Malva di Viviana Curri

Malva di Viviana Curri Laboratori di Pratica e Autoregolazione Bioenergetica e Shiatsu I Laboratori di Pratica Bioenergetica non sono gruppi terapeutici.

Il corpo che siamo ci fa vivi, ci tiene al mondo e attraverso il corpo incontriamo e troviamo luogo nel mondo. Attraverso il corpo siamo nel mondo, in esso individuati: percepiamo e siamo percepiti, entriamo in relazione, siamo mossi e ci muoviamo. La struttura del corpo è il modo in cui tutto ciò accade ed essa reca traccia ed è plasmata da come è accaduto, dalla nostra storia, i nostri slanci, le nostre impossibilità. Come il mondo, ma in direzione opposta, gli stessi vissuti psichici sono inscindibilmente articolati alla struttura e agli eventi corporei. Per questo il corpo ci racconta; prendere e sviluppare il contatto con ogni sua parte è via privilegiata per conoscersi e trovare il senso di sé, per sentirsi in pace con se stessi e a casa propria nel mondo. Se invece, nel corpo, l'energia vitale è impedita o circola male la vita diventa insoddisfacente ed è fortemente compromessa la capacità di provare "piacere".

_Laboratori di Pratica Bioenergetica_

Imparare ad ascoltare il corpo e a entrare in contatto con le nostre sensazioni, imparare a prendere in considerazione i segnali che il corpo ci invia e a liberarlo dalle costrizioni, imparare a riconoscere la risonanza tra una tensione muscolare e un irrigidimento emotivo, è il compito dei Laboratori di Pratica Bioenergetica. Gli esercizi di bioenergetica sono esercizi di percezione corporea e di espressione emotiva che consentono di sciogliere le tensioni muscolari agendo contro lo stress e favorendo, da un lato, una maggiore elasticità e mobilità e, dall'altro, un conseguente riequilibrio emotivo. Nei Laboratori di Pratica Bioenergetica il gruppo di praticanti, con la guida e l’aiuto di un conduttore, in un ambiente sicuro e protetto, esegue esercizi specifici volti a dissolvere e, spesso, a risolvere le tensioni psicosomatiche, quelle tensioni, cioè, derivanti da stress momentaneo oppure da contrazioni croniche di cui abbiamo perso origine e consapevolezza, che prendono corpo quando ci troviamo ad affrontare situazioni relazionali complesse, stati di cambiamento, di conflitto e di crisi. Alternando ogni esperienza con momenti di ascolto di sé e dell’altro, il praticante sarà condotto lungo un percorso strutturato secondo questa sequenza: consapevolezza della tensione, carica, espressione, scarica, raccoglimento/distensione. Gli esercizi, praticati con regolarità, liberando e rimettendo in circolo l’energia vitale intrappolata nei muscoli, permettono di ritrovare un benessere profondo, legato al rinnovato contatto con le parti di sé che si erano chiuse alla percezione e a sensazioni di appagamento, pacificazione e pienezza. Sono aperti a persone di qualsiasi età.

_Trattamenti shiatsu di riequilibrio energetico_

Lo shiatsu cerca di equilibrare e di mantenere equilibrata l’energia dell’organismo nei suoi diversi aspetti e qualità. Il riequilibrio bioenergetico permette in particolare di:
• evidenziare i punti di squilibrio energetico e le cause profonde che li hanno generati;
• nutrire le carenze di energia;
• sciogliere gli eccessi di energia;
• rinforzare il sistema immunitario;
• migliorare le funzionalità organiche, attraverso la stimolazione della naturale reazione organica insita in ciascuno di noi. Lo Shiatsu non è un massaggio, ma un Trattamento globale della persona. Lo Shiatsu non presenta le manualità tipiche del massaggio. Il tatto è la vera essenza di questa disciplina e pertanto l'unico strumento utilizzato. Attraverso la pressione, progressiva e profonda, si percepisce e si risveglia il flusso energetico dell’uke (persona trattata; letteralmente “colui che riceve”). I trattamenti vengono eseguiti sulla persona vestita con abiti comodi. Se chi lo riceve presenta un problema, ad esempio un dolore lombare, l’operatore dapprima cercherà di migliorare l’equilibrio energetico e strutturale e in un secondo momento si occuperà del sintomo. Potrà dunque capitare che la maggior parte del lavoro riguardi una zona del corpo non dolente.


_Chi sono_

Ho conseguito nel 1985 il Diploma di laurea presso l’ISEF di Perugia con una tesi sull’equilibrio nella ginnastica artistica; ho insegnato educazione fisica nelle scuole superiori fino al 2010 e mi sono dedicata per i primi anni alla didattica dello sport con gli adolescenti. Dagli anni 90 i miei interessi si sono sempre più indirizzati verso le tematiche percettive e il significato espressivo, emotivo ed energetico del corpo, contagiando anche la metodologia didattica del mio insegnamento. Ho appreso tecniche di espressione corporea, mimo, improvvisazione teatrale e danza africana sotto la guida di Gérard Tupinier e Isaac Alvarez. Ho seguito corsi intensivi e workshop sul massaggio bioenergetico dolce con Silja Wendelstadt (fondatrice del Centro studi Eva Reich), sulla psicomotricità funzionale di Le Boulche e l’espressività corporea in ambito rieducativo con Stefania Melica (co-autrice del libro “Movimento, sport ed espressività corporea), e sulla relazione, la comunicazione, la gestione e la valutazione delle risorse umane secondo l’approccio transazionale. Nel 1996 ho conseguito il Diploma biennale teorico-esperienziale di Psicologia somatica e nel 1997 il successivo Master annuale in Conduzione di laboratori di esperienza bioenergetica, presso l’IPSO (Istituto di psicologia somatica) di Milano, sotto la guida di Luciano Marchino e Maria Luisa Aversa, trainers internazionali dell'IIBA (International Institute for Bioenergetic Analysis). Nel 1997 ho avviato a Milano la mia attività di conduzione di laboratori di autoregolazione bioenergetica. Nel 2001 ho focalizzato il tema della voce, fondamentale nel lavoro bioenergetico, con un workshop di espressione vocale condotto a Brindisi da Germana Giannini e la Formazione annuale in Conduzione di laboratori sulla voce presso la Scuola civica del Comune di Milano, con Antonella Astolfi. Nel 2017 ho concluso il percorso di formazione Shiatsu, stile Masunaga, presso la scuola Shin Sei Shiatsu Academy, sotto la guida di Silvana Barbieri e Marina Bernardotti.

Incontro aperto e gratuito Mercoledì 24 settembre alle 19:00Obbligatorio prenotarsi al 3291792895
14/09/2025

Incontro aperto e gratuito
Mercoledì 24 settembre alle 19:00
Obbligatorio prenotarsi al 3291792895

23/08/2025

«Se il tradimento non è solo un esercizio di sessualità a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignità e soprattutto che non debba essere giudicato da figli adulti che, nel condannarlo, pensano di più alla loro quiete perduta che al percorso anche drammatico in cui chiunque di noi, a un certo punto della sua vita, può venirsi a trovare. Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identità non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso più autentica e vera. Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi". C'è infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identità a costituirsi solo all'interno di quel recinto che è la fedeltà che non dobbiamo tradire. Ma in ogni fedeltà che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilità c'è troppa infanzia, troppa ingenuità, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacità di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedeltà" è l'incapacità di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'è lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione. C'è il lato oscuro della fedeltà che però è anche ciò che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedeltà e tradimento devono infatti l'una all'altro la densità del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita. Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di sé che è la svalutazione di se stesso per non essere più amato dall'altro, senza così accorgersi che allora, nel tempo della fedeltà, la sua identità era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Gesù scelse Giuda per incontrare il suo destino. Sembra infatti che la legge della vita sia scritta più nel segno del tradimento che in quello della fedeltà, forse perché la vita preferisce di più chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero è, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedeltà e amore quello che in realtà è insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si è, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.»

(Umberto Galimberti)

29/06/2025

"La mitezza consiste "nel lasciar essere l'altro quello che è". E' il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere. Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia…
Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel "potere su di sé" di cui avremmo tutti bisogno

[Norberto Bobbio - Elogio della Mitezza]

ATTENZIONE ⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️La formazione per Psicoterapeuti di Analisi Bioenergetica e per Conduttori di Classi di Movimento b...
20/05/2025

ATTENZIONE ⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️

La formazione
per Psicoterapeuti di Analisi Bioenergetica e per Conduttori di Classi di Movimento bioenergetico o di Pratica Bioenergetica (Classi di esercizi)
viene erogata da Scuole Specializzate e Riconosciute, abilitate a rilasciare i relativi TITOLI, che, a richiesta, possono essere esibiti.

I corsi erogati dalle suddette scuole, della durata, oggi, rispettivamente di 4 anni e di 2 anni, sono integralmente imperniati sui concetti teorici dell'Analisi Bioenergetica di Alexander Lowen e su esercitazioni volte all’osservazione dei processi psicocorporei e delle loro manifestazioni.

19/05/2025

"Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo, sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza. Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità, una morte strisciante: mangi il pane e non ti tieni in piedi, bevi acqua e non ti disseti, tocchi le cose e non le senti al tatto, annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima. Se però l’amato è accanto a te, tutto, improvvisamente, risorge, e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla. Tale piena della vita è l’eros. Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici, ma della vita, che solo allora diventa reale e tangibile, come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta, ogni suono venisse udito per la prima volta, e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose. Tale eros non è privilegio né dei virtuosi né dei saggi, è offerto a tutti, con pari possibilità. Ed è la sola pregustazione del Regno, il solo reale superamento della morte".

Umberto Galimberti (Le cose dell'amore)

09/04/2025

Vignetta di

“Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare....
14/03/2025

“Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.”

attribuita a Ippocrate

In foto disegno di Francesca Ghermandi dal web

03/03/2025
Il bambino ha bisogno di un contatto corporeo caldo e piacevole, indispensabile affinché possa percepire la superficie d...
29/01/2025

Il bambino ha bisogno di un contatto corporeo caldo e piacevole, indispensabile affinché possa percepire la superficie del proprio corpo e imparare a differenziarla dall'ambiente esterno, come rassicurante confine tra il suo senso di sé e tutto ciò che si trova esterno a sé.
Solo in questo modo riuscirà ad iniziare ad affermare spontaneamente e armonicamente il proprio senso di identità.

dal web, testo e foto

25/01/2025

Il corpo: un libro che pensa contro se stesso

Quando scrissi Il corpo, sentivo l’urgenza di affrontare un tema che, nonostante la sua ovvia centralità, era stato a lungo relegato ai margini del pensiero filosofico e psicologico: il corpo, appunto. Non come oggetto, non come strumento, ma come protagonista della nostra esistenza. Per troppo tempo, il corpo è stato diviso dalla mente, relegato al ruolo di supporto passivo o di fardello da controllare. Eppure, il corpo è il nostro primo strumento di conoscenza, il nostro linguaggio originario, il luogo dove avviene la vita.

Platone lo ha definito una "prigione dell'anima". La tradizione giudaico-cristiana ha trasformato questa immagine in una "maledizione della carne". Poi Cartesio ha imposto la scissione definitiva: res cogitans da una parte, res extensa dall’altra. E oggi? Oggi il corpo viene spogliato della sua complessità e ridotto a "forza-lavoro", a "macchina biologica" da ottimizzare, a prodotto da plasmare e vendere. Ma il corpo non è solo biologia né semplice materia. È un luogo di ambivalenze: piacere e dolore, forza e fragilità, identità e alterità.

Scrivere questo libro è stato un tentativo di sfidare la psicologia a "pensarsi contro se stessa", a liberarsi dal pregiudizio dualistico che ha segnato la sua nascita. Perché non possiamo parlare di psiche senza parlare di corpo. Non possiamo curare la mente senza ascoltare i messaggi del corpo. Non possiamo comprendere l'essere umano se continuiamo a negare l'unità indissolubile che siamo.

Oggi, forse più di allora, questa riflessione è necessaria. Viviamo in un’epoca che celebra il corpo solo per la sua estetica o per la sua produttività, ma lo tradisce continuamente nella sua verità profonda. È tempo di restituire dignità al corpo, non come oggetto, ma come soggetto. Non come limite, ma come possibilità. Non come nemico, ma come compagno insostituibile del nostro viaggio nel mondo.

"La mitezza non è remissività"
13/01/2025

"La mitezza non è remissività"

ELOGIO DELLA MITEZZA
[Norberto Bobbio]

La mitezza consiste nel lasciar essere l'altro quello che è.

È il contrario della protervia e della prepotenza.

Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere.

Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella vanagloria che spinge gli uomini nella guerra di tutti contro tutti.

Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel 'potere su di sé' di cui abbiamo già sentito.

Il mite può essere configurato come l'anticipatore di un mondo migliore. Egli non pretende alcuna reciprocità: la mitezza è una disposizione verso gli altri che non ha bisogno di essere corrisposta per rivelarsi in tutta la sua portata.

Amo le persone miti, perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola”, tanto da farmi pensare che la città ideale non sia quella fantastica e descritta sin nei più minuti particolari dagli utopisti, dove regna una giustizia tanto rigida e severa da diventare insopportabile, ma quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale

Norberto Bobbio
(Torino, 18 ottobre 1909 –
Torino, 9 gennaio 2004)
è stato un filosofo, giurista,
politologo e storico italiano.


Indirizzo

Corso Vittorio Emanuele, 76
Fasano
72015

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Malva di Viviana Curri pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Malva di Viviana Curri:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram