Psicologa Psicoterapeuta Cristina Pucci

Psicologa Psicoterapeuta Cristina Pucci Aiuto le persone che stanno attraversando un momento di difficoltà nel loro processo di crescita e cambiamento personale e relazionale.

20/08/2025

Quando qualcuno ti ama veramente, la sua più grande paura non è perderti, ma la paura di ferirti.
Quando qualcuno ama solo il modo in cui lo fai sentire, la sua più grande paura sarà di perderti e di non poter più disporre di te.
Impara a riconoscere la differenza tra l’amore vero e quello narcisistico.

19/08/2025

Noi genitori moderni amiamo talmente tanto i nostri figli, da non riuscire a tollerare di infliggere loro rinunce e sacrifici. Ci sembra che renderli scontenti coincida con il non amarli abbastanza. E questa fragilità adulta ha portato molti...

19/08/2025

C’è un momento, nello sport e nella vita, in cui la forza non basta.
Un momento in cui il corpo ti tradisce, anche quando il cuore vorrebbe restare lì, a combattere fino all’ultimo punto.

Jannik Sinner lo ha vissuto sulla sua pelle, davanti al mondo intero. È sceso in campo contro Carlos Alcaraz con un peso addosso che non era quello di un avversario più forte, ma quello della stanchezza, della debolezza che lo ha colpito all’improvviso.

Le sue parole, dopo il ritiro, raccontano molto più di una partita:
“Sono sceso in campo solo per rispetto verso il pubblico, ma non ce la facevo. Da ieri non mi sentivo bene.”

C’è rispetto in queste frasi. Rispetto per chi ha comprato un biglietto per vederlo, per chi si è seduto sugli spalti sperando di assistere a un’altra battaglia indimenticabile. Rispetto per il tennis, che non merita compromessi, che pretende sempre onestà e verità.

Ma c’è anche fragilità. La fragilità che non siamo abituati a vedere nei campioni, perché li immaginiamo invincibili, macchine perfette pronte a superare ogni ostacolo. E invece no: anche i campioni hanno limiti, anche i campioni hanno giorni in cui il corpo dice basta.

Ammetterlo non è debolezza. Al contrario: è un atto di coraggio. Perché ci vuole forza per scendere in campo sapendo di non essere al meglio. Ci vuole forza per guardare negli occhi il pubblico e dire: “Ho provato, ma non ce l’ho fatta.”

In quel gesto c’è tutta l’umiltà di un ragazzo che, nonostante sia già tra i più grandi, continua a ricordarsi perché gioca: per passione, per onore, per chi lo sostiene.

E allora il ritiro non diventa una sconfitta, ma una lezione. Una lezione che parla di ascolto di sé stessi, di rispetto dei propri limiti, di amore per la verità. Perché fermarsi, a volte, è l’unico modo per poter ripartire davvero.

Oggi vediamo Sinner lasciare il campo con il volto stanco, ma domani lo rivedremo tornare con ancora più fame, con ancora più forza. Perché chi sa accettare la fragilità, diventa ancora più grande nella vittoria.

E questo, forse, il pubblico lo sa. Perché l’applauso che lo accompagna non è per i punti che ha giocato, ma per l’uomo che ha avuto il coraggio di mostrarsi così com’è: vero, sincero, umano.

Ho provato anch’io ad usare l’intelligenza artificiale come utente, portando un problema di natura psicologica. Per fort...
19/08/2025

Ho provato anch’io ad usare l’intelligenza artificiale come utente, portando un problema di natura psicologica. Per fortuna la prima risposta è stata “ti consiglio di parlarne con uno psicologo”. E meno male!
Ma per ora…

«Fare psicoterapia è una cosa seria. Vuol dire affidare i propri dubbi e bisogni a un’altra persona competente, formata a questo scopo e che ha a cuore la tutela del paziente».

In un’intervista a La Stampa, la Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, avverte che i chatbot terapeutici non possono sostituire l’incontro umano tra psicologo e paziente. «L’Intelligenza artificiale non ha i requisiti. Per cui non solo è inutile, ma può addirittura causare un peggioramento del disagio».

Il fascino della disponibilità 24 ore su 24, osserva Gulino, è solo apparente: «Quando si fa psicoterapia anche l’attesa è importante nella ricerca della risposta a un bisogno. La richiesta immediata di un riscontro non è sempre positiva. Spesso lo psicoterapeuta non dà risposte, ma accompagna a rimanere nel dubbio».

A preoccupare è soprattutto il rischio di banalizzare i vissuti dei più giovani: «Le frasi fatte, ripetute e un po’ consolatorie, quasi come fossero pacche sulla spalla, non servono a risolvere un disagio.»

L’intelligenza artificiale, sottolinea la Presidente, non va demonizzata: «Abbiamo un gruppo di lavoro che si occupa di IA e nuove tecnologie per studiare come possiamo utilizzarla e integrarla nei percorsi terapeutici».

Per il CNOP la priorità rimane una: aumentare la presenza di psicologi e psicoterapeuti nel servizio pubblico, evitando che la diffusione dei chatbot crei un nuovo digital divide tra chi deve accontentarsi di servizi digitali insoddisfacenti e chi può permettersi un percorso privato.

Per leggere l'intervista 👉🏻 https://www.lastampa.it/cronaca/2025/08/19/news/psicoterapia_intelligenza_artificiale_psicologa_gulino-15274875/amp/

18/08/2025

LEGGIMI 👇
L’ansia nasce da una percezione di incertezza, vulnerabilità o mancanza di controllo. La sicurezza, invece, offre una base stabile in cui la mente può rilassarsi, pensando al meglio per sé e non a “come evitare il peggio”; nella sicurezza, infatti, sappiamo di poter contare sulle nostre risorse per affrontare ogni sfida. Quando siamo in preda all’ansia ci percepiamo in balia degli eventi perché quelle risorse non le vediamo, ignoriamo le nostre competenze, le nostre capacità, insomma, ignoriamo tutto ciò che può farci sentire al sicuro.

Nelle dinamiche relazionali, sentire (Attenzione! SENTIRE e non sapere) di essere accettati, amati e compresi, per esempio, media un messaggio di sicurezza. A vuolte “sappiamo” di essere accettati e accolti, tuttavia ci sentiamo come se non lo fossimo (o perché c’è un problema relazionale nel presente o perché il “senso di non valere e di mancata accettazione ci è stato appiccicato addosso nel nostro passato). L’ansia si cura con l’affermazione personale, con l’affermazione del proprio posto nel mondo… e tutto questo va ben oltre la mera autostima. E in quello spazio personale, l'ansia perde la sua forza, perché non neghiamo le avversità, non le minimizziamo o non le evitiamo: ci facciamo noi “più grandi”, appunto, più sicuri.

In un certo senso, la sicurezza è come un abbraccio invisibile che dice: "Va tutto bene, sei al sicuro qui e ora, ce la fai, puoi agire per costruire il meglio per te nonostante le inevitabili avversità.” ❤️
E questo è tutto ciò che ti auguro.
Un forte abbraccio,
Anna ❤️🫂

07/08/2025

C’è una verità scomoda, sottile e spesso invisibile, che attraversa molte relazioni:
noi blocchiamo gli altri proprio nel punto in cui siamo bloccati noi.
Li limitiamo dove noi non abbiamo ancora osato andare.
Li giudichiamo dove in noi abita ancora un senso di colpa.
Li tratteniamo dove noi stessi non ci siamo ancora liberati.

Questa dinamica avviene soprattutto nelle relazioni più intime e significative:
tra genitori e figli, tra partner, tra fratelli, tra amici, tra educatori e allievi.
Senza volerlo, a volte anche senza saperlo, proiettiamo le nostre paure,
i nostri limiti non affrontati, le nostre rinunce non elaborate,
su chi ci è vicino… impedendogli di crescere in quella direzione.
La paura di ciò che non abbiamo vissuto. Chi ha soffocato la propria libertà, teme quella degli altri.
Chi non ha conosciuto l’amore, si irrigidisce quando l’altro lo chiede.
Chi ha represso il proprio desiderio, giudica come “troppo” il desiderio altrui.
Chi non si è mai perdonato, si scandalizza davanti all’autocompassione dell’altro.

Per questo motivo, chi non si conosce diventa un sorvegliante invisibile nella vita degli altri.
Blocca. Rimprovera. Trattiene. Giudica.
Ma non per cattiveria…
Perché non può tollerare di vedere nell’altro quello che ha bandito da sé.

Il dolore di chi ama viene limitato

Ci sono figli che non possono fiorire perché i genitori li hanno bloccati nel loro stesso punto cieco.
Ci sono partner che non possono evolvere perché l’altro resta fermo nella sua prigione.
Ci sono vite che si spengono per non disturbare chi non si è mai permesso di accendersi.

E allora, invece di sostenere l’altro nel suo cammino,
inconsapevolmente lo invitiamo a rinunciare.
A non spiccare il volo.
A non scegliere, per non farci sentire rifiutati.
A non cambiare, per non farci sentire sorpassati.
A non amare in modo nuovo, per non mostrarci quanto poco abbiamo amato.

Non ci può essere cura se non c’è consapevolezza

Questa dinamica – proiettiva, inconscia, ma reale – non si supera con buone intenzioni.
Si supera solo con un lavoro di auto-conoscenza,
un percorso profondo di autocoscienza,
una disponibilità sincera a vedere dove siamo fermi
e a non fare dell’altro un ostaggio della nostra immobilità.

La libertà dell’altro non è un affronto.
Il cambiamento dell’altro non è un tradimento.
Il coraggio dell’altro non è una colpa verso di noi.

Guarire il nostro blocco per lasciare liberi

Ogni volta che ci troviamo a dire:

“Non capisco perché vuole questo…”
“Esagera…”
“Non serve cambiare…”
“Era meglio prima…”
“Non si può avere tutto…”

…proviamo a chiederci:
“Questa cosa che mi irrita… è qualcosa che io stesso non mi sono mai concesso?”
“Sto giudicando o sto proteggendo una mia ferita ancora aperta?”

Amare davvero è lasciare che l’altro cresca anche dove noi siamo ancora piccoli.
È non usare la nostra stasi come misura della sua direzione.
È non ostacolare con la nostra paura quello che per lui o lei è libertà.
È, infine, riconoscere onestamente dove siamo fermi… e non trasformarlo in gabbia per chi amiamo.

🍎
(C. D'Angelo)
Grazie alla pagina “Le Vie del Tantra”

24/07/2025

Troppo spesso i piccini sono lì presenti e impotenti spettatori di conflitti e discussioni. Non hanno sviluppato ancora strumenti per comprendere i fatti e, in modo inconscio, si attribuiscono colpe e responsabilità non proprie.
A volte lo scopriranno solo in età adulta o giovane adulta attraverso il.riaffiorare di sintomi, disagi e, a volte, disturbi.

MB🩵

23/07/2025

Alcuni genitori sono consapevoli, emotivamente maturi: fantastici! Altri hanno carenze, difficoltà, ma va bene così! È perfetto, perché capiscono che i figli non sono oggetti da possedere, non sono strumenti. Altri genitori, invece, questo non lo capiscono. Riducono l’esistenza del figlio al proprio tutto: credono di donargli la luna ma così facendo gli negano la vita, fagocitando ogni cosa.

Non si mettono in discussione, non provano neanche a guardarsi dentro... vanno avanti solo con una pretesa: «tu mi appartieni». È qui che emergono i casini transgenerazionali più dolorosi. Quando un genitore non si guarda dentro, quando non si interroga sul perché di certi suoi bisogni o sulle ombre che proietta sul figlio, crea un vincolo invisibile e soffocante.

Ecco perché sfatare il mito genitoriale, quello dell’amore totalitario che nasconde il bisogno di controllo, è fondamentale. Perché l’amore vero non è possesso, non è annullamento dell’altro ma riconoscimento della sua unicità. Un figlio non è un’estensione di sé né il risarcimento di antiche ferite. Non è un trofeo da esibire né un garante di senso per la vita dei genitori. Ricordiamolo sempre, in ogni relazione.
❤️🍀


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23/07/2025
Finalmente! ❤️💪🏻
17/07/2025

Finalmente! ❤️💪🏻

In Giappone si cambia rotta: le emozioni entrano ufficialmente tra i banchi di scuola. ✨

Per anni si è parlato degli effetti collaterali di un sistema scolastico ultra-competitivo: pressione costante, aspettative altissime, carichi di studio pesanti. Il risultato? Sempre più giovani affaticati mentalmente, schiacciati da un malessere silenzioso che spesso si trasforma in ansia, apatia o peggio.

Ora qualcosa si muove. Le scuole giapponesi stanno per introdurre una novità che potrebbe fare la differenza: percorsi di educazione emotiva pensati per aiutare gli studenti a riconoscere, gestire e dare un nome a ciò che provano. Rabbia, frustrazione, paura, ma anche gioia, sorpresa, soddisfazione. Emozioni che spesso vivono sotto traccia, ma che influenzano tutto: studio, relazioni, autostima, energia.

Alla base di questo cambiamento c’è il lavoro di un team di esperti dell’Università di Hiroshima, che ha sviluppato un programma testato con successo su centinaia di studenti. I risultati? Promettenti. Dove prima c’erano blocchi e chiusure, oggi emergono strumenti per affrontare il mondo interiore.

Un approccio che guarda al benessere mentale con la stessa serietà con cui si affrontano matematica o scienze. E che forse, finalmente, può ispirare anche altri Paesi — compreso il nostro.

Perché se c’è una cosa che la scuola dovrebbe insegnare, è anche come si sta dentro se stessi, non solo dentro un’aula. ❤️

15/07/2025

💪🏻 Sono contenta della consapevolezza che le persone stanno assumendo sull’utilità della psicologia e specialmente della psicoterapia ad oggi.

🤔 Per gli scettici, o coloro che ancora chiedono perchè mai spendere soldi e tempo in un percorso di questo tipo, oggi rispondo che non è solo per elaborare un passato difficile con traumi o situazioni complesse, che rendono difficile il vivere e portano ad uno stato di sopravvivenza non sempre funzionale, ma anche solo per liberarsi da convinzioni o emozioni che ci limitano o non ci fanno vivere appieno.

😊 Oggi sono contenta di aver aiutato una persona a superare la paura dell’aereo e a volare per la prima volta; un’altra ad andare al suo primo concerto, che la convinzione di non potersi meritare quel tipo di piacere non le aveva concesso di fare prima; un’altra a liberarsi di una relazione tossica acquisendo maggiore fiducia e sicurezza in se stessa, tanto da iniziare a fare molte cose da sola senza bisogno di essere in uno stato di dipendenza.

♥️ La loro gioia è la mia gioia. Ce l’avrebbero fatta da sole? Forse sì, forse no, é comunque difficile smontare certi meccanismi senza aiuto, senza un lavoro su di sè e la fiducia di qualcuno che cammina al tuo fianco e ti guida verso il cambiamento.

17/05/2025

In questa giornata dedicata alla libertà e al riconoscimento dei diritti fondamentali il nostro Ordine desidera ricordare il proprio impegno nel promuovere una cultura fondata sul rispetto, sull’inclusione e sulla tutela della dignità di ogni persona senza distinzione di orientamento sessuale o identità di genere.

🌈 La salute psicologica si nutre di libertà: la libertà di essere sé stessi, di vivere senza paura, di esprimere la propria identità senza subire pregiudizi o discriminazioni.

Ogni forma di intolleranza lascia ferite profonde, alimentando solitudine, ansia, depressione e altre forme di sofferenza psicologica.

Come psicologhe e psicologi promuoviamo il benessere, contrastando lo stigma e favorendo relazioni più sane, consapevoli e accoglienti.

Per un presente e un futuro in cui la diversità sia riconosciuta come un valore.

Se desideri approfondire questi temi qui alcune formazioni dedicate:

www.ordinepsicologier.it/it/webinar-violenza-genere-identita

https://www.ordinepsicologier.it/it/formapp-piattaforma-fad-ecm-gratuita

Indirizzo

Laghi 48/2
Faenza
48018

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
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Giovedì 09:00 - 20:00
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Telefono

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