05/09/2025
𝗣𝗘𝗥𝗖𝗛𝗘' 𝗟'𝗢𝗖𝗖𝗜𝗗𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗣𝗨𝗢' 𝗦𝗢𝗟𝗢 𝗣𝗘𝗚𝗚𝗜𝗢𝗥𝗔𝗥𝗘
Graham Linehan, autore della celebre sitcom Father Ted e vincitore di diversi premi Bafta, si ritrova improvvisamente trasformato da intellettuale rispettato a pericoloso criminale quando cinque agenti armati lo arrestano all'aeroporto di Heathrow al suo rientro dagli Stati Uniti, trattenendolo per dodici ore in una cella come se fosse un terrorista internazionale, tutto questo per aver pubblicato alcuni tweet che il nuovo establishment progressista considera inaccettabili. La Gran Bretagna, quella stessa nazione che per secoli si è vantata di essere la culla della democrazia liberale e del diritto alla libera espressione, si trova ora nella paradossale situazione di dover arrestare i propri cittadini per le opinioni che esprimono sui social network, segnando così un punto di non ritorno verso quel totalitarismo che ufficialmente condanna quando si manifesta in altre latitudini.
La realtà dei fatti, per quanto scomoda possa risultare a chi ancora si culla nell'illusione di vivere in società libere e democratiche, è che l'Occidente contemporaneo non sta scivolando verso forme di controllo totalitario per una scelta ideologica deliberata o per la cattiveria intrinseca dei suoi dirigenti, ma piuttosto perché si trova costretto in questa direzione dalla logica implacabile di un sistema economico che ha ormai esaurito le sue capacità di crescita e di inclusione sociale. Quando la torta da dividere smette di crescere e inizia a restringersi, quando le promesse di benessere perpetuo si rivelano per quello che sono sempre state - ovvero narrazioni consolatorie destinate a tenere buone le masse mentre le élite si spartivano le ricchezze reali - allora chi detiene le leve del potere non ha altra scelta che stringere progressivamente le maglie del controllo sociale, non per sadismo o per volontà di oppressione, ma per pura necessità sistemica, esattamente come un organismo biologico sotto stress attiva automaticamente i meccanismi di sopravvivenza che sacrificano le funzioni considerate non essenziali per preservare quelle vitali.
La recessione economica che stiamo attraversando, abilmente mascherata dietro statistiche manipolate, indici truccati e narrazioni mediatiche che dipingono come ripresa quello che in realtà è un lento ma inesorabile declino, sta erodendo giorno dopo giorno quello spazio di libertà e tolleranza che le società occidentali avevano faticosamente costruito durante i decenni del boom economico post-bellico. Il meccanismo è elementare nella sua crudezza: quando i soldi finiscono, finisce anche la tolleranza per il dissenso, perché il dissenso rappresenta un costo in termini di stabilità sociale e la stabilità sociale richiede risorse sempre maggiori da destinare agli apparati di controllo e repressione. Diventa così molto più economico e funzionale arrestare un comico che ha osato scrivere tweet scomodi sulla questione transgender piuttosto che affrontare le cause strutturali profonde di quel malcontento sociale diffuso che personaggi come Linehan, nel loro piccolo, rappresentano e intercettano.
In questo senso, l'ossessione maniacale che caratterizza l'establishment occidentale per i temi legati all'identità sessuale e di genere non nasce da una improvvisa e miracolosa illuminazione progressista dei centri di potere, ma rappresenta piuttosto l'ultimo territorio ideologico disponibile su cui concentrare gli sforzi di controllo capillare delle coscienze individuali e delle dinamiche sociali.
Quando un sistema non può più promettere prosperità economica crescente, quando non è più in grado di garantire mobilità sociale ascendente e sicurezza per il futuro, deve necessariamente inventarsi nuovi campi di battaglia morale su cui dimostrare la propria superiorità etica rispetto agli avversari politici e su cui costruire nuove forme di legittimazione del proprio potere. I diritti delle minoranze sessuali diventano così, in questa logica perversa ma perfettamente coerente, l'ultimo baluardo ideologico di un sistema che ha ormai perso ogni altra forma di legittimazione: non possiamo più garantirti un futuro economico migliore, non possiamo offrirti sicurezza lavorativa o sociale, ma possiamo punirti con estrema severità se osi anche solo mettere in discussione la nostra narrazione ufficiale sui bagni transgender nelle scuole o sui diritti delle persone che cambiano sesso.
Si tratta di un meccanismo al tempo stesso perverso e perfettamente logico dal punto di vista sistemico: si individua un nuovo tabù comportamentale o ideologico, si stabilisce attraverso una martellante campagna mediatica che violarlo equivale a commettere un crimine contro l'umanità e i diritti fondamentali, e quindi si scatena una vera e propria caccia alle streghe contro chiunque non si adegui perfettamente e immediatamente al nuovo catechismo progressista. Graham Linehan diventa così, in questa dinamica, il capro espiatorio perfetto, l'esempio da additare pubblicamente per terrorizzare tutti gli altri potenziali dissidenti: non importa se le sue opinioni siano condivisibili o meno dal punto di vista del merito, ciò che conta davvero è che il suo arresto mandi un messaggio chiaro e inequivocabile a chiunque nutra velleità di dissenso rispetto alla narrazione ufficiale.
L'Occidente non ha più scelta: o diventa totalitario per gestire il proprio declino economico e la propria crisi di legittimità, oppure implode sotto il peso delle proprie contraddizioni. Ha scelto la prima opzione, e Graham Linehan in una cella di Scotland Yard ne è la dimostrazione più cristallina.
di Franco Marino
Fonte: https://www.facebook.com/FrancoMarinoLGI/posts/pfbid02xy8YhzjFqXvCzmYXs8dFYXSjJTdWYh4iiPDHSFMqAuVj1rEeS9J4hG1uzU71hpadl?rdid=0eAyRQ2lnsGII3sU #