05/05/2024
Si avvicina la settimana del Salone del Libro di Torino: sono nella fase delle liste da depennare, della sensazione di essere in ritardo su tutto, perché di mezzo ci si è messo anche lo sciopero dei corrieri e ho paura che i poster che ho preparato non arrivino (sì, sono proprio quelli della foto 1 e 2).
Mi dico che alla fine tutti questi pezzetti si incastreranno, provo a visualizzarmi già li, nel padiglione 2, stand F 32, a sistemare l’allestimento e i quaderni e i miei pensieri si calmano, e si calma anche il cuore; che è in subbuglio non solo per le paure, compagne fedeli da smentire, a cui dire “hai visto che ci sono riuscita?”, ma anche per l’emozione di tornare a quei corridoi che hanno conosciuto una me che sognava un giorno di poter vivere dei suoi sogni. E i suoi sogni, in quel momento lì, stavano sopra un tavolino piccolissimo di Ikea (foto numero 3).
Una decina di quaderni in fila, non di più. Lo stupore, la felicità quando tante persone hanno iniziato a fermarsi, a dirmi “ma sono bellissimi!”, a dirmi: ma dov’eri?”
Dov’ero. Ero in un altro posto bellissimo, tra i libri, a riempire bozze dei manuali di linguistica di note e segni, quaderni di appunti e schizzi, con l’anima che mi diceva qualcosa, ma in una lingua che ancora non conoscevo, forse per quello non la capivo. Ho iniziato a stare li, in ascolto: prima capendo una parola su cento, poi dieci su cento. Poi venti, trenta, cinquanta, settanta. Ho imparato la lingua della creatività, la lingua dei sogni, del mio sogno tra le halle di un’altra fiera del libro, quella di Francoforte. Ho iniziato a parlarla con timidezza, quella lingua nuova, inciampando qua e là su disegni abbozzati, acerbi, ma che sentivo avevano qualcosa: un messaggio, un modo di essere, di vivere.
Chissà che cosa mi diranno quei corridoi con la moquette rossa che macchia le scarpe, quei corridoi che sanno di carta e parole.
Non vedo l’ora di scoprirlo, e ho paura. E non vedo l’ora. E sto, in questa giostra di sentimenti che sono questi giorni di vigilia, di scioperi, di attesa, di preparativi.
Incroci le dita per me?
♥️✏️