Dr. Angelo La Barbera, Psicologo Psicoterapeuta Costruttivista Strategico

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Dr. Angelo La Barbera, Psicologo Psicoterapeuta Costruttivista Strategico Psicologo Clinico e di Comunità, iscritto all’Albo “A” degli Psicologi Regione Sicilia, n. 82

Sono uno psicologo clinico e di comunità, iscritto all'Albo “A” degli Psicologi Regione Sicilia, n. 8218. Promuovo il benessere inteso come l’unione delle dimensioni: mente-corpo. Grazie all'acquisizione di metodi e strategie cliniche favorisco l’auto-espressione, la creatività e la crescita emotiva. Il mio obiettivo come psicologo è quello di migliorare e/o sviluppare la condizione di benessere e la qualità di vita della persona, potenziando le sue risorse ed accrescere le sue capacità di agire negli eventi di vita. Al bisogno fornisco sostegno psicologico nei momenti difficili rendendo la persona consapevole delle proprie capacità ed in grado di saperle completare, dove inadeguate, ed utilizzarle in maniera efficace per risolvere situazioni esistenziali o quotidiane.

03/06/2025

🔴 Il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ha approvato l’adesione alla Lettera agli Ordini sanitari per Gaza.

📍La lettera – redatta da una rete di professioniste e professionisti della salute – è un grido condiviso che denuncia la tragedia umanitaria e il genocidio in corso nella Striscia di Gaza: un popolo colpito senza tregua, migliaia di vittime, tra cui moltissimi bambini. Corpi e menti lacerati. Una popolazione privata di tutto: cibo, acqua, cure, rifugi, diritti, dignità.

👁‍🗨 Gaza è il volto di un trauma collettivo immenso. Ma il trauma non si ferma lì: attraversa confini, penetra le coscienze, colpisce anche chi assiste impotente. Perché non si può vedere l’orrore senza portarne addosso il peso.

📣 La psicologia ha una funzione pubblica, sociale e politica. Siamo chiamati a riconoscere il dolore collettivo, a prenderci cura delle ferite visibili e invisibili, a difendere la vita, la dignità, l’integrità di ogni essere umano, anche – e soprattutto – nelle situazioni più estreme, a non distogliere lo sguardo di fronte alla disumanizzazione.

👥 Come Ordine, abbiamo scelto di unirci a questo appello, insieme a migliaia di colleghe e colleghi e a numerosi altri Ordini professionali, perché non possiamo restare in silenzio. Tacere difronte all'annientamento di un intero popolo sarebbe tradire i nostri valori e i principi etici ispiratori della nostra professione.

📎 Il testo della lettera è disponibile a questo link 👉 https://bit.ly/4dNl9rF

Perché si prova gusto a sparlare dei fatti altrui e come nasce un pettegolezzo?I pettegolezzi sono una cosa strana: tutt...
25/10/2024

Perché si prova gusto a sparlare dei fatti altrui e come nasce un pettegolezzo?

I pettegolezzi sono una cosa strana: tutti dicono di odiarli eppure continuano a farli, non si sa da dove nascano ma li trovi dappertutto, non si sa a cosa servano ma sono durissimi a morire.
Spesso riportati con leggerezza, se non addirittura con un certo gusto, raccolgono talvolta tanta cattiveria da legittimare il detto “ferisce più la lingua della spada” come testimoniato anche da alcuni drammatici casi di bullismo e diffamazione, con persone colpita da quella che è stata chiamata la “macchina del fango”.
Il meccanismo del pettegolezzo è un fenomeno radicato in tutte le culture, ed ha una funzione legata alla costruzione dei legami sociali ed alla definizione delle posizione dei rapporti reciproci: in parole povere una persona parla male a un altra persona di un terzo (non presente) per avvicinarsi di più all’interlocutore, creare un rapporto di complicità a danno dell’altro, che viene abbassato da una presunta o reale posizione di superiorità. Anolli definisce questo processo un “voyeurismo comunicativo”, formula con cui si sintetizza l’eccitazione spesso accompagnata al pettegolezzo stesso.
Il fatto che il contenuto della comunicazione sia vero o meno (e quasi mai lo è) non è importante: le notizie riportate dai pettegolezzi sono spesso “cose sentite dire”, la fonte originaria è non quindi rintracciabile né verificabile, argomento spesso aggirato dal meccanismo mentale “se lo dicono vuol, dire che qualcosa di vero c’è”.

Ma come nasce un pettegolezzo?

Il meccanismo è stato finemente studiato negli anni della guerra fredda, epoca in cui la costruzione o distruzione del consenso in modo “non bellico” aveva un’importante funzione strategica.
Si è visto quindi che, anche quando le dicerie partono da dei fatti realmente avvenuti e non sono delle fandonie costruite di sana pianta, si assiste a quattro meccanismi fondamentali: semplificazione, assimilazione, rappresentazione stereotipata e soggettivizzazione.
La semplificazione consiste nella perdita rapida della maggior parte delle informazioni e dei dati reali del fatto.
Il vuoto lasciato da questa perdita di informazioni viene colmata con pezzi recuperati nella memoria per somiglianza con altri episodi ritenuti simili: questo è il processo di assimilazione. In questo modo l’episodio finisce per assumere una forma stereotipata, inevitabilmente lontana dalla realtà: questo è il motivo per cui i pettegolezzi, tranne dettagli trascurabili, assumono spesso dettagli molto simili (basta pensare a quante popolazioni avrebbero rubato o mangiato bambini secondo i vari pettegolezzi nel corso della storia…).
La soggettivizzazione è il contributo spontaneo e personale che ogni narratore aggiunge “sapendo di mentire”, aggiungendo quel tocco personale che trasforma sempre di più gli eventi.

Ma cosa fare quando si è vittima di pettegolezzi?
Quando non è possibile affrontare la cosa facendo spallucce, esistono sistemi utili a combattere le dicerie contro di noi?

Un primo aspetto importante da ricordare (non utile a contrastare il pettegolezzo, ma almeno a migliorare la nostra autostima lesa) è legato alla genesi del pettegolezzo stesso: l’invidia e, quindi, in qualche modo l’ammirazione. Si spettegola su una persona che per qualche modo viene considerata superiore: perché ha un partner, perché riesce meglio in qualcosa, perché raggiunge obiettivi ambiti, ecc.. In sostanza, chi parla male di noi, sotto sotto (ma neanche troppo sotto) vorrebbe essere al nostro posto, vivendo la frustrazione di non esserlo.

In questo senso ritengo utile lanciare una provocazione. Quando noi siamo (magari inconsapevolmente) autori o collaboratori di pettegolezzi: sappiamo che cosa ci rende invidiosi di quella persona? Ci rendiamo conto che stiamo cercando di risolvere il problema peggiorando l’altro invece che migliorando noi stessi?

Veniamo poi al vaccino per contrastare le dicerie.
Se è vero che spesso si assiste al meccanismo paradossale per cui, se una cosa viene negata dal diretto interessato, vuol dire che è vera e lui se ne vergogna, non sempre negare i fatti può essere sufficiente a contrastare una credenza comune. Al contempo, tuttavia, affrontare esplicitamente l’argomento (sempre che si venga a saperlo) può essere utile, sebbene non sempre sufficiente.
I pettegolezzi godono infatti di una caratteristica peculiare: l’epidemicità, sono cioè virali, si diffondono in diversi gruppi con rapidità. Per questo motivo è importante creare una controcorrente informativa: non basta contrastare individualmente la diceria, ma fare in modo che parta una “contro-diceria” di segno opposto, cioè positiva su di noi, un modo di parlare bene sul nostro conto, basato su fatti che noi desideriamo che siano messi in luce e resi noti e che possano valorizzare il nostro punto di vista e le nostre ragioni.
E a quel punto si sa, parafrasando De André, una diceria “non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”.
Dicendo, stavolta, quello che vogliamo noi.

Dr. Angelo La Barbera, Psicoterapeuta Cognitivo Costruttiva ad approccio Strategico

Non dimenticarti...Sii te stesso, non uno stereotipo!!❤️
11/10/2024

Non dimenticarti...Sii te stesso, non uno stereotipo!!❤️

Buongiorno, in risposta a vari commenti  omolesbobitransfobici di post  vari condivido con voi alcuni parti dell'articol...
01/06/2024

Buongiorno,
in risposta a vari commenti omolesbobitransfobici di post vari condivido con voi alcuni parti dell'articolo scritto da Margherita Cavallaro:

Cos’è il Pride?
Essendo limitata in spazio in questa sede (“Meno male!” direte voi), semplificherò per voi la storia. In America, negli anni 60, non solo il sistema giudiziario era completamente anti-gay (in alcuni stati tutt’ora è legale licenziare qualcuno perché omosessuale), ma l’omosessualità era considerata una malattia psichiatrica, essere uomini anche solo vagamente effeminati o donne minimamente mascoline era considerato socialmente inaccettabile e la polizia passava il tempo a fare raid senza buoni motivi nei locali dove si sapeva gli omosessuali si radunassero. Per farla breve chi era omosessuale, transessuale o diverso da Ken/Barbie veniva regolarmente picchiato dalla polizia, discriminato, licenziato, cacciato di casa, isolato, internato.
La situazione era così terribile che gli omosessuali erano costretti ad affidarsi alla mafia (Italiana) per trovare degli spazi “sicuri”. Uno di questi era una palazzina a Manhattan chiamata Stonewall Inn. Il 28 Giugno 1969, però, la polizia fece un raid in quella palazzina e la corda si spezzò. Al grido di “ci avete trattato come m***a per anni, adesso tocca a voi”, la popolazione della palazzina prima e di tutta la strada poi si ribellò violentemente iniziando una guerriglia urbana che durò diversi giorni e notti. Il tutto si concluse con la riappropriazione della palazzina e della strada in cui nacquero i primi movimenti attivisti e di liberazione della comunità Lgbt+.

Come si passa allora da quello alle parate piene di glitter e musica?

Vi faccio un bignami di quello che state davvero vedendo durante un Pride.

1. Fischietti. Venivano usati già dal tardo 19esimo secolo per allertare la polizia di qualche emergenza o reato. Negli anni 60, in America, vennero adottati nei quartieri dove erano presenti comunità Lgbt+ per allertare la comunità di qualche attacco violento da parte della polizia o altri. Usare i fischietti al Pride rievoca questa misura.

2. Parrucconi, drag queen e king, transessuali e transgender (che non sono la stessa cosa, eh). Molti dei primi attivisti e originari protagonisti delle rivolte (a cominciare da quella dello Stonewall Inn) erano donne e uomini trans e drag queen/king ed erano i più colpiti dalle discriminazioni. La parte trans della comunità è da sempre fondamentale nell’impegno per la liberazione, così come lo sono gli artisti drag che da sempre sfidano gli stereotipi sociali di genere. Per questo è giusto onorare queste parti della comunità mettendole in primo piano.

3. Tamburi, urla e musica. Per ricordarci che in una società che non ci ascolta noi faremo sempre più chiasso, finché non avremo la dovuta attenzione.

4. Colori e costumi. Per ricordarci che in reazione a ministri che sostengono che noi non esistiamo ci renderemo talmente visibili e appariscenti da non poter più essere ignorati.

5. Parziale nudità. Per ricordarci che in una società che ci inculca la vergogna dimostreremo che non c’è nulla di cui vergognarsi nel mostrare quello che si è e nel mettersi (più o meno metaforicamente) a n**o davanti agli altri.

6. Glitter. Rendono tutto più favoloso.

Il Pride, come il Natale, è una commemorazione: la commemorazione del giorno in cui ci stufammo di essere picchiati, emarginati, discriminati, ignorati, arrestati, rinchiusi in manicomi, uccisi. Di quando decidemmo che non avremmo più subito in silenzio e preteso di essere trattati come esseri umani, con gli stessi diritti giuridici di chiunque altro. Quello che ora ci rifiutiamo di fare è distruggere le macchine e assalire i poliziotti (che hanno smesso di assalire noi) perché non si può coerentemente cercare di lottare per uguaglianza e amore con odio e rabbia. Mi raccomando: leggete bene questa frase e, dopo aver ammirato la maturità della nostra comunità, stampatevela bene in mente e imparate anche voi dal Pride.

Imparate a non dimenticare da dove venite, a chi dovete le vostre libertà e a quale costo queste sono venute. Imparate a non perdere mai di vista i diritti che ancora non avete, a non arrendervi finché non li avrete ottenuti e a non farvi ingannare accontentandovi di qualcuno che ogni tanto vi lancia un osso. Imparate a imparare dalla sofferenza e a trasformarla in gentilezza, compassione e arte come facciamo noi. E imparate a usare il glitter. Non c’è mai abbastanza glitter nel mondo.

Buongiorno ❤️ Nel processo di cambiamento, non sono le argomentazioni logiche ad avere un ruolo principale, ma sono le e...
27/05/2024

Buongiorno ❤️
Nel processo di cambiamento, non sono le argomentazioni logiche ad avere un ruolo principale, ma sono le emozioni. Per ca**tà, sicuramente servano anche le parole, il metodo, le tecniche ma, se alle loro spalle non c'è una forte emozione (positiva o negativa che sia), il cambiamento rischia di arenarsi. Il desiderio di mettersi in azione scatta sempre in seguito a un'emozione...

Buongiorno ❤️
25/05/2024

Buongiorno ❤️

Per avere un corretto funzionamento sessuale, la persona dovrebbe essere libera da emozioni negative e libera da un ecce...
17/05/2024

Per avere un corretto funzionamento sessuale, la persona dovrebbe essere libera da emozioni negative e libera da un eccessivo controllo mentale, lasciandosi trasportare dall'esperienza erotica.
Dr. Angelo La Barbera, Psicologo, Psicoterapeuta Costruttivista Strategico, Esperto in sessuologia

Tutti abbiamo bisogno di chiavi psicologiche appositamente plasmate per aprire le porte del nostro piacere sessuale.Dr.A...
04/05/2024

Tutti abbiamo bisogno di chiavi psicologiche appositamente plasmate per aprire le porte del nostro piacere sessuale.
Dr.Angelo La Barbera, psicologo Psicoterapeuta Costruttivista Strategico, Esperto in sessuologia.

Buongiorno, "COM'È L' AMORE POSSESSIVO"!Nell'amore possessivo l'amato diventa un oggetto di proprietà, nei confronti del...
24/04/2024

Buongiorno,
"COM'È L' AMORE POSSESSIVO"!
Nell'amore possessivo l'amato diventa un oggetto di proprietà, nei confronti del quale si scatena una gelosia morbosa, da molti scambiata per vero amore.
Tu non puoi sorridere o parlare con nessuno altro, solo con il partner... Inoltre vieni continuamente controllato, perché, essendo un oggetto di proprietà, non puoi decidere in modo autonomo. Ogni decisione presa da solo, senza consultare l'altro/a o meglio senza fare quello che vuole l'altro/a, diventa un attacco alla coppia, fonte di scenate a non finire.
In questo tipo di relazione i partner spesso si ammalano, avvelenando la loro unione. Il rancore da entrambe le. Parti potrebbe fare spegnere anche la più grande passione! Questo tipologia di amore può essere costruttivo per la coppia?
Dr. Angelo La Barbera, Psicologo, Psicoterapeuta Matrimoniale
Costruttivista Strategico

Buongiorno e buona domenica, ❤️🤗🍀Immaginate per un attimo di essere completamente liberi/e e di poter programmare il vos...
21/04/2024

Buongiorno e buona domenica, ❤️🤗🍀
Immaginate per un attimo di essere completamente liberi/e e di poter programmare il vostro tempo come più vi piace. Qual è la cosa che fareste più volentieri trovandovi nella stessa situazione in cui vi trovate ora?
Forse vi sembrerà assurdo porvi questa domanda, poiché non vivete sol* e dovete andare a lavorare ogni giorno. Cercate ugualmente di scoprire che cosa desiderereste fare, con l'idea di decidere in modo assolutamente autonomo. Prospettate le diverse soluzioni. Quando avrete stabilito esattamente che cosa volete, domandatevi se portereste con voi qualcuno, ed eventualmente chi. Dopodiché illustrate alla persona, o alle persone, che avete scelto la vostra proposta e verificate se sono disposte a seguirvi.
Cercate di capire quanto conti per loro il vostro punto di vista. Domandatevi: sarei disposto/a ad andare da solo/a? Vale la pena arrivare a un compromesso? Su che cosa non siete disposti/e a transigere? Cosa vi danno queste persone? Che vantaggio traggono nell'appoggiarsi o nel frenarvi?
Dr. Angelo La Barbera,
Psicologo Psicoterapeuta
Costruttivista Strategico

Buongiorno, "COM'È L'AMORE ACCUDENTE"!🤗❤️Ed ecco che inizia una tipologia di danza relazionale, dove un partner inizia a...
21/04/2024

Buongiorno, "COM'È L'AMORE ACCUDENTE"!🤗❤️
Ed ecco che inizia una tipologia di danza relazionale, dove un partner inizia a prendersi cura dell'altro, comincia a fargli da papà o da mamma. Ciò potrebbe portare ha importanti conseguenze... Con il tempo si potrebbe perdere l'attrazione fisica e il s$ss$ va a farsi benedire. Inoltre questo stile amoroso nel partner che veste ruolo di figlio/a, potrebbe stufarsi di essere accudito e diventare invidioso del partner, che è sempre più bravo/a di lui/lei....e quindi una possibile soluzione potrebbe essere quella di trovarsi un/a amante! Questa tipo di danza relazionale potrebbe essere appagante per la coppia?
Dr. Angelo La Barbera, Psicologo,
Psicoterapeuta Matrimoniale
Costruttivista Strategico

17/04/2024

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Via Schillaci N. 13/17
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94100

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