13/06/2024
"JUNG nella sua opera(1961) rammenta che il fine umano è quello di essere un individuo cosciente della sua peculiare natura, e ciò presuppone,come corollario,il riconoscimento che la differenziazione dal contesto della massa è un compito specificatamente individuale, in quanto tutte le individualità collettive interferiscono nel raggiungimento di questo compito.
Può succedere che in particolari momenti della vita l'uomo avverta il pressante bisogno e la necessità urgente di contare unicamente sulle proprie forze, di camminare con le proprie gambe senza cercare nicchie in cui nascondersi e identificarsi e, come dice Jung,"
Può darsi che in tutte le vesti,le forme,i recinti,e i modi di vita e le atmosfere che gli si offrono egli non trovi ciò di cui ha particolarmente bisogno,e in tal caso andrà solo,e sarà lui stesso la propria compagnia.."Jung 1961,402).
Utilizzare uno spazio di riflessione unicamente per se stessi sottende l'esigenza da parte dell'individuo di tracci⁹arsi dei confini personali in modo da distanziarsi dal resto della realtà circostante, da distinguersi, al fine di ricercare il senso profondo della propria personalità.
Esperire un senso di isolamento implica, quindi, la necessità di trascendere i limiti spaziali e temporali insiti nell'umana esistenza, in modo da individuarsi come soggetto unico all'interno di una massa indifferenziata, e ciò rappresenta un ulteriore motivo di godimento della solitudine.
Solitudine, quindi, non come un oscuro tunnel da cui non si intravede via d'uscita, bensì come un fertile periodo di riflessione in cui l'individuo ha la possibilità di sondare i terreni profondi della sua anima
Naturalmente la variabilità interindividuale interviene a modellare questa affermazione, dal momento che le reazioni psicologiche al vissuto della solitidine si diversificano tra le persone, a seconda della loro inclinazione soggettiva.......
Quindi l'elemento fondante in grado di conferire un peculiare significato al vissuto della solitudine è rappresentato dell'intensità del dialogo interiore che ogni individuo stabilisce con la propria anima, con le proprie emozioni.
Una inclinazione introversa sarà quindi la condizione primaria affinché lo stare soli diventi un momento esistenziale, una preziosa occasione per stabilire un colloquio interiore e per raggiungere l'autoconoscenza che è di primaria importanza, perché "grazie ad essa ci avviciniamo a quel fondamento o nucleo della natura umana"(Jung,1961,389)
[A.Carotenuto,il tempo delle emozioni.144-145]