Se non volete che i vostri figli si facciano del male, allenateli al conflitto.
Con voi!!
Non cercate di costruire il dialogo perfetto, la relazione perfetta, la famiglia perfetta, uno perché non esiste, due perché non è sana, tre perché non si sentiranno autorizzati a cercare qualcosa fuori, nel mondo.
Si creerebbe una situazione per cui, pur di non deludervi, pur di non abbandonarvi, pur di non scontentarvi,si anestetizzeranno alla vita fuori, quella che devono sperimentare per DIVENTARE.
Iniziamo presto noi genitori a non sopportare la loro frustrazione: non togliere il ciuccio se no piange, dagli il tablet, se no rompe al ristorante, compra la scarpa perché se no si sente inadeguato, parla col prof di tecnologia perché ha dato troppi compiti....
Eperdiamine!!!!
Poi non ci lamentiamo se al primo 3 in matematica o al primo rifiuto della tipa si lanciano in gesti estremi.
Non sanno reggere il no.
Invece dobbiamo insegnare loro che possono sopravvivere ad esso senza frantumarsi.
Accanirsi a fare i super genitori è la grande ca***ta del momento.
Quelli che non fanno mancare niente.
Ma è proprio perché i manca qualcosa che io comincio a desiderare, ricordate vero?
Il genitore sufficiente buono ( Winnicot santo subito) è quello che sopporta di sentirsi anche un po' odiato dal figlio , passatemi il termine, su.
State tranquilli è un passaggio, un passaggio fisiologico.
Fatevi superare.
11/06/2025
Di mestiere do fastidio.
Venite da me con delle domande.
Ma quello che troverete non saranno le risposte.
Vi darò l'opportunità di farvi le domande giuste però.
Il mio lavoro non è rispondere.
Il mio lavoro è interrogare.
Chi viene da me vuole un aiuto.
Io vi aiuterò sì. A fare da soli.
Chi viene da me vuole parlare con un'esperta.
Ma i veri esperti siete voi che parlando a me, vi rivolgerete senza saperlo alla vostra famiglia.
Chi viene da me mi affida la sua incomprensibile vita emotiva.
Ma io ve la restituirò integrata dei suoi significati.
Chi viene da me vuole eliminare il dolore.
Io invece vi farò sostare esattamente lì.
Perché prima dell' ordine
c'è il disordine.
Di mestiere do fastidio.
Perché vi dico la verità.
E non siamo abituati.
Una verità che in fondo, sapete.
Ma che non sapete di sapere 😉
08/05/2025
Ab**to.
Il dolore invisibile.
08/05/2025
IL COSTO DI UN'ANALISI.
Al secondo posto, tra i luoghi comuni che accompagnano la professione della "cura", subito dopo il famosissimo slogan "dallo psicologo ci vanno i matti" troviamo stabile ormai da anni il mitico
" Ah ma lo psicologo costa, non me lo posso permettere ".
😑
Tra le tante fatiche ad accettare un lavoro su di sé ( non sugli altri!!!) c'è quello relativo ai costi.
Sembrerebbe quasi che costi sempre troppo.
Ma lo smartphone non costa?
L'ombrellone al mare in prima fila non costa?
L'abito figo per andare al matrimonio di mio cuggggino non costa?
L'abbonamento a Netflix non costa?
La PlayStation non costa?
Il Gin tonic non costa?
La cocaina non costa?
Gli psicofarmaci non costano?
Babbo Natale non costa?
Il mutuo, la casa, la macchina non costano?
I tuoi SINTOMI non costano?
Solo il costo della terapia meraviglia urta e scandalizza.
E se ne fa a meno.
Ma la prima seduta non è gratis?
No, non è gratis.
Un buon terapeuta dà valore lui per primo al suo lavoro, al suo tempo, alla sua disponibilità emotiva.
Non è un amico col quale fai "due chiacchiere".
Né un missionario della Caritas che fa volontariato.
Oltre che, ma questo è un ragionamento sottile che non tutti comprendono in profondità, qualsiasi prestazione gratuita renderebbe svilita ogni pratica terapeutica, facendone perdere il valore intrinseco.
Quando si va in terapia non si pagano solamente i 60 minuti in cui si parla, ma si paga una formazione che inizia con l'università e finisce.....MAI!
SI paga un'esperienza clinica, si paga il tempo del terapeuta che si prepara prima, durante e dopo la seduta stessa.
Sì, anche dopo. Perché signori miei è la relazione uno degli elementi della cura.
E la relazione continua.
E il paziente occuperà uno spazio nella mente del terapeuta .
Un terapeuta sufficientemente buono è quello che continua la sua analisi personale per non portare nella stanza le sue dinamiche personali e saper fare tabula rasa di sé.
Insomma essere terapeuta comporta l'assunzione di grandi responsabilità.
E tutto questo ha un valore.
Quanto vale la tua anima?
29/04/2025
Nessuna forma d'amore può compensare l'amore che ci è mancato dai nostri genitori.
Per questo l' altro sarà sempre un po' deludente.
Suo malgrado, eh.
Mica lo fa apposta.
L'illusione è solo nostra.
Cercare negli altri le qualità che non hanno.
Amati tu.
06/04/2025
ADOLESCENCE, LA RIUNIONE DEL CATECHISMO
EDUCAZIONE EMOTIVA.
COME LI UNIAMO?
Mai come in questo momento c'è bisogno urgente di creare spazi di pensiero e di parola.
Come dico sempre, dove c'è la parola non c'è la violenza.
Quella rivolta fuori.
Ma anche quella rivolta dentro sé.
Spopola la serie Netflix "Adolescence" con relative recensioni dei professionisti e stupore del genitore.
Pugno allo stomaco, è la frase che riescono a dire dopo averlo visto.
Meno popolare la riunione del catechismo, che ha visto una importante partecipazione, ma non così chiassosa come quella sul.web che grida giudicante agli assassini delle due ragazze dell' ultima cronaca nera.
Giudizio sterile a mio avviso se quando ti viene data l'opportunità di capirci un po' di più di tuo figlio, perché sei convocato alla riunione speciale dei catechisti poi non ti presenti.
E badate bene che qui la religione non c'entra.
Si discute dei ragazzi e di come si posizionano nella relazione.
Manca il rispetto ci viene detto.
Verso l'adulto e verso i coetanei.
Pugno allo stomaco.
Perché conosci tuo figlio per educato e silenzioso, caspita non parlano di lui/lei.
Non viene dato peso alle parole.
Pugno allo stomaco.
volano epiteti, parole pesanti senza un minimo di senso del bene e del male.
Manca la rettifica del giusto e dello sbagliato.
E allora, senza scomodare Netflix e la cronaca nera, cerchiamo di cogliere i primi segnali che qualcuno ci invita ad osservare per capire come aggiustare il tiro nella giungla educativa dell' adolescenza di oggi.
La famosa educazione emotiva che si richiede impropriamente alla scuola va fatta a casa.
Se mi dici va******lo, questo non passa inosservato.
Se mi dai della pu***na, questo ha un peso, non è un intercalare, eh.
Se offendi, devi capire che hai offeso.
A furia di dire no al modello patriarcale o della pedagogia nera, che per ca**tà non vanno bene, siamo scesi direttamente nella valle opposta.
Mancanza di spina dorsale.
Amici dei figli.
Sindacalisti dei figli.
No, cazzarola.
C'è una differenza generazionale che pone l'adulto in un luogo di responsabilità.
Non diamo la colpa al cellulare o ai gruppi sbagliati.
L'imprinting si dà a casa.
Per creare uno spazio dove possiamo pensare di dare un nome alle emozioni e alle fatiche che i giovani provano, abbiamo creato questa possibilità.
Coglietela.
Se i figli non vi parlano, dite loro che possono farlo altrove, che c'è ancora questa possibilità.
27/03/2025
Tutti a prendersela coi poveri narcisisti.
Ma chi è colui che si incastra sempre con questa famigerata categoria?
25/03/2025
Perché mi capitano sempre gli stessi partners?!
03/03/2025
GHOSTING o Adulti latitanti?
13/02/2025
ESSERE UNA FUORI SERIE
In un mondo che si diverte a giocare con l'intelligenza artificiale.
In un mondo che non accetta il limite, strutturale dell' essere umano.
In un mondo che sentendosi onnipotente non ha cura dei confini.
In un mondo in cui non ci si accetta e si abbattono le proprie caratteristiche uniche per diventare uguali al modello dominante.
In un mondo che semplifica, generalizza, in cui prevale il culto della prestazione, del godimento illimitato e sconfinato.
Ecco, in un mondo così, esiste ancora chi affronta la vera sfida: tenere in vita il particolare, l'unico, il nome proprio ( per dirla alla Lacan).
L'esperienza del "fallimento" non in senso negativo come viene comunemente inteso, non come insuccesso nell' affermazione del proprio io, ma come possibilità autentica di restituzione di senso alla vita
Il frutto che rende riconoscibile l'albero è sempre "fuori serie" afferma Recalcati, sempre particolare e unico.
Essere un albero capace di fruttificare non fa dell' albero un albero di successo.
Ma ciò che conta è fare fruttare la propria vita, dire sì alle contingenze, ai propri inciampi,al proprio errare.
Dire sì a se stessi, così come si è.
31/01/2025
SAPER VEDERE IL FIGLIO
Una delle funzioni genitoriali poco esplorate è quella di saper vedere DAVVERO suo figlio, vederlo per quello che è, non per quello che una madre o un padre vogliono che lui sia.
Questo è un tipo di atteggiamento che io considero molto vicino ad un abuso.
Sugli abusi fisici e psicologici plateali ormai siamo tutti d'accordo, e non mi va neanche di aprire l'argomento.
Quello che ancora invece rimane oscurato, subdolo, chiamato con nomi sbagliati, falsi, quali cura, amore, sacrificio, protezione, è esattamente questa dimensione IMPOSITIVA di uno stile di vita, di una ideologia, di un comportamento, di un regime alimentare ( pensiamo ai vegani che non danno carne al bambino piccolo 😲😲), di uno sport, di una religione e chi più ne ha più ne metta.
Imporre ai figli i propri ideali è un atteggiamento disfunzionale, quando non ancora patologico, perchè il figlio viene vissuto come un'occasione per realizzare qualcosa che io, genitore, non sono riuscito a compiere in passato.
Noi psi chiamiamo tutto questo con l'ormai inflazionato termine NARCISISMO, di cui lasciatemelo dire, si dice tutto, troppo e soprattutto male. Ma ci ritornerò su questo tema.
Dicevo, il narcisismo frustrato del genitore è l'ingrediente perfetto per creare l'infelicità del figlio, in quanto non sarà più in grado di capire COSA GLI PIACE (VERO Sè) da cosa che hanno detto che gli debba piacere (FALSO Sè).
16/01/2025
Qᴜᴀɴᴅᴏ ɪ ɢᴇɴɪᴛᴏʀɪ sɪ sᴇᴘᴀʀᴀɴᴏ
Nella maggior parte dei casi la fine di un matrimonio sembra comportare una inevitabile sequela di recriminazioni, l'imputazione reciproca di colpe ed errori.
Ma il figlio non divorzia dai genitori, che, quindi, non cessano mai di essere tali, pur mutando il rapporto con lui.
Le sofferenze dei bambini ( e ragazzini) sono sempre connesse al non-detto o ad una menzogna implicita, anche se queste avvengono "per il bene del bambino".
Il bambino quindi andrebbe sempre considerato come un vero e proprio interlocutore, interpellato sulle decisioni che lo riguardano, al pari di un adulto. E come tale bisogna parlargli del divorzio che, sí gli procurerà inevitabilmente un dolore, ma non un trauma silenzioso. Omissione e falsità bloccano la dinamica evolutiva assai più della sofferenza.
Così come si ha cura di occuparsi dei preparativi per un matrimonio, si dovrebbe essere altrettanto accorti nell'avere a cuore una buona separazione, fatta di verità responsabilità e civiltà.
La parola umanizza, mentre il silenzio o l'inganno animalizzano il piccolo che ricorrerà ai sintomi per esprimere il disagio.
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Mi chiamo Margherita Iacucci, ho conseguito la Laurea quinquennale in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università degli Studi di Urbino. Dopo un anno di Tirocinio presso il Servizio Tossicodipendenze di Fano, ho dato l’esame di Stato che mi ha permesso di iscrivermi all’Albo degli Psicologi della Regione Marche.
Ho scelto di continuare la mia crescita professionale specializzandomi presso la SIAB di Roma , Società italiana di Analisi Bioenergetica , attraverso un percorso durato 5 anni , un percorso di approfondimento professionale ma soprattutto personale. Questa scuola di specializzazione prevede infatti per chi vi partecipa l’obbligo di Analisi personale e Analisi di gruppo.
Ho scelto questa Scuola perchè fonda le sue radici teoriche e pratiche nell’assunto che vi sia un’identità funzionale tra corpo e psiche. Cosa significa? che tutto ciò che accade nel mondo psichico ed emotivo dell’individuo lascia una traccia anche nel corpo. Credo fermamente in questa teoria in primis perchè sperimentata nella mia analisi personale, inoltre perchè prima di essere psiche siamo un corpo, nasciamo come individui biologici, con una saggezza corporea tendente alla vita. La terapia bioenergetica aiuta a ritrovare e dare fiducia a quella parte più antica, primitiva ma autentica e aderente al soggetto.
Attualmente sto ultimando la mia 2° specializzazione in Analisi Funzionale, che mi forma ad un approccio, ancora verbale e corporeo al contempo, che scende ancora più nel profondo del Sé corporeo dell’individuo, attraverso tecniche di contatto sul tessuto connettivo.
Per quanto riguarda la mia attività professionale, durante gli studi ho lavorato nell’azienda di famiglia, che si occupava di commercio ed in cui la mia posizione era a contatto con il pubblico (elemento pertinente per la mia crescita perchè sono convinta che questa esperienza abbia arricchito il mio vissuto in relazione allo stare al mondo, allo stare nelle relazioni).
Dal 2011 al 2017 ho co-gestito un Centro per l’Infanzia ( 0-3 anni) , in qualità di educatrice, coordinatrice, Psicologa e Psicoterapeuta. Questa bellissima esperienza mi ha permesso di osservare e sperimentare le dinamiche relative all’età evolutiva, conoscere ed approfondire le dinamiche relazionali genitore-bambino nei primi anni di vita, organizzare sostegno alle famiglie oltre che ai piccoli, in questa delicata e fondamentale fase di vita.
Dal 2014 esercito la libera professione nel mio Studio Clinico, dove svolgo Psicoterapia individuale a tutti coloro che vivono oltre che disturbi conclamati, come ansia, depressione, attacchi di panico, disturbi legati al comportamento alimentare, ecc anche una situazione di disagio e sofferenza a cui non sa dare un nome, che può manifestarsi in problemi di tipo relazionale, professionale, di coppia, genitoriale, ecc. Lo studio offre anche servizi di consulenza ai genitori che vivono problemi legati alle specifiche tappe evolutive dei propri figli ( periodo neonatale, infanzia, difficoltà scolastiche, fase adolescenziale,ecc) o che si trovano a dover affrontare eventi e circostanze fonte di disagio ( nascita di altri figli, separazioni, lutti).
Ho una famiglia con la quale vivo, sono mamma di due figlie, e questo è il mio 12° anno in cui sono in Trattamento di Psicoterapia Individuale perchè il viaggio dentro noi stessi è l’unico dal quale non si ritorna mai a mani vuote e perchè tutti noi siamo dei soggetti in divenire...