17/07/2025
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LA SCOLIOSI
Il corpo che si piega per non spezzarsi
La scoliosi è una curvatura.
È una storia che si attorciglia nella carne.
Un racconto non detto scritto e inciso sulla schiena.
È una crescita trattenuta.
Una spinta vitale che qualcuno ha fermato con una mano sulla testa.
“Non andare troppo veloce.”
“Non allontanarti.”
“Non rompere l’equilibrio.”
È un amore che controlla. “Stai zitta”
Una madre attenta, sì, ma presente fino a diventare limite. “Così non si fa”
Che non accompagna, ma guida.
Che non ascolta troppo intenta ad insegnare.
Che confonde il prendersi cura con il trattenere. Rallentare e forzare
Un padre assente non solido, non sostegno, trasparente, dallo sguardo sfuggente, forse anche lui rassegnato, non per questo giustificato, né colpevolizzato. È così
Va bene così
E allora il corpo si difende.
Si muove si agita
Si piega e a volte si adatta, vuole sopravvivere
e trova una nuova via per stare in piedi.
La vertebra ruota. Il dorso si inclina.
La colonna si storce ma non cede.
Non si spezza questa forte volontà.
Magari si chiude.
Perché il corpo non impazzisce mai. Non fa errori.
Lui, al contrario di noi, non sbaglia.
La scoliosi è una risposta.
Un messaggio chiaro quasi urlato che dice:
“Non sono libera di crescere come vorrei.”
È un’anima che vuole Essere a modo suo.
Che prova a fuggire da ciò che la costringe.
O che si ritira, si chiude, si rannicchia dentro sé.
La scoliosi è più frequente nelle bambine.
Perché il femminile per compiacere e sopravvivere si plasma, si adatta, tace. L’ha sempre dovuto fare
Perché porta avanti un seno prima dell’altro, e si vede,
una spalla, e una scapola più indietro.
Una parte del corpo che vuole uscire,
l’altra che vuole nascondersi.
Il corpo si contorce, ci guardiamo allo specchio
e ci vediamo storte.
Ma la verità è che il corpo sta solo tentando
di raccontare la sua versione.
In metamedicina, la scoliosi è il simbolo di una frattura interna:
tra ciò che desideriamo e ciò che ci è concesso.
Tra la libertà e il bisogno di essere amati.
È il dolore di chi ha dovuto piegarsi
per non perdere l’amore.
È la paura di sbagliare. Il bisogno di compiacere.
La rinuncia alla propria strada per restare nel branco, nel clan
Chi ha la scoliosi spesso sente di non avere il diritto di scegliere.
Che ogni passo in avanti dev’essere guadagnato, giustificato, approvato.
“Devo lottare per ogni cosa.”
“Non sono al sicuro.”
“Non sono abbastanza.”
Ma il corpo può cambiare.
Ci si può provare
Con il tempo, l’ascolto, la presenza. Con esercizi mirati, sì.
Con il respiro che apre.
Con la postura che sostiene.
Con mani attente, con occhi che finalmente ti vedono davvero.
Ma soprattutto,
con uno spazio nuovo in cui la puoi dire:
“Io posso crescere.
Posso esistere.
Posso essere diversa da te.”
La scoliosi si tratta con la fisioterapia,
con corsetti in casi gravi,
con la chirurgia nei casi estremi.
Ma prima ancora, si può ascoltare. Ascoltare la bambina che la porta. Il suo sogno. La sua voce.
Il suo talento
Nel 99% dei casi,
quella bambina vuole portare nel mondo qualcosa di suo.
Non ciò che i genitori non sono riusciti a realizzare.
La scoliosi è una resistenza. Una creatura ribelle.
Un’ostinazione del corpo a essere se stesso.
È un ramo che si piega verso la luce, nonostante i nuvoloni e il cielo coperto e spesso .
È un’anima che non vuole desistere ,
anche se ha dovuto adattarsi per sopravvivere.
E allora non costringiamola. Non guidiamola ancora.
Non forziamola a essere “dritta”.
Accompagniamola.
Ascoltiamola.
Onoriamo la sua forma, e il mistero che contiene.
Perché ogni curva ha un senso.
Ogni torsione porta una sua verità.
Lowen insegna
ogni colonna è un’anima
Una storia da raccontare.
Alessandro Catanzaro su Essere Indaco