ˜Șđ˜€đ˜°đ˜­đ˜°đ˜šđ˜Ș𝘱 đ˜„đ˜Šđ˜­ đ˜±đ˜łđ˜°đ˜§đ˜°đ˜Żđ˜„đ˜° đ˜ąđ˜”đ˜”đ˜łđ˜ąđ˜·đ˜Šđ˜łđ˜Žđ˜° đ˜”đ˜Šđ˜Žđ˜”đ˜Ș đ˜€đ˜©đ˜Ș𝘱𝘳đ˜Ș, đ˜¶đ˜źđ˜ąđ˜Żđ˜Ș 𝘩 đ˜ąđ˜€đ˜€đ˜Šđ˜Žđ˜Žđ˜Ș𝘣đ˜Ș𝘭đ˜Ș. 𝘖𝘹𝘯đ˜Ș đ˜Žđ˜Šđ˜”đ˜”đ˜Ș𝘼𝘱𝘯𝘱 đ˜¶đ˜Ż đ˜”đ˜Șđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°.

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28/11/2025

🎬 đ—Ÿđ—Œ đ˜€đ˜đ—źđ—Žđ—¶đ˜€đ˜đ—ź đ—¶đ—»đ—źđ˜€đ—œđ—Čđ˜đ˜đ—źđ˜đ—Œ: đ—¶đ—č 𝘀đ—Čđ—»đ˜€đ—Œ đ—±đ—Čđ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ˜đ—ź đ—»đ—źđ˜€đ—°đ—Č đ—±đ—ź đ—¶đ—»đ—°đ—Œđ—»đ˜đ—żđ—¶ 𝗼𝘂𝘁đ—Čđ—»đ˜đ—¶đ—°đ—¶
Ci sono film che sembrano leggeri, ma riescono a toccare realtĂ  grandi e profonde. 𝘓𝘰 đ˜Žđ˜”đ˜ąđ˜šđ˜Șđ˜Žđ˜”đ˜ą đ˜Șđ˜Żđ˜ąđ˜Žđ˜±đ˜Šđ˜”đ˜”đ˜ąđ˜”đ˜° Ăš uno di questi. Ed Ăš un film bellissimo che vi suggerisco di guardare (lo trovate su Netflix).

Un uomo di settant’anni, rimasto vedovo, decide di rimettersi in gioco. Non per ambizione, ma per una nostalgia piĂč profonda: quella di sentirsi parte del mondo, utile, presente.
Dall’altra parte c’ù una giovane imprenditrice che corre senza sosta, sopraffatta dalle richieste della vita, dalle aspettative e da quel senso di dover reggere tutto da sola.

Il loro incontro Ăš semplice e, insieme, profondamente umano.
Lei scopre un punto fermo che la aiuta a respirare; lui scopre che la sua esperienza puĂČ ancora generare vita intorno a sĂ©.

In una prospettiva umanistico-esistenziale, questo film diventa una meditazione sul senso della vita: sul modo in cui ogni etĂ , anche la piĂč avanzata, porta con sĂ© la domanda “Chi sono io, adesso?”.
E ci ricorda una veritĂ  essenziale: il senso non si costruisce da soli. Nasce – come direbbe đ˜“đ˜¶đ˜Ș𝘹đ˜Ș 𝘋𝘩 đ˜”đ˜ąđ˜łđ˜€đ˜©đ˜Ș – nella “dimensione orizzontale”: nei rapporti umani, nei gesti gentili, nelle presenze che non invadono ma accompagnano.

È un film che fa bene all’anima, perchĂ© riporta alla luce ciĂČ che, sotto sotto, sappiamo tutti:
si torna vivi quando qualcuno ci incontra davvero, in modo autentico.

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IPUE - Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale

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26/11/2025

đ—©đ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—œđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—¶đ—°đ—ź 𝘀đ—Čđ—°đ—Œđ—»đ—±đ—Œ đ—ąđ˜đ˜đ—Œ 𝗞đ—Čđ—żđ—»đ—Żđ—Č𝗿𝗮
“𝘓𝘱 đ˜„đ˜Șđ˜Žđ˜”đ˜łđ˜¶đ˜”đ˜”đ˜Șđ˜·đ˜Șđ˜”đ˜ąÌ€ đ˜„đ˜Šđ˜­ 𝘭𝘩𝘹𝘱𝘼𝘩 đ˜Żđ˜ąđ˜Žđ˜€đ˜Š đ˜Čđ˜¶đ˜ąđ˜Żđ˜„đ˜° đ˜­â€™đ˜ąđ˜­đ˜”đ˜łđ˜° đ˜„đ˜Šđ˜·đ˜Š đ˜Žđ˜źđ˜Šđ˜”đ˜”đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜„đ˜Ș 𝘩𝘮đ˜Șđ˜Žđ˜”đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜±đ˜Šđ˜ł đ˜€đ˜°đ˜źđ˜Š đ˜ŠÌ€.”

Secondo Kernberg la violenza psicologica non inizia con un urlo, ma con un controllo. È il tentativo di chiudere l’altro dentro un’immagine, soffocandone la libertà di pensare, sentire, desiderare.

Il đ—œđ—źđ—żđ˜đ—»đ—Č𝗿 đ—»đ—źđ—żđ—°đ—¶đ˜€đ—¶đ˜€đ˜đ—ź ha bisogno di qualcuno che lo confermi senza mai contraddirlo. All’inizio idealizza: sei perfetto, speciale, unico. Poi svaluta: ogni parola diventa sbagliata, ogni gesto una mancanza.
La relazione non Ăš piĂč un incontro, ma un campo di battaglia silenzioso.

👉 𝗚𝗼𝘀đ—čđ—¶đ—Žđ—”đ˜đ—¶đ—»đ—Ž, 𝗮đ—Čđ—čđ—Œđ˜€đ—¶đ—ź đ—șđ—Œđ—żđ—Żđ—Œđ˜€đ—ź, đ—żđ—¶đ—°đ—źđ˜đ˜đ—¶ đ—Čđ—șđ—Œđ˜đ—¶đ˜ƒđ—¶, đ—¶đ˜€đ—Œđ—č𝗼đ—șđ—Čđ—»đ˜đ—Œ đ—±đ—źđ—čđ—čđ—Č 𝗿đ—Čđ—čđ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶: la violenza psicologica agisce cosĂŹ, togliendo spazio mentale fino a far dubitare della propria realtĂ .

La đ—œđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—¶đ—ź đ—±đ—Čđ—č đ—œđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ aiuta a riconoscere la struttura profonda di questi legami: spesso chi ne Ăš vittima crede di poter “salvare” l’altro dall’abisso, ripetendo ferite antiche mai guarite. 𝗠𝗼 đ—č’𝗼đ—șđ—Œđ—żđ—Č đ—»đ—Œđ—» đ—Č̀ đ˜€đ—źđ—°đ—żđ—¶đ—łđ—¶đ—°đ—¶đ—Œ đ—¶đ—»đ—łđ—¶đ—»đ—¶đ˜đ—Œ.

Interrompere la violenza significa ritornare a esistere: ricordare che ciĂČ che senti conta, che la tua voce Ăš vera, che nessuno ha il diritto di definirti.

đ—–đ—”đ—¶ đ˜€đ—¶ đ—čđ—¶đ—Żđ—Č𝗿𝗼 đ—±đ—ź đ˜‚đ—» 𝗼đ—șđ—Œđ—żđ—Č đ—șđ—Œđ—żđ˜đ—¶đ—łđ—Čđ—żđ—Œ đ—»đ—Œđ—» 𝘀đ—șđ—Č𝘁𝘁đ—Č đ—±đ—¶ 𝗼đ—ș𝗼𝗿đ—Č: đ—żđ—¶đ—°đ—Œđ—șđ—¶đ—»đ—°đ—¶đ—ź 𝗼 𝗳𝗼𝗿đ—čđ—Œ đ—±đ—ź 𝘀đ—Č́.

đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ

25/11/2025

🎒 đŸźđŸ± đ—»đ—Œđ˜ƒđ—Čđ—ș𝗯𝗿đ—Č – đ—œđ—» đ—±đ—¶đ—źđ—čđ—Œđ—Žđ—Œ đ—°đ—Œđ—» đ—¶ đ—żđ—źđ—Žđ—źđ˜‡đ˜‡đ—¶: đ—Čđ—șđ—Œđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶, đ—œđ—źđ˜‚đ—żđ—Č đ—Č 𝘀đ—Čđ—Žđ—»đ—źđ—čđ—¶ đ—±đ—Čđ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—»đ—Čđ—čđ—čđ—Č 𝗿đ—Čđ—čđ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶

Il mio intervento all’Istituto comprensivo di Castrolibero nella đ—šđ—¶đ—Œđ—żđ—»đ—źđ˜đ—ź đ—¶đ—»đ˜đ—Čđ—żđ—»đ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—źđ—čđ—Č đ—œđ—Č𝗿 đ—č’đ—Čđ—čđ—¶đ—șđ—¶đ—»đ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—Č đ—±đ—Čđ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—°đ—Œđ—»đ˜đ—żđ—Œ đ—čđ—Č đ—±đ—Œđ—»đ—»đ—Č, rivolto alle ragazze e ai ragazzi delle terze medie.

In questo incontro parlo in modo semplice e diretto delle đ—żđ—źđ—±đ—¶đ—°đ—¶ đ—œđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—¶đ—°đ—”đ—Č đ—±đ—Čđ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—»đ—Čđ—čđ—čđ—Č 𝗿đ—Čđ—čđ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶, spiegando come tutto inizi molto prima dei comportamenti: nelle đ—Čđ—șđ—Œđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—¶, nei đ—șđ—Œđ—±đ—Čđ—čđ—čđ—¶ 𝗳𝗼đ—șđ—¶đ—čđ—¶đ—źđ—żđ—¶, nelle đ—œđ—źđ˜‚đ—żđ—Č che ciascuno porta dentro.

Affronto temi centrali per gli adolescenti di oggi:
‱ paura, rabbia, insicurezze e confini personali
‱ dinamiche di controllo, gelosia e possesso
‱ linguaggi ostili normalizzati da certa musica rap/trap
‱ l’impatto della pornografia sulla percezione delle relazioni
‱ i 𝗰𝗼đ—șđ—œđ—źđ—»đ—Čđ—čđ—čđ—¶ đ—±â€™đ—źđ—čđ—č𝗼𝗿đ—șđ—Č da riconoscere presto
‱ quando e come chiedere aiuto (1522, scuola, famiglia, centri antiviolenza)

Questo video Ăš pensato per:
– adolescenti che stanno imparando ad amare
– genitori e insegnanti che desiderano strumenti per capire e accompagnare
– chiunque voglia prevenire la violenza attraverso đ—°đ—Œđ—»đ˜€đ—źđ—œđ—Čđ˜ƒđ—Œđ—čđ—Č𝘇𝘇𝗼, đ—Čđ—±đ˜‚đ—°đ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—Č đ—Čđ—șđ—Œđ˜đ—¶đ˜ƒđ—ź đ—Č đ—°đ—Œđ—żđ—źđ—Žđ—Žđ—¶đ—Œ

📌 𝗩đ—Č đ—Ÿđ˜‚đ—źđ—čđ—°đ—Œđ˜€đ—ź đ˜ƒđ—¶ đ—°đ—Œđ—čđ—œđ—¶đ˜€đ—°đ—Č đ—Œ đ˜ƒđ—¶ đ—żđ—¶đ˜€đ˜‚đ—Œđ—»đ—ź, đ—œđ—Œđ˜đ—Č𝘁đ—Č đ—°đ—Œđ—»đ—±đ—¶đ˜ƒđ—¶đ—±đ—Č𝗿đ—čđ—Œ đ—»đ—Čđ—¶ đ—°đ—Œđ—șđ—șđ—Čđ—»đ˜đ—¶.
𝗟𝗼 đ—°đ—Œđ—»đ—Œđ˜€đ—°đ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—Č đ—č𝗼 đ—œđ—źđ—żđ—Œđ—č𝗼 đ˜€đ—Œđ—»đ—Œ đ—¶đ—č đ—œđ—żđ—¶đ—șđ—Œ đ—źđ—»đ˜đ—¶đ—±đ—Œđ˜đ—Œ 𝗼đ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź.

đ——đ—Œđ˜đ˜. đ— đ—źđ—żđ—°đ—Œ đ—Łđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ – đ—œđ˜€đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œđ—Žđ—Œ đ—±đ—Čđ—č đ—œđ—żđ—Œđ—łđ—Œđ—»đ—±đ—Œ

Marco Piccolo

đŸŸ„ đŸźđŸ± đ—»đ—Œđ˜ƒđ—Čđ—ș𝗯𝗿đ—Č – đ—šđ—¶đ—Œđ—żđ—»đ—źđ˜đ—ź đ—¶đ—»đ˜đ—Čđ—żđ—»đ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—źđ—čđ—Č đ—œđ—Č𝗿 đ—č’đ—Čđ—čđ—¶đ—șđ—¶đ—»đ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—Č đ—±đ—Čđ—čđ—č𝗼 đ˜ƒđ—¶đ—Œđ—čđ—Čđ—»đ˜‡đ—ź đ—°đ—Œđ—»đ˜đ—żđ—Œ đ—čđ—Č đ—±đ—Œđ—»đ—»đ—ČOggi ho avuto l’onore di essere...
25/11/2025

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Oggi ho avuto l’onore di essere invitato dall’Istituto comprensivo di Castrolibero a parlare con le ragazze e i ragazzi delle terze medie.

Una mattinata intensa, piena di ascolto, domande, emozioni.
Un’occasione preziosa per ricordare che la prevenzione non comincia negli adulti, ma nella crescita dei ragazzi, nelle loro prime relazioni, nelle loro paure, nei modelli che imparano a riconoscere e a scegliere.

Abbiamo parlato di emozioni che spesso non sappiamo nominare.
Di paura che puĂČ diventare rabbia o rinuncia.
Di confini personali.
Di controllo digitale, gelosia, linguaggi contaminati da certa musica e dalla pornografia.
Di ciĂČ che Ăš normale e di ciĂČ che non lo Ăš.
Delle responsabilitĂ  dei ragazzi e del coraggio delle ragazze.
E di quanto sia importante, sempre, chiedere aiuto.

Ringrazio le insegnanti, la dirigente e le rappresentanti delle associazioni presenti.
Soprattutto, ringrazio i ragazzi e ragazze per la loro maturitĂ , la loro curiositĂ , la loro voglia di capire.

Questa non ù una giornata “delle donne per le donne”.
È una giornata che riguarda tutti.
E riguarda il futuro degli uomini e delle donne che questi ragazzi diventeranno.

đŸ“č PiĂč tardi pubblicherĂČ anche il video del mio intervento.

Dott. Marco Piccolo – psicologo del profondo

Marco Piccolo

Nel mio percorso professionale ho conosciuto innumerevoli donne che hanno scelto di sposare un BarbablĂč nella loro vita ...
25/11/2025

Nel mio percorso professionale ho conosciuto innumerevoli donne che hanno scelto di sposare un BarbablĂč nella loro vita o di accettare una sua proposta di lavoro.

Per chi non conosce la storia, BarbablĂč Ăš la fiaba che narra le vicende di una giovane fanciulla che, seppur intimorita dall’uomo silenzioso dalla barba blu, sceglie di sposarlo e, ricevute tutte le chiavi delle stanze del castello, disobbedisce al divieto del marito di entrare nell’unica stanza che lui le ha vietato di visitare.
Lei disobbedisce (come avviene in ogni fiaba che si rispetti) e scopre che la stanza nasconde una carneficina di donne, precedenti consorti dell’uomo, uccise per aver disobbedito.
Non vi svelo il finale
 perchĂ© il finale di BarbablĂč non rispecchia purtroppo quello della realtĂ .

PerchĂ© non sempre per le donne che disobbediscono ai vari BarbablĂč di turno Ăš in serbo una salvezza agita all’ultimo momento.
Per disobbedire a BarbablĂč basta oltrepassare un limite qualsiasi: a volte Ăš una gonna troppo corta, altre una parola in piĂč o in meno, a volte Ăš una telefonata non risposta altre una prestazione sessuale non fornita o la scelta di prendere un caffĂš con un’amica.
La disobbedienza a BarbablĂč nella vita reale Ăš meno netta e comprensibile di una porta da non aprire e la vittima non sempre sa bene cos’ha fatto di sbagliato quando viene punita per l’errore commesso.

Per una donna che vive la violenza, la carneficina Ăš prima di tutto interna: muoiono ogni giorno parti di lei, muore la sua dignitĂ  e il rispetto per se stessa, fino al punto che arriva a pensare che sia giusto cosĂŹ e che BarbablĂč abbia ragione e che sia meglio mantenere il segreto e non parlare.

Manuela Toto

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