
07/07/2025
Festeggiamo oggi il compleanno di Sandor Ferenczi, autore amatissimo e sempre attuale, ricordando in particolare uno dei suoi maggiori e più conosciuti scritti: Il Diario clinico, un insieme di scritti quasi giornalieri in parte battuti a macchina, che racchiude un lavoro che si snoda temporalmente tra gennaio-ottobre del 1932, in cui si intrecciano la visione teorica, clinica e personale dell’autore.
Il Diario clinico è una lettura coinvolgente perché ci porta, attraverso uno stile immediato, intimo, ma mai superficiale, all’interno del funzionamento dell’analista al lavoro con il proprio paziente, ma anche del paziente (Ferenczi) alle prese con il proprio analista (Freud) poiché, tra le righe, implicitamente si scorge il complesso rapporto tra i due, imbevuto di un transfert talora ostile e non del tutto elaborato.
Ferenczi avanza l’ipotesi che la neutralità e l’astinenza dell’analista possano essere traumatiche, talvolta sadiche, soprattutto per pazienti gravi, e sposta l’accento dall’interpretazione, come strumento di lavoro analitico, all’esperienza affettiva tra analista e paziente; è l’atteggiamento empatico-materno che consente di avvicinarsi al paziente con tatto, accogliendolo emotivamente, e non solo la razionale comprensione dell’analista. Ferenczi ebbe il coraggio di esplorare aree e tematiche scomode per la Società Psicanalitica dei primi decenni del ‘900, quali il controtransfert (ripreso poi da Searles) e la tecnica attiva; fu uno studioso precorritore di concetti che avranno successo molti anni dopo: si pensi all’ empatia così cara a Kohut, al concetto di identificazione con l’aggressore di Anna Freud.
Fu il primo a dare peso alla relazione oggettuale, a considerare la situazione analitica come momento intersoggettivo (anni dopo i Baranger conieranno il concetto di Campo intersoggettivo), rilesse il trauma evidenziando l’importanza delle esperienze infantili piuttosto che come frutto di fantasie più o meno inconsce, inserendolo quindi all’interno di una cornice relazionale.
Tutto ciò rende Sàndor Ferenczi un autore estremamente contemporaneo e lo festeggiamo con gratitudine