Dott. Bongiovanni Marco - Psicologo/Criminologo

Dott. Bongiovanni Marco -  Psicologo/Criminologo Si riceve per appuntamento, prima seduta gratuita, da concordare possibilità di colloquio a domicilio.
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- Consulenza psicologica individuale, matrimoniale, pre-matrimoniale, familiare, genitoriale, di coppia;
- Valutazione del danno neuropsicologico della persona;
- Risarcimento e procedura di redazione della relazione peritale in ambito forense e assicurativo;
- Consulenza tecnica in ambito civile e penale;
- Sostegno psicologico alle vittime di reato;
- Indagini psicodiagnostiche clinico-forensi

20/11/2025

Author Details Author Details Ana Maria Sepe Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor sepeannamaria@gmail.com Ci ... Leggi tutto

20/11/2025

🌿 COERENZA: IL FILO INVISIBILE DEI LIMITI EDUCATIVI

🌱I limiti sono come il filo che tesse la sicurezza interiore dei bambini e delle bambine.
🔎Ma quel filo, a volte, si spezza o si tende troppo.
⚠️Non per cattiva volontà, ma perché noi adulti siamo umani: attraversati da stanchezze, emozioni, giornate buone e giornate difficili. Inconsapevolezza e automatismo.

💡 Spesso la coerenza dei limiti vacilla.
Al mattino diciamo un “no” sentito e fermo, al pomeriggio lo stesso “no” diventa un “va bene, dai”.
Un giorno permettiamo, il giorno dopo vietiamo.
E in questo ondeggiare – che per noi può sembrare irrilevante – i bambini e le bambine percepiscono instabilità. Il loro sistema nervoso entra in allerta: cercano di capire dove si trova la sicurezza, quale adulto troveranno oggi, quale confine è valido davvero.

🧠 Quando i limiti cambiano in base al nostro umore, la loro energia si orienta non più verso il gioco o l’esplorazione della piccola persona, ma verso la regolazione di quella confusione interna – la nostra.
E allora ecco i comportamenti “difficili”, le opposizioni, le crisi, le provocazioni: non sono sfide al nostro ruolo, ma tentativi, a misura di bambino, di ristabilire coerenza e di ritrovare un senso di prevedibilità e stabilità.

🌱 A volte, però, non poniamo limiti non per superficialità, ma per paura.
Paura di quella frustrazione che ne deriva.
Perché la viviamo come qualcosa di troppo grande, come un segnale di disamore. Temiamo le lacrime, la rabbia, la delusione dei nostri bambini e bambine. Temiamo di essere troppo duri, ricadendo a volte nel sentire del nostro bambino interiore.

🫀 Ma porre un limite non significa togliere amore: significa offrirgli una cornice di sicurezza, un confine che custodisce, non che opprime.
È proprio nel limite coerente che la bambina e il bambino può sentirsi davvero visto, contenuto, accompagnato.

🔎 Non si tratta di essere perfetti.
🌿 Si tratta di essere presenti. Autentici e vivi.
Di riconoscere quando il nostro “no” nasce dalla fatica e non da un reale bisogno educativo.
Di lavorare, come coppia genitoriale o come équipe educativa, per dare alle bambine e ai bambini messaggi chiari, coerenti, condivisi. Semplici.

💡 E quando sbagliamo – perché succede, e succederà – possiamo sempre scegliere l’autenticità: dirlo, riparare, imparare. Perché anche questa è coerenza.
✨ Un filo invisibile che, giorno dopo giorno, intreccia fiducia.

Atelier della Pedagogista

19/11/2025

🌿 COERENZA: quando l’autenticità abita l’infanzia

⚠️ Noi adulti conosciamo bene quella distanza che spesso si crea tra ciò che pensiamo, ciò che vorremmo dire e ciò che, alla fine, facciamo.
È uno scarto che nasce da paure, aspettative, convenzioni sociali, automatismi e abitudini: copioni educativi e sociali che crediamo di dover interpretare per essere accettati.

👉 Per noi adulti, la coerenza è un esercizio. Richiede consapevolezza, lavoro interiore, riparazioni, e sì… talvolta persino cor-aggio: il coraggio di restare in contatto con ciò che sentiamo davvero.

🫀 Nelle bambine e nei bambini, invece, la coerenza è naturale. È una qualità originaria, istintiva, spontanea dei cuccioli d’uomo.

🪷 I bambini non si scindono: quando provano un’emozione, la vivono tutta. E quando devono comunicarla, coinvolgono tutto il loro essere:
• le parole che hanno (poche o tante)
• il corpo in movimento
• il comportamento apparentemente “scomodo”
• lo sguardo che si riempie o “sfugge”
• il respiro che accelera o si spezza
• la postura che si chiude o esplode
• le lacrime e le urla che chiedono aiuto

🌱 In un bambino, agito e sentito coincidono. Non c’è distanza tra dentro e fuori. Il linguaggio corporeo è ancora il primo canale, il più fedele, quello che non mente mai.
E loro lo sanno.

💡 Per noi adulti, questo dovrebbe essere un monito prezioso: il comportamento è sempre un messaggio.

Non un capriccio da domare.
Non un disturbo da classificare.
Non un problema da risolvere in fretta.

🥰 È la voce di un bisogno che non ha ancora tutte le parole per narrarsi.

🌱 Il nostro ruolo è uno sguardo che sappia leggere ciò che non si vede subito:
• cosa sta provando?
• cosa fatica a regolare?
• quale bisogno è rimasto inascoltato?
• di quale sicurezza ha bisogno, qui e ora?

⚠️ Non “aggiustare” il comportamento.
🔎 Non “aggiustare” bambini che non sono rotti.
👉 Incontrare l’emozione che genera quell’azione.

🍃 Restare in relazione con la loro autenticità significa custodire in loro ciò che noi, spesso, crescendo abbiamo perduto: la forza di essere interi, veri, presenti a sé stessi.

🪷 I bambini e le bambine ci insegnano ogni giorno che la coerenza significa essere fedeli al proprio sentire, al proprio intuito. E che la verità vive, e abita, nel corpo, prima ancora che nelle parole.

Atelier della Pedagogista

18/11/2025

AUTOSTIMA DEL BAMBINO; LE 9 COSE DA NON DIRE MAI AI FIGLI.

L'autostima dei bambini si costruisce anche attraverso i rinforzi
e le rassicurazioni dei genitori. Ma basta poco per distruggerla:
Frasi sbagliate che feriscono i nostri piccoli, più di quanto immaginiamo.

L'autostima è la percezione di ciò che "Valiamo", una auto considerazione sulle nostre capacità e potenzialità che ci permette di raggiungere i traguardi che ci prefiggiamo e che collimano con le nostre aspirazioni.

L'autostima di un individuo adulto si costruisce nella prima infanzia, perché è proprio nei primi anni di vita che il bambino acquisisce consapevolezza di sé e sicurezza attraverso le esperienze che affronta giorno per giorno, ma soprattutto, più di tutto,
attraverso il giudizio altrui. In primis quello dei genitori.

In questa fase delicata le strategie educative di mamme e papà devono perciò essere volte ad aiutare il proprio figlio a diventare forte e sicuro di sé, in grado di sviluppare i propri talenti, di mettere a frutto le proprie capacità, di affrontare la vita senza timore,
ma con il giusto grado di positività.

Un bambino con bassa autostima, però, si troverà a non avere gli strumenti interiori necessari per esprimere il proprio potenziale, perché crederà di non avere nessuna chance - e nessun diritto - di farsi valere nella vita, si autoconvincerà di non essere in grado,
di superare determinate prove e di non essere abbastanza intelligente, abbastanza forte, abbastanza bello, abbastanza "Tutto", per centrare gli obiettivi che sono, ai suoi occhi, alla portata di tutti gli altri.

Un bambino con bassa autostima crede di valere poco, di essere un incapace cronico, e questa convinzione gli può derivare solo e esclusivamente da giudizi negativi sulla sua persona che assorbe dall'esterno e che, provenendo da figure autorevoli e amate come i genitori, non possono essere da lui filtrate e interpretate, non possono essere "Prese con le molle", ma vengono assunte in toto, come verità assodata.

Possiamo perciò capire quanto questo sia mortificante per i figli, quanto una bassa autostima possa tarpare loro le ali e costringerli a sentirsi costantemente inferiori, quanto giudizi ingiusti e "Leggeri" possano ferirli e addolorarli. Le mamme e i papà devono sempre stare molto attenti a ciò che dicono ai loro bambini, soprattutto davanti agli altri.

Attenzione ai paragoni ingiusti, attenzione alle frasi ironiche e alle intimidazioni, attenzione alle valutazioni di merito distruttive.
Ecco, allora, una lista di 9 frasi da non dire mai ai bambini,
perché possono seriamente ledere, se ripetute spesso,
la loro autostima:

1) "Lasciami in pace"! Oppure: "Vattene, ora sono occupato", oppure: "Mi stai disturbando"

2) "Sei così... " (timido, monello, disordinato, cicciottello, distratto, imbranato e... chi più ne ha, più ne metta)

3) "Non piangere", oppure: "Non c'è ragione di avere paura", oppure: "Non fare il bambino piccolo"

4) "Perché non puoi essere un po' più simile a tua sorella/fratello"?

5) "Puoi fare meglio di così!"

6) "Smettila o ti darò un motivo vero per piangere"

7) "Aspetta che papà rientri a casa... "

8) "Sbrigati"

9) "Ottimo lavoro" o "Bravo bambino" (se detto per ogni piccola cosa che il piccolo fa, questo rinforzo positivo perde completamente di valore e rischia di far sentire il bambino un po' "scemo").

Scritto da: Paola Perria - Fonte: parenting.com

Illustrazione: Senne Christian

18/11/2025

Questi sono i cambiamenti che spesso ci raccontate di aver "conquistato" con la lettura dei nostri libri e... ne siamo molto orgogliose!

Il cambiamento non è qualcosa che ti piomba addosso in blocco, è piuttosto un processo fatto di piccole conquiste che accendono in te fiducia e speranza e che, inevitabilmente, ti spronano nel processo. ❤️

18/11/2025

Perché chi è davvero consapevole di se stesso e del proprio valore, è altrettanto capace di dare valore ai propri sentimenti, alla propria interiorità, pertanto non riuscirà mai sminuire e disprezzare quelli altrui. - Psicoadvisor

18/11/2025

🌱 QUANDO I BAMBINI “MANIPOLANO”: COSA SI VEDE DAVVERO?

⚠️ Quando un bambino o una bambina ha appreso la manipolazione come linguaggio relazionale, il comportamento può assumere forme diverse.
Non sono capricci. Non è furbizia.
Non sono strategie coscienti e ragionate.
Sono tentativi di tenersi al sicuro dentro una relazione che fa paura o che appare incerta.

💡 Ecco alcuni comportamenti che possiamo osservare:

🔹 1. Mettere gli adulti uno contro l’altro
→ “La maestra ha detto che posso….”
→ “Papà/Mamma/Nonno … mi lascia sempre fare….”
→ “Se non lo fai tu, lo chiedo al papà/mamma/nonna...”
Non è furbizia. È verifica continua: chi è davvero connesso con me? Chi è affidabile? Con chi posso sentirmi al sicuro?

🔹 2. Minacce emotive
→ “Allora non ti voglio più bene.”
→ “Allora me ne vado.”
→ “Allora non parlo più con te.”
Sono frasi ripetute, imparate.
E raccontano di un amore percepito come condizionato.

🔹 3. Ricatti dolci
→ “Se fai questo, ti voglio bene.”
→ “Se mi compri quello, sono bravo.”
La bambina, il bambino imita l’adulto. Riproduce ciò che ha vissuto: l’amore come scambio.

🔹 4. Fingere indifferenza o fare il “duro”
Sembra che non gli importi, sembra indifferente o distaccato… ma è una protezione. È un modo per dire: «Ho paura che tu mi rifiuti».
→“Non mi interessa!” detto con voce dura, mentre osserva se l’adulto resta.
→ Fa spalluccia, sfugge con lo sguardo, ma continua a restare vicino.

🔹 5. Usare i pari per sentirsi “più forti”
Unirsi sempre a qualcuno per non sentirsi soli, decidere chi sta dentro e chi sta fuori, spingere un pari a fare ciò che non farebbero da soli. È un modo per dire: «Da solo non mi sento sicuro».
→ “Tu oggi non giochi con noi.”
→ Aggrapparsi ad un pari, per controllarlo e per sentirsi protetti.
→ Escludere un pari per sentirsi “in controllo” della relazione.

🔹 6. Cercare continue conferme
Chiedere mille volte, interrompere, provocare, “fare marachelle”, attirare l’attenzione in ogni modo. È un modo per dire: «Mi vedi davvero?».

🫀 Cosa ci stanno dicendo davvero?
Che non si sentono sicuri nella relazione.
Che non sanno come restare in contatto senza rischiare di perdersi.
Che hanno imparato un linguaggio adulto per proteggersi, non per ferire.

🌱Non sono bambini “manipolatori”.
Sono bambine e bambini feriti dall’adultità, che hanno dovuto vestirsi di ruoli non loro.

🌿 Il nostro compito?
👉 Restituire loro la semplicità di poter essere bambini e non portarsi “pesi adulti”.
👉 Restituire loro trasparenza, coerenza, verità emotiva.
👉 Restituire loro la possibilità di essere senza strategie.

🪷 Perché è nella sensazione di sicurezza profonda che si sciolgono i comportamenti manipolativi.
Non nella punizione.
Non nella autorità.
🪷 Ma nella relazione educativa che non si spaventa del bisogno e sa ascoltarlo.

Atelier della Pedagogista

18/11/2025
18/11/2025

Ogni trauma infantile è come un veleno che resta a circolare nell’anima.
In psicoterapia quel piccolo paziente interiore può finalmente essere creduto, ascoltato e riconosciuto: la guarigione nasce quando l’adulto riesce a dare voce a quel bambino muto. [S. Ferenczi]

10/10/2025

Le relazioni familiari sono il primo specchio. È lì che abbiamo imparato chi eravamo, se meritavamo amore, quanto valeva la nostra voce. Se quello specchio è stato incrinato, non riflette solo il passato: continua a vivere dentro di noi. E così, da adulti, possiamo ritrovarci a:

⭕ inseguire chi non ci sceglie,
⭕ accettare l’indifferenza come se fosse normalità,
⭕ confondere il dolore con l’amore.

Non perché lo vogliamo, ma perché il cervello emotivo riconosce come “sicuro” ciò che è familiare.
Anche se ci ferisce. La verità è che non siamo condannati a specchiarci per sempre nelle stesse ferite.
Possiamo costruire un nuovo specchio, capace di restituirci un’immagine autentica, libera dai copioni antichi.

📖 "Il mondo con i tuoi occhi" non ti illude di cancellare ciò che hai vissuto.
Ti accompagna in un percorso più profondo: riconoscere le ferite, dare un nome a ciò che ti ha segnato, smettere di lasciare che siano quelle ombre a guidare le tue scelte.
Pagina dopo pagina impari a trasformare quello specchio incrinato in uno specchio nuovo, che non riflette più solo dolore e mancanza, ma la possibilità di legami diversi: relazioni in cui non devi mendicare amore, in cui la tua voce non viene spenta, in cui sei visto per ciò che sei davvero.

Perché non sei destinato a ripetere all’infinito il passato: puoi imparare a guardarti con occhi nuovi, e a riflettere finalmente la tua vera immagine.
Facciamone esperienza

10/10/2025

"La buona madre è quella che diventa inutile" (N. Coosemans)
Una frase che spiazza, ma che racchiude una potente verità.

Nel percorso di crescita, il compito di un genitore non è creare dipendenza, ma allenare all’autonomia. È accompagnare, non sostituire. È costruire sicurezza interna, non controllo.

🧠 Il cervello adolescente ha bisogno di allenamento per imparare a prendere decisioni, gestire le emozioni e costruire la propria identità. Una iperprotezione può rallentare lo sviluppo delle aree cerebrali deputate all’autoregolazione e al problem solving.

Aiutare significa anche fare un passo indietro. Lasciare che il ragazzo o la ragazza inciampi, si rialzi, scelga. Perché solo così potrà sviluppare quella forza interiore che rende liberi e capaci. Essere “inutile” non vuol dire essere assente. Vuol dire essere diventati una base sicura.

👉 Se conosci qualcuno che può essere interessato a questi argomenti, condivido subito il post per fare rete e diffondere la conoscenza!

Indirizzo

Enna
94100

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 18:00
Martedì 10:00 - 18:00
Mercoledì 10:00 - 18:00
Giovedì 10:00 - 18:00
Venerdì 10:00 - 18:00
Sabato 10:00 - 18:00
Domenica 10:00 - 18:00

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