12/09/2025
Sei mai stato a una sessione di terapia e hai detto qualcosa che ti ha sorpreso, una frase che sembrava "uscita a caso"? O magari hai dimenticato un appuntamento importante? Questi possono essere degli atti mancati, manifestazioni inconsce che la psicoanalisi, fin da Freud, ha riconosciuto come ricche di significato.
Che cosa sono gli atti mancati?
Gli atti mancati non sono semplici errori o sviste. Sono azioni (o non azioni) in cui l'intenzione conscia viene interrotta da un desiderio, un pensiero o un conflitto inconscio. La lingua italiana li definisce "lapsus", termine che deriva dal latino e significa scivolare, cadere. Esistono diverse tipologie di lapsus:
-Lapsus verbale: quando diciamo una parola al posto di un'altra. Il classico esempio è il paziente che, parlando del proprio genitore, dice il nome di qualcun altro con cui ha un legame emotivo simile.
-Lapsus di scrittura: quando scriviamo un'altra parola o un altro nome.
-Lapsus di lettura: quando leggiamo una parola diversamente da come è scritta.
-Lapsus d'azione: quando facciamo un'azione diversa da quella che volevamo fare, come ad esempio rompere un oggetto o perdere qualcosa.
Perché sono importanti in psicoterapia?
In un ambiente terapeutico, gli atti mancati non sono visti come fallimenti, ma come finestre aperte sull'inconscio. Non si tratta di errori da correggere, ma di messaggi preziosi da decifrare. Il terapeuta può aiutare a comprendere il significato nascosto dietro questi apparenti "incidenti". Ad esempio, dimenticare una sessione potrebbe non essere una semplice dimenticanza, ma un segnale di resistenza o di paura di affrontare un argomento specifico. Dire una cosa al posto di un'altra potrebbe rivelare un conflitto interiore di cui non eravamo consapevoli.
Un'opportunità di scoperta 🔎
La prossima volta che ti accade un "lapsus", invece di scartarlo come un errore banale, prova a fermarti un attimo e a chiederti: "Perché ho detto/fatto proprio questo?". In terapia, questi momenti diventano un'opportunità di auto-esplorazione, una bussola per navigare le parti più profonde della nostra mente.