25/11/2025
Negli ultimi anni, gli accessi ai percorsi per uomini autori di violenza sono triplicati, soprattutto dopo l’introduzione del Codice Rosso. Ma le risorse destinate ai CUAV sono rimaste sostanzialmente invariate, e oggi devono essere suddivise tra 141 centri e sportelli in tutta Italia.
A questa crescita delle richieste si è aggiunto l’obbligo di incontri bisettimanali, un vincolo che ignora le evidenze scientifiche e che raddoppia il carico di lavoro senza alcun sostegno aggiuntivo.
Il risultato è un sistema che non riesce più a reggere: operatori sotto costante pressione, interventi in urgenza, liste d’attesa che arrivano fino a sei mesi e un rischio burnout sempre più concreto.
Sostenere i CUAV significa permettere a chi lavora con gli uomini autori di violenza di farlo con competenza, continuità e sicurezza, ma anche proteggere meglio le donne, perché senza adeguate risorse non può esistere un’azione efficace di prevenzione.