01/11/2017
Questo post per segnalare l’avvio presso gli ambulatori di Porto S. Giorgio e Fermo di un servizio di neuromodulazione del nervo tibiale posteriore ( ) per la terapia dell’incontinenza urinaria.
Come molti di voi già sanno da anni mi occupo della terapia dei disturbi del pavimento pelvico femminile, sono delegato dell’Associazione Italiana di Urologia Ginecologica per le province di Fermo e Ascoli Piceno ed ho svolto un master universitario di II livello presso il Policlinico Gemelli di Roma dedicato specificatamente alla terapia di tali condizioni, tra cui l’incontinenza urinaria femminile.
Questa si manifesta almeno una volta nell’arco della vita in una donna su tre, mentre rappresenta un problema clinicamente significativo per una donna su dieci e costringe all’impiego di pannoloni per incontinenza circa 680.000 italiani (dati Federanziani 2015).
Potreste pensare che siano numeri esagerati.
Avrete forse notato tuttavia quanti scaffali dei supermercati ospitino pannolini e salva-slip per incontinenza.
La pubblicità in televisione propone il modello di una donna incontinente sicura di sé e sorridente anche in ascensore grazie alla nuova molecole anti-odore.
Potete immaginare come la realtà sia ben diversa: disistima di sé e vergogna sono ripercussioni abituali e, nei casi più severi, vi è un forte impatto sulla psiche e sulla qualità di vita della persona, condizionando i rapporti sociali e limitando le attività quotidiane.
Ora è bene sapere che esistono forme diverse di incontinenza che distinguiamo, tralasciando l’incontinenza associata alle attività sportive, in incontinenza da sforzo, da urgenza e mista.
Per la forma da sforzo e mista la terapia è riabilitativa ed eventualmente chirurgica con tassi di successo (miglioramento o completa risoluzione delle perdite involontarie del 85-95%).
La questione può essere invece molto più complessa per le forme di incontinenza da urgenza e miste per le quali, in assenza di problematiche di natura neurologica, vengono proposte inizialmente terapie riabilitative e farmacologiche con tassi di successo (riduzione e non risoluzione degli episodi di incontinenza) del 60-70%.
Inoltre le terapie farmacologiche sono “a tempo indeterminato”, a totale carico delle pazienti e gravate da effetti collaterali talvolta significativi (costipazione, secchezza delle fauci, visione offuscata etc).
Per le pazienti per le quali tali terapie non risultino efficaci o mal tollerate, per le pazienti che vorrebbero evitare di assumere medicinali come per quelle desiderose di “svezzarsi” dalle terapie farmacologiche, sono indicate le terapie “di terza linea" tra cui appunto la stimolazione del nervo tibiale posteriore ( ).
Questa metodica è stata approvata dalla FDA (Food and Drung Administration) americana per la terapia della vescica iperattiva nel 2000 e recentemente inserita nelle linee guida per tale patologia dalle più autorevoli Società Scientifiche internazionali.
Il tasso di successo (inteso come riduzione maggiore del 50% degli episodi di incontinenza urinaria) dimostrato dalla metodica è pari al 70%, con un migliore profilo di tollerabilità (nessun effetto collaterale) ed un minore costo per la paziente.
Il principio della metodica è quello di apportare una neuromodulazione sui visceri pelvici agendo in una regione anatomica lontana dall’area genitale, rendendo la somministrazione confortevole e ben accetta dalle pazienti.
Sulla base di tali evidenze ho deciso di avviare un servizio di neuromodulazione presso gli ambulatori di Porto S. Giorgio e Villa Musone.
La terapia consta di dodici sedute a cadenza settimanale della durata di 30 minuti e, successivamente, nella ripetizione della stesse sedute con cadenza mensile.