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27/06/2024

Mindfulness spiegata da un bambino🥰

Non ci rendiamo conto di quanto spesso siamo assenti nel presente, lo attraversiamo costantemente per arrivare in un futuro che non smette mai di farci correre.
Mangiamo senza gustare, camminiamo senza guardare...siamo sempre più automatizzati e "multitasking".

Eh già: MULTI-TASKING, fare più cose (si presume efficacemente) e contemporaneamente per "ottimizzare i tempi". Sono almeno due le generazioni che sono state educate ad ambire a questo funzionamento come fosse un pregio, ma non lo è.
Essere in una condizione di MIND-FULL (con la testa stracolma di cose) invece che di MINDFULNESS (con la testa capace di stare immersa totalmente in quello che sta vivendo in quel preciso momento) è il primo passo per dire addio il nostro benessere mentale e fisico.

Fai una prova.
Riesci a mangiare una nocciolina in modalità mindfulness?
Sai masticarla lentamente,
assaporarne il gusto e la sapidità,
sentirne la consistenza,
aspettare il retrogusto che ti lascia?

Potresti essere tra quelli che leggendo si dice "ma magari avere tempo per mettersi a degustare noccioline!"
Oppure potresti essere tra quelli che ci proveranno e troveranno la cosa difficilissima da fare.
Oppure addirittura potresti trovare che la cosa ti agita.
Proprio così: il tuo cervello non sa (più) stare CALMO a fare UNA sola cosa.
Dedicati del tempo, impara di nuovo a farlo!

(immagine dal libro di Charlie Mackesy "Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo" Salani Editore)

Anche Shiloh Nouvel, neodiciottenne, segue le orme dei suoi fratelli e si rivolge ad un tribunale per eliminare❌ dai pro...
24/06/2024

Anche Shiloh Nouvel, neodiciottenne, segue le orme dei suoi fratelli e si rivolge ad un tribunale per eliminare❌ dai propri documenti il cognome del padre Brad Pitt.

Possiamo guardare a questo gesto da innumerevoli punti di vista. - Per esempio da quello del figlio inconsapevolmente triangolato in un conflitto genitoriale che si ritrova genuinamente ad odiare uno dei sue genitori
- Oppure dal punto di vista simbolico, di indiscutibile valore, per il quale il figlio di un genitore violento e maltrattante cambi cognome come a voler recidere quel legame indissolubile nel quale però passa solo veleno (in tal caso,🤓spoiler: ahimè non sarà sufficiente modificare il documento...😔)

La cosa interessante è che anche Angelina ha eliminato suo padre ed ha cambiato cognome (lo sapevate?)…e che dei suoi 6️⃣ figli questa è la quarta che compie questo gesto.

Allora c’è da chiedersi 🤔cosa abbia a che fare questo con quello! Non intendo in una causalità lineare causa-effetto ma come in qualche modo “questo influisca su quello” è qualcosa che dobbiamo chiederci per essere buoni genitori e per vivere serenamente la nostra vita

Dobbiamo fermarci ed incuriosirci quando ci imbattiamo, come spettatori o come protagonisti, in storie che si ripetono🔁 da un generazione all’altra perché dare senso alle cose è l’unico antidoto per la catena infinita di ripetizione.

Storie di figli che estirpano i propri padri

23/06/2024

"Una tempesta di neve che fischia!
Non ci si può passare sopra.
Non ci si può passare sotto.
Oh no! Ci dobbiam passare in mezzo!"

È così.
La vita ci mette davanti tempeste di neve, fiumi fondi e freddi, melma densa e limacciosa, grotte strette e scure esattamente come succede alla famiglia del libro di Michael Rosen in “A caccia dell’orso”.
Che siano grotte o fiumi, che siano lutti o paure, ci rallentano, a volte ci fermano anche troppo a lungo.
La realtà è che vanno superate e l’unico modo per farlo attraversarle.
Questa famiglia con 2 genitori, 3 bambini e un cane ci riesce solo dopo aver valutato che l’ostacolo non è aggirabile, che proprio non si può fare diversamente. Io noto che ce la fanno perché sono insieme: gli adulti si fanno coraggio per i bambini e si supportano tra loro, i bambini si fidano dei grandi e sono da esempio tra loro, il cane obbedisce.
Ognuno fa la propria parte ma nessuno è solo.
Sentire che si ha qualcuno dalla propria parte può rendere affrontabili cose che sembrerebbero non esserlo in alcun modo.
Il nostro cervello utilizza la relazione con altri esseri umani per la propria regolazione emotiva e se mentre leggi stai pensando “ma io sono solo davvero, non ho nessuno”, devi considerare che la relazione terapeutica è anche e sopratutto questo.

11/05/2024

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