21/02/2025
SULLA GRATICOLA. LA PSICOTERAPIA DEL TRAUMA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
Da cinque anni e mezzo 14 imputati assistenti sociali, psicologi, genitori affidatari sono ancora sotto processo a Reggio Emilia e attendono nei prossimi mesi una risposta giudiziaria di giustizia e di verità. Sinceramente ho una grande fiducia nei giudici che stanno celebrando a Reggio Emilia questo processo, avendo personalmente verificato la capacità del percorso giudiziario di procedere per verifiche successive e per approfondimenti, correggendo le impostazioni accusatorie non fondate su fatti e su prove. Ma ciò nonostante occorre una grande attenzione e vigilanza da parte della comunità degli assistenti sociali, degli psicologi e degli psicoterapeuti.
Tra gli imputati che attendono sulla graticola ci sono due psicoterapeute esperte, la cui colpa è stata quella di essersi occupati con dedizione e con professionalità della sofferenza dei traumi di alcuni bambini e di essersi impegnati a curarli.
L’armamentario metodologico e culturale che s’è attivato contro gli psicoterapeuti imputati nel processo di Bibbiano è tale da minacciare ogni psicoterapeuta che si dedica alla cura del trauma. La tesi incredibile, ma vera, che è stata sostenuta dalle consulenti del Pubblico Ministero e che ha contribuito ad inchiodare per oltre cinque anni alla sbarra una psicoterapeuta esperta come Nadia Bolognini è quella in base a cui un bambino non potrebbe assolutamente essere curato nel suo trauma se prima questo trauma non è stato accertato sul piano giudiziario.
Se passa la logica dell’accusa le rivelazioni dei pazienti, piccoli e grandi, invece di essere ascoltate con empatia e opportunamente approfondite e trattate con metodologie scientifiche potranno essere interpretate come frutto dei falsi ricordi, una teoria che non ha basi scientifiche ed è stata enfatizzata da chi ha in spregio la sintomatologia post-traumatica dei bambini.
Il processo contro Nadia Bolognini, che ha lavorato per 20 anni nel Centro Studi Hansel e Gretel, nasce dalla medesima logica accusatoria che è già stata sconfitta con la mia assoluzione in Corte d’Appello nel 23 e in Cassazione nel 24. Vorrei dire tuttavia alla comunità professionale che il processo intentato a Nadia Bolognini non può passare sotto silenzio. È una spada di Damocle sull’impegno onesto ed emotivamente autentico degli psicoterapeuti, già di per sé gravoso, che
cercano ogni giorno di accogliere e trattare la sofferenza traumatica dei loro pazienti.
E’ a rischio, se l’accusa non cade, la possibilità degli psicoterapeuti che si occupano di trauma di procedere in serenità nel loro lavoro garantendo la continuità delle cure. La psicoterapia del trauma è presente nel processo di Reggio e siede al banco degli imputati. (continua)