Psicologia SenzaCamice - Ada Moscarella

Psicologia SenzaCamice - Ada Moscarella Psicologa, psicoterapeuta. A Firenze e online. Nata a Napoli nel 1983, dal 2016 vivo a Firenze.

Da sempre convinta che solo una sana colleganza potrà dare alla categoria una psicologia all'altezza dei nostri sogni, nel 2014, insieme a Luca Pezzullo, ho dato vita a Diventare Psicologo, la più grande community di psicologi su Facebook che unisce studenti, professionisti e rappresentanti istituzionali e ormai conta più di 22mila iscritti che si incontrano online e offline. Sono una libera professionista, con una specializzazione in psicoterapia sistemico-relazionale e la passione per la psicologia su internet. Da Maggio 2017 ricopro la carica di Consigliere di Indirizzo Generale in ENPAP per il quadriennio 2017-2021 con il gruppo AltraPsicologia.

Facciamo così: usciamo dal teatrino del vittimismo dei camerati e delle polarizzazioni strumentali, e proviamo a dare al...
14/09/2025

Facciamo così: usciamo dal teatrino del vittimismo dei camerati e delle polarizzazioni strumentali, e proviamo a dare all’omicidio di Kirk una cornice più sensata, che riguarda tutti e tutte.
Un uomo che odiava è stato ucciso da un altro uomo che odia.
L’odio può nascere in molti modi.
A volte è frutto di deformità della mente, altre della spregiudicatezza dei leader, altre ancora delle frustrazioni di chi si sente oppresso, altre dalla banalità del male.
Negli ultimi anni abbiamo finito per legittimarlo: non solo come diritto a provare paura, rabbia, a vivere la critica e il contrasto, ma come possibilità accettabile di agire per cancellare il soggetto – o la categoria di soggetti – odiati.
Così i soggetti diventano oggetti.
Non solo odiati, ma odiabili.
Ogni tentativo di fermare questa deriva viene bollato come “censura”, “perbenismo”, “politically correct”, “attacco alla libertà di espressione”.
La crescente normalizzazione della violenza come strumento per risolvere i conflitti, dal più piccolo dei contesti a quelli più grandi, fino ai conflitti internazionali, ha raggiunto livelli inquietanti e angoscianti.
Non si tratta più di aggredire l’altro, in un conflitto di istanze, ma di cancellarlo. E basta.
Dentro questo paradigma l’odio è un’opinione come un’altra, e la violenza un linguaggio legittimato, come qualsiasi altro, la cui libertà di potersi esprimere va tutelata.
Con un dettaglio che fingiamo di non vedere: in questo gioco chiunque, prima o poi, può diventare bersaglio.
Nessuno è al sicuro.
Così Kirk, che difendeva con forza il diritto ad andare in giro armati – perché “le armi salvano le vite” – è stato ucciso da un giovane cresciuto in una famiglia repubblicana, vicina alla sua stessa area politica.
Un ragazzo che probabilmente ha potuto comprare un fucile al supermercato.
Abbiamo perso il lusso di chiederci se siamo di destra o di sinistra.
E non perché non esistano più modi diversi di intendere la vita collettiva.
Non è vero che è tutto uguale.
È che semplicemente il senso di ogni posizionamento si è dissolto e l’unica vera domanda che ci è rimasta è: siamo ancora dalla parte dell’essere umano?
Forse è in questa regressione che si spiega perché sempre più persone preferiscono confidare la propria intimità e le proprie fragilità a un’intelligenza artificiale invece che a un altro essere umano.
Perché l’IA, almeno per ora, ci dà l’impressione di restare dalla nostra parte.
Possiamo dire lo stesso del nostro vicino di casa?

📷 Questa foto è del settembre 2019.Ero a un grande convegno di psicoterapia a Napoli: più giorni, sessioni parallele, ta...
13/09/2025

📷 Questa foto è del settembre 2019.
Ero a un grande convegno di psicoterapia a Napoli: più giorni, sessioni parallele, tanti relatori importanti.
🤓 Portavo un intervento dal titolo “Counseling e psicoterapia online”.
In quel momento storico il tema era così inconsueto rispetto al resto del programma che l’unica sessione dove gli organizzatori riuscirono a inserirlo fu quello sulle dipendenze tecnologiche.
Come direbbe qualcuno: “non è un buon inizio”. 😅
L’intervento prima del mio parlava di come la tecnologia stesse distruggendo la relazione umana.
👀 Un brivido mi attraversò la schiena: “E adesso io dovrei parlare della relazione terapeutica... attraverso uno schermo…”.
🥲 Andò come sempre era andata nei tre anni precedenti, da quando avevo iniziato a girare per i convegni.
✅ Io dicevo: “Guardate che questa cosa esiste. Ha potenzialità, ma dobbiamo interrogarci su come cambia la tecnica, sulla cornice deontologica, sui limiti di adeguatezza e sull’enorme vuoto di formazione che abbiamo in merito.”
❌ Dalla platea non arrivavano domande, ma osservazioni come:
“Questa non è terapia.”
“Voi giovani avete sempre fretta di fare le cose” — questa era la mia obiezione preferita, perché almeno, allora, ero ancora giovane (anche se la mia famosa ciocca bianca si vedeva già).
“Che fine fa la relazione?”
Meno di sei mesi dopo arrivò il Covid.
Il resto è storia.
Dalla sera alla mattina, psicologi e psicologhe furono costretti ad adattare i propri setting all’online.
Io passai dalle salette con pochi colleghi ad ascoltare, a tenere webinar con 15.000 partecipanti nel pieno del lockdown.
La pandemia, per fortuna, è passata.
Ma molte delle questioni sono ancora lì, irrisolte.
👉🏻 La formazione degli psicologi è ancora carente.
👉🏻 La riflessione sui limiti e sui criteri di adeguatezza del setting è ancora povera.
👉🏻 Le piattaforme digitali hanno invaso il mercato, hanno ampliato l’accessibilità per pazienti e professionisti, portano con sé nuovi interrogativi:
🫸 sul ruolo del “terzo” commerciale nella relazione terapeutica,
🫸 sulla responsabilità del terapeuta all’interno di questi contesti,
🫸 sui diritti e le tutele per chi lavora.
Nel 2019 mi scontravo con un automatismo: “questa non è terapia”.
Nel 2025, l’automatismo è rimasto praticamente identico, semplicemente sulla polarità opposta: “non cambia nulla, un setting vale l’altro”.
🫤 Ma le questioni sensibili restano aperte.
🤖 Nel frattempo è arrivata l’intelligenza artificiale.
Per me, che ho vissuto in prima linea l’arrivo della terapia online, è un déjà-vu.
Risento le stesse frasi, le stesse riflessioni autoreferenziali, dagli stessi interlocutori.
E sono preoccupata.
Non perché penso che l’IA ci sostituirà.
Anzi, credo possa migliorare il nostro lavoro — se sapremo attraversare questo cambiamento con una bussola chiara: non la difesa della nostra identità professionale, ma l’attenzione ai bisogni dei pazienti.
❌ La mia vera preoccupazione è che, anche questa volta, si arrivi impreparati.
Che si agisca reattivamente, senza riflessione, proprio come con il setting online.
Con un’aggravante.
Perché anche se l’IA non potrà sostituire da sola l’efficacia della relazione terapeutica, può diventare una scorciatoia per chi non trova aiuto: un rifugio immediato, che rischia di isolare ancora di più le persone fragili — fisicamente, tenendole lontane dai contesti di cura, e relazionalmente, in una società che sta diventando sempre più spaventosa e aggressiva.

🔴 Parlare di suicidi0 non è questione di buone intenzioni.È questione di consapevolezza, empatia e responsabilità.Perché...
10/09/2025

🔴 Parlare di suicidi0 non è questione di buone intenzioni.
È questione di consapevolezza, empatia e responsabilità.

Perché altrimenti non è sensibilizzazione:
è pettegolezzo travestito da interesse,
è giudizio morale mascherato da opinione,
è stigma che si ripresenta con un nuovo abito.

E intanto lasciamo cadere tre azioni fondamentali:
👉 raccontare una realtà complessa che può toccare chiunque,
👉 offrire supporto con esempi concreti e pratici,
👉 sostenere chi resta, senza seppellirlo sotto il senso di colpa.

Ecco perché non ci si può permettere comunicazioni improvvisate.
Chi lavora nella salute e chi lavora nell’informazione deve avere chiaro il peso delle parole, soprattutto nello spazio pubblico.

Troppo spesso invece vediamo romanticizzazioni, spettacolarizzazioni, titoli gridati su presunte “epidemie di suicidi0”.
Racconti che quando va bene servono solo a esorcizzare la paura.
Quando va male, diventano la scusa per non guardare in faccia i dati:
la maggiore incidenza è dove le disuguaglianze mordono più forte.
E nelle carceri, non nei tramonti su Instagram.

Se vogliamo parlare davvero di prevenzione, dobbiamo smettere di fissare il cielo che arrossisce e iniziare a guardare la realtà:
la prevenzione del suicidi0 è una responsabilità collettiva. Una questione di comunità.



Se tu o qualcuno che conosci siete in pericolo immediato, chiamate il 112.
Per situazioni non urgenti, rivolgetevi al vostro medico, ai servizi di salute mentale territoriali o ai centri di ascolto locali.

Io ordino una terapia del capo, grazie
08/09/2025

Io ordino una terapia del capo, grazie

Essere amati è sempre qualcosa di misterioso.Non è consigliabile voler sapere troppo.Nel migliore dei casi l'altro non s...
06/09/2025

Essere amati è sempre qualcosa di misterioso.
Non è consigliabile voler sapere troppo.
Nel migliore dei casi l'altro non sa dirvi nulla;
nel peggiore dei casi l'altro presenta come motivo ciò che non avete mai considerato come la vostra più affascinante qualità.
Il silenzio, una volta ancora, è d'oro.
[Istruzioni per rendersi infelici - P. Watzlawick]

🌈 Oggi è la Giornata Mondiale del Benessere Sessuale.Un’occasione per ricordare che il benessere sessuale non si riduce ...
04/09/2025

🌈 Oggi è la Giornata Mondiale del Benessere Sessuale.
Un’occasione per ricordare che il benessere sessuale non si riduce a orgasmo o eiaculazione: questa visione è non solo limitata, ma anche sessista e dannosa per la salute delle persone.

⭕️ Parlare di benessere sessuale in modo corretto e diffuso è fondamentale: riguarda la sfera più intima – fisica ed emotiva – delle persone, la loro identità privata e il loro riconoscimento pubblico.

✅ Benessere sessuale significa una cultura che non tratta il piacere come un tabù e non riduce il sesso a una gara olimpica o a un problema da ingegneri.

✅ Benessere sessuale è poter contare su professionisti preparati, sia sul piano sanitario sia su quello relazionale.

✅ Benessere sessuale è esprimere liberamente identità e orientamento sessuale, senza che questo comporti stigma, devianza, insulti o bullismo.

✅ Benessere sessuale è avere accesso ai diritti.

✅ Benessere sessuale è ricevere un’educazione adeguata sin da piccoli: per affrontare le turbolenze della crescita e per riconoscere e difendersi da comportamenti inappropriati o abusi.

🔴 ISCRIZIONI APERTE!!📢 2° Convegno Nazionale di Psicologia DigitalePsicologia delle Relazioni Digitali: Il Sé, l’Altro e...
02/09/2025

🔴 ISCRIZIONI APERTE!!
📢 2° Convegno Nazionale di Psicologia Digitale
Psicologia delle Relazioni Digitali: Il Sé, l’Altro e lo Schermo
🗓 25 ottobre 2025 – dalle 9.15 alle 17.30
📍 Firenze, Antica Canonica di San Giovanni (Piazza San Giovanni, 7)
🎟 EVENTO GRATUITO – solo 150 posti in presenza
👉 Iscriviti qui: https://forms.gle/8R2pS2JCzngjHMLq7
📲 Lo schermo è ormai parte integrante della nostra vita: dai rapporti familiari alle relazioni di coppia, dalla scuola al lavoro, fino alla clinica psicologica e all’uso dell’AI.
Come cambia il nostro modo di essere quando la relazione passa dal digitale?
Una giornata di confronto con esperti e ricercatori per esplorare:
👨‍👩‍👧 Relazioni genitori-figli
🏫 Scuola e apprendimento
🧑‍🎓 Adolescenti e nuove vulnerabilità
❤️ Coppia, intimità e piacere online
💻 Lavoro, smart working e telepsicologia
🕶 Realtà virtuale e intelligenza artificiale
🎯 6 crediti ECM per Psicologi, Psicoterapeuti, Medici, Psichiatri e Tecnici della riabilitazione psichiatrica.
Un’occasione di studio e approfondimento per leggere con lucidità e strumenti critici le trasformazioni che già viviamo ogni giorno.

Bollino rosso 🥰
01/09/2025

Bollino rosso 🥰

Un fantasma si aggira per l’Europa.O più discretamente per l’Italia.È il fantasma dei suggerimenti psicologici sul rient...
25/08/2025

Un fantasma si aggira per l’Europa.
O più discretamente per l’Italia.
È il fantasma dei suggerimenti psicologici sul rientro dalle ferie, un grande classico.
“Non ripartire a mille”, “dedicati a te stesso”, “coltiva le relazioni”, “fai attività fisica”.
Sono suggerimenti che, presi singolarmente, non hanno nulla di sbagliato. Lo dice anche la ricerca.
Ma se diventano la risposta dominante alla fatica delle persone, rischiano di assolvere il sistema che quella fatica la produce.
Il sottinteso è sempre lo stesso: se quando rientri stai male, il problema sei tu, il tuo stile di vita, la tua resilienza.
Eppure il contesto pesa. Eccome.
Contratti precari, part-time involontari, finte partite IVA, stipendi tra i più bassi d’Europa, servizi sempre più privatizzati.
Un sistema che ti logora 11 mesi e mezzo l’anno, che ti spreme fino all’osso e poi sei licenziato (cit.), con ritmi che consumano salute, relazioni, progetti di vita.
E che in cambio ti concede – se va bene – il lusso di una camminata in collina con un panino, perché quest’anno nemmeno l’ombrellone in sedicesima fila ci siamo potuti permettere.
La vocazione sociale della psicologia non può squagliarsi sotto il sole di agosto.
Se riduciamo il malessere a un problema solo individuale, smettiamo di ascoltare davvero.
E rischiamo, senza volerlo, di diventare complici di ciò che ammala i nostri pazienti.
Lo dicono le ricerche: il lavoro è oggi una delle principali fonti di sofferenza psicologica – burnout, ansia, depressione, insonnia.
Non è solo perché le persone non sanno “gestire lo stress”, ma è soprattutto perché sono immerse in sistemi che lo producono e lo normalizzano.
Il compito della psicologia non è addestrare i singoli a resistere meglio a sistemi malsani, ma contribuire a ripensarli quei contesti.
Denunciare quando i sistemi sono malati: organizzazioni del lavoro disumane, precarietà che diventa stile di vita, salari insufficienti, logiche produttive che consumano più di quanto restituiscano.
La salute psicologica non è mai solo privata. È sociale, economica, politica.
Ed è parte del nostro compito di cura dire quali sono le condizioni strutturali che ammalano e quelle che invece generano benessere.

⭕️ Lo spunto è l’ultimo fatto di cronaca sull’Intelligenza Artificiale e la psicoterapia: la drammatica scelta di Sophie...
23/08/2025

⭕️ Lo spunto è l’ultimo fatto di cronaca sull’Intelligenza Artificiale e la psicoterapia: la drammatica scelta di Sophie, una donna di 29 anni, di togliersi la vita.
Un articolo che rinuncia al titolo acchiappa like e sfida l’algoritmo.
Esattamente come mi si confà 😅
Abbiate dunque pietà di me anche solo per questo, e perdete 5 minuti a leggerlo.
📰 I fatti sono un po’ diversi da come sono stati riportati dai giornali italiani, a iniziare dal fatto che Sophie era in realtà già in psicoterapia (nell’articolo trovate anche il link all’articolo originale, scritto direttamente dalla madre).
Provo a porre alcune questioni che come clinici dobbiamo iniziare a porci oggi, perché i nostri pazienti hanno ormai già largamente introdotto l’uso di ChatGPT nelle proprie abitudini di vita.
Di questioni ce ne sarebbero molte altre, alcune ho preferito lasciarle fuori per non dilungarmi eccessivamente, altre evidentemente mi sfuggono.
🎯 Ma dobbiamo iniziare a porci il problema dell’intreccio tra intelligenza artificiale e pratica clinica utilizzando cornici complesse, orientate ai bisogni della collettività e con l’occhio sempre attento alle nostre istanze difensive.
Il punto è aprire un confronto serio tra intelligenza artificiale e pratica clinica, senza semplificazioni rassicuranti e senza rinunciare alla responsabilità del nostro mestiere.

La notizia della ventinovenne statunitense che si è tolta la vita dopo mesi di confidenze a un “terapista” AI chiamato Harry ha riacceso il dibattito: l’intelligenza […]

Ma indovina chi dei due verrà in terapia 🥰
21/08/2025

Ma indovina chi dei due verrà in terapia 🥰

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Su di me.

Chi sono. Psicologa con specializzazione in psicoterapia sistemico-relazionale, la mia formazione si divide tra Caserta, L’Aquila e Napoli, dove studio, mi laureo, vivo e mi specializzo. Da sempre libero-professionista, dal 2015 vivo a Firenze, dove ho avviato, insieme a Paola Serio, il servizio di psicologia “La Base Sicura”.

ENPAP. Da Maggio 2017 sono Consigliera di Indirizzo Generale presso l’Ente di Previdenza e Assistenza degli Psicologi (ENPAP), per il quadriennio 2017-2021 per il gruppo AltraPsicologia, attuale maggioranza all’interno dell’ente.

ORDINE PSICOLOGI TOSCANA Dal 9 Gennaio 2020 sono Consigliera dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, eletta con il raggruppamento di AltraPsicologia.