Sono anche espressione di una memoria storica che pesa sull’animo delle donne con il ricordo della ineluttabilità del fato, dell’abbandono da parte degli uomini eroi, della infelicità che incombe su di loro e su coloro che esse amano. Ancora oggi madri e figlie, quando “lasciano la casa” per viaggi di esplorazione della creatività e dell’amore per se stesse, si portano dentro il bisogno di fug
a, l’incomprensione, la rivalità, la rabbia congelata ed emergente da un dolore sconosciuto per la ferita antica alla loro vera identità e progettualità. La scelta “contro” qualcuno o qualcosa spesso è necessaria per iniziare un cammino di liberazione, ma provoca nel tempo altra infelicità nella vita delle donne che raggiungono l’autonomia. Tale scelta va trasformata nella capacità di riuscire a chiedere in dono ciò che era un diritto, per poter iniziare a godere della bellezza della vita, della sua ricchezza ed imprevedibilità. Attingiamo alla ricchezza finora sconosciuta dell’Odissea. Cerchiamo di cogliere insieme, con la creatività e con l’esperienza di ognuna di noi, la verità profonda di quella tela e di quel tessere che il grande poeta Omero fa fare e disfare a Penelope per permettere il ritorno tanto sperato di Ulisse verso Itaca. Penelope sa ascoltare se stessa e gli altri , sa accogliere la dea Atena nei sogni e nel cuore, sa capire ciò che richiedono le Leggi della Vita, sa alla fine del poema decidere ed agire proponendo la gara nuziale con l’arco, gara che permetterà ad Ulisse di vincere e sterminare i Proci. Domandiamoci:
Penelope è la tessitrice interiore, è l’energia d’amore, è la fiamma che alimenta il sogno suo e dell’uomo? Penelope è utero fecondo del desiderio di bellezza che alberga nell’animo di ogni essere umano? Penelope è la via del ritorno alla bellezza ed alla pienezza della vita ? Ombretta Ciapini Bonvecchi
Gli incontri hanno cadenza mensile. Ogni incontro si struttura come un Laboratorio Artistico di esperienza e di ricerca sul femminile.