20/08/2025
CASO WAKEFIELD: correlazione fra vaccini, malattie gastrointestinali e autismo. La verità schiacciata da BigPharma
C’è una bella differenza , come al solito, fra quello che viene raccontato e quella che è la realtà.
Il Dott. Wakefield viene infatti ad oggi descritto come colui che ha scritto nel 1998 una pubblicazione scientifica ritenuta falsa e fraudolenta, in cui correla l’autismo, la iperplasia linfatica nodulare ileale e colite aspecifica, in 12 bambini che erano stati trattati con il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia)
( https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9500320 ). Il clamore di quegli anni che scatenò questa pubblicazione, fece immediatamente scendere la percentuale di bambini vaccinati, il che fece scaturire la reazione delle case farmaceutiche, con una campagna diffamatoria contro il Dott. Wakefield. Fu così che il, giornalista Brian Deer pubblicò un articolo sul Sunday Times in cui sosteneva di aver intervistato le famiglie dei bambini sottoposti ad esami dal Dott. Wakefield e che tutti i dati riportati dallo studio erano falsi, per documentare la correlazione fra il vaccino trivalente ed i disturbi dei piccoli pazienti. Lo accusò anche di conflitto di interessi, per avere accettato dei soldi da un gruppo di avvocati che volevano fare causa alle aziende farmaceutiche e di aver brevettato un suo vaccino contro il morbillo.
Gli effetti di questa operazione furono gravi per Wakefield, il cui articolo fu ritirato dalla pubblicazione e che fu denunciato dai suoi detrattori all’ordine dei medici inglesi (General Medical Council), il quale nel 2007 istituì una commissione specifica per citare a giudizio Wakefiel ed altri due medici che avevano partecipato alla pubblicazione (il Prof. Walker Smith ed il Prof. Murch). Dopo 3 anni di indagini, il Prof. Murch viene assolto, mentre Wakefield e Walker Smith vengono condannati per “indebita condotta professionale” ed espulsi dal GMC.
Nel frattempo la rivista The Lancet ritirò definitivamente la ricerca originale ed invece il British Medical Journal pubblica accuse contro Wahefield per aver pubblicato una ricerca fraudolenta. Inoltre tutto ciò portò il mainstream a pubblicare articoli in cui Wakefield viene definito “spietato, immorale e disonesto” e che era certo quindi che non ci fossero correlazioni fra il vaccino trivalente e l’autismo.
Ovviamente in tutta questa storia non poteva mancare il nostro caro Dott. Burioni, che nel suo libro “Il vaccino non è un’opinione”, riassume i fatti, evidentemente senza aver letto né la pubblicazione, né i motivi del suo ritiro, scrivendo: “Uno studio del 1998, eseguito su soli 12 pazienti, aveva indicato un rapporto tra la vaccinazione contro il morbillo, rosolia e parotite e l’insorgenza dell’autismo. In seguito si è capito che lo studio era completamente inventato dal ricercatore, che in questa storia aveva interessi economici personali, avendo depositato un brevetto per un vaccino alternativo ed essendo in combutta con avvocati di pochi scrupoli. La truffa scientifica è risultata talmente evidente e grossolana, che il medico in questione è stato addirittura radiato dall’albo.”
E’ così che si approfitta della situazione per affermare decisamente, anche su riviste come il Times e canali come la CNN, che non esiste nessuna correlazione fra i vaccini e l’autismo e che il caso Wakefield è la dimostrazione della non-scientificità di chi sostiene il contrario. Diventa un mantra, che travolge tutti i medici attraverso l’informazione scientifica di settore, attraverso riviste chiaramente finanziate da aziende farmaceutiche.
Quindi riassumendo, Wakefield ha pubblicato una ricerca fraudolenta, viene scoperto e cacciato dall’ordine dei medici inglese e viene ritirata la sua “falsa” ricerca, dimostrando che la correlazione fra vaccini e autismo è una bufala.
Ma riflettiamo un attimo.
Il fatto che Wakefield possa essere un truffatore non implica necessariamente che non esista una correlazione fra vaccini e autismo. Fare questo collegamento è un errore grossolano da parte di medici e giornalisti colti, nel quale non dovrebbero cadere.
Ma può invece far comodo sostenere questo grave errore per esimerci dall’approfondire un problema che potrebbe essere di gravità eccezionale per tutti i nostri bambini.
C’è da dire inoltre che il Dott. Wakefield non ha mai sostenuto con certezza la diretta correlazione fra vaccini ed autismo, ma ha sostenuto per primo la necessità di un approfondimento osservando i 12 bambini del suo studio, prima di trarre delle conclusioni. Leggendo attentamente la sua pubblicazione, infatti, egli sostiene di non aver dimostrato una correlazione fra il vaccino trivalente e la sindrome descritta, ma di aver osservato una probabile correlazione fra l’enterocolite cronica e la disfunzione neuropsichiatrica, essendo questa comparsa dopo la vaccinazione contro il morbillo, parotite e rosolia e che si ritengono necessarie ulteriori indagini per esaminare questa sindrome e la sua possibile correlazione con il vaccino trivalente.
Wakefield non ha fatto altro che fare quello che ciascun medico coscienzioso dovrebbe fare, cioè avvertire i colleghi di aver notato una potenziale reazione avversa ad un vaccino, affinchè i colleghi possano approfondire il problema.
L’errore vero del Dott. Wakefield fu quello di tenere una conferenza stampa, presso l’ospedale nel quale aveva condotto la ricerca, il Royal Free Hospital, durante la quale, rispondendo ad un giornalista, disse che sarebbe stato meglio sospendere la sommistrazione del vaccino trivalente, a favore dei monovalenti, finché non si avessero a disposizioni studi più approfonditi. Questo accadeva nel periodo in cui le aziende farmaceutiche stavano lanciando sul mercato vaccini plurivalenti, che vedevano quindi nelle affermazioni di Wakefiel un rischio per la loro strategia commerciale. Tanto che da quel momento cominciarono a ritirare dal mercato i vaccini monovalenti. L’interesse commerciale superava quello sulla salute dei bambini e perfino la Prof.ssa Elisabeth Miller, dirigente dell’ Istituto di protezione della sanità, alla domanda sul perché autorizzava il ritiro dei monovalenti, invece di preoccuparsi di proteggere i bambini da gravi malattie infettive e della preoccupazione dei genitori sul vaccino trivalente, rispose che se “concedeva l’opzione dei vaccini singoli, questo distruggeva il programma MPR (morbillo, parotite, rosolia)”. Quindi la sua principale preoccupazione era quella del mercato. I vaccini polivalenti sono molto più redditizi per le case farmaceutiche, grazie al sistema dei brevetti multipli.
E poi perché la rivista The lancet aveva ritirato la pubblicazione del Dott. Wakefield?
Certo è che questo fatto era servito ai detrattori di Wakefield per dimostrare che la sua ricerca era fraudolenta.
Ma in realtà, leggendo i documenti, si evince che i motivi del ritiro erano completamente diversi da quelli dichiarati. Si trattava infatti di un “ritiro di una interpretazione” e non si contestavano i dati scientifici originali, cioè la rivista si dissociava dall’interpretazione dei dati, ma si confermava addirittura che nuovi elementi erano emersi a favore della correlazione. Lo stesso Dott. Richard Horton, direttore del Lancet, affermo che i risultati clinici essenziali restavano indiscussi per quel che riguarda la loro accuratezza. Disse anche di aver ricevuto pressioni da Crispin Davies, direttore della Reed Elsevier, editore della rivista scientifica, membro però del consiglio di amministrazione della GSK Glaxo Smith Kline, proprietaria del brevetto del vaccino trivalente.
L’unico “grave” effetto di questa pubblicazione era stato il notevole calo di vendite del vaccino trivalente, in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Ritornando al nostro Burioni, che cosa aveva letto per poter dire che lo studio di Wakefield era completamente inventato ?
Venendo alle accuse rivolte al Dott. Wakefield dal giornalista Brian Deer, ci sono diverse considerazioni da fare. In primo luogo il giornalista accusa Wakefield di aver agito per conto di avvocati con pochi scrupoli. Poi di aver avuto vantaggi economici per aver brevettato un suo vaccino alternativo ed infine di aver falsificato i dati clinici dei 12 bambini per correlare la somministrazione del vaccino con i disturbi gastrointestinali e la comparsa di autismo.
Nel 1995 Wakefield aveva già fatto una pubblicazione scientifica su Lancet in cui correlava la vaccinazione per il morbillo e vari disturbi gastrointestinali, concludendo che il virus del morbillo potesse portare a tali disturbi anche gravi come il morbo di Chron e la Rettocolite Ulcerosa. Quindi non si spiega perché nel 1998 avesse deciso diversamente complottando chissà che cosa con degli avvocati con pochi scrupoli.
E’ verissimo che Wakefield ha brevettato un suo vaccino, ma in medicina funziona così; quando un medico scopre qualcosa di utile per la salute umana, può anche trarne un vantaggio economico. Anche lo stesso Burioni è detentore di almeno una decina di brevetti in ambito vaccinale, ma non per questo, quando parla della validità dei vaccini, lo si incolpa di conflitto di interessi. Strano che lo stesso concetto assuma caratteristiche diverse, a seconda della persona alla quale lo si riferisce.
I dati falsificati di cui parla Brian Deer, non sono mai stati visti da nessuno e nonostante ciò, il GMC inglese si è fidato di lui, senza verificare la veridicità delle sue affermazioni. Deer aveva visionato i dati dei bambini e da solo aveva deciso che questi erano falsi, da giornalista sosteneva che non avevano malattie gravi, ma solo una diarrea. Anche riferito ad un bambino al quale avevano asportato chirurgicamente un grosso tratto di intestino, con una ileoanostomia. La sua “diagnosi” era migliore di quella di un medico come Wakefield. Nessuno ha idea di come possa convivere un genitore con un bambino autistico. Ma Brian Deer non sa nemmeno com’è vivere con un figlio sano, perché non ne ha.
Inoltre se i dati clinici dei bambini fossero stati falsificati, i primi a risentirsi sarebbero dovuti essere i loro genitori, che invece non solo hanno preso le parti di Wakefield, ma hanno accusato Brian Deer di essere un bugiardo, in malafede. Fra l’altro il modo di lavorare di questo giornalista, sarebbe da sottoporre ad una commissione dell’Ordine dei giornalisti, per vari motivi. Si è presentato alle famiglie che è andato ad intervistare, dando un falso nome (Bian Lowrence), usando una scusa falsa per intervistarli, dicendo che, attraverso il suo giornale, poteva far ottenere loro dei finanziamenti dal governo per curare i loro bambini. Alla luce di ciò c’è da chiedersi anche perché i genitori dei bambini danneggiati furono esclusi dal testimoniare in tribunale. Un’altra grande bugia di Deer è stata quella di aver detto di essere stato incaricato dal tribunale del GMC per fornire alla commissione i dati clinici dei 12 bambini, quando invece fu pubblicata una lettera in cui era lo stesso Deer a chiedere di poter fornire questi documenti.
Avrà fatto tutto da solo? O agiva per conto di qualcun altro? Un’altra coincidenza da considerare è che l’editore del Sunday Times, per il quale lavorava Brian Deer, era Ruper Murdoch, magnate della stampa mondiale, il cui figlio, James, alla fine del procedimento contro Wakefiel, è stato eletto direttore non esecutivo della Glaxo Smith Klyne, l’azienda produttrice del vaccino trivalente criticato da wakefield.
Potrebbe essere proprio il nostro Burioni a sciogliere in nodi.
Caro Burioni, potrebbe cortesemente rispondere a questa domanda?
E’ in grado di dimostrare i dati clinici originali che Wakefield avrebbe alterato, in modo da far risultare una correlazione fra vaccini, disturbi gastrointestinali e autismo, che invece è inesistente? Perché se Brian Deer era in buona fede, avrà sicuramente pubblicato questi dati, quindi per lei Burioni non dovrebbe essere complicato reperirli e mostrarceli. Perché se così non fosse, si potrebbe dedurre che le accuse di Deer siano state una grande montatura mediatica, costruita su accuse infondate e messa in piedi dalle case farmaceutiche per dare un chiaro messaggio intimidatorio a chiunque osi mettere in dubbio la sicurezza dei vaccini.
In realtà Dott. Burioni, i dati del caso Wakefield sono stati visionati nel 2011 dal Dott. David Lewis, noto microbiologo, pluripremiato per le sue ricerche scientifiche sull’inquinamento svolte per il governo americano. Visionandoli ha verificato che non c’è stata nessuna frode scientifica e che i documenti originali confermavano in pieno le diagnosi riportate da Wakefield e Walker Smith nella ricerca del 1998, tanto da presentare i risultati della sua indagine, con tanto di prove, ad una conferenza all’università di Harvard nel 2011.
Che dire poi delle decine di pubblicazioni scientifiche degli anni successivi, che confermano una diretta correlazione fra disturbi gastrointestinale e autismo.
E che dire della sentenza dell’Alta Corte Inglese che nel 2012 ha risposto al ricorso del 2010 presentato da Walker Smith contro la condanna del GMC, che ritiene la condanna da parte del GMC errata per due motivi: ragionamenti superficiali e inadeguati e in diversi casi, conclusioni sbagliate. Viene annullata la condanna. Il GMC viene completamente demolito. Peccato che Wakefield si sia ritirato dal ricorso fatto alla Corte Inglese, non potendo sostenere la spesa di 500.000 sterline. Sarebbe anch’egli stato riabilitato.
Mentre resta ancora oggi difficile riabilitare figure come la ex-senatrice Elena Fattori, che ancora oggi usa la favola del caso Wakefield per sostenere l’inesistenza di una correlazione fra vaccini e autismo.
Se Burioni ci risponde, potremo fare una sforzo di concedergli un’altra possibilità.
Ma come diceva l’illustre Prof. Montainger: “Quando la menzogna prende l’ascensore, la verità prende le scale”.
Noi sappiamo aspettare.
MASSIMO ORLANDINI ( tratto da un documento di Massimo Mazzucco)