14/11/2017
Centro Polifunzionale di Psicologia
“La finestra accesa”
Un setting avanzato, studiato per la consulenza e la cura del disagio psichico nel bambino, nell’adulto, nelle famiglie e nei gruppi
Abbiamo voluto costruire una ambiente logistico, culturale e professionale dotato di conoscenze, tecniche e sensibilità empatica per elaborare e restituire risposte efficaci alla domanda di aiuto implicita nel “vissuto” personale di certi difficili momenti dell’esistenza.
Il riferimento teorico nella cui prospettiva ha preso forma la nostra disponibilità professionale è quello psicoanalitico-fenomenologico.
Questo approccio è tanto sofisticato nel nome e nel suo apparato concettuale quanto, invece, risulta naturale, diretta e comprensiva la “cura” personale che esso propone.
“L’incontro con l’altro”, infatti, riproposto come disponibilità verso l’alterità e la diversità, liberato da tutti i pregiudizi culturali e scrostato da infrastrutture teoriche che potrebbero ostacolarne il contatto diretto, rappresenta insieme il setting e lo strumento sofisticato per l’ascolto, l’elaborazione clinica e la restituzione dei contenuti e dei vissuti critici esposti dalla persona in difficoltà.
Ogni uomo ha una sua visione del mondo all’interno della quale colloca e conosce una propria esistenza e, sul riflesso di quest’ultima, si definisce la sua personale identità.
Capire il profilo individuale con cui ognuno di noi percepisce la propria persona e il proprio mondo basandosi sui rigidi criteri normativi relativi ad un’unica e scientifica obiettività sarebbe impresa fallimentare e opporrebbe, inoltre, la sterile discriminazione di un giudizio alla ricostruzione di una relazione basata sulla comprensione. Esperienze esistenziali diverse invece, se adeguatamente elaborate con strumenti ed atteggiamenti ermeneutici, possono riscoprire uno spazio di condivisione e di scambio reciproco.
In questo "stare insieme con l’altro” l’ascolto si offre spontaneamente al disagio e alla sofferenza, parole nuove possono comunicare esperienze difficili eppure sempre condivisibili e, infine, scambi empatici e affettivi possono ricominciare a riscaldare lo spazio relazionale precedentemente arroccato è difeso.
I “vissuti” di ogni singola persona, piuttosto che i singoli comportamenti, appartengono al patrimonio comune dell’esperienza dell’essere umano e proprio per tale comunanza, diviene possibile comprenderli ed interagire con essi per quanto diversi e talvolta strani essi possano apparire.
Lo psicologo in grado di fornire una tale sensibilità personale e una tale sofisticata professionalità è non solo uno specialista professionalmente formato, ma prima ancora una persona che ha lavorato su di se stessa per predisporre il suo spazio interno come un contenitore disponibile e in grado di cogliere la risonanza espressa dalla sofferta problematicità dell’altro che gli si sta rivolgendo.
Questo orientamento teorico-culturale, prima ancora che professionale, costituisce una precisa posizione rispetto al valore della soggettività propria dell’uomo e corrisponde ad una scelta di valenza etica dell’uomo e di ogni singolo uomo. Per questo ogni incontro con “l’altro” da una parte ci interroga su noi stessi e dall’altra ci affida la responsabilità “dell’altro noi” che ci interpella: in ogni incontro, infatti, si decide silenziosamente e si descrive discretamente la qualità della nostra umanità.
Le basi teoriche dell'indirizzo teorico a cui si riferisce la nostra professionalità e la nostra personale sensibilità si possono ritrovare nell’intera cultura degli ultimi due secoli e sono descritte in autori con la statura intellettuale di Husserl, Heidegger, Jaspers, Binswanger; questo pensiero è stato ripreso e sviluppato, in Italia, da scuole di pensiero come quelle di Benedetti, Resnik, Barison, Borgna, Callieri, Calvi e Cargnello.