30/07/2025
Da Brain Rot a Brain Fresh: dal marciume cerebrale al cervello creativo
Mi sono chiesto: perché i media – giornali, TV e social – si sono concentrati sul brain rot mettendone in risalto soltanto gli aspetti negativi?
"Brain rot" è un'espressione gergale che descrive un presunto deterioramento delle capacità mentali e intellettuali, spesso legato all'eccessivo consumo di contenuti online superficiali o ripetitivi. Il termine è diventato popolare, soprattutto tra le generazioni più giovani, per indicare quella sensazione di "marciume cerebrale" provocata da ore trascorse su video senza senso o a scrollare senza sosta.
Tutto questo è vero. Ma poi accade qualcosa di sorprendente: i ragazzi prendono questi contenuti e ne fanno altro. Creano personaggi, inventano storie, disegnano mondi, immaginano giochi (come le carte Pokémon)… Ed è lì che il fenomeno cambia natura. Diventa a mio avviso bellissimo.
Un mondo tra digitale e reale. Come direbbe Luciano Floridi: onlife. Una dimensione in cui vita digitale e vita reale si mescolano fino a diventare indistinguibili.
Eppure, i "soliti adulti" si limitano a sottolineare solo il lato oscuro della faccenda. Alimentano paure, generano allarmismo, propongono divieti all’uso della rete.
Continuo a pensare che questo approccio non sia scorretto, ma che in alcuni casi risponda a logiche commerciali: vendere prodotti, servizi, contenuti "educativi" sfruttando il panico digitale.
Per questo vi invito a fare un esperimento di immaginazione:
E se invece di brain rot ci avessero raccontato del BRAIN FRESH?
Un cervello che si nutre di spunti culturali nuovi, crea creature immaginarie, le fa dialogare tra loro, costruisce storie, mondi, dinamiche… Non sarebbe stato altrettanto (se non più) interessante?
Io, personalmente, dico sì.
E voi, che ne pensate?
PS:
l'immagine è il mio brai rot che ho creato con IA. sono io mescolato ad una Fender Telecaster.. indovinate a chi appartiene la chitarra?!?