
13/08/2025
𝐋𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐛𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨: 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨
Oggi sento il bisogno di condividere con voi una parte del mio percorso che, negli ultimi mesi, mi ha toccato nel profondo: 𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐛𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨.
È una ferita che ho conosciuto in prima persona, che ho vissuto nel mio passato e che continuo a vedere riflessa nelle storie di tante persone che incontro nel mio lavoro. Per tanto tempo 𝐡𝐨 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀… senza rendermi conto che 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐢.
Un giorno, semplicemente mentre mangiavo, ho avuto una presa di coscienza: quel cibo che stavo introducendo nel corpo non riusciva a nutrirmi davvero. Non era fame fisica. 𝐄𝐫𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐝’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞, 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, un vuoto lasciato da un’affettività mancata nei primi anni di vita.
𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐨. I nostri genitori hanno fatto ciò che potevano, con gli strumenti che avevano. Ma oggi noi 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐢. 𝐄 𝐬𝐭𝐚 𝐚 𝐧𝐨𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐜𝐢 𝐜𝐮𝐫𝐚 di quella parte di noi che un tempo era fragile, indifesa, bisognosa di amore.
Questa ferita si ripresenta in mille forme: nelle relazioni, nella paura di restare soli, nel bisogno di conferme. Ma più 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐧𝐨𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢, 𝐚𝐝 𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐫𝐜𝐢, 𝐚𝐝 𝐚𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨, con tutte le nostre imperfezioni, più quel vuoto inizia a colmarsi.
𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐪𝐮𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐫𝐜𝐢, non perché dobbiamo fare tutto da soli, ma perché 𝐢𝐥 𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐞 𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨. Se sentite che da soli non riuscite a uscire da questo dolore, 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐞́ 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐛𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚.
Condivido questo con il cuore aperto, con fiducia e rispetto, nella speranza che possa essere un piccolo raggio di luce per chi, oggi, si sente solo o smarrito. Non lo siete. Non lo siamo mai davvero.
𝐀𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐞𝐯𝐢. 𝐀𝐦𝐚𝐭𝐞𝐯𝐢. 𝐀𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐞𝐯𝐢. E lasciate che ogni giorno sia un passo verso la vostra verità.