Dott. Bongiovanni Marco - Psicologo/Criminologo

Dott. Bongiovanni Marco -  Psicologo/Criminologo Si riceve per appuntamento, prima seduta gratuita, da concordare possibilità di colloquio a domicilio.
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- Consulenza psicologica individuale, matrimoniale, pre-matrimoniale, familiare, genitoriale, di coppia;
- Valutazione del danno neuropsicologico della persona;
- Risarcimento e procedura di redazione della relazione peritale in ambito forense e assicurativo;
- Consulenza tecnica in ambito civile e penale;
- Sostegno psicologico alle vittime di reato;
- Indagini psicodiagnostiche clinico-forensi

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26/08/2025

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"I risultati dimostrano chiaramente che i bambini che avevano ricevuto maggior affetto dalla propria mamma erano diventati giovani più aperti, coscienziosi e amabili. Capire che il modo in cui trattiamo i nostri figli lascia dei segni duraturi (positivi o negativi) nella loro personalità è importante per agire di conseguenza, anche come società".

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https://www.focus.it/comportamento/psicologia/l-affetto-della-mamma-ci-rende-adulti-migliori

26/08/2025

Coltiva la tua vita interiore...
(M.Sgambati)

26/08/2025

NARCISISTI SI NASCE O SI DIVENTA?

Spesso, quando accolgo una nuova persona nel mio studio impegnata nel fronteggiare le conseguenze della fine di una relazione con un soggetto narcisista, la domanda che mi viene posta e’ questa, diretta, quasi istintiva: “Come è diventato così? Come è diventata così?”

Si parla di uomini e donne che incarnano in pieno i tratti del narcisismo patologico: manipolatori raffinati, seduttori instancabili, distruttori silenziosi di identità.

Un narcisista patologico non entra mai nella vita di qualcuno a mani vuote ma porta con sé un arsenale invisibile di armi micidiali fatte di manipolazione, controllo e violenza sottile.

I suoi danni non sono immediati come una ferita visibile, ma lacerano dall’interno e minano l’autostima, distruggono la fiducia, avvelenano le relazioni.

Chi li incontra spesso finisce per dubitare di se stesso, vivere nella paura costante di sbagliare, perdere pezzi della propria identità fino a non riconoscersi più allo specchio.
L’impatto è devastante: ansia, depressione, isolamento, senso di colpa cronico.

Il narcisista si nutre dell’energia vitale degli altri e li lascia svuotati, come gusci vuoti.
È questo il suo potere più oscuro, soffoca lentamente l’anima.

La verità è che nessuno nasce narcisista. Una personalità così strutturata è il frutto di una storia, di ferite profonde, di dinamiche educative ed emotive che si sedimentano nel tempo.

Dietro il volto arrogante e apparentemente invulnerabile del narcisista si nasconde quasi sempre un bambino che non ha mai conosciuto un attaccamento sicuro.
Un bambino che, per esempio, si è sentito dire fin da piccolo:
• “Ti voglio bene solo se sei il migliore della classe” → imparando che l’amore va meritato con la performance, mai dato per quello che si è.
• Oppure, al contrario: “Non combinerai mai nulla, sei un fallimento” → interiorizzando la convinzione di non avere alcun valore, cercando poi da adulto di compensare con maschere di potere e controllo.
• O ancora, un figlio trasformato nel “confidente” del genitore, caricato di responsabilità adulte troppo precoci, costretto a rinunciare al diritto di essere fragile e protetto.

Sono scenari quotidiani, apparentemente normali, che però incidono in profondità. Quando un bambino cresce in un contesto in cui il suo bisogno di amore e riconoscimento è condizionato, svalutato o distorto, costruisce un sé fittizio. Una maschera scintillante che lo difende dal dolore, ma che diventa anche la sua gabbia.

Quel bambino, diventato adulto, non saprà più chiedere amore, lo pretenderà. Non saprà più condividere la vulnerabilità, la negherà e attaccherà quella altrui. Non saprà più fidarsi davvero e controllerà, manipolerà, userà l’altro come specchio in cui confermare un’immagine grandiosa ma estremamente fragile.

Ma c’è anche un altro scenario che agevola lo sviluppo di una personalità narcisistica.

Il narcisista non è solo il bambino svalutato e umiliato, ma può essere anche il bambino iper-coccolato e apparentemente “adorato”, cresciuto in un contesto in cui non gli è stato mai posto un vero limite.

È un bambino che impara presto che i suoi bisogni e desideri sono il centro dell’universo e che le regole, semplicemente, non valgono per lui.

Quel tipo di amore, in realtà, non è autentico: è un amore distorto, perché non protegge il bambino nella sua dimensione reale ma lo esalta in una dimensione artificiale di onnipotenza.

Da adulto, questo si traduce in una convinzione pericolosa: “tutto mi è dovuto, l’altro esiste per soddisfarmi”.

La rabbia, quando le aspettative non vengono gratificate, viene scaricata sulle persone più vicine, in particolare sul partner, che viene trasformato in un bidone dell’immondizia emotivo: bersaglio privilegiato di frustrazioni, svalutazioni e aggressività. La relazione non diventa mai autentico incontro, ma ripetizione di un copione antico: lui al centro, l’altro relegato al ruolo di specchio o contenitore.

Il partner, infatti, viene trattato come surrogato della madre e deve idolatrare, giustificare, assorbire, concedere, senza mai chiedere reciprocità.

Ma dietro quella facciata di forza e di diritto assoluto si nasconde sempre la stessa fragilità ossia l’incapacità di accettare se stesso nella sua interezza, con limiti, difetti, imperfezioni.

Il narcisista, cresciuto in questo scenario, non ha imparato a legare davvero, ma solo a pretendere. Per questo non sa amare, sa solo esigere.

Il narcisismo patologico, in fondo, è questo: una mente affamata di conferme e validazione nascosta dietro una corazza impenetrabile di apparente grandiosità, che ha imparato a sopravvivere negando la propria vulnerabilità e sfruttando quella degli altri.

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25/07/2025

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🧠 MANIPOLAZIONE EMOTIVA IN EDUCAZIONE

🌿 La manipolazione emotiva è così diffusa che, per molti, somiglia ancora a ciò che viene comunemente chiamato “educazione”.

“Non piangere. Guarda, fai piangere anche me.”
“Mi hai fatto fare tardi di nuovo al lavoro!”
“Basta! Vado via e non torno più.”
“Ok, allora ti lascio qui al parco, ciao!”
“Mi renderesti felice se assaggiassi almeno un boccone.”
“Dai un abbraccio alla nonna, altrimenti ci rimane male.”
“Il nonno si arrabbia se non sistemi i giochi.”
“Sei così ingrato. Sono davvero deluso.”
“Dai… fallo per me.”
“Mi hai fatto arrabbiare. Vedi? È colpa tua se sono così adesso.”

🔥 Frasi che molti di noi hanno sentito o detto. Frasi che abbiamo ascoltato — e registrato nel corpo — nella nostra infanzia e adolescenza.
Appaiono quotidiane, quasi innocue. Eppure, trasmettono un messaggio sottile e potente:

👉 “La tua emozione deve piegarsi alla mia.”
👉 “Il tuo comportamento determina il mio amore, la mia approvazione, il mio stato d’animo.”
👉 “Sarò emotivamente disponibile solo quando fai ciò che voglio. Altrimenti mi nego affettivamente.”

📚 Queste dinamiche fanno parte di ciò che la psicoterapeuta Alice Miller ha definito Pedagogia Nera: un insieme di pratiche educative basate su colpa, vergogna, paura, ricatto affettivo.
Spesso tramandate in modo inconsapevole da generazioni, come fosse una forma “normale” di educazione.

⚠️ Ma normale non è sinonimo di sano.

🌱 Quando bambini e bambine imparano che, per essere accettati, devono adattarsi alle emozioni o ai bisogni degli adulti, iniziano a rinunciare a parti di sé.
Col tempo, questo può compromettere il senso di identità, la percezione dei propri confini e il valore personale.

✨ Molti genitori, leggendo queste frasi, si chiedono:
“Ma allora, cosa dovrei dire?”
Eppure, la domanda più profonda è un’altra:
💬 “Come posso nutrire un senso di sicurezza, connessione e rispetto in questo momento?”

🎯 Se il nostro intento resta ottenere obbedienza o “insegnare una lezione”, stiamo ancora agendo da una posizione di controllo, non di relazione.

🌿 Alcune alternative più consapevoli e regolative potrebbero essere:

– “Sei triste? Sono qui con te.”
– “Siamo in ritardo. Ora ci muoviamo insieme.”
– “Vuoi salutarla nel modo che preferisci?”
– “Ti va di provare? Come ti senti rispetto a questa idea?”

🫀 Educare senza manipolazione emotiva non significa rinunciare alla guida o al contenimento.
Significa riscoprire il nostro potere come presenza regolativa, non come minaccia affettiva.
Significa abitare relazioni in cui bambini e bambine si sentano visti, ascoltati, al sicuro — anche nei momenti difficili.

☀️ Questo richiede consapevolezza, non perfezione.
Richiede che anche noi adulti impariamo a stare con le nostre emozioni, senza giudicarle. Senza riversarle sui più piccoli.

⚠️ Riconoscere le tracce della Pedagogia Nera nei nostri automatismi è il primo passo per spezzare la catena. E costruire, al suo posto, una relazione educativa fatta di verità, cura e libertà interiore.

Atelier della Pedagogista

08/07/2025
21/06/2025

A volte allontanare chi ci fa male è una forma di auto-cura e crescita personale. (GuidaPsicologi)

Indirizzo

Enna
94100

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 18:00
Martedì 10:00 - 18:00
Mercoledì 10:00 - 18:00
Giovedì 10:00 - 18:00
Venerdì 10:00 - 18:00
Sabato 10:00 - 18:00
Domenica 10:00 - 18:00

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