Dott.ssa Liviana Garau - Terapia Breve Strategica Firenze Signa Prato

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Dott.ssa Liviana Garau - Terapia Breve Strategica Firenze Signa Prato Studio di Psicoterapia Breve Strategica Psicologa & Psicoterapeuta Specialista in Terapia Breve Strategica

30/08/2025

La spirale della morte delle formiche è un fenomeno tanto affascinante quanto inquietante, osservato in alcune specie di formiche, specialmente quelle esercito (army ants). Si verifica quando un gruppo di formiche perde il contatto con la traccia dei feromoni lasciata dal resto della colonia e inizia a seguire meccanicamente la formica davanti, formando un cerchio perfetto.
Il meccanismo alla base
Le formiche si orientano principalmente attraverso segnali chimici. Quando il percorso viene interrotto o la colonia viene disorientata, può succedere che alcune inizino a seguire le altre in un circuito chiuso, incapaci di interrompere il ciclo. Poiché continuano a marciare finché hanno energia, il risultato è tragico: le formiche camminano in tondo fino allo sfinimento e alla morte.
Un tragico esempio di cooperazione cieca
Il fenomeno è stato osservato per la prima volta da William Beebe nel 1921, che descrisse una spirale di formiche larga 370 metri, dove ogni formica impiegava 2 ore e mezzo per compiere un giro completo. È un esempio estremo di come un comportamento cooperativo e utile in gruppo possa trasformarsi in un errore collettivo fatale quando mancano punti di riferimento esterni o meccanismi di correzione.

27/08/2025

Vi segnaliamo che Venerdì 3 ottobre alle 19.00, p. Guidalberto Bormolini presenta il suo ultimo libro alla Biblioteca delle Oblate a Firenze, nella cornice del Festival "Il rumore del lutto'.
Per info ed aggiornamenti tenetevi informati sul sito: https://www.ilrumoredellutto.com/new/

La felicità può avere infinite sfumature
21/08/2025

La felicità può avere infinite sfumature

11/08/2025

1968: Spencer Silver della 3M crea quella che sembra la colla più inutile della storia. Attacca pochissimo, si stacca facilmente, non serve a niente. Un fallimento totale.

Per sei lunghi anni, quella formula resta abbandonata in un cassetto. Nessuno sa cosa farsene di una colla che non incolla davvero. Silver e i suoi colleghi ci provano in tutti i modi, ma niente.

Poi arriva il 1974. Arthur Fry, collega di Silver, canta nel coro della sua chiesa. Ogni domenica ha lo stesso problema: i segnalibri continuano a cadere dal libro degli inni durante le prove. È una frustrazione continua.

Un giorno gli viene in mente quella colla 'inutile' di Silver. E se invece di essere un difetto, fosse esattamente quello che serviva?

Applica la colla su piccoli pezzi di carta: ecco che nascono i primi segnalibri riposizionabili. Non scivolano via, non rovinano le pagine, si possono spostare infinite volte.

Quella colla 'sbagliata' era in realtà perfetta. Oggi la conosciamo come Post-it, uno dei prodotti più utilizzati al mondo.

La prossima volta che qualcosa vi sembra un fallimento, ricordatevi di questa storia. I nostri errori potrebbero essere i capolavori di domani.

28/07/2025

Katharine Hepburn, con le sue stesse parole:

"Una volta, quando ero un’adolescente, io e mio padre eravamo in fila per comprare i biglietti del circo.
Alla fine, tra noi e la biglietteria rimaneva solo una famiglia.
Quella famiglia mi lasciò un’impressione indelebile.

C’erano otto bambini, tutti sotto i dodici anni.
Dal modo in cui erano vestiti si capiva che non avevano molti soldi,
ma i loro vestiti erano puliti, molto puliti.
I bambini erano educati, stavano in fila a coppie dietro ai genitori, tenendosi per mano.

Erano così eccitati all’idea di vedere i clown, gli animali e tutti gli spettacoli di quella sera!
Si capiva che non erano mai stati a un circo prima d’allora.
Sarebbe stato uno dei momenti più importanti della loro vita.

Il padre e la madre stavano orgogliosamente davanti al loro piccolo gruppo.
La madre teneva la mano del marito e lo guardava come per dirgli:
'Tu sei il mio cavaliere dall’armatura splendente.'
Lui sorrideva, felice di vedere la sua famiglia così contenta.

La bigliettaia chiese quanti biglietti volesse,
e lui rispose con fierezza:
'Vorrei otto biglietti per bambini e due per adulti.'
Poi lei annunciò il prezzo.

La moglie lasciò la mano del marito e abbassò la testa,
e il labbro dell’uomo cominciò a tremare.
Si avvicinò alla bigliettaia e chiese:
'Quanto ha detto, scusi?'
La donna ripeté il prezzo.

Lui non aveva abbastanza soldi.
Come avrebbe potuto voltarsi e dire ai suoi otto figli che non poteva portarli al circo?

Vedendo cosa stava succedendo, mio padre mise la mano in tasca,
tirò fuori una banconota da 20 dollari e la lasciò cadere a terra.
Noi non eravamo ricchi, per nulla.
Mio padre si chinò, raccolse la banconota, toccò la spalla dell’uomo e disse:
'Mi scusi, signore, le è caduto questo.'

L’uomo capì.
Non stava ricevendo ca**tà,
ma accettò con gratitudine quell’aiuto,
in quel momento disperato, doloroso e umiliante.
Guardò mio padre negli occhi, gli prese la mano tra le sue,
strinse forte la banconota e, con le labbra tremanti e una lacrima che gli scendeva sul viso, disse:
'Grazie, signore. Questo significa davvero tanto per me e per la mia famiglia.'

Io e mio padre tornammo alla nostra macchina e ce ne andammo.
Quei 20 dollari che mio padre aveva dato via erano i soldi che avevamo messo da parte per comprare i nostri biglietti.

Quella sera non vedemmo il circo,
ma provammo dentro di noi una gioia molto più grande di qualsiasi spettacolo.

Quel giorno ho imparato il vero valore del donare.
Chi dona è più grande di chi riceve.

Se vuoi essere grande, più grande della vita stessa,
impara a donare.
L’amore non ha nulla a che vedere con ciò che ti aspetti di ricevere,
ma solo con ciò che ti aspetti di dare — tutto.

L’importanza di donare e di benedire gli altri non può mai essere sottovalutata,
perché nel donare c’è sempre gioia.
Impara a rendere felice qualcuno attraverso i tuoi gesti di generosità."

~ Katharine Hepburn

03/07/2025

« Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla. C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. »

H. Hesse (2 luglio 1877 - 9 agosto 1962), “Sull’amore”

La saggezza popolare spesso non è casuale
23/06/2025

La saggezza popolare spesso non è casuale

"Conta fino a dieci e poi rispondi." Chi non se l'è mai sentito dire dalla nonna quando eravamo sul punto di esplodere?

Beh, sapevi che la nonna stava facendo neuroscienza senza saperlo?

Quei famosi dieci secondi non sono una semplice pausa di cortesia. Sono il tempo necessario perché il tuo cervello razionale - la corteccia prefrontale - riesca a prendere il controllo sull'amigdala, il centro della rabbia che ci fa reagire d'istinto.

In pratica, quando conti fino a dieci, stai dando al tuo cervello il tempo di dire: "Aspetta, fermiamoci un attimo e pensiamo bene a come rispondere."

La neuroscienza moderna ha confermato quello che le nonne sapevano da sempre: quei secondi di pausa sono letteralmente la differenza tra una reazione impulsiva e una risposta ragionata.

A volte la saggezza popolare nasconde meccanismi biologici perfetti. Le nostre nonne erano neuroscienziati inconsapevoli.

La prossima volta che ti arrabbi, ricordati: non stai solo contando. Stai facendo un reset del cervello.

Le pratiche di avvicinamento alla morte sono sempre più diffuse. Sentiamo parlare di morte tutti i giorni, ma in maniera...
20/06/2025

Le pratiche di avvicinamento alla morte sono sempre più diffuse. Sentiamo parlare di morte tutti i giorni, ma in maniera distaccata o spettacolarizzata. Quanto tempo ci prendiamo nelle nostre giornate frenetiche per rifletterci realmente? Come diceva Montaigne "insegna agli uomini a morire e insegnerai loro a vivere"

10/06/2025

Operato al cuore in ipnosi, senza anestesia: è successo all’ospedale Santa Croce di Cuneo, durante un intervento di quattro ore per curare un’aritmia. “Sentivo solo la voce dell’infermiera, guidava il mio respiro”, racconta il paziente. Nessun dolore, solo una sensazione di distacco dal corpo e dal tempo. La tecnica dell’ipnosi clinica riduce l’ansia, l’uso di farmaci e migliora il recupero. Durante l’intervento, dice, “sembrava di essere in un romanzo fantasy. Come quelli del Signore degli Anelli”.

L'articolo di Adele Palumbo su Repubblica

06/06/2025

Ci sono genitori che giustificano tutto.
“È stanco.” “È ancora piccolo.” “Glielo faccio io, ci mette troppo.”
E così passano gli anni… e quello che doveva essere un aiuto temporaneo diventa una dipendenza silenziosa.

Un figlio che non rifà il letto, non mette via i piatti, non si prende cura delle sue cose…
non è solo distratto o pigro.
È un figlio che ha imparato che qualcun altro lo farà al posto suo.
E quel “qualcun altro” sei sempre tu.

Ma non lo stai aiutando.
Lo stai disarmando.
Perché non lo stai preparando a vivere in una stanza ordinata,
lo stai preparando — o meglio, non lo stai preparando — a una vita che richiede autonomia, responsabilità, equilibrio.

I ragazzi non diventano “inutili” da un giorno all’altro.
Lo diventano quando nessuno chiede loro di fare la propria parte.
Quando ogni “non riesco” viene accolto con “ci penso io”.
Quando si cresce in una casa dove tutto è pronto, ma niente è imparato.

Il risultato?
Un giorno si troveranno soli.
Non sapranno da dove cominciare.
E non perché siano incapaci… ma perché nessuno ha mai chiesto loro di provarci.

Rifare un letto non è solo mettere a posto le lenzuola.
È iniziare la giornata con un atto di ordine mentale.
È capire che ogni spazio curato, ogni piccolo gesto fatto da sé,
contribuisce a creare indipendenza.

Non aspettare che sia la vita a insegnargli ciò che tu stai evitando di correggere.

Non è cattiveria.
È amore vero: quello che cresce, forma, responsabilizza.

Un figlio che non sa occuparsi del proprio spazio,
domani faticherà a occuparsi di sé stesso.
E non sarà colpa sua.
Sarà colpa di chi ha creduto che l’amore fosse fare tutto al posto suo.

L’amore, quello sano, è insegnare a farlo da soli.

01/06/2025

È arrivato in pronto soccorso con i sintomi di una crisi di astinenza da sostanze, ma l'adolescente ricoverato all'ospedale San Luigi di Orbassano era in realtà in astinenza da smartphone

A raccontare la vicenda è il Prof Gianluca Rosso, medico chirurgo specialista in psichiatria. Il medico era di guardia presso il San Luigi di Orbassano e ha visto entrare in accettazione del reparto di emergenza un ragazzino, accompagnato dai genitori, in stato di agitazione psicomotoria severa.

La mamma e il papà dell'adolescente gli avevano impedito di prendere il cellulare, esasperati dall'uso continuo che il ragazzo ne faceva. Il gesto ha scatenato in lui una reazione di fatto simile a quella di un tossicodipendente in carenza. "Può stupire, ma la persona crea con lo smartphone un legame simile a quello ottenuto da altre sostanze d'abuso come alcol, si*****te e stupefacenti. Tutte portano a uno stimolo continuo del sistema dopaminergico al quale il cervello si abitua. Proprio questo porta la persona ad avvertire la necessità continua dello stimolo" ha ricordato il Professore.

Arrivato il pronto soccorso, il ragazzino è stato trattato con terapie ansiolitiche importanti, intramuscolari ed endovenosi. Superata la crisi ha potuto fare ritorno a casa. Il ricovero infatti è previsto solo per condizioni psichiatriche associate alle dipendenze e non per la dipendenza in senso stretto, rimandata invece ai Serd

I medici possono quindi agire sugli effetti e non sulle cause della dipendenza. Per questo motivo, dopo le cure l'adolescente è stato rimandato a casa con la famiglia che ora dovrà occuparsi di sostenerlo nel percorso che lo porterà a liberarsi dell'uso smodato del telefonino. Secondo i medici, lo stato di agitazione mostrato dal ragazzo in ospedale era al pari di una crisi d'astinenza dall'uso di droghe e alcolici.

Informatevi il più possibile prima di affidarvi nelle mani di un professionista
28/05/2025

Informatevi il più possibile prima di affidarvi nelle mani di un professionista

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