Chiara Benini - psicologa psicoterapeuta

Chiara Benini - psicologa psicoterapeuta Psicoterapeuta sistemico-relazionale, supervisore e didatta presso il CSAPR di Prato, autrice ed esp

19/11/2025
01/09/2025

L'estate si è chiusa con i giorni intensi del congresso Efta/Relates.
Ora si torna in studio!!!

29/07/2025

«No a una visione psichiatrico-centrica: serve una rete integrata e accessibile per il benessere delle persone».
Con queste parole la Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, interviene sul Piano Nazionale di Azione per la Salute Mentale 2025-2030. Il CNOP ha inviato una nota ufficiale con proposte di modifica per correggere alcune criticità del testo.

«Il documento – sottolinea la Presidente – rischia di compromettere l’equilibrio tra le dimensioni biologica, psicologica e sociale. Non solo attenzione e cura della psicopatologia. Prevenire, intervenire precocemente e offrire una risposta appropriata e integrata sono obiettivi da perseguire, oggi più che mai».

Le criticità principali:

-psicologo di primo livello nei DSM, anziché nei servizi territoriali di prossimità;

-rischio di psichiatrizzazione precoce, anche in età evolutiva;

-confusione di ruoli e interventi nei Consultori.

«Lo psicologo di assistenza primaria deve essere attivo nei servizi di prossimità – afferma la Presidente Gulino – dove può intercettare precocemente il disagio. Nei Consultori Familiari non va confuso l’intervento psicologico con quello giudiziario».

Il CNOP propone un modello in linea con la normativa, i LEA e il DM 77/2022.
«Il nostro obiettivo – conclude la Presidente Gulino – è rafforzare davvero la sanità territoriale, puntando su équipe multidisciplinari, su un’organizzazione chiara dei ruoli e sul pieno riconoscimento della professionalità psicologica».

🔎https://www.psy.it/il-cnop-chiede-modifiche-al-piano-nazionale-di-azione-per-la-salute-mentale-2025-2030/

04/01/2025
12/11/2024
Oggi trasferta romana, per il 30 anni dall'istituzione delle scuole di specializzazione in psicoterapia. E poi, di corsa...
04/04/2024

Oggi trasferta romana, per il 30 anni dall'istituzione delle scuole di specializzazione in psicoterapia. E poi, di corsa in studio!

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27/03/2024

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Banksy.....Gaza.

Una giornata intensa, con il piacere di rivedere colleghi lontani e di ascoltare nuove voci.
28/10/2023

Una giornata intensa, con il piacere di rivedere colleghi lontani e di ascoltare nuove voci.

La dolorosa consapevolezza che il dolore genera dolore, una storia di ingiustizie alimenta nuove ingiustizie. In un temp...
28/10/2023

La dolorosa consapevolezza che il dolore genera dolore, una storia di ingiustizie alimenta nuove ingiustizie. In un tempo in cui proliferano i conflitti, avere speranza è un atto di faticosa resistenza. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=716435560503221&id=100064103499185

Scrisse una volta Bateson che le sequenze comunicative che intercorrono fra gli Stati in conflitto fra loro si muovono su regole molto simili a quelle che siamo abituati a verificare nel conflitto fra le persone. Poca differenza c’è, dal punto di vista della comunicazione, fra gli scambi di insulti e di minacce fra Israele ed Hamas e quelli che si verificano nelle coppie in crisi. Invocare, proporre o imporre una tregua è difficile, in tutte queste situazioni, perché il convincimento di essere nel giusto è assoluto e la demonizzazione dell’altro corrisponde regolarmente al sentimento di essere vittima della sua inspiegabile malvagità.
Ragionando in termini di livello di funzionamento del pensiero, quella cui ci troviamo di fronte in tutte queste situazioni è una regressione ad un livello borderline. Personale o di gruppo. L’impulsività dei giudizi e dei comportamenti rende impossibile qualsiasi forma di dialogo anche con chi, fuori dal conflitto, tenta di far ragionare i contendenti sulla complessità della situazione in cui si trovano e viene percepito e definito subito come nemico o un alleato del nemico.
Il terapeuta o il Giudice possono avere la possibilità, nel caso della coppia di interrompere questo tipo di escalation
se i membri della coppia sono stati educati a riconoscerne il ruolo e l’autorità. Quando ciò non accade, la violenza spesso dilaga, fino alle estreme conseguenze. Nei conflitti internazionali, il giudice avrebbe dovuto essere l’ONU, questo almeno fu il sogno sognato da chi amava la pace al termine della seconda guerra mondiale. Il ruolo dell’ONU viene oggi brutalmente negato, però, da Israele oltre che da gran parte dei governi e dei media occidentali che nell’ONU evidentemente non credono più e che si sono schierati senza se e senza ma dalla parte di Israele. Il conflitto andrà avanti, dunque, senza tregue o pause di riflessone. Uccidendo ogni giorno di più civili inermi e bambini. Il cui numero purtroppo è importante anche se Luigi Manconi su la Repubblica di oggi dice che i numeri contano poco. Perché le vittime dei conflitti, internazionali o di coppia, sono sempre e soprattutto i bambini.
Di cui possiamo dire con grande tristezza che corrono un rischio molto grave, anche se hanno la fortuna di sopravvivere, di ripetere da grandi le follie solo apparentemente lucide di chi offende cosi la loro infanzia.

Chapeu! Il senso sano della competizione. Ti fa diventare parte di qualcosa, temere e sperare senza per questo tifare co...
24/08/2023

Chapeu! Il senso sano della competizione. Ti fa diventare parte di qualcosa, temere e sperare senza per questo tifare contro. Visione rara, dentro e soprattutto fuori dal mondo sportivo.

Il senso del competere.
Siamo a Budapest, mondiali di Atletica, gara di salto con l’asta femminile.
Dopo 3 ore di grande competizione, accade qualcosa.
Uno di quei momenti che fanno lo sport più vero.
Katie Moon, americana, campionessa olimpica e mondiale in carica, salta 4.90.
L'unica a resisterle è l'australiana Nina Kennedy.
Le due atlete si confrontano sull'ultima misura.
Ma qui accade qualcosa: prima dell’ultimo salto di Katie Moon, sì vede Nina Kennedy che ha già fallito il suo, che invece di sperare nell'errore di Moon, incita la campionessa in carica appladendola tenendo il ritmo con le mani.
Un gesto di sportività eccezionale.
Poi anche Moon non riesce nell’ultimo salto.
A quel punto due possibilità: la prima è andare avanti, la seconda invece è condividere l'oro.
Kennedy lascia la scelta per "rispetto" alla campionessa in carica. Che decide di dividere l'oro con lei che, incredula, continua a chiederle: "Ma sei sicura?"
“Sì” è la risposta.
Eccole le due nuove campionesse del mondo in carica.
In una immagine che ci commuove.
Proprio come accadde ai Giochi di Tokyo, quando Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim scelsero di condividere l’oro.
Il senso dello sport è tutto qui: competere (che significa in origine “andare insieme verso un medesimo punto”) e rispettarsi.

Indirizzo

Florence
50132

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