
25/07/2025
Le Emozioni non sono Nemiche, ma Guide.
Quando il Ta**ra incontra la Psicologia Moderna.
Quante volte ci siamo sentiti in balia delle nostre emozioni? Quante volte abbiamo pensato che i nostri pensieri fossero ostacoli, distrazioni o "difetti" da combattere o reprimere?
Ebbene, il Sūtra 9 del Vātūlanāthasūtra, un testo tantrico antichissimo, ci svela una verità rivoluzionaria, un segreto che può cambiare il nostro modo di vivere: queste che percepiamo come "emozioni negative" o "distrazioni" citate nel testo come fame (kṣudhā), sete (tṛṣṇā), l'invidia (īrṣyā), e in ultimo i nostri pensieri incessanti (cogitazione). ebbene queste, non sono affatto nemiche. Sono, in realtà, "Dee", archetipi di emozioni profonde, aspetti sacri della Coscienza stessa che, se impariamo a riconoscerle per quello che sono, possono guidarci verso una stabilità e una pace interiore che non avremmo mai creduto possibili.
La cosa davvero sorprendente poi è che questa visione millenaria, così profonda e apparentemente lontana, trova risonanze sorprendenti con le scoperte e gli approcci della psicologia moderna. È come se scienza e spiritualità si tendessero la mano, confermando la stessa verità da angolazioni diverse.
L'Accettazione Radicale e la Potenza della Mindfulness e della meditazione:
Nel Tantrismo, l'invito non è a combattere fame, sete, invidia, pensieri (intesi come archetipi di emozioni profonde), ma a "contemplarli come fasi del gioco divino della percezione". Sembra quasi un paradosso, vero?
E invece, la psicologia moderna, con terapie come la Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) e la Dialectical Behavior Therapy (DBT), ci insegna proprio questo: l'importanza dell'accettazione radicale delle emozioni.
Non si tratta di reprimerle o far finta che non esistano, ma di imparare a riconoscerle, a osservarle senza giudizio, permettendogli di fare il loro "corso naturale". Questo non significa arrendersi al dolore, ma smettere di lottare contro di esso, liberando un'energia incredibile che possiamo usare per risposte più costruttive.
Le quattro Dee, come archetipi di emozioni profonde, sono forme divine della coscienza stessa:
La Fame (kṣudhā): Immaginatela come il simbolo del Grande Riassorbimento. Ha una natura quasi "divoratrice", perché ogni cosa, in fondo, tende a rientrare nella Coscienza da cui è emersa. È il desiderio profondo, primordiale, dell'Uno che vuole consumare la molteplicità, riportandoci all'essenza.
La Sete (tṛṣṇā): È quell'impulso sottile verso la "secchezza", il distacco, la ritrazione. È una forma di ritiro dalla forma, una sete che svuota, sì, ma che ci porta anche al silenzio interiore, a un'essenzialità liberatoria.
L'Invidia (īrṣyā): Qui è vista come la radice della percezione duale. È quella forza che crea la separazione tra soggetto e oggetto, la tensione del confronto. Ma, incredibilmente, è anche il dinamismo che tiene unita la manifestazione, un motore che ci spinge a interagire con il mondo.
La Cogitazione (cintā): Rappresenta l'emanazione, il flusso ininterrotto dei pensieri, delle immagini, delle intenzioni. Non è un errore, un disturbo, ma il pensiero stesso inteso come una vibrazione creativa, un'energia che dà forma alla realtà.
In sintesi, queste Dee sono aspetti sacri del gioco della Coscienza che, se riconosciuti nella loro verità, possono condurci a una stabilità profonda nel Sé.
Le Emozioni: Non Problemi, ma Preziose Informazioni e Risorse: Il Tantrismo ci dice che queste "Dee" sono "gesti primordiali della coscienza", "movimenti cognitivi archetipici" che, grazie alla pratica meditativa e contemplativa tantrica, ci possono aiutare a raggiungere una conoscenza profonda del Sé. E la psicologia moderna? Ci conferma che ogni emozione, anche quelle che etichettiamo come "spiacevoli" (come rabbia, paura, tristezza), porta con sé un'informazione preziosa. Non sono "difetti" da eliminare, ma segnali. Ci indicano bisogni, valori, o situazioni che richiedono la nostra attenzione. Imparare a riconoscerle e a "dare loro un nome" (quella che chiamiamo consapevolezza emotiva) ci permette di agire in modo intenzionale, anziché reagire d'impulso.
Integrare l'Ombra per una Crescita Autentica: Nel Tantrismo, riconoscere queste forze come "Dee interiori" le trasforma in una "potenza liberatrice". Questo concetto risuona fortemente con la psicologia moderna, in particolare con l'integrazione dell'ombra (un'idea che deriva dagli studi di Jung) o con la psicologia transpersonale. Queste correnti suggeriscono che gli aspetti di noi stessi che tendiamo a negare o a giudicare (le nostre "ombre", che possono includere invidia o desideri primari) non sono da nascondere, ma contengono energia vitale e un enorme potenziale di crescita. Integrandoli consapevolmente, possiamo raggiungere una maggiore completezza e un benessere psicologico più profondo.
Autoregolazione e la Via alla Stabilità Interiore: Il riconoscimento di queste "Dee" ci conduce, secondo il Tantrismo, a una "stabilità totale nel Sé" e a una "dimora stabile nel cuore della coscienza". La psicologia moderna, dal canto suo, sottolinea l'importanza cruciale dell'autoregolazione emotiva per la salute mentale. Non si tratta di controllare o eliminare le emozioni, ma di imparare a canalizzarle in modo costruttivo, sviluppando quella resilienza e quell'equilibrio interiore che ci permettono di affrontare le sfide della vita con maggiore serenità e adattabilità.
In sintesi, è affascinante notare come sia il Tantrismo che la psicologia moderna, pur partendo da approcci diversi, convergano sulla stessa, profonda verità: il vero benessere e la realizzazione non nascono dalla soppressione o dal giudizio delle nostre esperienze interiori, ma dalla loro consapevolezza, accettazione e integrazione. Ciò che un tempo sembrava un ostacolo, si rivela essere un potente alleato nel nostro viaggio verso la pienezza.
L'antica saggezza degli insegnamenti tantrici era così profonda da risultare incredibilmente attuale, trovando piena realizzazione e conferma nelle scoperte scientifiche moderne, guidandoci verso la chiave della pace e della realizzazione che è dentro di noi.
Gabriele Gailli