28/07/2024
IL MEDICO CHE INSEGNÒ A LAVARSI LE MANI
La sepsi è la causa di morte per migliaia di persone ogni giorno in tutto il mondo. Si tratta di una condizione infiammatoria sistemica che si manifesta come complicanza di un’infezione. Questa, in parte, si deve al mancato rispetto di una norma igienica fondamentale: non ci si lava le mani.
Dell’importanza di questa operazione se ne accorse il medico Ignaz Semmelweis a metà del 1800. Nel 1847 gli fu assegnato un incarico di 2 anni in ostetricia presso un ospedale di Vienna e notò che in un padiglione, gestito da medici, moltissime donne morivano dopo il parto di sepsi o febbre puerperale (13-18%) mentre in un altro padiglione, dove ad aiutare le donne a partorire erano solo ostetriche, i decessi erano appena l’1%.
Semmelweis concluse che i più alti tassi di infezioni nelle donne trattate dai medici e studenti di medicina erano associati alla manipolazione dei cadaveri durante le autopsie prima di occuparsi delle donne incinte. Accadeva, infatti, che medici e studenti passassero direttamente nelle sale parto dopo aver eseguito autopsie e nessuno pensava di doversi lavare le mani.
Ci vollero 40 anni e i lavori di Pasteur sulla contaminazione batterica perché la geniale intuizione di Ignaz Semmelweis venisse accettata e applicata in modo generalizzato. I medici, inoltre, reputavano che lavarsi le mani prima di trattare ogni paziente impiegasse troppo tempo, oppure volevano credere che la professione di medico fosse divinamente benedetta; quindi, sarebbe stato irragionevole pensare che il mancato lavaggio delle mani potesse causare un'infezione.
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Fonte: “Ignaz Semmelweis and the birth of infection control”, BMJ journals, 2004
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