Dott.ssa Carolina Strada - Psicologa

Dott.ssa Carolina Strada - Psicologa Consulenza/sostegno psicologico via Skype ,counseling alimentare, coaching sportivo

Sostegno psicologico per soggetti con problemi di peso e consulenza psicologica anche online mediante Skype (nel rispetto delle linee guida per le prestazioni psicologiche via internet, a distanza e a garanzia della privacy)

Supporto psicologico e motivazionale nell'aderenza al piano alimentare

Gestione delle emozioni e riconoscimento della fame emotiva

Monitoraggio alimentare

Sostegno psicologico per pazienti affetti da patologie croniche (es.: celiachia, diabete)

Sostegno genitoriale nell'ambito delle problematiche relative alla gestione del comportamento alimentare del bambino

Iscrizione Ordine Psicologi della Toscana n°7199

Lasciar andare non ha niente a che vedere con l'eliminare.Le emozioni servono.E ogni movimento interiore ci racconta qua...
14/09/2025

Lasciar andare non ha niente a che vedere con l'eliminare.

Le emozioni servono.

E ogni movimento interiore ci racconta qualcosa di prezioso. Per noi e per la nostra vita in relazione agli altri e al mondo.

Il problema è che a volte rimaniamo lì.
Come in una lotta nel fango.
Continuando a rimestare, smuovere, ritrovandoci sempre di più incastrati nella melma.

Lasciar andare ha a che vedere con lo smettere di intoss1carci la vita, l'animo e il tempo.
Ha a che vedere con l'accettare.
Con il farsi attraversare senza la pretesa di risolvere.
Che a volte, semplicemente, non si può.
Che a volte, risolvere, significa spostarsi e intessere vita nuova.
Qualsiasi cosa sia accaduto.
Non da tutto bisogna proteggersi più.

Accogli la rabbia, ascoltala, ma raccontale che non ci bisogno rimanga lì a difenderti.
Che puoi andare oltre, e va bene così.

❤️‍🩹

Il rapporto col nostro corpo non dovrebbe avere a che fare con l'amore. Quanto piuttosto con l'affetto, il bene, la cura...
07/06/2025

Il rapporto col nostro corpo non dovrebbe avere a che fare con l'amore. Quanto piuttosto con l'affetto, il bene, la cura.
La consapevolezza che ci starà sempre addosso. E il modo in cui lo trattiamo (e ci trattiamo) può condizionare il modo in cui viviamo le esperienze, le emozioni, la vita.

Il rapporto col corpo dovrebbe assomigliare al rapporto che si ha con un figlio, ben più che a quello che si ha con un amante. Fatto di emozioni soffici, di carezze silenziose, di rimproveri e perdoni. Imperfetto e stropicciato, ma incondizionato.

E va bene, è normale perdersi un po'. È normale farsi avviluppare dai messaggi esterni, costanti, faticosi. Fa parte del processo. Quello che è però essenziale è ricentrarsi. Tornare qui. Ricordare che non c'è bisogno che tu invalidi le tue emozioni o che certi pensieri non arrivino. Ma c'è bisogno di ricordare che puoi scegliere cosa fartene. E capire cosa è davvero essenziale per te. Nella tua vita.
L'unica vita che puoi vivere, nell'unico corpo in cui starai.

Oggi sono qui a ricordarti che non c'è bisogno che tu lo ami, per potertene prendere cura. Non c'è bisogno che ti piaccia, affinché tu possa apprezzarlo. Non c'è bisogno che sottostia a standard imposti per poter riconoscere tutto ciò che può fare per te. Al di là dell'immagine, al di là della pelle, al di là di tutto il Mondo fuori.

🌺

C’è una grande differenza tra non accorgersi di ciò che si mangia…e scegliere di mangiare per non accorgersi di ciò che ...
03/06/2025

C’è una grande differenza tra non accorgersi di ciò che si mangia…
e scegliere di mangiare per non accorgersi di ciò che si sente.

Nel primo caso, siamo travolti dalla fretta, dal multitasking, da una quotidianità che non ci lascia il tempo di fermarci a respirare, ed il cibo viene travolto nel vortice della velocità.
Nel secondo, il cibo diventa un rifugio, una coperta calda contro emozioni che non sappiamo dove mettere. Che pensiamo di non poter affrontare. Emozioni faticose.
A volte ci distraiamo dal nostro giudizio di aver mangiato qualcosa di non previsto. Continuiamo a mangiare per allontanare nel tempo e nello spazio un senso di colpa che, avendo mangiato troppo, pensiamo che ci divorerà.

Né l’uno né l’altro modo ci nutre davvero. Perché in nessuno dei due modi siamo, stiamo, gustiamo.
Portare consapevolezza al gesto del mangiare è anche un atto di cura verso se stessi.
Riconoscere perché mangiamo è uno dei primi passi per ritrovare equilibrio, presenza, libertà di scegliere.
Ti ci ritrovi? Pensaci e se vuoi scrivimelo o lasciami un biscottino nei commenti 🍪

Non sempre, perché a volte l'animo sbatacchia tanto da terremotare la pelle e farci sentire stropicciate.Ma a volte sì.A...
29/05/2025

Non sempre, perché a volte l'animo sbatacchia tanto da terremotare la pelle e farci sentire stropicciate.

Ma a volte sì.

A volte vuol dire che si smette di osservarsi da fuori
e si inizia a vivere da dentro.

Vuol dire non correre più per piacere o per essere chi non si è ma ci si accoglie come si è arrivate oggi.

Vuol dire che la nostra voce
ha un posto nel mondo
e che le nostre fragilità non ci sminuiscono ma ci rendono umane.

Quando il mio corpo è casa e
non gabbia.
Quando si lascia spazio all’autenticità senza dover chiedere il permesso.

È una bellezza che non si standardizza ma si sente, che muove, che vive.

È una goccia di vita.

­ ­ ­autentiche

Ho tanta fame. E a volte mi piacerebbe davvero provare piacere. Accogliere frammenti di spensieratezza facendomi accarez...
25/05/2025

Ho tanta fame. E a volte mi piacerebbe davvero provare piacere. Accogliere frammenti di spensieratezza facendomi accarezzare dalla vita. Ho bisogno di riposo, mi piacerebbe affrancarmi, a momenti, da ciò a cui sono sottoposto nel quotidiano di produttivo o funzionale ad un cambiamento. Mi piace muovermi, ma così mi rompo. Scusa se non sono come vorresti, ma non è colpa nostra. È colpa di tuto gli standard che ti bombardano nel quotidiano. Di tutto ciò che ti fa credere che io possa e debba essere modellato di continuo. Che risponda a delle leggi specifiche. Che a determinati stimoli dovrei rispondere esattamente in un determinato modo. Abbi pazienza.
Io vivo. E faccio tutto il possibile. Ma a volte non è abbastanza. A volte, avrei solo bisogno di una carezza gentile. Di ascolto, comprensione, compassione.
Io vivo. Qui per te.
Qui con te.
Anche se non vado bene.
Cerca di volermi bene.

Ti direbbe questo, se potesse parlare.
Abbassa il volume della rabbia, e mettiti in ascolto.

❤️‍🩹

È uno strano paradosso.Più cerchi qualcosa, più si sposta in là.Più corri in quella direzione, più la metà sembra irragg...
19/05/2025

È uno strano paradosso.
Più cerchi qualcosa, più si sposta in là.
Più corri in quella direzione, più la metà sembra irraggiungibile.
E nell'investirci sempre di più, appare essenziale.
Tempo, denaro, vita.
Passioni, idee, emozioni.
Accartocciate nella ricerca.
Nel cercarle dove si pensa siano.
Dove si vede luce, anziché dove si trovano davvero.
Dove abbaglia, non dove ci potremmo illuminare.
Dove suona la società, non nella musica che ci farebbe ballare davvero.
La tua sicurezza e la tua felicità sono preziose.
E non si trovano nel continuo miglioramento corporeo.
Non si troveranno nel compensare un mai abbastanza che non ha niente a che fare col trucco, con la cellulite, col filo di grasso che vedi anche dove non c'è.
Molte cose che si trovano dentro, non potranno mai essere aggiustate dal fuori.

Prenditi cura di te. 🩷
Il tuo valore e quello del tuo tempo, della tua vita e delle tue emozioni è molto più in là.

Anche gli psicologi provano tristezza. Forse, rispetto ad altri, casomai hanno gli strumenti per conoscerla, accoglierla...
13/05/2025

Anche gli psicologi provano tristezza.

Forse, rispetto ad altri, casomai hanno gli strumenti per conoscerla, accoglierla, ascoltarla. Perché la tristezza non è un ostacolo, un nemico o qualcosa da cui scappare: è una bussola. Uno dei colori del nostro arcobaleno interiore. Ciò che può fare la differenza sono gli strumenti per non restare intrappolati nella sofferenza. Stando, sentendo, accettando, attraversando.

Adesso si può schermare, proteggere, pretendere di trattare certi argomenti con cura. Non trattandone proprio, possibilm...
07/05/2025

Adesso si può schermare, proteggere, pretendere di trattare certi argomenti con cura. Non trattandone proprio, possibilmente. E nel caso fosse necessario, educando all'accettazione della diversità. Del rispetto di qualsiasi corpo. Della dignità di qualsiasi essere umano, a prescindere dalla forma che ha.
Non è che non si possa più dire niente, è che nel tempo si è capito quanto male abbiano fatto tutte quelle parole non pesate arrivate come bombe su pelli fragili.
Si è capito che rendere il corpo argomento porta le persone a iniziare a giudicare sé stessi fin dalla più tenera età.
Si è capito che rispondere non è un gesto di maleducazione, ma anzi è cura e protezione.
Si è capito che crescere non è un gioco da ragazzi.
E il corpo non è terreno su cui poter condensare chiacchiere e giudizi non richiesti.
Ogni volta che il corpo di tuo figlio è sottoposto ad un occhio e a parole giudicanti sentiti in diritto di rispondere.
Di non lasciar passare.
Di schermare.
Perché ogni commento, giudizio o valutazione può diventare un sassolino nel cuore.
E per dirlo, un po', anche a te.
Che anche il tuo corpo merita affetto e rispetto.
Così come il suo. Così come il tuo, alla sua età.
Così come quello di tutti.

Non ho la presunzione di darti la risposta definitiva, ma scelgo di proporti uno spunto di riflessione.Perché si parla t...
05/05/2025

Non ho la presunzione di darti la risposta definitiva, ma scelgo di proporti uno spunto di riflessione.

Perché si parla tanto di "amare il proprio corpo" quando a volte sembra già un successo non odiarlo, sopportarlo, portarlo addosso quando ci se ne vorrebbe liberare.
Amare il proprio corpo non significa guardarsi allo specchio e piacersi sempre o dargli cura e attenzioni quando "le merita". Significa, piuttosto, scegliere ogni giorno di rispettarlo, anche nei momenti in cui ci sembra immensamente difficile farlo.

Significa impegnarsi ad essere presenti con noi stessi con gentilezza, anche nelle imperfezioni, anche nei giorni in cui ci sentiamo inadeguati. È un cammino fatto di ascolto, di pazienza e di cura.

È esserci, anche quando non funziona come vorremmo.
Ascoltarlo, quando la testa parla di altro.
Ammorbidire lo sguardo, anche quando gli occhi lo taglierebbero con le lame del disprezzo.

È stringerlo, anche quando ci sta stretto.
È stare con lui, sapendo che non possiamo fare altrimenti, nel modo migliore possibile. Come si può.

Non è il corpo a sbagliare, ad essere sbagliato. Un corpo non provoca. Ma spesso subisce.Sguardi, commenti, complimenti ...
03/05/2025

Non è il corpo a sbagliare, ad essere sbagliato.
Un corpo non provoca. Ma spesso subisce.
Sguardi, commenti, complimenti che si appiccicano sulla pelle insegnando un fastidio profondo.
Un fastidio che viene assorbito, sentito, metabolizzato.
Tanto da pensare che sia colpa del corpo. Tanto da pensare che quella lancia che è arrivata da fuori, avremmo potuto evitarla. Nascondendoci. Modificandoci.
Plasmandoci. Ma nessun corpo può diventare trasparente.
Nessun corpo può rendere immuni da una società che vede un organismo vivente come oggetto da valutare, pesare, giudicare.
Quel peso anche se ti arriva addosso non è tuo, e non è il tuo corpo a doverlo pagare.
Ascoltalo, non giudicarlo.
Abitalo, non nasconderlo.
Prenditene cura, senza colpevolizzarlo.
Comincia da te.

Questo post è per aggiungere, non per togliere.Per ampliare, non per negare.Per ricordarti che oltre a tutto quello che ...
01/05/2025

Questo post è per aggiungere, non per togliere.
Per ampliare, non per negare.
Per ricordarti che oltre a tutto quello che vedi, c'è qualcosa di più. Qualcosa che funziona silenziosamente e incondizionatamente. Qualcosa che si muove anche senza deciderlo. Anche senza porci attenzione.
Qualcosa di unico, che al di la della sua forma ha una funzione essenziale.
Questo post vuole solo ricordarti di ampliare lo sguardo.
Perché le tue palpebre, il tuo cuore, i tuoi polmoni e anche tutte le altre parti che non vedi, OGGI hanno collaborato.
Ci hanno permesso di esserci.
Di vedere.
Di vivere.
E lo fanno anche quando non ci trattiamo bene.
Anche quando non ci pensiamo.
Anche quando vorremmo una pelle diversa, dimenticando che c'è qualcosa dentro che dovremmo preservare, ricordare, curare.
Non invalidare le tue fatiche.
Ma se puoi, pian piano, aggiungi un goccino di gratitudine.

❤️‍🩹

Che il perché non cambia il cosa, ma può cambiare il come.Nessun motivo polverizza emozioni apprese, radicate, assorbite...
26/04/2025

Che il perché non cambia il cosa, ma può cambiare il come.
Nessun motivo polverizza emozioni apprese, radicate, assorbite.

Nessun motivo, in un soffio, cambia le carte in tavola. Ma certi motivi, certe consapevolezze, certe riflessioni, possono fungere da caldo abbraccio.

Possono fungere a capire che non sei tu, ad essere rotta, ma il sistema nel quale sei cresciuta. Quel sistema che frammentandoti in pezzi ed educandoti ad analizzarli alla fine, lentamente, ti fa sentire sbriciolata.

Ma non c'è niente di rotto in te o nel tuo corpo.

C'è che però rischi di romperti, avallando la narrazione.
Rischi di romperti se non la metti in discussione. Se non ti prendi per mano e riconosci che in tutto questo tempo hai tolto aria, tempo, energia e luce a tutto quello che saresti potuta essere, oltre la tua pelle. Oltre la tua immagine. Oltre l'analisi di pezzi da aggiustare.

Che la vita è troppo corta per viverla aggiustandosi prima di permettersi di vivere.

Che tu sei e puoi essere troppo di più, per fermarti lì.

❤️‍🩹

Indirizzo

Florence
50141

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