
27/06/2025
C’era una volta una ragazza che aveva imparato a difendersi sorridendo.
Aveva passato anni a mostrarsi gentile ,comprensiva, educata.
Non perché lo fosse davvero, ma perché aveva capito che agli altri piace chi non disturba.
👉 Ma dentro, si stava spegnendo.
👉 Ogni volta che ingoiava un no, si ammalava un po’.
👉 Ogni volta che lasciava correre, era lei a perdere terreno.
👉 Ogni volta che si metteva da parte per non sembrare “egoista”, qualcosa dentro si frantumava in silenzio.
Poi, una notte, nei boschi del proprio cuore, lo vide:
un orso bianco, gigantesco, seduto nella quiete, avvolto da un’aura dorata come fuoco che non brucia.
Aveva gli occhi chiusi. Ma sentiva tutto.
Non si muoveva. Ma dominava lo spazio.
Non ruggiva. Ma nessuno avrebbe osato sfidarlo.
Lei si avvicinò e si sedette accanto. E comprese.
Quell’orso non era lì per proteggerla.
Era la parte di sé che non si scusa per esistere.
Era la forza tranquilla di chi ha smesso di chiedere il permesso.
Di chi ha smesso di farsi piccolo per non turbare gli altri.
In quell’attimo, capì:
👉 “ Essere buoni non significa essere disponibili a tutto.
Essere empatici non significa rinunciare a sé stessi.
Essere forti non significa vincere: significa non lasciarsi più calpestare.”
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Il bozzolo interiore