Cristina Di Loreto - Psicoterapeuta Breve Strategica & Coach

Cristina Di Loreto - Psicoterapeuta Breve Strategica & Coach Tra le mie passioni l'inglese, la scrittura e la criminologia. Iscrizione all'Albo degli Psicologi della Toscana Sez. A numero 6549 del 15/09/2012.

Psicologa clinica e perinatale, Psicoterapeuta, Coach, Senior Trainner
Sono founder e CEO di Brainheart e ideatrice del Metodo Me First® che aiuta madri e padri a rimettersi al primo posto. Psicoterapeuta Breve Strategica.

Quando  mi ha detto che avrebbe voluto inserirmi tra gli “esperti equilibristi” del suo nuovo libro “Equilibrio”, uno de...
04/11/2025

Quando mi ha detto che avrebbe voluto inserirmi tra gli “esperti equilibristi” del suo nuovo libro “Equilibrio”, uno dei volumi della collana “Voci del lavoro nuovo” curata da per , ero in uno dei momenti più difficili degli ultimi 5 anni.

Avevo da poco pubblicato “Il viaggio del papà” che come sapete mi ha portata ad aprire un cassetto doloroso, molto doloroso, della mia vita per diversi aspetti. Avevo un equilibrio “negativo” ma che mi ero concessa consapevolmente. Sapevo infatti che era una fase necessaria in quel momento, e forse anche terapeutica.

Ho accettato, con orgoglio e senza sentirmi “un fake” di contribuire al libro, perché credo profondamente, come mi ha insegnato Giorgio Nardone, che ci siano dei momenti in cui quello che viviamo, anche se non ci piace, è il “nostro migliore equilibrio” per quel momento di vita.

E come il “vero” controllo è agito da chi sa perderlo per poi riprenderlo… il saper stare in equilibrio in fondo risiede anche nella capacità di attraversare un equilibrio “negativo”, quindi nel concedersi di “perderlo”, il tanto sudato equilibrio, perché si lavorerà per costruirne uno anche più evoluto.

Equilibrio:

concetto mai statico, concetto amico, mai nemico, obiettivo, ma soprattutto processo, e titolo di un libro che dovete leggere, non certo per la mia testimonianza che in ogni caso sono davvero orgogliosa abbia voluto accanto alla sua voce.

2025.Ma davvero stiamo ancora dicendo queste frasi alle madri che lavorano? E oltretutto molte di queste frasi, nei cont...
29/10/2025

2025.

Ma davvero stiamo ancora dicendo queste frasi alle madri che lavorano? E oltretutto molte di queste frasi, nei contesti di cura e sociali, vengono dette anche alle madri che in questo momento per scelta o meno non stanno lavorando.

Il problema non sono “le scelte individuali”, ma gli stereotipi di genere che continuano a condizionare la genitorialità, la salute, il lavoro e la libertà delle donne e degli uomini.

Ogni volta che normalizziamo queste frasi, rafforziamo muri invisibili: nelle aziende, nelle famiglie, nella società, nella cura.

🌷Serve cambiare narrazione: non più “madri o padri da giudicare”, ma genitori da sostenere.

Se ti è capitato di sentirne almeno una, sappi che non sei sola.

Se ti è capitato di dirla, è il momento giusto per fermarti a riflettere.

Se ti succede di ascoltarla, non restare in silenzio, tutelati, tutela quella persona.

E adesso è il momento dopo le persone, dopo le aziende, di arrivare alla sanità, all’educazione e al mondo della cura, perché la società siamo noi, tutti e tutte noi anche chi dietro un titolo o un ruolo, rinforza, spesso senza saperlo uno stereotipo che sta mietendo vittime invisibili.

Vieni a scoprire il corso di alta formazione “La salute biopsicosociale del genitore nel suo arco di vita: prevenzione, promozione e tutela” con 100 ECM per professionisti/e della salute e della cura, il link è in bio e oggi alle 13.30 terrò una live con la Dott.ssa Sasha Damiani, founder di su questi altri temi. Link nelle stories 🌷 Sasha Damiani sarà una delle docenti del corso insieme a me, e tanti altri nomi di spicco nel panorama del supporto alla genitorialità e alla persona.

28/10/2025

Cura e cultura viaggiano sempre insieme: sia in ciò che funziona sia in ciò che ancora fatica a decollare.

Le professioni sanitarie, ogni giorno a contatto con i genitori – che siano il loro target diretto o ne siano i tutori – stanno favorendo un cambiamento culturale verso la riduzione del gender care gap?

🌷Quanto possiamo ancora fare per occuparci al meglio della salute biopsicosociale del genitore come persona?
🌷Qual è lo stato attuale di questa salute nel nostro paese?
🌷E quali sono gli stereotipi di genere più frequenti che possono interferire con questo percorso?

👉A queste e molte altre domande risponderemo durante un dialogo tra psicologia e medicina, presentando anche la nostra proposta di alta formazione: una vera innovazione in questo ambito, pensata affinché anche tu possa diventare un agente di cambiamento culturale.

Durante il webinar presenteremo anche il nuovo corso di alta formazione “La salute biopsicosociale del genitore nel suo arco di vita: prevenzione, promozione, tutela”, il corso durerà un anno, 10 lezioni online, 100 ECM validi per il triennio 2026-2028 da ottonere sulla piattaforma .io di

Ti aspettiamo!

Mi sono sentita molte volte come Milo. Un po’ diversa. La sognatrice che voleva cambiare il modo non con i disegni… no… ...
22/10/2025

Mi sono sentita molte volte come Milo.
Un po’ diversa.

La sognatrice che voleva cambiare il modo non con i disegni… no… quelli non hanno mai fatto per me, ma con le parole.

A sette anni la prima poesia, a 18 il primo manoscritto, 18 capitoli, al liceo il giornalino scolastico reazionario… quello per cui mi sono sentita riportare la frase (dopo la maturità) “La Di Loreto parla, parla… ma non combinerà mai nulla”.

Lo disse un adulto, di me, una ragazza di 18 anni con in tasca tanti tanti sogni. Con la voglia sempre attiva di combattere le ingiustizie…

All’università insieme ad altre tre persone abbiamo fatto annullare un bando di ammissione alla magistrale per incostituzionalità.

A 21 anni avevo scritto oltre 500 poesie.

Molte premiate, pubblicate. Ma non mi sono mai sentita adeguata. Apprezzata davvero.

Mi sono sentita quasi sempre diversa, un po’ spaventavo gli altri per questo… sempre impulsiva energica e con la voglia di lanciarmi in tutto. A volte anche facendomi male. Percepita come spavalda quando dentro mi sentivo un pulcino bagnato sotto a un temporale.

Oggi delle mie tante parole ho fatto un lavoro che aiuta migliaia di persone, oggi del mio scrivere ho pubblicato tre libri in tre anni, un podcast e centinaia di contenuti che popolano una community di donne straordinarie. Da quelle parole, che sono quelle della ricerca accademica e dello studio si è creato un team di 15 colleghe di altissimo livello.

Oggi so che sono diversa. La mia diversità ha un nome, ma ancora non sento di volerlo pronunciare pubblicamente perché le persone ancora non sanno valorizzare la diversità.

con parole soffici come piumoni sa restituire a Milo e a tutti i Milo come me che si sentono o sanno di essere diversi, un posto nel mondo: continuare a sognare, a occhi aperti a volte, altre chiusi… che importa.

C’è chi dipinge con colori diversi il cielo, chi scrive parole perché ne pensa troppe, chi si distrae perché è così che mantiene l’attenzione, chi sente troppo e ha bisogno di isolarsi un po’… ognuno di noi però sa essere un pois di quel cuscino che è meraviglioso proprio per questo.

Compratelo, leggetelo, comprendetelo. 🌷
Grazie Rache!

Non uso mai la parola mai. Faccio attenzione a non utilizzare il verbo “dovere” evito il sempre… il mio lavoro mi impone...
22/10/2025

Non uso mai la parola mai.

Faccio attenzione a non utilizzare il verbo “dovere” evito il sempre… il mio lavoro mi impone di pesare le parole, ma in questo caso, serenamente, sento di poter usare il mai, e lo spiego sotto ogni frase sicura di convincervi.

Ottobre è, tra altre forme di awareness, il Pregnancy and Infant Loss Awareness Month.

Il lutto perinatale nella nostra società resta un tabù: il dolore non trova spazio.

Altre volte si condivide con qualcuno quel dolore, ma la risposta che si ha soffoca quello spazio che potrebbe crearsi.

E allora cosa dire?

🌷A volte niente, basta un abbraccio.
🌷A volte può essere utile un “grazie, per avermi dato questo pezzetto così importante della tua storia”.
🌷A volte può essere potente un “è successo anche a me, anche se ognuna/o ha il suo vissuto ed è unico, ma se vuoi chiedermi qualcosa sono qui per te”.
🌷A volte potrebbe essere apprezzato un “scusa non so cosa dire anche se vorrei dirti qualcosa di utile, forse però non ci sono parole che in questo momento servano davvero”.

♥️A volte potete anche solo chiedere a quella persona cosa la potrebbe far sentire supportata.

👉Perché la verità è che le frasi del carosello sono tutte poco utili, ma non esistono ricette, ogni esperienza di dolore è unica ed è unica anche nel bisogno di conforto che porta con sé.

🌷

Oggi è il Baby Loss Awareness day, la giornata mondiale per la consapevolezza del lutto perinatale: una ferita profonda ...
15/10/2025

Oggi è il Baby Loss Awareness day, la giornata mondiale per la consapevolezza del lutto perinatale: una ferita profonda e silenziosa.
Non riguarda “solo la mamma”, ma anche il papà, la coppia, e ogni persona che porta dentro di sé l’assenza di un bambino.

Non importa quando accade la perdita, né se è stata involontaria o volontaria: il dolore non ha gradazioni ha solo dignità e va rispettato sempre: Il dolore è dolore.

Eppure, la nostra società continua a minimizzarlo, a silenziarlo, a nasconderlo dietro frasi come:
“Meno male che è successo adesso”,
“Poteva andare peggio”.

In Italia questo lutto resta invisibile: poco supportato nel rientro al lavoro, raramente accompagnato nelle organizzazioni, quasi mai affrontato nella formazione sanitaria.

Dare voce a questo dolore significa rompere il silenzio e fare in modo che nessuna donna, nessun uomo, nessuna coppia si senta sola nel viverlo.

Con Me First® affrontiamo questo tema in modo trasversale: lo includiamo nei programmi di accompagnamento alla genitorialità, nei percorsi formativi e nei nostri Inspiring Paper, nella sezione dedicata al parental journey e alle best practice per ogni fase.

Lo supportiamo nei percorsi di coppia e individuali gestiti dalle colleghe del nostro team in libera professione.

Lo portiamo anche nei corsi di alta formazione rivolti a professionisti/e della salute, della cura e delle risorse umane, sempre con una solida base psicologica.

🚫Difficile inserimento al nido: “Signora forse lavora troppo, non può avere tutto, questo bambino sta sviluppando ansia ...
10/10/2025

🚫Difficile inserimento al nido: “Signora forse lavora troppo, non può avere tutto, questo bambino sta sviluppando ansia da separazione e rischia di rimanere traumatizzato”

🚫Richiesta di latte artificiale in supporto a quello materno post cesareo urgenza: “Qualcuno mi ha detto che una madre si rifiuta di allattare al seno, la dobbiamo mandare in psichiatria signora?”

🚫Padre che accompagna il neonato al bilancio di salute: “Signore ma sua moglie come mai non è venuta? Devo dirvi cose importanti!”

Potrei continuare con tanti altri esempi accaduti a me, a voi, che raccontano come la salute mentale dei genitori non sia sempre tutelata e promossa dalle figure sanitarie e socio educative che interagiscono con loro…

Il libretto di istruzioni esiste già, e non può e non deve riguardare solo noi addetti e addette ai lavori psicologici. Nella cura e nella sanità, come indicava Engel nel 1977, partendo da alcuni studi di Bronfenbrenner, serve un approccio biopsicosociale all’individuo e alla comunità.

Ecco perché anche noi di abbiamo deciso di formare tutte le figure sanitarie sui temi degli stereotipi di genere e della prevenzione, promozione e tutela della salute biopsicosociale del genitore nel suo arco di vita.

Perché questo è il modo migliore per garantire davvero il diritto alla salute mentale di questa fascia di popolazione.

È appena finita la settimana di sensibilizzazione sull’allattamento al seno e - che ve lo dico a fare - ancora moltissime figure sanitarie e anche giornaliste affermate non riescono ancora a inserire nell’equazione la salute mentale materna, si può sensibilizzare senza colpevolizzare, si può sostenere senza giudicare, si può informare senza nutrire il senso di inadeguatezza materno e paterno.

Come ? Studiando!

😎Link in bio.

Oggi e ogni giorno impegniamoci tutti e tutte per la salute mentale, e fisica e sociale delle persone intorno a noi o che interagiscono con noi.

🌷

Domani è la giornata mondiale della salute mentale. In un tavolo di lavoro che riuniva alcune tra le più grandi aziende ...
09/10/2025

Domani è la giornata mondiale della salute mentale.

In un tavolo di lavoro che riuniva alcune tra le più grandi aziende italiane, dopo aver sentito con le mie orecchie la frase: “care aziende, date più soldi a X e Y che stanno facendo la rivoluzione italiana nella salute mentale facendo finalmente pubblicità massive e rendendo accessibile la psicoterapia” mi si è tappata la vena.

E beh, non mi importa più l’opinione che qualcuno può avere di me. Non su questo. Sono una professionista affermata, solida, vengo da oltre 20 anni di studio sulla materia psicologica e rispetto la mia professione, profondamente. L’ho sempre fatto da quando da giovane universitaria ho deciso che mai l’avrei squalificata con le mie scelte lavorative. Piuttosto avrei fatto altro.

Domani è la giornata della salute mentale.

La salute mentale:

👉Non si fa sulla pelle di professionisti/e.
👉Non si fa sottopagando una categoria professionale costituita all’84% da donne.
👉Non si fa chiedendo di tenere lunghe le terapie anche solo implicitamente che altrimenti i margini economici?
👉Non si fa con pubblicità sleali, che ledono la deontologia o non sono adeguate al contesto.

E ancora:

👉La salute mentale non si fa senza titoli, la legge 56/1989 norma la prevenzione, la diagnosi e la riabilitazione psicologica oltre che il sostegno psicologico a individui , al gruppo e a comunità come attività ad appannaggio esclusivo di chi è psicologo o psicologa. (Questo non per X e Y ma per chi svolge abusivismo)

Voglio lasciare qui queste foto perché in quel momento, rimanendo nell’etica e nella deontologia, ho difeso la nostra professione.

👉Perché la salute mentale deve essere una priorità anche per noi professionisti/e.

Domani celebriamo la salute mentale, oggi voglio celebrare chi ogni giorno lavora per la sua promozione tutelando anche la nostra categoria professionale.

E care aziende attenzione a dare i soldi a X e Y perché se il gender gap esiste anche nella nostra professione in queste realtà è praticamente il modello di business, avrebbero mai proposto un downgrade economico così forte a una categoria fatta di uomini all’84%? Avrebbero accettato? Me lo chiedo spesso.

🌷

Settembre è stato un mese strano. È arrivata questa diagnosi, che si è fatta attendere e che per quanto liberatoria port...
06/10/2025

Settembre è stato un mese strano.

È arrivata questa diagnosi, che si è fatta attendere e che per quanto liberatoria porta con sé una sua pesantezza.

Il lavoro è partito veloce e cospicuo ma il mio cervello nel tentativo di elaborare questa notizia, gira a una velocità diversa, quella velocità lenta di chi sa assaporare la vita dopo averne temuto la fine.

Oggi, mentre tua madre e i bimbi giocavano a nascondino, io e te eravamo avvinghiati a baciarci di nascosto sul suo divano…
Un paio di jeans, scarpe da tennis e la semplicità della vita che abbiamo scelto.

Il mio tatuaggio, che come tutti i miei tatuaggi non ami ma rispetti, visto che sai amare me… spuntava in quel groviglio di piedi.

“Formentera è uno stato d’animo”, mi hai detto.

Proprio così, e con quel tatuaggio, eterno souvenir che come gli altri non ami ma rispetti, volevo ricordarmi di stare ancorata alle cose semplici, quelle che governano il mondo (e non le persone) come la natura, il sole e il mare , di farlo quando la mia mente iperattiva e insaziabile fugge dal presente alla velocità che questo mondo le ha costruito intorno…

Formentera è uno stato d’animo.

Ed io la porto su una delle mie caviglie perché mi riporti a terra e in quel mood ogni volta che ne abbiamo bisogno.

Tra una settimana sono 17 anni che io e te stiamo insieme.

17 anni che “siamo” a Formentera anche senza esserci…

🏝️

Grazie amore per questa domenica semplicemente potente e per tutta la cura nei miei confronti ♥️

Felice di condividere questo appuntamento e invitare tutti e tutte voi a partecipare! Tornare a casa è sempre bellissimo...
05/10/2025

Felice di condividere questo appuntamento e invitare tutti e tutte voi a partecipare!

Tornare a casa è sempre bellissimo, farlo raccontando un tema che in questi cinque anni ho approfondito e trattato da molto vicino lo è anche di più.

Grazie al Centro di Terapia Strategica per l’opportunità e l’invito e a Veronica Aloisio per il tempo che mi dedicherà.

Vi aspettiamo!

🌷

Domani sera alle ore 21:00 si terrà, sulle nostre pagine Facebook e LinkedIn, la conferenza del ciclo a cura di Veronica Aloisio Psicologa assieme a Cristina Di Loreto dal titolo: “Il senso di colpa: responsabilità o condanna?”.

Vi aspettiamo!

Indirizzo

Via XX Settembre 78
Florence
50129

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Our Story

Mi presento: sono Cristina Di Loreto e mi sono appassionata alla psicologia dopo aver scritto al storia della mia vita a 18 anni :) da lì ho capito molte cose...

Ho studiato a Firenze, città dove attualmente vivo ed esercito.

Sono Iscritta all'Albo degli Psicologi della Toscana Sez. A numero 6549 dal 15/09/2012.

Sono Psicoterapeuta, Ricercatrice e Docente Ufficiale del Centro di Terapia Strategica , diretto dal Prof. Giorgio Nardone, quindi seguo insieme ai colleghi selezionati incontri di aggiornamento sui principali disturbi psicologici e una volta al mese prendo parte alle supervisioni cliniche tenute dal Professore in persona sui casi più difficili che io stessa o i miei colleghi incontriamo nella pratica clinica.