Studio Bisciglia CBT-E Therapy

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Davvero siamo così lontani dal comportamento bellicoso di certi leader politici ? Quando osserviamo certe figure politic...
26/09/2025

Davvero siamo così lontani dal comportamento bellicoso di certi leader politici ?

Quando osserviamo certe figure politiche, con le loro scelte drastiche e posizioni inflessibili, tendiamo a considerarli “altri da noi”. Loro decidono le sorti del mondo; noi viviamo conflitti quotidiani che sembrano non avere nulla a che fare con potere o guerra. Ma è davvero così?

La logica della difesa

Quando si parla di sicurezza, attacco preventivo e difesa a oltranza, non ci è del tutto estraneo. Anche noi, nelle relazioni, reagiamo spesso in modo sproporzionato per paura di sentirci vulnerabili, attaccando l’altro prima di sentirci schiacciati.

L’incapacità di ammettere un errore

In politica, ammettere un errore significa perdere consenso. Nella vita privata, può significare incrinare l’immagine di sé. Così si finisce a giustificare, minimizzare o ribaltare la colpa, pur di non riconoscere la propria responsabilità.

Il potere nelle relazioni

Il potere non è solo politico: è la capacità di influenzare, decidere chi stabilisce le regole, chi concede e chi nega. Anche in coppia o in famiglia questa dinamica è costante.

Una differenza di scala

La distanza tra noi e un leader politico non è nella natura dei meccanismi psicologici, ma nelle conseguenze. Noi, alzando la voce, feriamo un partner; loro, irrigidendosi, colpiscono intere popolazioni. La radice, però, è la stessa: paura, bisogno di controllo, difficoltà ad accettare la vulnerabilità.

Guardarsi dentro

Comprendere certe rigidità nei rapporti internazionali significa anche riconoscere quelle stesse dinamiche in noi. La vera distanza non è tra noi e certi politici, ma tra il vedere o meno quanto le nostre piccole guerre assomiglino, in scala ridotta, a quelle grandi.

Quando l’alcol diventa il linguaggio tra padre e figlio 🍷 +🤗= 🤷 Può capitare che tra un padre e un figlio sia difficile ...
21/09/2025

Quando l’alcol diventa il linguaggio tra padre e figlio 🍷 +🤗= 🤷

Può capitare che tra un padre e un figlio sia difficile parlarsi davvero. Le parole non vengono, i silenzi pesano, e allora si cercano altri modi per stare insieme. A volte il gesto che sembra unire è bere qualcosa insieme. Un bicchiere condiviso diventa il segnale di complicità, il modo per sentirsi vicini.

Per un padre, offrire da bere può sembrare un gesto di affetto: “ti accolgo, sei dei miei”. Per un figlio, accettare quel bicchiere può significare sentirsi riconosciuto, finalmente visto. Ma quella che sembra vicinanza, in realtà, è fragile. L’alcol non costruisce un vero dialogo: scalda per un attimo, scioglie i silenzi, ma non riempie il vuoto.

Pian piano il messaggio che passa è sottile ma forte: “per stare insieme bisogna bere”. L’alcol diventa il ponte della relazione, il codice con cui ci si riconosce. E così, invece di imparare a parlarsi, ci si abitua a sostituire le parole con la sostanza. Il figlio cresce con l’idea che per avvicinarsi agli altri, per sentirsi parte, serva un bicchiere.

È un ponte che unisce solo in apparenza, perché non regge il peso di un legame vero. L’intimità che nasce in quel modo non dura: il giorno dopo rimane un vuoto ancora più evidente, perché le cose importanti non sono state dette.

A volte le persone scelgono di restare ferme davanti a una porta, rimuginando sul pericolo che potrebbe nascondersi oltr...
18/09/2025

A volte le persone scelgono di restare ferme davanti a una porta, rimuginando sul pericolo che potrebbe nascondersi oltre, invece di assumersi la responsabilità di aprirla e scoprire se davvero c’è ciò che fa paura. Ci si rifugia nella paura per evitare di affrontare ciò che la stanza contiene: il gioco della vita stessa. Restare davanti alla porta è più comodo che attraversarla e iniziare davvero a viverla perchè significherebbe assumersi i rischi del gioco. 🎯

“Profetica delusione”😔🧐🤯☀️Questa estate ho fatto una vacanza di gruppo e, pur avendo lasciato “lo psicologo” a casa, ora...
01/09/2025

“Profetica delusione”😔🧐🤯☀️

Questa estate ho fatto una vacanza di gruppo e, pur avendo lasciato “lo psicologo” a casa, ora che torno mi “tocca” trarre due considerazioni sulle dinamiche umane. La prima è semplice: l’incontro umano vince sempre sul viaggio in sé. Alla fine, ciò che resta più impresso non sono i luoghi, ma le persone (straordinarie). 👏🫶🏻☀️

La seconda, invece, è un po’ più “divertente” e riguarda un atteggiamento che potremmo chiamare “ Profetica delusione ”. Funziona così: sono già convinto che l’altro non mi ascolterà, non mi vedrà, non terrà conto delle mie richieste. 😔

Quando poi, per una distrazione o un fraintendimento, l’altro davvero non coglie le mie richiesta, io non chiarisco, non riprovo a farmi capire. Anzi, quasi mi compiaccio: ecco la conferma che avevo ragione, che la mia profezia si è avverata. 🧐

È una dinamica curiosa perché la gratificazione non sta nell’essere accolti, ma nell’essere smentiti nelle proprie speranze e confermati nelle proprie paure. È un paradosso: non ottengo ciò che desidero, ma ottengo la certezza di essere stato “coerente” con le mie aspettative negative.🤨

Il rischio è restare intrappolati in un circolo vizioso, dove non c’è lo scambio autentico o la riparazione, ma il compiacimento silenzioso del “lo sapevo”. 🤯

Nel weekend scorso ho tenuto una lezione sulla RO DBT presso  di Reggio Emilia insieme al mio professore dell’Università...
30/06/2025

Nel weekend scorso ho tenuto una lezione sulla RO DBT presso di Reggio Emilia insieme al mio professore dell’Università quello che stimo da morire e davanti al quale, lo ammetto, provo ancora un certo timore. Ma non eravamo soli: con noi c’erano studenti e studentesse che non si sono limitati a prendere appunti… si sono trasformati in colleghi generosi, pronti a ridere, supportare, condividere idee. Un gruppo vero, vivo, partecipe.

Sì, avevo la celebre “ansia da esame”. Ma per fortuna la RO DBT insegna a:
✔️ Sentire quel battito accelerato senza farsi travolgere
✔️ Restare nel qui e ora (anche se il cuore suggerisce la fuga)
✔️ Fare ciò che conta davvero per sé — tipo non fuggire né svenire 😅

Abbiamo parlato di flessibilità, segnali sociali, overcontrollo… ma soprattutto abbiamo costruito insieme un’aula viva, piena di scambi autentici e sorrisi. E — spoiler — ci siamo anche divertiti!

Il mio professore? Non solo non si è annoiato, ma ci siamo incastrati alla grande (credo 😂)
Gli studenti? Una presenza calorosa, curiosa, empatica. Non solo ascoltatori, ma veri compagni di viaggio.

Morale della favola:
Una lezione intensa, condivisa, corale.
Ansia? Superata, e pure con il sorriso.
Un grazie di cuore ai miei partner in crime: il prof, gli studenti-colleghi…
…e alle due meravigliose cape 👩‍💼👩🏻‍💼 che hanno reso tutto questo possibile (e piacevole!).

ATS MONZA formazione per la conduzione del gruppo psicoeducativo                                          Accompagnare q...
12/06/2025

ATS MONZA formazione per la conduzione del gruppo psicoeducativo Accompagnare qualcuno nel percorso dell’apprendimento è come camminare insieme su un sentiero che a tratti si fa in salita: richiede pazienza, attenzione, energia. Ma ogni passo avanti, ogni intuizione colta, ogni piccola conquista condivisa diventa un momento prezioso.

È un dare e un avere continuo: si dona tempo, ascolto, competenze… e in cambio si riceve stupore, gratitudine, nuovi punti di vista.
Chi guida impara tanto quanto chi viene guidato, perché l’apprendimento, quando è autentico, non è mai a senso unico.

È un atto di fiducia reciproca. E anche se può essere faticoso, è sempre, profondamente, umano.
Una forma sottile ma potente di cura.

Passo dopo passo, pedalata dopo pedalata… nello sport come nella vita.Ogni traguardo nasce da un piccolo movimento. Ogni...
08/06/2025

Passo dopo passo, pedalata dopo pedalata… nello sport come nella vita.

Ogni traguardo nasce da un piccolo movimento. Ogni salita si supera con pazienza, con il cuore che spinge anche quando le gambe tremano. Lo sport ci insegna che non esistono scorciatoie: si cresce un allenamento alla volta, una caduta alla volta, una vittoria alla volta.

E così anche nella vita. Ci vuole costanza, coraggio, e quella forza silenziosa che ci spinge a non mollare quando tutto sembra più difficile. Non serve andare veloci, basta continuare a muoversi. Perché è nel ritmo della fatica che si costruisce la vera bellezza del cammino.

👉 Non importa quanto è lunga la strada: l’importante è non smettere di crederci.
💪 Pedala. Sempre. Con la testa, con il cuore… e con il sorriso. 🎂

LA VIOLENZA NON È NEUTRA: la storia di AndreaMi chiamo Andrea, ho 38 anni. Non sono mai stato violento. Mai alzato le ma...
01/06/2025

LA VIOLENZA NON È NEUTRA: la storia di Andrea

Mi chiamo Andrea, ho 38 anni. Non sono mai stato violento. Mai alzato le mani su una donna, mai insultato pesantemente. Per molto tempo ho pensato che bastasse questo per definirmi “uno a posto”. Poi qualcosa è cambiato.

È cominciato tutto in modo strano, quasi banale. Una sera, a cena con amici, uno di loro ha raccontato una barzelletta sessista. Tutti hanno riso, io compreso. Ma subito dopo, qualcosa si è mosso dentro di me. Un fastidio. Un dubbio.

La settimana dopo, al lavoro, ho sentito un collega commentare con leggerezza il modo di vestire di una nostra collega. “Ma dai, se si veste così, un po’ ci sta che…”. Non ho detto niente. Ma ancora una volta, quel silenzio mi ha pesato più delle parole.

È stato allora che ho iniziato a capire una cosa semplice ma scomoda: non basta non fare del male. Se resto in silenzio mentre altri lo fanno, o lo giustificano, allora quel silenzio diventa una forma di complicità. E io non volevo più farne parte.

Ho cominciato a cambiare dalle cose piccole. Non ridere più a certe battute. Dire “non fa ridere” anche quando rompe l’atmosfera. Far notare che certi commenti non sono “solo parole”. A volte vengo preso in giro, altre volte mi danno ragione. Ma non è questo il punto.

Il punto è che ho smesso di sentirmi spettatore. Ho capito che la violenza non nasce all’improvviso, non piove dal cielo. Cresce dove la cultura la lascia crescere, dove nessuno dice niente, dove si minimizza, si giustifica, si volta lo sguardo.

Non sono perfetto. Ma ho deciso che voglio essere parte del cambiamento. Per me, per le donne che conosco, per le generazioni che verranno.

Sarebbe bello se Andrea esistesse davvero.
Forse da qualche parte c’è già.
O forse Andrea potremmo essere noi.
Basta cominciare.

There was blood 🩸 … fortemente autobiografica, emotivamente intensa e spesso provocatoria. Una riflessione profonda sull...
11/05/2025

There was blood 🩸 … fortemente autobiografica, emotivamente intensa e spesso provocatoria. Una riflessione profonda sull’identità, sul trauma, sulla vulnerabilità e sulla complessa relazione tra il sé interiore e la rappresentazione esterna. Si esplora il confine tra vergogna e accettazione, tra dolore e desiderio di essere compresa. Le opere di Emin hanno una funzione, a suo modo, terapeutica non solo per lei, ma anche per chi la osserva, attivando meccanismi di empatia, identificazione e riflessione personale. Spesso il suo lavoro mette in discussione le aspettative sociali nei confronti del ruolo della donna, portando alla luce la dimensione psicologica del corpo femminile come luogo di esperienza, conflitto e memoria.

Il lavoro con uomini autori di violenza non è in alcun modo riconducibile alla mediazione penale. Dopo vent’anni di espe...
18/04/2025

Il lavoro con uomini autori di violenza non è in alcun modo riconducibile alla mediazione penale. Dopo vent’anni di esperienza sul campo, ritengo di poterlo affermare con consapevolezza.

“Lo sport è come la vita: un continuo alternarsi di sfide, cadute e risalite, dove ogni passo in avanti è frutto di impe...
02/02/2025

“Lo sport è come la vita: un continuo alternarsi di sfide, cadute e risalite, dove ogni passo in avanti è frutto di impegno, perseveranza e passione.” R.B.

Indirizzo

Florence
50130

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Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
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