06/09/2025
“Essere la madre di un adolescente è come camminare su un filo: una sfida in bilico tra affetto e frustrazione, tra desiderio di protezione e bisogno di lasciarlo andare. Ora, davanti a me, c’è un adolescente di poche parole, per lo più nascoste dietro le cuffie e il telefono. Ricordo quando ogni domanda riceveva una risposta entusiasta. Ora, anche un semplice “Com’è andata a scuola?” può suscitare un “Bene” mormorato, se sono fortunata. In molti casi, invece, un cenno del capo, un’alzata di spalle e la conversazione si esaurisce.
I silenzi sono una parte ingombrante della vita con un adolescente. All’inizio, cercavo di riempirli con domande, proposte, tentativi di discussione. Tuttavia, con il tempo, ho imparato a riconoscere che, a volte, il silenzio è la sua forma di riflessione, o almeno, credo. Ho imparato che, a volte, la presenza silenziosa è più forte di mille parole.
Questa fase della vita di mio figlio è un continuo esercizio di equilibrio. C’è una parte di me che vorrebbe tenerlo sotto una campana di vetro, proteggerlo da ogni possibile errore, delusione o pericolo. Ma poi c’è l’altra parte, quella che sa che gli errori sono inevitabili, e che attraverso di essi crescerà e diventerà un adulto forte e capace. Non è facile rimanere al proprio posto mentre lo vedi sfidare i limiti e affrontare situazioni nuove e incerte, a volte anche pericolose.
Essere genitore di un adolescente significa vivere con l’incertezza e la speranza. Ogni giorno è un’opportunità per imparare, per crescere insieme, per costruire un rapporto che, pur cambiando forma, possa durare tutta la vita. Il mio sogno è che, quando la fase dell’adolescenza sarà passata, mio figlio si ricordi di me come la madre che ha camminato accanto a lui, anche quando era difficile, rispettando la sua autonomia e sostenendolo nei momenti di bisogno”.
Caterina Majocchi, Milanopost.info