31/10/2025
📍La fotobiomodulazione transcranica: cenni dalla letteratura scientifica
👉Il termine “fotobiomodulazione” è stato utilizzato per la prima volta in maniera formale da Yu e colleghi nel 1997.
✔️L’espressione “fotobiomodulazione” è composta da 3 parti che ne esplicitano sinteticamente il significato: “foto”, cioè “luce” (dal greco, φως, traslit. phòs), “bio”, cioè “tessuti viventi” (dal greco βίος, traslitt. bìos, “vita”) e, infine, “modulazione”, nel senso di “alterazione”.
✔️ La fotobiomodulazione, di seguito indicata come PBM (dall’inglese “photobiomodulation”), può essere definita come “… l’applicazione non termica della forma non ionizzante della radiazione elettromagnetica per stimolare i processi biologici” (Salehpour et al., 2023, p. 2);
✔️ Le fonti di luce attualmente utilizzate sono: il laser (fonte coerente) e i LED (light-emitting diodes, fonte non coerente), i LED, che si basano sul principio dell’elettroluminescenza, possono essere utilizzati per il trattamento di varie patologie e sono una valida alternativa al laser, sicura ed efficace, perché:
1) Gli strumenti che erogano PBM a LED sono portatili e possono essere utilizzati con facilità sia negli ambulatori/studi professionali che al domicilio senza necessità di un lungo e complesso addestramento all’uso;
2) I LED hanno ricevuto l’autorizzazione FDA per il loro utilizzo sugli esseri umani;
3) La loro applicazione produce un livello di calore minimo, cosa che riduce drasticamente il rischio di bruciature;
4) I LED vengono generalmente montati su supporti (tipo caschi o cuffie) che possono formare una disposizione dei moduli preposti all’irradiazione piuttosto ampia e adattabile, utile per bersagliare anche una superficie ampia (Salehpour et al., 2023).
✔️La luce utilizzata è quella del vicino infrarosso.
👉 In quasi la totalità degli studi clinici pubblicati, la PBM sul cervello ha dimostrato di essere ben tollerata e di non portare effetti collaterali significativi, nemmeno su individui che assumevano antidepressivi, farmaci per il miglioramento cognitivo o che attendevano sedute di psicoterapia (Salehpour et al., 2023).
📌Attualmente, la PBM trova diverse applicazioni terapeutiche, poiché si è mostrata efficace nel favorire, tra le altre cose, la microcircolazione, la riparazione dei tessuti, la riduzione del dolore, degli edemi, dello stress ossidativo e dell’infiammazione in diverse patologie, sia traumatiche che croniche (Salehpour et al., 2023).
👉Ultimamente è cresciuta anche l’attenzione per l’utilizzo della PBM come “terapia neuroprotettiva e neuro restaurativa per il trattamento delle lesioni e delle patologie del sistema nervoso centrale – SNC -)” (Salehpour et al., 2023, p. 3).
✔️ Dalle evidenze scientifiche risultate dai vari studi condotti nel tempo, emerge che la PBM possiede alcuni meccanismi sottostanti, ad azione neurobiologica, che spiegano la sua efficacia a livello neuroprotettivo, tra cui: il miglioramento dell’attività metabolica neuronale, la facilitazione di risposte antinfiammotorie, antiossidanti e antiapoptotiche; la stimolazione della neurogenesi e della sinaptogenesi, nonché la regolazione dei neurotrasmettitori (Salehpour et al., 2023)
👉Il mio studio, Studio Barbara Calcinai a Firenze , offre sessioni di fotobiomodulazione transcranica per una gamma di disturbi – previa valutazione caso per caso e, ove necessario, parere del medico curante o dello specialista - al fine di favorire il benessere del paziente.
👉 Le sessioni durano circa 20 minuti e sono facilmente sostenibili anche dai bambini. Lo strumento utilizzato è leggero, non invasivo e non limita la libertà di movimento.
Per informazioni:
📧 studio@barbaracalcinai.it