Paolo Rovera - Psicologo

Paolo Rovera - Psicologo Psicologo a Cuneo

Mentre i miei colleghi si chiudevano nei loro studi ad analizzare le persone, io per 10 anni andai tra la gente per cono...
04/04/2025

Mentre i miei colleghi si chiudevano nei loro studi ad analizzare le persone, io per 10 anni andai tra la gente per conoscere direttamente le persone.
Questo fu il mio tirocinio.

Ciò che fuggo m’insegue Ciò che affronto si scioglieCiò che alimento cresceCiò che mi aspetto accade
11/01/2025

Ciò che fuggo m’insegue
Ciò che affronto si scioglie
Ciò che alimento cresce
Ciò che mi aspetto accade

L'importanza del corpo.
28/07/2024

L'importanza del corpo.

Mi è venuta l'idea di interpellare l' Intelligenza Artificiale e ho chiesto al chatbot chatgbt di scrivere un breve arti...
26/06/2024

Mi è venuta l'idea di interpellare l' Intelligenza Artificiale e ho chiesto al chatbot chatgbt di scrivere un breve articolo sull'importanza della psicoterapia individuale per lo psicologo avendone fatta esperienza.

Ne ho tratto questa confortante conferma.

Per un psicologo, la psicoterapia individuale può essere estremamente importante per diversi motivi:

1. **Crescita personale e professionale:** La psicoterapia personale aiuta gli psicologi a comprendere meglio se stessi, le proprie emozioni, e le proprie reazioni. Questa auto-consapevolezza è fondamentale per evitare che le proprie questioni personali influenzino negativamente il lavoro con i pazienti.

2. **Empatia e comprensione:** Sperimentando personalmente la psicoterapia, gli psicologi possono sviluppare una maggiore empatia e comprensione per ciò che i loro pazienti attraversano. Questo può migliorare la qualità della cura che offrono.

3. **Gestione dello stress e del burnout:** La professione di psicologo può essere emotivamente impegnativa e la psicoterapia personale può essere un modo efficace per gestire lo stress e prevenire il burnout.

4. **Supervisione e miglioramento delle competenze:** Molti programmi di formazione per psicologi richiedono una componente di psicoterapia personale come parte del processo di supervisione. Questo permette ai futuri psicologi di migliorare le proprie competenze terapeutiche attraverso l'esperienza diretta.

5. **Modello di ruolo:** Essere in psicoterapia dimostra ai pazienti l'importanza del prendersi cura della propria salute mentale, incoraggiandoli a fare altrettanto.

In sintesi, la psicoterapia individuale non è solo utile, ma spesso fondamentale per la crescita e l'efficacia di uno psicologo professionista.

"C’è un unico fondamentale requisito perché una relazione sentimentale possa sopravvivere a sé stessa: “la presenza di u...
11/06/2024

"C’è un unico fondamentale requisito perché una relazione sentimentale possa sopravvivere a sé stessa: “la presenza di un contenitore più grande, comune ad entrambi”.

L’idea romantica della relazione, in cui i due amanti bastano a sé stessi, nutrendosi l’uno dell’altro, è una psicopatia.
Non siamo così interessanti da essere una ragione di vita per l’altro per il solo fatto di esistere.Eppure la maggior parte delle relazioni si basano su questo assunto.
Si sopravvive nutrendosi dell’altro, ma non è relazione "vera", è solo una pantomima.
Due amanti che si nutrono l’uno dell'altro senza la presenza di un contenitore più grande non sono “in simbiosi”, come ci piacerebbe credere, ma stanno praticando cannibalismo.
Il “contenitore più grande” è necessario sempre.E’ un interesse superiore, comune ad entrambi, più ampio di un patologico bisogno reciproco.
Nella vita di mantenimento il contenitore più grande è “farsi una famiglia”.Non è un caso se molte relazioni si sfasciano quando i figli si allontanano. E’ venuto a mancare il contenitore.
Anche avere una grande passione comune è un “contenitore più grande”.Sportivi che si sposano con sportivi.Professionisti sposati ad altri professionisti.Abbiamo un territorio più ampio, in cui sperimentarsi.Non c’è solo la gratificazione, ma un’esperienza comune.
"Farsi una famiglia" o "avere una passione in comune" sono i requisiti di una sana relazione "ordinaria".
C'è poi un tipo di relazione "superiore".
In questo tipo di relazione il "contenitore più grande" è quello della “ricerca interiore”.
E’ un territorio che non si esaurisce mai, al contrario di altre passioni che appartengono solo a fasi della vita.Due “iniziati” che vivono ogni giornata con la gioia di una nuova scoperta, una piccola consapevolezza in più, hanno un territorio comune di qualità elevatissima.
Non c’è più cannibalismo. Ci sono, invece, momenti di profonda “comunione”, la gioia di una visione comune, di una nuova comprensione.
Sentire che il nostro compagno o la nostra compagna “ci capisce”, perché abbiamo lo stesso livello di consapevolezza è qualcosa di molto vicino al "vero amore".
La regola vale per tutti i tipi di relazione, anche occasionali o amicali, ma la relazione con il nostro compagno è una relazione speciale. Il compagno/a di questa vita è la nostra possibilità di “salire al piano superiore”.
Una relazione può essere l’incontro tra due povertà o l’incontro di due “aspiranti” Divinità."

- Antonio Esposito

Forse è il caso di dirlo.LA TERAPIA ON LINE NON STA IN PIEDI. In base alla mia esperienza sostengo questi pensieri in me...
26/05/2024

Forse è il caso di dirlo.
LA TERAPIA ON LINE NON STA IN PIEDI.

In base alla mia esperienza sostengo questi pensieri in merito alla terapia on line.

IL SETTING ON LINE
-Quello del setting, cioè della postazione è stato un problema rilevante, fondamentalmente un problema di privacy rispetto ai conviventi e ai vicini: le percezioni passano in effetti attraverso questo filtro emozionale.
Si tratta di un filtro attraverso il quale è costretto il colloquio, che può indurre stati d’animo congiunturali e atteggiamenti che possono deviare il lavoro.
Ad esempio la presenza in una stanza adiacente di un consorte con cui si è avuta una discussione aggressiva può indurre comportamenti di compensazione in direzioni diverse, a seconda del ruolo avuto nello scontro precedente e del carattere personale, e ciò non solo per dimostrare qualcosa all’altro che potrebbe sentire, ma in primo luogo a se stessi.
Insomma quello spazio protetto che è il setting dello studio è perduto.
Quindi a mio parere è fondamentale che siano sempre esplicitate ed eventualmente “discusse” le condizioni del setting.
Una soluzione alternativa che ho proposto, quando necessaria, e da alcuni accettata, è stata quella di usare l’auto come spazio più protetto: essendo le città in quel momento abbastanza deserte, l’esposizione alla vista altrui non è stata sentita come un problema.
-Dal punto di vista della “liceità” ho sempre fornito un attestato di appuntamento, non strettamente necessario, ma comunque tranquillizzante.

IL CORPO NEL COLLOQUIO ON LINE
Durante i colloqui on line, nei casi in cui era attiva la funzione video, ho potuto notare che si riscontrano alcune evidenze.
Per quanto riguarda gli occhi s’incontrano alcune peculiarità.
Sul piano della relazione va evidenziato che non ci si può guardare negli occhi: vediamo l’altro che guarda il suo monitor con gli occhi che non guardano direttamente verso i nostri occhi.
L’unico modo per ottenere di potere vedere direttamente il suo sguardo è invitarlo a guardare la sua telecamera, ottenendo tuttavia di poter cogliere uno “sguardo perduto nel nulla” in quanto non starà vedendo noi ma solo un pallino verde.
Questa dissonanza risulta più forte quanto più è ampio il monitor, quindi è meno disturbante se si usa uno smartphone.
Credo che bisogna esplicitarla e tenerne conto perché può rifrangere un’impressione, anche inconscia, di scarso contatto, con tutte le possibili implicazioni proiettivo-emozionali: ho rilevato spesso un’inclinazione a un particolare “peregrinare” degli occhi, come se andassero in giro da soli a cercar qualcosa, non avendo il contatto diretto con gli occhi del terapeuta.
Sul piano energetico gli occhi sono impegnati in un costante lavoro di convergenza, tanto più severo quanto più piccolo è il monitor, che non va sottovalutato dal punto di vista dell’impegno psicofisico, anche se certamente è una situazione consueta per molti che lavorano quotidianamente col pc.
In questo caso però si ha l’aggravante di doverla sostenere continuativamente per circa un’ora in una situazione d’intensa comunicazione col terapeuta, che solitamente non richiede un impegno del genere, oltretutto dopo aver magari sostenuto varie ore di smartworking al computer.
Il monitor può offrirne solo una parte attraverso l’immagine, ma non riesce nemmeno a restituire un’immagine reale del corpo.
Ci fosse uno schermo “altezza uomo”, le cose andrebbero forse meglio: il piccolo schermo, anche se si tratta di un monitor di una grandezza importante, produce un effetto tele-visione che sottolinea la distanza realmente esistente e induce “un senso di parziale lontananza”, l’opposto della presenza e del ”contatto” che si stabilisce nel lavoro in presenza.
Questa sensazione da tele-visione si produce in ogni caso nel colloquio on line e introduce una specie di filtro da immagine video, che siamo soliti incontrare quando guardiamo la televisione o il computer in streaming.
Sono rimasto colpito da quanto “l’immagine video” dei miei clienti si discosti dalla loro realtà fisica.
L’effetto tele-visione con il suo appiattimento “bidimensionale” può produrre anche un effetto “star”, frutto dell’interazione di movenze narcisistiche inconsapevoli e dell’eventuale proiezione dell’osservatore, con venature estetizzanti che possono inquinare le rilevanze espressive.

Equivoci comunicativi si possono creare anche a causa della limitatezza del campo visivo condizionato dall’inquadratura: ad esempio può passare il mio gatto di fianco a me senza essere inquadrato ed io assumo un atteggiamento tenero e distratto, che può essere inconsapevolmente percepito ed equivocato.

L’IMPEGNO ENERGETICO DA REMOTO

Dal punto di vista energetico il colloquio on line risulta a mio parere particolarmente impegnativo per entrambi gli interlocutori a causa di diversi fattori:
-l’impegno degli occhi, fissati sul campo ristretto del monitor,
-la mancanza del nutrimento empatico del “contatto” in presenza, che ha un potere vivificante anche quando non c’è il contatto fisico in senso stretto,
-la limitazione del movimento dovuta alla limitatezza dello spazio agibile per restare inquadrati nel monitor, che penalizza le escursioni laterali e i cambi di posizione e di postura (nel colloquio in presenza la possibilità è molto più ampia perché più aperto è il campo visivo dell’interlocutore)
- la difficoltà inconsapevole di stare in contatto con l’altro facendo leva soltanto su due dei cinque sensi, mentre gli altri sono ingaggiati in uno spazio separato e quindi scissi.
La scissione avviene comunque anche per l’udito impegnato su due fronti e lo stesso vale anche in parte per la vista, in special modo per quanto riguarda la periferia del campo visivo.
-lo stress per la gestione emozionale per l’eventuale esposizione di ambiti personali e/o familiari più o meno rilevante a seconda dei casi.

Resto fortemente critico in merito all'uso di questa modalità per i motivi elencati

Pura Poesia
12/05/2024

Pura Poesia

“Credo che buona parte dei problemi che caratterizzano la nostra quotidianità derivi da un grande sentimento di solitudi...
29/04/2024

“Credo che buona parte dei problemi che caratterizzano la nostra quotidianità derivi da un grande sentimento di solitudine. Quando invece ci si rende conto che non siamo né i primi né gli ultimi a sentire niente, perché fa tutto parte di una catena più ampia, che la letteratura ci testimonia. Ci dice: questo sentimento l’ha provato Dante. Allora tu capisci che non sei il primo, non sei l’ultimo. La letteratura da secoli cerca di gridarci: se la poesia è tua, non sei solo. Ci siamo anche noi, siamo stati sommersi anche noi dalle paure, dalle passioni, dai turbamenti. Una persona che interiorizza questo è una persona meno fragile.
Ricorda che come la musica anche la poesia è un'ottima compagna della solitudine.

“Chi si meraviglia, scopre che il fatto in sé stesso è già una meraviglia.”M. C. EscherColtiviamo la capacità si sorpren...
17/04/2024

“Chi si meraviglia, scopre che il fatto in sé stesso è già una meraviglia.”

M. C. Escher

Coltiviamo la capacità si sorprenderci di ciò che abbiamo attorno, delle piccole cose, dei piccoli gesti quotidiani... radichiamoci nella meraviglia del consueto e nella meraviglia che siamo! 😊

STAY GROUNDED ❤

Immagine: M.C. Escher, Rippled Surface, 1950

Wow! Non lo conoscevo. Sapevo che Queneau era un genio, ma non questa sua opera. Impressionante.C'è un libro che nessuno...
17/04/2024

Wow! Non lo conoscevo. Sapevo che Queneau era un genio, ma non questa sua opera. Impressionante.

C'è un libro che nessuno riuscirà a finire di leggere nella sua vita e che ha solo... 10 pagine!

Nel 1960 lo scrittore francese Raymond Queneanu presentò quello che probabilmente è il libro più lungo del mondo.
Si tratta di Cent mille miliards de poémes (Cento miliardi di poesie), e occupa appena dieci pagine, ciascuna contenente un sonetto. I versi mantengono tutti la stessa rima e sono tagliati in strisce, in modo da poterli unire a quelli di altri sonetti. Pertanto, il numero totale di possibili combinazioni contenute nel libro è 10 elevato a 14, ovvero cento miliardi di poesie diverse.
Ciò implica che nessuno sarà mai in grado di leggere l’intero libro, non importa quanto ci provi, poiché ci vorrebbero diversi milioni di anni per mettere insieme tutte le poesie, senza mangiare, dormire, leggere riviste o altro. Tutto in sole dieci pagine!
Qualsiasi miscuglio che faremo formerà un sonetto dotato di significato, tenendo conto delle strofe, del ritmo e della rima.Inoltre, è molto probabile che, prendendo una poesia a caso, il lettore sarà il primo a leggerla poiché, secondo Raymond Queneau stesso, se impiegassimo circa 45 secondi per leggere un sonetto e altri 15 per preparare quello successivo; per leggere tutte le combinazioni occorrerebbero circa duecento milioni di anni.

01/04/2024

Laureato in Psicologia regolarmente iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi (iscriz. N.3437, sez.A).

Esperto in relazioni umane e sostegno psicologico. Offro uno spazio di ascolto e di riflessione nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o cambiamento.

Indirizzo

Corso Nizza 106
Cuneo
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Telefono

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