Matteo Pucci Psicologo

Matteo Pucci Psicologo 🌍 Culture stressanti, vite disincarnate, emozioni disregolate. Il corpo e la mente non gestiscono bene tutto questo.

Ti aiuto a sentire, digerire e integrare la tua esperienza vissuta: stress, trigger ed emozioni.
🧠Psicologo Firenze & On-line

Spesso pensiamo che l’educazione avvenga solo attraverso le parole dette, ma anche ciò che resta inespresso lascia un se...
25/07/2025

Spesso pensiamo che l’educazione avvenga solo attraverso le parole dette, ma anche ciò che resta inespresso lascia un segno profondo.

Il silenzio, l’assenza emotiva o la mancanza di gesti affettuosi possono insegnare ai bambini più di quanto immaginiamo.
E quei “non detti” si trasformano, da adulti, in paure, rigidità e insicurezze.

👉 Questo carosello è un invito a riflettere su ciò che non abbiamo ricevuto... non per colpevolizzare, ma per comprendere e guarire.

detto

Per qualche giorno cambio ritmo e latitudine.Tornerò con pensieri più leggeri e nuove idee da condividere.Intanto, ricor...
21/07/2025

Per qualche giorno cambio ritmo e latitudine.
Tornerò con pensieri più leggeri e nuove idee da condividere.

Intanto, ricordati di fermarti ogni tanto anche tu, non solo per riposare… ma per sentire davvero dove sei. 🌿

✨ BISOGNI O DESIDERI? NON È SOLO UNA QUESTIONE DI PAROLENel linguaggio comune li usiamo come sinonimi.Ma nella nostra ps...
16/07/2025

✨ BISOGNI O DESIDERI? NON È SOLO UNA QUESTIONE DI PAROLE

Nel linguaggio comune li usiamo come sinonimi.
Ma nella nostra psiche, bisogno e desiderio funzionano in modo molto diverso.

🔹 Il bisogno nasce da una tensione interna, ha radici biologiche o affettive. Vuole equilibrio, stabilità, sollievo.
🔹 Il desiderio nasce dall’incontro con l’ambiente: è una spinta verso un oggetto, coinvolge immaginazione, trasformazione, rischio.

Confondere i due può portarci fuori strada: cerchiamo una cosa (oggetto) per colmare un vuoto (bisogno) che resta insoddisfatto.

💡 Saper distinguere queste due spinte è un passo importante per vivere relazioni più sane, scelte più consapevoli, una vita più autentica.

👉 Scorri il carosello per scoprire 3 differenze fondamentali.
🧠 E se ti ha fatto riflettere, salvalo o condividilo con chi ne ha bisogno.

07/07/2025

"L’invidia non è una colpa. È un segnale."

È una delle emozioni più rifiutate, nascosta sotto il tappeto della vergogna.
Eppure, quando la provi, ti sta dicendo qualcosa su di te, non sull’altro.

💬 Di solito scatta quando vedi negli altri qualcosa che vorresti avere o essere, ma che senti lontano da te.
Il rischio è reagire svalutando: rosichi, critichi, denigri.
Ma così ti allontani ancora di più da ciò che desideri.

🧭 L’alternativa?
Ascoltare il messaggio.
Chiederti: “Quella qualità, quella possibilità, quel successo… lo voglio anch’io?”
Se la risposta è sì, allora l’invidia può diventare una spinta potente verso il cambiamento.

Non serve colpevolizzarsi per averla provata. Serve solo capire dove ti sta indicando.

👉 Hai mai trasformato l’invidia in una direzione da seguire?

🧭 La maggior parte delle volte non ci prepariamo al futuro… ci logoriamo.Non è la stessa cosa.La preoccupazione continua...
01/07/2025

🧭 La maggior parte delle volte non ci prepariamo al futuro… ci logoriamo.
Non è la stessa cosa.

La preoccupazione continua ci illude di essere attenti, previdenti, responsabili.
Ma spesso è solo un modo per tentare di controllare l’imprevedibile, vivendo nell’attesa di un pericolo che non ha ancora forma né contorni reali.

Il paradosso? Quando poi i problemi arrivano, non coincidono quasi mai con quelli immaginati.
Sono imprevisti – e per affrontarli non serve averli previsti…
Serve aver coltivato fiducia, strumenti, energia, connessioni, lucidità.

Preoccuparsi consuma.
Prepararsi rafforza.
Sono due vie molto diverse.

🔎 E tu, ti stai logorando o ti stai preparando?

Perché alcune persone sentono il bisogno di camminare a lungo?Ci sono persone che, a un certo punto della loro vita, ini...
27/06/2025

Perché alcune persone sentono il bisogno di camminare a lungo?
Ci sono persone che, a un certo punto della loro vita, iniziano a camminare per giorni, settimane, a tappe, anche da sole.
Non lo fanno per sport.
Non per turismo.
Ma per cercare qualcosa.
Alcune hanno una forte spiritualità.
Per loro, il cammino è un rito, un modo per riconnettersi con sé stesse, con Dio, con la natura, con la vita.
È un viaggio fuori, ma anche dentro: ogni passo porta silenzio, chiarezza, senso.
Altre, anche se non si definiscono spirituali, sentono che solo nel cammino trovano pace, ordine, centratura.
Come se il corpo sapesse guidarle dove la mente non riesce più.
Camminare regola il sistema nervoso. Camminare riduce la ruminazione, favorisce uno stato meditativo naturale, aiuta a digerire emozioni bloccate.
Quando la mente è piena e il cuore agitato, muoversi a piedi è spesso la via più semplice per ritrovare un minimo di stabilità.
Molte persone che camminano tanto lo fanno istintivamente per stare meglio, senza saperlo.
È come se avessero scoperto un modo per regolare qualcosa che dentro non si calma mai del tutto.
Ma a volte il cammino è una fuga in avanti...non sempre chi cammina tanto lo fa solo per ascoltarsi.
A volte lo fa per non fermarsi.
Ci sono persone che vivono di progetti, imprese, esperienze forti. Che si “accendono” solo quando partono, si mettono alla prova, cercano “quel qualcosa in più”.
E quando la vita si appiattisce nella quotidianità si spengono.
Allora ripartono.
Un nuovo cammino, una nuova sfida, una nuova ricerca spirituale.
In questi casi, anche la spiritualità può diventare un contenitore per il bisogno di attivazione, di conferma, o di evasione da un dolore più profondo.
Quando si aprono, queste persone portano racconti ricchi di senso, forza e trasformazione.
Ma anche una certa difficoltà a sostare nella tristezza, nel vuoto, nella noia e nella lentezza del processo psicologico.
Ritengo che in questi casi sia utile chiedersi se si riesce a stare anche senza muoversi. Non sempre si puo' camminare.
E chiedersi anche se il cammino è davvero per se'... o per sfuggire da qualcosa.

Parlare sempre di sé.Cambiare argomento all’improvviso.Lamentarsi di continuo.Non fare mai domande.❌ Non è solo maleduca...
25/06/2025

Parlare sempre di sé.
Cambiare argomento all’improvviso.
Lamentarsi di continuo.
Non fare mai domande.

❌ Non è solo maleducazione: spesso è mancanza di abilità sociali.
Molte persone – anche estroverse – non sanno davvero come relazionarsi in modo efficace.

Le abilità sociali non coincidono con l’essere socievoli.
Sono competenze che si possono apprendere e allenare, anche da adulti, anche se sei timido o introverso.

🎯 Nel carosello ti spiego come si manifestano certe difficoltà e quali sono le skill fondamentali per migliorare le relazioni con più empatia, presenza e ascolto.

✨ Se ti interessa approfondire, scrivimi o lascia un commento: possiamo parlarne insieme.



❤️ Se ti è piaciuto, salva il post per rileggerlo e condividilo con chi pensi ne abbia bisogno.

24/06/2025

Ti lamenti o ti stai solo sfogando? C’è una bella differenza.

Uno sfogo occasionale è sano: ti alleggerisce, ti aiuta a elaborare un problema, e poi ti permette di andare avanti.
Ma quando la lamentela diventa cronica, qualcosa cambia profondamente. Non aiuta più.
Anzi, ti blocca.

Il lamentoso cronico resta intrappolato in un circolo vizioso: pensieri negativi alimentano emozioni dolorose (tristezza, rabbia, ansia), che generano altri pensieri cupi.
E questo ciclo si rafforza ogni giorno, fino a diventare una gabbia mentale.

⚠️ Secondo le neuroscienze, la lamentela attiva sempre gli stessi circuiti neurali: col tempo, si consolidano come delle “autostrade cerebrali” del malessere.
Più ti lamenti, più alleni il cervello a rimanere nel problema, a vedere solo ciò che manca o che non va.
Finisci per identificarti con la tua sofferenza, e adottare un ruolo: quello della vittima.
Una vittima tragica, maledetta… e anche un po’ eroica.
Ma pur sempre passiva.

Perché succede tutto questo? Ecco 3 motivi psicologici comuni:

1️⃣ Autosabotaggio e immaturità emotiva
Lamentarsi è un modo per non cambiare. È regressivo, richiama l’infanzia, quando piangere attirava attenzione. Chi lo fa cerca ascolto, ma evita la responsabilità di agire.

2️⃣ Rabbia passivo-aggressiva
Dietro molte lamentele c’è rabbia non espressa. Non si affronta il conflitto, ma si protesta in modo sottile e continuo. Così si scarica la tensione… senza risolvere nulla.

3️⃣ Mancanza di assertività
Chi non sa esprimere chiaramente i propri bisogni si lamenta sperando che l’altro capisca da solo. Ma questo porta solo a incomprensioni e frustrazione.

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👉 La buona notizia? Si può uscire da questo schema.
E iniziare a vivere con più consapevolezza, responsabilità e presenza.
Nel prossimo reel ti spiego come.

💬 Ci sono parole che restano incastrate in gola per anni.Parole che non hai mai potuto dire, perché ogni volta che prova...
17/06/2025

💬 Ci sono parole che restano incastrate in gola per anni.
Parole che non hai mai potuto dire, perché ogni volta che provavi a esprimerti, venivi zittita, sminuita o fatta sentire esagerata.

Questo carosello raccoglie messaggi che molte persone vorrebbero mandare (o avrebbero voluto mandare) a partner narcisisti, genitori critici, familiari manipolatori.

Non sono parole d’odio. Sono parole di chiarezza, protezione, e liberazione.

Quando inizi a dire “basta”, non stai diventando cattiva.
Stai iniziando a riconoscere il tuo valore.

✨ Mettere confini non significa ferire l’altro.
Significa smettere di ferire te stessa per non disturbare.

Se ti sei riconosciuta in uno di quei messaggi, è un segnale.
Un segnale che meriti relazioni in cui puoi essere te stessa, senza paura.

❤️ Salva il post per rileggerlo quando ne hai bisogno.
📩 Condividilo con chi sta attraversando un percorso simile.
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👉 Dietro questi segnali c’è spesso una ferita relazionale profonda, che ha radici nell’infanzia.In particolare, si tratt...
12/06/2025

👉 Dietro questi segnali c’è spesso una ferita relazionale profonda, che ha radici nell’infanzia.
In particolare, si tratta di una ferita legata alla figura paterna: un padre emotivamente distante, assente, critico o imprevedibile può aver lasciato un vuoto affettivo difficile da colmare.

💔 Quando il padre non è stato una base sicura, il messaggio implicito può essere stato:
“Devi fare di più per meritare amore” o “Non sei abbastanza per essere visto davvero”.

Da adulti, questo si traduce in: – Ricerca costante di approvazione
– Difficoltà a fidarsi e lasciarsi andare
– Tendenza a scegliere partner poco disponibili
– Paura del rifiuto quando si pongono dei limiti
– Un critico interiore che giudica tutto, sempre

💡 La buona notizia è che queste ferite possono essere riconosciute, comprese e guarite.
Non per cambiare il passato, ma per smettere di riviverlo nel presente.









💬 Dopo un percorso psicologico non sei più la stessa persona.Non perché diventi qualcun altro, ma perché inizi finalment...
04/06/2025

💬 Dopo un percorso psicologico non sei più la stessa persona.

Non perché diventi qualcun altro, ma perché inizi finalmente a somigliare a te stessa.

Cominci a riconoscere i tuoi bisogni, a dare valore al tuo spazio, al tuo tempo, alla tua voce.
Impari a non dire sempre “sì” per paura di deludere.
A non sentirti in colpa se ti scegli.
A non cercare conferme in ogni gesto degli altri.

Diventare più autonoma non significa chiudersi, ma smettere di dipendere.
Significa costruire un senso di sicurezza interno, che non ha bisogno di continue approvazioni per reggersi in piedi.

E spesso, quando questo accade, qualcuno ti dice che sei cambiata.
La verità è che stai solo tornando a casa.

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