Trekeep

Trekeep Base associativa sportiva affiliata CSEN, riconosciuta dal CONI operante nelle attività outdoor.

Fogli di carta Un libro, che cos'è un libro.Per me è un rifugio nelle giornate in cui la vita mi si rivolta contro.Risuc...
06/08/2025

Fogli di carta

Un libro, che cos'è un libro.
Per me è un rifugio nelle giornate in cui la vita mi si rivolta contro.
Risucchia la mia attenzione e mi offre una via d'uscita. Mi illude di vivere la vita di qualcun'altro.
È come una droga, un viaggio dell' immaginazione senza allontanarmi da casa.
Con la lettura ho imparato tante cose del mondo e forse sono diventato una persona migliore.
È la realtà a non essere migliorata, anzi, la ritrovo sempre più aspra e spietata.

03/08/2025

Monte Calvo...

I panorami del Monte CalvoCi troviamo a poca distanza dal confine regionale tra Lazio e Abruzzo, nel tratto compreso tra...
02/08/2025

I panorami del Monte Calvo

Ci troviamo a poca distanza dal confine regionale tra Lazio e Abruzzo, nel tratto compreso tra i caselli di Tornimparte e L'Aquila Ovest della A24.

Il Monte Calvo, una cima isolata che raggiunge i 1898 mt di quota e che grazie al suo isolamento offre straordinari panorami. Questa montagna si affaccia da Ovest sulla Conca Aquilana, a Sud domina e sorveglia Sella di C***o, il valico attraversato dalla ferrovia e dalla strada che collega la Sabina e la Salaria con il cuore dell'Abruzzo.

Ha una sua particolare attrattiva per la spettacolarità del paesaggio che si ammira dalla sua cima, dove spiccano i Sibillini, i monti della Laga, il Gran Sasso, i monti di Campo Felice e il Velino e, ovviamente, il panorama verso L'Aquila e la sua conca.

Questo affascinante e severo anello ha uno sviluppo di circa 8 Km, un dislivello di poco superiore ai 450 mt e con tempi di percorrenza di circa 4 h.

 

Difficoltà medio/facile.




I panorami del Monte CalvoCi troviamo a poca distanza dal confine regionale tra Lazio e Abruzzo, nel tratto compreso tra...
02/08/2025

I panorami del Monte Calvo

Ci troviamo a poca distanza dal confine regionale tra Lazio e Abruzzo, nel tratto compreso tra i caselli di Tornimparte e L'Aquila Ovest della A24.
Il Monte Calvo, una cima isolata che raggiunge i 1898 mt di quota e che grazie al suo isolamento offre straordinari panorami. Questa montagna si affaccia da Ovest sulla Conca Aquilana, a Sud domina e sorveglia Sella di C***o, il valico attraversato dalla ferrovia e dalla strada che collega la Sabina e la Salaria con il cuore dell'Abruzzo.
Ha una sua particolare attrattiva per la spettacolarità del paesaggio che si ammira dalla sua cima, dove spiccano i Sibillini, i monti della Laga, il Gran Sasso, i monti di Campo Felice e il Velino e, ovviamente, il panorama verso L'Aquila e la sua conca.
Questo affascinante e severo anello ha uno sviluppo di circa 8 Km, un dislivello di poco superiore ai 450 mt e con tempi di percorrenza di circa 4 h.

Difficoltà medio/facile.

Sopralluogo

Domenica 28 settembre La “piccola” Alta via dei Carseolani Il versante abruzzese dei Simbruini prende il nome di Monti C...
01/08/2025

Domenica 28 settembre
La “piccola” Alta via dei Carseolani



Il versante abruzzese dei Simbruini prende il nome di Monti Carseolani, un sistema complesso di catene parallele che si affaccia di fronte a Carsoli. L’ambiente è costituito da numerosi e ampi pianori carsici percorsi dal bestiame al pascolo d’estate, mentre in inverno, in caso di innevamento abbondante è una meta ideale per percorsi con le ciaspole o gli sci da fondo.

Raggiungeremo due tra le cime più significative dell’intero gruppo montuoso: il Monte Fontecellese (1623 mt) e il Monte Midia (1737 mt). Partiremo dalla vecchia e ormai abbandonata stazione sciistica di Marzia, chiusa da qualche decennio in un irrimediabile declino. Fanno però da contraltare a questo degrado le bellissime e f***e faggete e i vasti e spettacolari panorami dalle cime che abbracciano tutto l’Appennino Centrale dove lo sguardo raggiunge il Gran Sasso e la Campagna Romana fino al Velino e le vette maggiori dei Simbruini come il Tarino e il Viglio.

Si tratta di un bellissimo anello vario e interessante, molto panoramico.

Il percorso ha uno sviluppo di circa 16 Km con tempi di percorrenza di 6/7 h e un dislivello complessivo di poco superiore ai 600 mt.

Vista la distanza, per escursionisti allenati, di media difficoltà, tecnicamente facile.

Abbigliamento consono alla stagione per ambienti di media montagna: scarpe alte con suola scolpita, giacca a vento, utili bacchette telescopiche, borraccia di acqua, almeno un litro e mezzo, cappello , incerata in caso di pioggia, pranzo al sacco.

Per informazioni e prenotazioni Trapella Luca Guida Escursionistica Ambientale Associata AIGAE 347/3962313 messaggio WhatsApp

La guida si riserva il diritto insindacabile di modificare il programma in caso di condizioni meteorologiche avverse tali da rendere pericoloso l’itinerario o in caso di impossibilità di un partecipante a continuare l’escursione per problemi fisici e/o psicologici.

Appuntamento presso l’attacco della funivia di Marsia ormai dismessa alle ore 9.00

Sabato 13 settembre Monte Orsello (2043 mt)Ci troviamo a ridosso della stazione sciistica di Campo Felice nel cuore dell...
01/08/2025

Sabato 13 settembre
Monte Orsello (2043 mt)

Ci troviamo a ridosso della stazione sciistica di Campo Felice nel cuore dell’omonimo altopiano carsico; il Monte Orsello offre al visitatore una splendida escursione oltre i duemila metri. Il percorso può essere diviso in due tratti paesaggisticamente opposti: all’andata, si tratta di un percorso di cresta in ambiente brullo e desolato ma di grande fascino lungo e panoramico, mentre, al ritorno ci inoltreremo in una f***a e vasta faggeta intervallata da piccole radure carsiche a completare questo bellissimo anello.

Dalla vetta il panorama appare grandioso e spazia a 360° verso le catene maggiori abruzzesi, la Conca Aquilana e i monti di Campo Felice.

La vicinanza dallo svincolo autostradale della A24 di Tornimparte rende comodissimo l’accesso da Roma e dalle città d’Abruzzo.

Il percorso ha uno sviluppo di 11,5 Km con tempi di percorrenza di circa 4/5 h, di difficoltà medio facile.

Abbigliamento consono alla stagione per ambienti di media montagna: scarpe alte con suola scolpita, giacca a vento, utili bacchette telescopiche, borraccia di acqua, almeno un litro e mezzo, cappello , incerata in caso di pioggia, pranzo al sacco.

Per informazioni e prenotazioni Trapella Luca Guida Escursionistica Ambientale Associata AIGAE 347/3962313 messaggio WhatsApp

La guida si riserva il diritto insindacabile di modificare il programma in caso di condizioni meteorologiche avverse tali da rendere pericoloso l’itinerario o in caso di impossibilità di un partecipante a continuare l’escursione per problemi fisici e/o psicologici.

Appuntamento alle ore 9.00 presso il parcheggio del bar ristorante Chalet della Valle.

PortfolioCari amici, buongiorno, che siano spiagge o montagne, grandi città o musei, spero stiate trascorrendo delle bel...
01/08/2025

Portfolio

Cari amici, buongiorno, che siano spiagge o montagne, grandi città o musei, spero stiate trascorrendo delle belle vacanze.

Nel frattempo, stiamo organizzando, abbiamo già le date, degli eventi per il mese di settembre; si tratta di due escursioni in ambiente di medio/alta montagna, non difficili, occorre però un minimo di allenamento.

Saranno delle piccole avventure emozionanti fatte di fatica, vento, paesaggi e condivisione. Il camminare può essere bello solo se ci si avvicina al prossimo, a un mondo migliore, che è la Natura selvaggia, senza catene, più leggero, che ci liberi dalle pastoie che lo fossilizzano.

Da fortunati abitanti di questo meraviglioso pianeta, malgrado tutto, camminare con Trekeep dove ci porterà?

La finalità è di riempire il tempo a disposizione, svuotarci in un’opera di alleggerimento: sentire, annusare, vedere. Come un tentativo di lasciarci alle spalle ciò che è conosciuto, un andare incontro al nuovo, allo sconosciuto. Pura Poesia sensoriale.

I dettagli dei prossimi appuntamenti.

Segnatevi le date!

29/07/2025

ACQUATREKKING – Ammetto candidamente che non ero a conoscenza di questa pratica, che a quanto pare sta prendendo sempre più piede. E altrettanto spontaneamente dico che mi sono venuti i brividi di fastidio.

Quando pensi di averle viste tutte – mai pensato, in realtà – e di aver tristemente constatato come l’uomo riesca a travalicare di continuo i limiti dell’invadenza e dei soprusi al mondo naturale, spunta sempre qualcosa di nuovo. Ecco dunque il cosiddetto “acqua trekking”: gruppi più o meno nutriti di persone che, bardati di salopette impermeabile, percorrono fiumiciattoli e torrenti marciando come mandrie in transumanza. Un’attività che viene “venduta” e pubblicizzata come un contatto rispettoso e discreto con la natura, anche da sedicenti guide e da tutti coloro che vogliono continuare a portare avanti uno sfruttamento senza precedenti del territorio.

Eh sì, perché come se non bastassero sconfinate fiumane di bipedi a impestare sentieri, montagne, laghi alpini e rifugi - portando in dote fracasso, immondizia e mastodontiche dosi di stress per la fauna selvatica -, nemmeno i corsi d’acqua sembrano essere immuni alla smania dell’overtourism.

Ma che sedicenti naturalisti, trasmissioni televisive, associazioni e amministrazioni cerchino in tutti i modi di incitare e invogliare la gente a invadere i torrenti, me ne frego. Prendo le distanze e aborro chi sostiene di amare la natura salvo poi alambiccarsi di continuo per inventarsi mille e più modi di violentare un territorio esausto e sfruttato.

Le zone umide e le acque dolci sono habitat delicatissimi, a grave rischio più o meno dappertutto, già fortemente compromessi da attività umane – o dalle loro conseguenze – come inquinamento del suolo e delle acque stesse, alterazione e modifiche dei corsi d’acqua, sporcizia e immondizia, distruzione e sfruttamento degli habitat, disseccamenti dovuti a siccità prolungate e riscaldamento climatico, eventi meteorologici estremi, introduzione di specie alloctone distruttive. L’ittiofauna autoctona d’acqua dolce (i pesci) è al collasso, con diverse specie sull’orlo dell’oblio e ridotte a piccole popolazioni isolate e/o endemiche, e altre ancora localmente estinte. Gli anfibi sono un taxon già di per sé a rischio, con tutta la fase riproduttiva – ovature, girini e forme giovanili – messa gravemente a rischio ovunque dalle attività umane, diverse specie in pericolo e altre che se esistono ancora è un miracolo. A tutto ciò si aggiunge il grande numero di altri vertebrati (rettili, uccelli, mammiferi) che basano la loro stessa esistenza su quella di corsi d’acqua ancora al limite della decenza. Per non menzionare gli invertebrati, un numero sconfinato di specie che stanno andando incontro a estinzioni locali un po’ dappertutto, con menzione speciale al gambero e al granchio di acqua dolce (rispettivamente Austropotamobius pallipes e Potamon fluviatile).
Il tutto senza contare il substrato continuamente rivoltato e rimescolato dalle mandrie di turisti buttati a camminare negli alvei dei torrenti, con conseguente eutrofizzazione e acque rese torbide da fango e limo sollevati continuamente dai fondali.

Ma di tutto questo, cosa frega ai turisti? Ormai il territorio deve essere sfruttato fino all’ultimo millimetro quadrato, e orde barbariche di bipedi devono riversarsi ovunque calpestando, rovinando, baccanando, distruggendo. Tutto in nome dei dio denaro, del divertimento, dei selfie “avventurosi”. Lo spazio vitale di moltissime specie, gran parte delle quali sconosciute alla massa – ma a chi vuoi che importi di rane, pesci e gamberi? -, vivono in spazi incontaminati sempre più ristretti. Fanno sempre più fatica. Sono sempre più rari. Eppure, queste attività vengono sovente svolte anche in parchi e aree protette. Troppo facile prendersela col turista medio ignorante, paragonabile a una scimmietta vogliosa di fare casino e fotografie e lanciata in ogni dove a far danni. Me la prendo con chi dovrebbe vegliare su un dato territorio e preoccuparsi di amministrarlo con cura/tutelarlo e finisce per permettere e autorizzare questi scempi.

A tutti dunque dico: informatevi e cercate di capire quanto un’attività – sebbene venga pubblicizzata come rispettosa di ambiente e natura – possa essere più o meno impattante. Mi sembra chiaro che la direzione intrapresa sia quella sbagliata, il tutto fa parte sempre del solito discorso dell’uomo che si crede padrone e dunque in diritto di fare e disfare ciò che vuole su ogni angolo di pianeta.

Il mantra continua a essere “se porta soldi, lo facciamo. Del resto, ce ne freghiamo”.
No, non è così che deve andare.

24/07/2025

“Vivere le Dolomiti senza limiti”: ecco lo slogan lanciato da Ski.it, il consorzio che raccoglie Funivie Folgarida Marilleva, Madonna di Campiglio e Pinzolo.

Il vento“I Tibetani…venerano il vento e il cielo. Il blu e il bianco sono i colori celestiali del dio B’on, che è consid...
20/07/2025

Il vento

“I Tibetani…venerano il vento e il cielo. Il blu e il bianco sono i colori celestiali del dio B’on, che è considerato un’incarnazione dello spazio e della luce, e le creature delle grandi altezze, il grifone, il mitico garuda e il dragone, sono diventati i simboli del B’on. Per i buddisti tibetani le bandierine rituali e le campanelle appese all’aperto confidano al vento le aspirazioni spirituali.”

Peter Matthiesen, The Snow Leopard (1978)

“Il vento è l’unico modo con cui una pianta può fare musica.
Gli abitanti delle Isole Cook avevano un nome diverso per trentadue tipi di vento.
Presso gli Ebrei, gli Arabi, i Romani, i Greci e gli Aztechi la parola “Spirito” derivava dalla parola che indica il vento.
Intorno al 1880 un americano che si trovava a Point Barrow in Alaska vide le donne eschimesi scacciare il vento dalle case con bastoni e coltelli mentre gli uomini stavano all’esterno attorno a un fuoco destinato ad attrarre il vento. Questi ultimi, appena ritennero che il vento fosse giunto alle fiamme, lo presero a fucilate e versarono una tinozza d’acqua sul fuoco. E quando il vento agonizzante cercò di sollevarsi sotto forma di vapore dalle braci sfrigolanti, gli uomini lo schiacciarono con un macigno.
Di tutti i fenomeni della natura il vento è probabilmente il meno compreso e il più incotrollabile.”

Peter Steinhart, Tracks of the Wind (1988)

Indirizzo

Fiumicino
00054

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