Gruppo Giovani LGBT+ Ferrara

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30/04/2022
Oggi parliamo di "Ragazzo, uomo e Nemo" di Damiano Dario Ghiglioni amministratore della pagina instagram Trama:Ragazzo p...
25/02/2021

Oggi parliamo di "Ragazzo, uomo e Nemo" di Damiano Dario Ghiglioni amministratore della pagina instagram

Trama:
Ragazzo prende la sua valigia rossa e parte per un viaggio lasciandosi il passato alle spalle, parte perchè vuole essere sè stesso, vivere la sua omosessualità alla luce del sole, parte sicuro di arrivare da un uomo con cui avrebbe vissuto ma le cose non vanno come previsto, il viaggio dura molto di più e non è solo un viaggio per il mondo ma è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di sè e della vita.

Considerazioni:
Il libro si legge velocemente ma attenzione a non farlo superficialmente, non è una lettura lineare ma con svariati salti temporali e di prospettiva. La tematica gay è senz'altro alla base del romanzo ed è presente come una specie di sottofondo per tutto il libro, è scritto bene e anche per questo la lettura risulta piacevole.

Punti forti: Linguaggio utilizzato e introspezione

Punti deboli: A tratti confusione per via dei "cambiamenti temporali/prospettivi" e (a mio parere) la facilità con la quale Eric/ragazzo incontra nel suo viaggio ragazzi/uomini gay con i quali nasce qualcosa, l'ho trovata un po' inverosimile per i contesti.

Voto: ⭐⭐⭐/5

Da questa richiesta di collaborazione, arrivata ad un* nostr* "associat*", ci è balenata in testa un'ideauccia... STAY TUNED!!
Se non lo fate ancora seguiteci su Instagram

"Luci ed ombre nella comunità lgbt+"Il linea con la nostra ultima   abbiamo coinvolto la nostra attivista Diletta per ri...
16/06/2020

"Luci ed ombre nella comunità lgbt+"
Il linea con la nostra ultima abbiamo coinvolto la nostra attivista Diletta per riuscire ad esprimere al meglio le discriminazioni e gli stereotipi presenti nella stessa comunità.
Vi rimandiamo alla nostra ultima rubrica per approfondire l'argomento.
E se volete supportare l'illustratrice seguite la sua pagina instagram dedicata:

Vi lasciamo due versioni, voi quale preferite? Quella a figura intera o quella con solo i volti?

***an

"Sotto l'espressione offensiva "ch**ca isterica" vengono racchiusi dei comportamenti, tipicamente considerati femminili,...
10/06/2020

"Sotto l'espressione offensiva "ch**ca isterica" vengono racchiusi dei comportamenti, tipicamente considerati femminili, attribuiti a una persona di genere maschile.

Bisogna partire dal presupposto che non ci dovrebbe essere NIENTE di svilente nell'avere una caratteristica femminile: a loro volta, le caratteristiche considerate femminili in realtà potrebbero appartenere in varia misura a tutti, indipendentemente dal genere, se negli uomini non venissero sistematicamente represse; lo stesso vale per quelle considerate tipicamente maschili. Tutto dipende dall'INDOLE del singolo individuo.

Sugli uomini etero, più che quelli lgbt, grava un INNATURALE modello di comportamento che si realizza nel mito dell'uomo virile, e che, se non pienamente corrisposto, genera disagi e senso e di inadeguatezza.

Bisogna che gli uomini - etero e gay- si riapproprino del tipo di sensibilità che più appartiene al loro carattere, e non la reprimano a prescindere considerandola una debolezza: piangere e sfogarsi sono infatti attività PSICOLOGICAMENTE INDISPENSABILI, come lo sono molti altri tipi di manifestazioni della propria interiorità che, se represse, possono spesso portare a comportamenti violenti."

Continuano i pannelli della nostra mostra legandoci, come di consueto, ad una puntata della Gaia Rubrica da seguire sia qui che su instagram

Manifestazione del 6 Giugno 2020 svoltasi per dire, ancora una volta, no al razzismo, per denunciare la morte di  .     ...
09/06/2020

Manifestazione del 6 Giugno 2020 svoltasi per dire, ancora una volta, no al razzismo, per denunciare la morte di .

Sabato 6 Giugno eravamo a manifestare nella piazza centrale di Ferrara accanto al movimento ormai mondiale che è partito...
08/06/2020

Sabato 6 Giugno eravamo a manifestare nella piazza centrale di Ferrara accanto al movimento ormai mondiale che è partito dalla morte di in America.
Combattiamo assieme contro le discriminazioni il razzismo!

Un piccolo assaggio della manifestazione, arriveranno presto altre foto 📸✊🏿✊🏻✊🏾

LUCI ED OMBRE DELLA COMUNITÁ LGBT+ parte 1Le discriminazioni sono forme di odio ed ostilità che, nei confronti di divers...
04/06/2020

LUCI ED OMBRE DELLA COMUNITÁ LGBT+ parte 1

Le discriminazioni sono forme di odio ed ostilità che, nei confronti di diverse categorie sociali possono influenzarne le caratteristiche interne e veicolare comportamenti scorretti tra gli stessi membri del movimento. Un caso eclatante è proprio quello della comunità LGBT+, nella quale si riscontrano stereotipi, assimilati come norme imposte, sui quali viene costruita la propria presentazione fisica e propensione verso l’esterno.

Nonostante la continua lotta allo stereotipo ed all’eteronormatività, uniti all’accettazione delle differenze che ci rendono unici, l’errore di omologarsi a modelli predefiniti ancora viene commesso, chi consciamente chi non, ma il più delle volte con la stessa intenzione talvolta giustificabile: l’inclusione. Dunque, è possibile sentirsi diversi ed esclusi nella propria comunità ? Assolutamente sì ed è proprio per questa ragione che certi comportamenti vengono reiterati dagli stessi che li condannano, sconfinando in una miscela d’ipocrisia ed omertà, difatti la suddetta comunità combatte le discriminazioni e risulta capace di fomentarle silenziosamente al suo interno.

Citando alcuni esempi che costellano il panorama omosessuale, nel caso specifico del lesbismo è apparente la pressione sociale e le deduzioni che si traggono dalla semplice apparenza estetica: i binomi mascolina-attiva e femminile-passiva (o più arrogantemente suddivise in alpha e beta) sono da tempo radicati nella concezione dell’essere una donna cisgender lesbica, ma che non sono attestati da dati scientifici, tanto meno a livello statistico. Purtroppo, chi per divertimento chi per scherno utilizza tutt’ora questa distinzione che inevitabilmente viene percepita dall’esterno come la normalità e in questo modo, anche gli alleati o simpatizzanti della causa si sentono autorizzati a condividere questa fantasia, rendendola più reale di quanto non sia.

Allo stesso modo, gli uomini cisgender omosessuali non possono di certo tirarsi indietro quando si tratta di discriminazioni e modelli precostruiti, in particolare spiccano le propensioni individuali delineate dalla promiscuità e dall’effemminatezza. Il primo macigno di cui si fa carico la comunità gay maschile ha radici storiche molto lontane ma che solo negli ultimi decenni ha portato scalpore, etichettando e limitando le esperienze sessuali dei soggetti presi in considerazione. Individui che si sentono liberi di vivere la propria sessualità come meglio credono, liberi dalla moralità cristiana sociale, esistono e sostengono la causa della liberazione dei corpi dai vincoli della società, ma in concomitanza persiste la differenziazione tra uomini gay monogami, classificati come individui seri, maturi ed un “buon esempio” da seguire e quelli promiscui come reietti pervertiti da allontanare e nascondere agli occhi dell’opinione pubblica.

Due stigma che vivono e persistono in entrambi i casi sono la bisessualità e la transessualità: sia a livello femminile che maschile, il cambio di genere non sempre è visto di buon occhio e anzi vede spesso questa categoria oscurata per paura di confondere l’idea semplificata della realtà degli esterni, annullando ogni sforzo di accettazione delle diversità; a maggior ragione in ambito femminista(non intersezionale appunto), le donne trans sono vista come “uomini che hanno abbandonato il loro privilegio in quanto tali” e dunque non hanno il diritto di accedere al movimento che lotta per la parità dei due generi, non avendo vissuto le discriminazioni o soprusi delle donne “attestate”. La bisessualità, al contempo, è oggetto di scherno e di un’ invalidazione, in quanto tutt’ora dichiarata come una fase preventiva alla scelta dell’orientamento più integralista e definitivo, nonché l’omosessualità, escludendo a priori l’esistenza di una doppia propensione verso i generi esistenti.

Ogni categoria sociale, movimento o associazione costituiti da esseri umani, coi loro pregi e difetti presuppongono l’esistenza di tratti peculiari positivi e negativi, i quali sono da mettere in luce ed eventualmente denunciare, per il bene della comunità in sé e degli obiettivi comuni che si vogliono raggiungere. Descrivere la comunità LGBT+ come un luogo astratto privo di discriminazione interna, modelli stereotipati, atteggiamenti tossici e così via sarebbe disonesto e scorretto nei confronti degli individui che ne fanno parte e che ne vivono le conseguenze, perciò è moralmente obbligatorio occuparsene e tentare di appianare le divergenze coi propri strumenti, anche se limitati.

'Innanzitutto occorre chiarire che essere gay non significa essere carenti in qualche sorta di UMANA DECENZA. Molto spes...
27/05/2020

'Innanzitutto occorre chiarire che essere gay non significa essere carenti in qualche sorta di UMANA DECENZA. Molto spesso anzi le persone omosessuali hanno paura di essere considerate pervertite e fanno di tutto per tenersi in disparte in certe situazioni.

L'origine di questa paura, per lo più infondata, sta nel fatto che attualmente viviamo in una realtà in cui questo tipo di molestie È LA NORMALITÀ, quando perpetrate da un uomo ei confronti di una donna: GLI UOMINI CIOÈ HANNO PAURA CHE UN ALTRO UOMO FACCIA A LORO CIÒ CHE LORO FAREBBERO A UNA DONNA.

Se siete scettici, provate a pensare a cosa succederebbe se uomini e donne condividessero lo spogliatoio.

Tutti dovrebbero saper controllare i propri istinti, le MOLESTIE -anche quelle verbali- non sono gradite a nessuno.

Avituare le donne a MINIMIZZARE e a considerarle come "complimenti" è deleterio e alimenta un SISTEMA DI VIOLENZA molta più complesso; non accettare gli abusi invece, anche quelli più piccoli, aiuta a smantellarlo definitivamente.'

Questa settimana vi proponiamo un altro pannello della nostra mostra "E va bene così"

Nella nostra live su "Come abbattere i ruoli di genere" è stato chiesto alla nostra intervistata Cecilia Bucci di darci ...
25/05/2020

Nella nostra live su "Come abbattere i ruoli di genere" è stato chiesto alla nostra intervistata Cecilia Bucci di darci alcuni consigli di lettura sul femminismo. Lei ci ha risposto con questo interessante scorcio della sua libreria.
E per i non addetti ai lavori ecco una :
- "Dovremmo essere tutti femministi" di Chimamanda Ngozi Adichie
- "Parità in pillole" di Irene Facheris
- "Diventare uomini" di Lorenzo Gasparrini
- "Libere tutte" di Cecilia d'Elia
- "Gli uomini mi spiegano le cose" di Rebecca Solnit

Questione affettiva nelle coppie omosessuali: carica eversiva e rivoluzionaria Abbiamo pensato di continuare, sulla line...
20/05/2020

Questione affettiva nelle coppie omosessuali: carica eversiva e rivoluzionaria

Abbiamo pensato di continuare, sulla linea delle precedenti parte 1 e 2, una terza parte, questa volta dal carattere più politico e anche sfidante a mettere in discussione i ruoli di genere, rendendo ancora più chiara la nostra posizione e il nostro impegno politico nella lotta che portiamo avanti!

Esiste una gerarchia di valori, ruoli e stereotipi dove quelli associati al genere maschile sono positivi, mentre allo stesso tempo viene attuato un processo di svalutazione di quelli riconosciuti come femminili, risultato dell’appannaggio dello stereotipo stesso.
C’è bisogno di una rivoluzione e rivalutazione di queste qualità in quanto
per essere esseri umani completi, bisogna attingere da entrambe le categorie a seconda della propria indole personale: una persona può essere sia sensibile, sia assertiva; sia empatica, sia razionale; sia amorevole, sia indipendente.
Queste caratteristiche formano un semplice “decent human being”, per questo è necessario uscire da questa considerazione del femminile come degradante al fine di rivalutarlo, affinché sia chi si identifica come uomo o come donna possa riappropriarsi di caratteristiche che sono semplicemente umane
All’interno del mito della complementarietà, tipico del modello eterosessuale, l’amore romantico enfatizza la divisione dei ruoli nella coppia, perché uomo e donna, secondo la narrazione dei ruoli di genere, sarebbero intrinsecamente diversi e opposti.
“Women are from venus, men from mars” e ad ognuno spetta dividersi i compiti secondo le proprie “attitudini naturali”, come sostentare economicamente la famiglia per gli uomini e la cura della prole per le donne.
Nonostante la tradizione, questo paradigma è tossico perché trasforma la coppia in un mero rapporto di dipendenza e simbiosi a discapito delle libertà e indipendenze individuali.

Ma qual è il punto di unione tra questo paradigma e la comunità LGBT?
Questo complesso della complementarietà si è insediato nelle coppie omosessuali e ha influenzato gli individui a riprodurre gli atteggiamenti tossici dati dall'eteronormatività sfociando nella “cultura della rispettabilità”: all’interno della comunità si tendono a riprodurre i valori della società dominante, dunque diffidenza e disprezzo verso coloro che sono meno conformi alle norme, per scelta o necessità. “Siete troppo strani, date una cattiva immagine di noi, non fate parte della comunità (se non fosse per “voi”, gli etero/cis ci rispetterebbero)”.
I target di questo atteggiamento tendono a essere le persone non binary, asessuali, bisessuali, pansessuali, poliamorose, kinky, s*x workers, le persone q***r con una visibilità o uno stile di vita “visibilmente insoliti”. Difatti, appartenere ad una categoria discriminata/un asse di discriminazione non significa automaticamente essere incapaci di commettere discriminazione a propria volta, in particolar modo nel momento in cui si cerca di avvicinarsi ad un modello comportamentale largamente diffuso ma ricolmo di contraddizioni, pregiudizi e dislivelli al fine di poter essere uniformati. Dunque la vera domanda dovrebbe essere: “Perché essere uniformati e validati da una cultura instabile?”, ed è qui che risiede la carica sovversiva della comunità LGBT che dovrebbe tendere alla decostruzione ed abbattimento dei ruoli di genere, del patriarcato, delle “norme sociali” che fino ad ora hanno permesso l’instaurarsi di un modello tossico per tutti, eterosessuali compresi, vittime del loro stesso pensiero. Concludendo, sarebbe auspicabile concepirsi come esseri completi, indipendenti, capaci di fare le cose da soli, senza pensarsi come difettosi in assenza di un/una partner, perché distanti dal ruolo di genere imposto o per un ideale in contrasto con la moltitudine.

Oggi 17 Maggio è la giornata mondiale contro l'omo-bi-transfobia. Quest'anno non possiamo essere tutt* inisieme nella no...
17/05/2020

Oggi 17 Maggio è la giornata mondiale contro l'omo-bi-transfobia. Quest'anno non possiamo essere tutt* inisieme nella nostra casa in via Ripagrande 12 ma dobbiamo sempre essere liber* di essere noi stess* e per farlo dobbiamo continuare a ricordare il passato e a lottare per un futuro sempre migliore. Quest'anno più del solito dobbiamo restare uniti anche se distanti e pretendere una legge che tuteli tutt*!


Vi ricordate la Gaia rubrica di settimana scorsa? Allora sicuramente saprete che era soltanto la prima parte, ecco a vuo...
13/05/2020

Vi ricordate la Gaia rubrica di settimana scorsa?

Allora sicuramente saprete che era soltanto la prima parte, ecco a vuoi un brevissimo flash della seconda parte che vi fornirà esempi di stereotipi e di comportamenti non convenzionali.

Dove potete travarla? Ma ovviamente sulla nostra pagina Instagram!

Non potete assolutamente perdervela, le slide sono davvero belle. Se ci seguite lo sapete già, se invece ancora non lo fate è il momento giusto. Vi aspettiamo su Instagram!!

Alle origini dei moderni ruoli di genere in Europa – una breve prospettiva storica:La divisione dei ruoli tra i generi e...
08/05/2020

Alle origini dei moderni ruoli di genere in Europa – una breve prospettiva storica:
La divisione dei ruoli tra i generi e la subordinazione femminile affondano le loro origini nella notte dei tempi; tuttavia, i ruoli come li conosciamo oggi si può dire che prendano le mosse dalla costituzione della moderna famiglia mononucleare, formatasi a cavallo tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento in Europa. In questo particolare momento storico, si assiste a una progressiva trasformazione del concetto di matrimonio, che, da semplice contratto stipulato tra famiglie, diventa sempre più frequentemente un matrimonio d’amore tra un uomo e una donna. L’amore romantico entra prepotentemente nell’immaginario collettivo come necessario fondamento della nuova idea di famiglia e, contemporaneamente, si formano i nuovi ruoli dei suoi componenti. Si tratta di ruoli pragmaticamente funzionali al costituirsi di una società ordinata (anch’essa fortemente organizzata su una struttura gerarchica), che ancora una volta si poggia sulla subordinazione completa della figura femminile. Le donne della nuova epoca contemporanea sono completamente relegate alla sfera domestica: il loro ambito di competenza è esclusivamente la cura della casa e dei figli. Le differenze di classe non appianano quelle di genere: le donne dell’alta borghesia si limitano ad amministrare la servitù, mentre alle donne operaie si chiede di occuparsi da sole della casa anche dopo una giornata di lavoro (mal retribuito) in fabbrica. All’uomo, è riservato il compito esclusivo di mantenere economicamente il nucleo familiare: questo rende la dipendenza economica della donna completa e inevitabile, e, allo stesso tempo, la separazione dei coniugi impossibile (per il divorzio in Italia si dovrà aspettare fino al 1970). Questo modello trova definitivamente la sua sistemazione normativa nel Codice Civile ottocentesco.
Il moralismo borghese sette-ottocentesco, inoltre, richiede che il nuovo matrimonio affettivo si basi su una rigorosa castità della donna, garanzia di un ordinato svolgersi della successione familiare. La castrazione e il controllo della sessualità femminile nell’Ottocento diventano una vera e propria ossessione, andandosi ad inserire in quell’universo valoriale che può definirsi “etica della rispettabilità”. Suo contraltare diventa l’onore maschile, che si fonda su una concezione di mascolinità bellicista. L’“essere maschio”, andare a combattere, il reprimere le proprie emozioni, il difendere la castità delle “proprie donne” diventano valori imperativi e assoluti per i nuovi uomini contemporanei (non a caso assistiamo a un revival del duello medievale).
Alla divisione dei ruoli sociali, dunque, corrisponde una precisa divisione delle identità, che va a costituire il complesso dei rigidi stereotipi di genere con cui ci interfacciamo ancora oggi. La differenza viene rimarcata drasticamente anche sul piano della presentazione di genere. Infatti, se nei secoli precedenti i vestiti e le acconciature maschili e femminili erano molto simili (chi non ha in mente i parrucconi imbellettati settecenteschi?), nel corso dell’Ottocento abbigliature e acconciature devono necessariamente enfatizzare la distinzione tra i sessi: gli uomini cominciano a portare capelli piuttosto corti e abiti pratici e austeri, adatti al lavoro fuori casa, mentre le donne adottano acconciature estremamente complesse e abiti decorativi molto ingombranti, che ne riducono persino la mobilità. Eppure, questa asimmetria esercita una forte fascinazione anche sulle donne, sempre più attratte dai beni di consumo che le riguardano (trucchi, gioielli, abiti) e che esprimono lo status sociale dell’intera famiglia. Così come attraente sembra essere la protezione che garantisce loro l’uomo di casa, a prezzo della libertà.
Nel corso del Novecento, tuttavia, questo complesso sistema di funzionamento dei ruoli sociali va progressivamente sfaldandosi: se nella morale i ruoli sono ancora molto saldi, nella pratica sempre più donne cominciano a inserirsi negli ambienti lavorativi, a partire da quelli più umili, e a percepire uno stipendio. Una decisiva spinta in questo senso viene dalle conseguenze pratiche delle due guerre mondiali, che avevano visto migliaia di uomini abbandonare il lavoro per impegnarsi al fronte. Una volta inserite le donne nella macchina economica dello Stato, non fu più possibile escluderle dalla sfera politica, e così il voto venne progressivamente esteso alle donne delle nazioni europee, sotto la pressione delle richieste delle organizzazioni di suffragette. Le organizzazioni di lotta femminili, una volta ottenuti i diritti politici, si volsero poi progressivamente alla lotta per i diritti civili, sostenute da un’ideologia di impianto femminista nata da una costola della filosofia contemporanea. La morale che fino a quel momento aveva retto la società venne percepita come sempre più vetusta e sorpassata, soprattutto dopo le atrocità perpetrate dai nazionalismi degli anni trenta-quaranta, e una rivoluzione etica e culturale accompagnò la nascita di nuovi valori di uguaglianza. Debellare completamente le differenze sociali tra uomini e donne non fu un processo immediato, e gli stereotipi di genere ormai consolidati non collassarono automaticamente, ma continuarono ad essere insegnati e trasmessi, e contemporaneamente percepiti come innati e naturali. Tuttora le differenze vengono impartite ai bambini e alle bambine fin dalla più tenera età: le divisioni riguardano persino i giocattoli e le favole raccontate, che ancora creano immaginari e plasmano la realtà. Le bambine vengono cresciute come se la loro prerogativa da adulte fosse ancora la cura domestica e familiare, e ai bambini sono riservati i giochi di guerra, di intelligenza e di avventura. È una profezia autoavverante: se saranno cresciuti in maniera tanto diversa, gli uomini di domani saranno davvero incapaci di cura e sensibilità, e le donne di domani saranno ancora incapaci di pensare a una carriera lavorativa che non comporti rinunce.

'Questa domanda è tipica di chi non si è ancora del tutto liberato da una concezione ETERONORMATIVA della coppia: si dà ...
06/05/2020

'Questa domanda è tipica di chi non si è ancora del tutto liberato da una concezione ETERONORMATIVA della coppia: si dà per scontato, cioè, che anche in una relazione omosessuale si riproducano gli schemi uomo-donna e i relativi ruoli.

All'interno della coppia eterosessuale tradizionale, e più in generale dell'interazione uomo-donna, intervengono ancora spesso rigide distinzioni di ruoli prodotti dalla società che ne limitano gli ambiti di azione, spesso a discapito di una delle due parti: alle donne è richiesto che si comportino in un certo modo e agiscano secondo certi schemi, agli uomini è richiesto altro, cosa che viene poi inconsciamente assimilata dai bambini e dalle bambine e perpetrato nelle successive generazioni.

Quando si parla di coppie omosessuali lo schematismo binario crolla e ci si rende conto che "fare l'uomo" e "fare la donna" non significa nulla: i ruoli di genere sono costruzioni e costrizioni sociali che limitano il carattere individuale di ciascuno.

All'indole dell'ndividuo si connette il concetto di "ATTIVO" e "PASSIVO" all'interno del rapporto. L'idea che la donna sia passiva rispetto all'uomo è uno stereotipo di genere culturalmente determinato: non tutte le donne sono passive, e non tutti gli uomini sono attivi. Se ci si libera da questa visione distorta dei generi diventa evidente che i concetti di "attivo" e "passivo" non possono fornire una base sulla quale identificare un membro della coppia omosessuale come donna e l'altro come uomo.'

Oggi vi proponiamo uno dei pannelli della nostra mostra "E va bene così" per indicarvi quale sarà il prossimo argomento della "Gaia rubrica" che arriverà molto presto.
State allerta!

In foto: Francesca Susca e Martina Marchese, due delle nostre attiviste.

Direttamente dal post della nostra pagina Instagram una piccola rappresentazione grafica con alcune delle operazioni all...
01/05/2020

Direttamente dal post della nostra pagina Instagram una piccola rappresentazione grafica con alcune delle operazioni alle quali possono sottoporsi le persone trans.

Tutte le operazioni non sono obbligatorie in nessuna fase, perchè non è più necessario sottoporsi ad interventi steriliz...
29/04/2020

Tutte le operazioni non sono obbligatorie in nessuna fase, perchè non è più necessario sottoporsi ad interventi sterilizzanti per poter avere il riconoscimento nel genere di elezione sui documenti. Ogni persona può decidere a cosa sottoporsi e quando farlo. Il non sottoporsi a trattamenti farmacologici e/o ad interventi non è indice di essere "meno" trans, ogni persona ha un percorso diverso da un’altra ma ogni percorso è ugualmente valido e da rispettare.

Gli ormoni dovranno essere assunti per tutta la vita e particolarmente dopo le operazioni di castrazione, in quanto il corpo autonomamente non potrà più produrre ormoni sessuali ed il corretto funzionamento dovrà essere garantito dall'assunzione degli ormoni sintetici, sempre rigorosamente seguiti dalle prescrizioni dell'endocrinolog*.
La tipologia si suddivide in:

FtM
La somministrazione di testosterone può avvenire attraverso due modalità:
-Puntura (iniezione intramuscolo): i medicinali più frequenti sono Nebid, Testoviron e Sustanon
-Gel (applicazione giornaliera): esempio Tostrex
Le dosi dipendono da persona a persona, da come reagisce il corpo, ecc... dunque non tutti i farmaci sono adatti a chiunque, per questo è importante essere seguit* e mantenersi controllat* dai propri medici e personale competente.

MtF:
Assunzione compresse di antiandrogeni (esempio Androcur) ed estrogeni (esempio pillola anticoncezionale).
Solitamente antiandrogeni ed estrogeni devono essere assunti insieme per ottenere dei risultati ma talvolta può bastare anche solo la pillola degli estrogeni, dipende da persona a persona, da come reagisce il corpo, dagli obiettivi che si desiderano raggiungere, ecc.

Per le operazioni, sono disponibili due modalità: privato (in Italia o all’estero) o pubblico. Nel privato italiano, le liste d’attesa sono inferiori, il pagamento non viene rimborsato ed è comunque necessaria la sentenza del giudice, mentre all'estero quest’ultima non sempre viene richiesta, a differenza dell'attestazione indispensabile dell* psicolog* e/o dell'endocrinolog*; la differenza sostanziale risiede nel pagamento, con la possibilità di ottenere un rimborso parziale una volta ricevuta la sentenza. Riguardo il percorso nel pubblico, una volta ricevuta la sentenza ci si potrà mettere in lista d'attesa in uno degli ospedali che si occupano di queste operazioni e aspettare il proprio turno. Diverse liste d'attesa superano l’anno, l’anno e mezzo, per questo è possibile sottoporsi agli interventi in momenti ed ospedali differenti in modo da diminuire le tempistiche.

Per poter essere sottoposti alle operazioni di riassegnazione di genere e alla modifica dell'anagrafica si deve inizialmente intraprendere un test d’esperienza di vita reale, ovvero vivere apertamente il genere d'elezione, per poi accedere al tribunale muniti di relazione dell* psicolog* e dell' endocrinolog* (a pagamento) che hanno seguito il percorso, ciò nonostante non è detto che queste relazioni soddisfino il giudice il quale può richiedere il CTU (Consulente Tecnico d'Ufficio), ovvero la consultazione con un* psicolog* che collabori con il tribunale per confermare che effettivamente vi sia disforia di genere e che si possa procedere (anche quest* psicolog* dovrà essere pagato dal cliente). A questo punto, il giudice può decidere se rilasciare l'autorizzazione per la riattribuzione di genere e/o chiedere il cambio anagrafico, con ordine indifferente in quanto negli ultimi anni, si tende ad accogliere entrambe le richieste insieme, grazie ad una sentenza della Cassazione: secondo la legge vigente, prima di poter rettificare i documenti si deve comprovare di essere sterili, dunque accedere alle operazioni, ma data l’impossibilità di alcun* di sottoporsi a certi interventi per motivi personali e di salute fisica, la Cassazione è intervenuta, rendendo prassi concedere anche solo il cambio anagrafico.

La difficoltà più riscontrata è la tempistica della burocrazia italiana che, non notificando i nuovi documenti corretti consegnandoli agli individui che ne fanno richiesta, li pone in una situazione di non esistenza, in quanto per lo Stato “l’individuo B ha preso il posto dell’individuo A”, rischiando d’incorrere in problematiche con le forze dell'ordine per quanto riguarda il riconoscimento; in questi casi è importante avere con sé sempre un documento che attesti la transizione: se prima della sentenza si può chiedere al centro o all* psicolog* dove si viene seguiti; se dopo la sentenza avere, oltre alla documentazione che già si dovrebbe possedere, anche una copia della sentenza da mostrare in caso di necessità.

"GENERI SUI GENERIS": transessualità e transgenderismoIn questi termini si riconoscono le persone che nella propria vita...
22/04/2020

"GENERI SUI GENERIS": transessualità e transgenderismo

In questi termini si riconoscono le persone che nella propria vita si accorgono di non combaciare con il genere assegnato alla nascita e di non attenersi a ciò che la società urla a loro (che sia a livello fisico, mentale, comportamentale, ecc...), decidendo se intraprendere o no un percorso complicato per trovarsi più a loro agio con se stessi.
Esemplificando ulteriormente il concetto: "Io mi sento qualcuno che gli altri non vedono, anzi vedono tutt'altro e voglio che loro mi riconoscano per quello che sono/mi sento, dunque cercherò di diventare la versione migliore di ciò in cui mi riconosco." Tentando di trovare il confine esatto tra transgender e transessuale si rischia di cadere in una discussione sterile e controproducente, evidenziando la differenza basandosi solo sulla medicalizzazione, creando uomini e donne al 100% o di serie B/non completi. Un'ulteriore difformità si evidenzia nella “storicità del termine” transessuale con la sua connotazione dispregiativa e la relativa stigmatizzazione, mentre la parola transgender mantiene una sorta di neutralità e abbraccia uno spettro più ampio di connotazioni; in ogni caso la necessità di differenziare le due categorie è prettamente personale e soggettiva ed è a discrezione della persona, per questo è necessario assicurarsi preventivamente su come un individuo preferisca essere nominato.

Alcuni esempi di vita quotidiana che differenziano una persona trans da una cisgender?
La questione dei documenti, nonostante sia sottovalutata, potrebbe essere un problema al momento del riconoscimento da parte delle autorità in ambito sportivo (spogliatoi, categorie, ecc...), nelle competizioni "non fisiche" come videogiochi e piattaforme online, in ambito scolastico (esiste l'opzione, purtroppo non ancora diffusasi omogeneamente in Italia, del doppio libretto per Istituti superiori o Università), in ambito politico e per le votazioni, fino all’ambito ospedaliero, dove è necessaria una formazione per sapere come agire sul paziente.
"Come ti chiamavi prima?" Spesso il nome biologico è oggetto di curiosità, anche se quasi mai corrisponde ad un argomento del quale faccia piacere parlare. Nonostante sia comprensibile la curiosità esterna, visto come "argomento da chiacchierata" e leggero, è a discrezione della persona parlarne e per nessun motivo la si dovrebbe sollecitare od obbligare ad esporsi contro la sua volontà.

Spesso la transessualità è legata alla prostituzione, ma che origine storica ha questo legame?
E' un circolo vizioso, in quanto le transessuali, non avendo accesso a nessun tipo d'impiego, erano costrette a prostituirsi, dato che in precedenza non esistevano associazioni che tutelassero e sostenessero economicamente le cure ormonali, essendo queste a pagamento.
Nei tempi moderni sussiste un giro di prostituzione dominato dalle donne trans ed inoltre, essendo un mercato dettato dalla legge della domanda e dell’offerta, la loro richiesta è alta, nonostante in un contesto non analogo siano viste come abomini, da qui l’incongruenza ed ipocrisia che persiste nella società moderna.

VADEMECUM SULLA TERMINOLOGIA:

TRAVESTITO: a causa del retaggio culturale il termine è spesso associato con LA transessuale che si prostituisce per strada, quando in realtà riguarda persone cisgender che semplicemente indossano abiti del sesso opposto perchè non li disdegnano o in ambito sessuale, per soddisfare un certo “fetish”

CROSSDRESSER: termine più adeguato per indicare l’abitudine comportamentale che porta ad indossare gli abiti del sesso opposto nella vita quotidiana

DRAG QUEEN: uomini vestiti e truccati da donna per spettacolo
DRAG KING: donne che si vestono da uomini per spettacolo
In entrambi i casi, le drag queen e i drag king non hanno nulla a che fare col non sentirsi appartenenti al sesso di nascita o meglio, è possibile che siano delle persone transgender, però le due cose non sono intrinsecamente collegate.

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