
11/07/2025
🕊 “Anche lì, in TIN, nasce una madre.”
Tra fili, suoni metallici e incubatrici, c’è una madre che trattiene il respiro mentre il suo bambino impara a respirare.
C’è chi la vede forte, chi le dice “andrà tutto bene”, ma pochi sanno davvero cosa significhi essere mamma quando la culla è un letto sterile e l’abbraccio deve aspettare.
Il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale è un trauma spesso taciuto. Non ci sono foto con fiocchi rosa o celesti, né visite rumorose.
Solo attese, speranze e paure che si mescolano in silenzio.
Nessuno ti avverte quanto sia forte il silenzio quando esci dall'ospedale senza il tuo bambino.
Le tue braccia sembrano vuote.
Il tuo cuore si sente spezzato.
E il viaggio verso casa sembra che non debba avvenire. Non senza di loro.
Il seggiolino è lì.
Ma il bambino... è in terapia intensiva.
E ti cambia.
Passi dal sognare il suo primo vestito
a pregare per gli allarmi dei monitor.
Quindi se vedi una madre di terapia intensiva ,
Non chiedergli come fa, digli solo che sta andando benissimo.
È importante dare spazio anche a questo tipo di nascita: perché non è solo il neonato a lottare.
Anche la madre e il padre stanno combattendo una battaglia invisibile, fatta di amore sospeso, senso di colpa, solitudine e forza oltre ogni misura.
🌱 La psicoterapia può offrire uno spazio di accoglienza, ascolto e rielaborazione per chi ha vissuto o sta vivendo questa esperienza.
Perché anche quando il corpo è uscito dall’ospedale,
il cuore potrebbe essere rimasto lì. ❤️🩹