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23/05/2025

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16/05/2025

Sindrome del colon irritabile: quali alimenti evitare per stare meglio 🍎

La sindrome del colon irritabile (IBS) colpisce milioni di persone e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. I sintomi – fastidiosi e spesso debilitanti – spaziano dal gonfiore al dolore addominale, dalla stitichezza alla diarrea, rendendo difficile affrontare le giornate con serenità.

Cos’è la sindrome del colon irritabile?
Si tratta di una condizione funzionale – cioè senza infiammazioni visibili o lesioni strutturali – che interessa dal 7 al 15% della popolazione, con una prevalenza doppia nelle donne. Il disturbo si manifesta con sintomi variabili e ricorrenti: gonfiore, dolori addominali, meteorismo, irregolarità intestinale, spesso con alternanza tra stitichezza e diarrea.

Tra i sintomi più comuni c’è il gonfiore addominale, particolarmente evidente dopo i pasti. Non è raro che al mattino la pancia sia piatta, ma si gonfi nel corso della giornata, a causa dell’accumulo di gas, liquidi o della stitichezza. Anche il dolore addominale è frequente, soprattutto nella parte inferiore dell’addome, spesso alleviato dall’evacuazione.

Il ruolo della dieta FODMAP
Tra i vari approcci terapeutici, la dieta FODMAP è oggi una delle strategie più efficaci per chi soffre di IBS. Si basa sulla riduzione temporanea di alcuni zuccheri a catena corta – i FODMAP, appunto – che vengono assorbiti con difficoltà nell’intestino tenue e fermentano nel colon, generando gas e gonfiore.

Cosa sono i FODMAP?
FODMAP è l’acronimo di:

Oligosaccaridi Fermentabili (fruttani e galattani),

Disaccaridi (lattosio),

Monosaccaridi (fruttosio in eccesso),

Polioli (sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo).

Questi composti possono causare fermentazione intestinale e richiamo di acqua nel lume intestinale, provocando i sintomi tipici dell’IBS, soprattutto nei soggetti più sensibili.

Le tre fasi della dieta FODMAP
- Eliminazione (3-6 settimane): si evitano tutti gli alimenti ricchi di FODMAP.
- Reintroduzione: si reintroducono gradualmente i singoli alimenti per identificare quelli che causano disturbi.
- Mantenimento: si costruisce un piano alimentare personalizzato in base alla tolleranza individuale.

Alimenti da evitare nella fase iniziale
Durante la fase di eliminazione, è importante escludere temporaneamente:

- Fruttani: aglio, cipolla, porro, carciofi, pane e pasta di grano, segale, orzo, datteri, pesche, mango essiccato.

- Galattani: legumi (ceci, lenticchie, fagioli, piselli), anacardi e pistacchi.

- Lattosio: latte vaccino, yogurt, panna, gelati.

- Fruttosio (in eccesso): mele, pere, mango, cocomero, fichi, carciofi, asparagi.

- Polioli: dolcificanti come sorbitolo e mannitolo, alcune varietà di frutta (come mele e prugne) e verdura.

La dieta FODMAP non è una soluzione “fai da te” e va sempre seguita con il supporto di un professionista. Tuttavia, se ben strutturata, può portare a un miglioramento significativo dei sintomi e della qualità della vita per chi soffre di sindrome del colon irritabile.
Per ulteriori consigli e approfondimenti, scrivimi su Whatsapp al 346 684 4501👩‍⚕️

16/05/2025
16/05/2025

🧠 12 Consigli Scientifici per Controllare la Fame e Ridurre l’Appetito

Fame e appetito sono sensazioni familiari: rappresentano segnali fondamentali con cui il corpo ci comunica che ha bisogno di energia. Tuttavia, provare costantemente fame durante la giornata può indicare uno squilibrio nella dieta: potremmo mangiare troppo, troppo poco o male, magari combinando in modo scorretto i nutrienti.
Siccome la fame e l’appetito sono influenzati da fattori biologici, psicologici e ambientali, gestirli non è sempre semplice. Ma è possibile farlo in modo sano, evitando privazioni e squilibri.
Ecco 12 strategie supportate dalla scienza per ridurre la fame e migliorare il rapporto con il cibo.

1. Incrementa l'apporto proteico
Le proteine sono tra i nutrienti più sazianti. Aumentarne l’assunzione aiuta a ridurre l'appetito e a mantenere più a lungo il senso di sazietà. Studi dimostrano che una colazione ricca di proteine (es. uova) riduce gli ormoni della fame rispetto a una colazione a base di carboidrati raffinati.
📌 Consiglio: Assicurati che il 20-30% delle calorie giornaliere provenga da fonti proteiche.

2. Consuma più fibre
Le fibre rallentano la digestione e stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue, prolungando il senso di pienezza. Alimenti come legumi, verdure, frutta e cereali integrali sono eccellenti fonti. Alcuni studi suggeriscono che i pasti ricchi di fibre aumentano la sazietà fino al 30% rispetto a pasti simili ma poveri di fibre.

3. Bevi acqua prima dei pasti
Spesso confondiamo sete e fame. Bere circa mezzo litro d’acqua prima dei pasti può ridurre l’appetito e far consumare meno calorie. L'acqua riempie temporaneamente lo stomaco, attivando i segnali di sazietà.

4. Preferisci cibi solidi ai liquidi
Gli alimenti solidi richiedono più tempo per essere masticati e digeriti, permettendo al cervello di ricevere segnali di sazietà più chiari. Inoltre, cibi più densi o con consistenze complesse inducono una maggiore percezione di pienezza rispetto a zuppe o frullati.

5. Pratica la consapevolezza alimentare
Mangiare con attenzione, senza distrazioni, aiuta a riconoscere meglio i segnali di fame e sazietà. La “mindful eating” riduce gli episodi di fame emotiva o impulsiva e può aumentare la soddisfazione post-pasto.

6. Mangia lentamente
Mangiare troppo in fretta impedisce al cervello di registrare in tempo il senso di pienezza. Al contrario, masticare lentamente permette al corpo di elaborare correttamente i segnali di sazietà e riduce l’assunzione complessiva di cibo.

7. Usa piatti e posate più piccoli
Le dimensioni dei piatti influenzano inconsciamente la quantità di cibo che consumiamo. Utilizzare stoviglie più piccole può ridurre le porzioni senza creare la sensazione di privazione. Anche cucchiai e forchette più piccoli aiutano a rallentare il ritmo del pasto.

8. Fai attività fisica regolare
L’esercizio fisico, sia aerobico che di resistenza, può ridurre temporaneamente l’appetito grazie a modificazioni ormonali. Inoltre, migliora il metabolismo e aiuta a mantenere un peso corporeo stabile.

9. Dormi a sufficienza
La privazione di sonno altera gli ormoni che regolano la fame, aumentando grelina (stimola l’appetito) e riducendo leptina (favorisce la sazietà). Dormire 7-9 ore per notte aiuta a mantenere in equilibrio questi segnali biologici.

10. Gestisci lo stress
Lo stress può agire in modi diversi sull’appetito: in alcune persone lo aumenta, in altre lo riduce. Tuttavia, lo stress cronico è associato a una maggiore fame emotiva. Tecniche di rilassamento, come meditazione, yoga o camminate all’aperto, possono essere utili.

11. Prova lo zenzero
Lo zenzero può aiutare a regolare la digestione e ridurre la fame, anche se le evidenze umane dirette sono ancora limitate. Alcuni studi su animali suggeriscono che una miscela contenente zenzero contribuisce alla regolazione dell’appetito.

12. Scegli snack salutari
Quando hai fame tra i pasti, opta per snack nutrienti come frutta fresca, yogurt, noci o verdure crude. Questi alimenti, ricchi di fibre, proteine o grassi buoni, sono più sazianti e aiutano a evitare gli eccessi.

✅ Gestire la fame non significa ignorarla, ma imparare ad ascoltarla e a rispondere in modo più consapevole e bilanciato. Un approccio scientifico e rispettoso del proprio corpo può aiutare a migliorare il rapporto con il cibo, favorire un peso sano e aumentare il benessere generale.

Per ulteriori consigli e approfondimenti, scrivimi su Whatsapp al 346 684 4501👩‍⚕️

14/05/2025

Avere sempre fame? 10 cause nascoste dietro questo segnale ⚠️

Sentire continuamente lo stimolo della fame non è un buon segno. In condizioni ideali il nostro sistema ormonale è in grado di regolare in modo naturale l’appetito. Un segnale che, come la spia del carburante di un’auto, ci avverte quando è il momento di nutrirci.

Tuttavia, questo equilibrio si mantiene solo se conduciamo uno stile di vita regolare: alternanza sana tra movimento e riposo, pasti consumati con calma, pause vere durante la giornata lavorativa e un sonno notturno ristoratore. Quando tutto questo viene meno, la fame può diventare continua e sregolata, segnale evidente di un disordine più profondo. Santori ci guida a riconoscere le dieci principali cause che possono nascondersi dietro una fame costante.

1. Assunzione insufficiente di proteine
Un’alimentazione povera di proteine influisce sulla produzione di ormoni regolatori dell’appetito. In particolare, si altera l’equilibrio tra la colecistochinina, che ha un effetto saziante, e la grelina, che invece stimola la fame. In un organismo ben bilanciato, questi due ormoni si alternano armoniosamente: la grelina ci spinge a mangiare, la colecistochinina ci comunica quando è ora di fermarci.
Le proteine devono essere presenti quotidianamente nella nostra dieta.

2. Consumo insufficiente di grassi buoni
I grassi, se scelti con attenzione, hanno la capacità di prolungare il senso di sazietà rallentando la digestione. Questo effetto positivo, però, si ottiene solo dai cosiddetti “grassi sani” e non da quelli industrialmente modificati, come la margarina, che il nostro organismo fatica persino a riconoscere come alimento.
Integrare nella dieta grassi nobili come quelli contenuti in salmone, avocado, frutta secca, uova e b***o chiarificato. Per i condimenti, l’olio extravergine di oliva è il re indiscusso, mentre l’olio di cocco può essere una valida alternativa per varietà.

3. Scarsa assunzione di fibre
Le fibre alimentari rallentano la digestione, contribuiscono al senso di sazietà e aiutano a ridurre i picchi glicemici, responsabili spesso di un appetito incontrollato. Quando la loro presenza nella dieta è insufficiente, il rischio è quello di mangiare troppo e troppo in fretta. Bisogna aumentare il consumo quotidiano di frutta e verdura. Un suggerimento utile? Iniziare il pasto con un’insalata, invece che mangiarla alla fine: in questo modo, le fibre esercitano un effetto più efficace nel modulare la risposta glicemica.

4. Assunzione di poca acqua
Chi conduce una vita frenetica spesso dimentica di idratarsi a sufficienza e può facilmente confondere la sete con la fame. In questi casi, il corpo – a corto di minerali – cerca di recuperarli in qualunque modo, anche attraverso il cibo, scatenando un senso di fame ingannevole.
È consigliabile bere almeno due litri di acqua al giorno, distribuiti in bicchieri regolari lungo l’arco della giornata. Avere sempre una bottiglietta a portata di mano può aiutare a mantenere una buona idratazione.

5. Eccesso di carboidrati ad alto indice glicemico
I carboidrati che vengono digeriti molto rapidamente – come quelli presenti in pasta raffinata, pane bianco, dolci e zuccheri semplici – provocano picchi glicemici che, a loro volta, stimolano una rapida produzione di insulina. Il risultato? Una caduta della glicemia che risveglia rapidamente la fame. E' bene privilegiare cereali e farine integrali reali, evitando i prodotti industriali con etichetta “integrale” ma privi di reali benefici. Limitare il consumo di zuccheri semplici e scegliere alternative a rilascio glicemico più lento.

6. Bevande zuccherate in eccesso
Anche quelle considerate “salutari”, come succhi di frutta o bevande energetiche, spesso sono cariche di zuccheri nascosti. Persino gli estratti fatti in casa, se privi di fibre, possono contribuire a innalzare la glicemia e quindi stimolare nuovamente l’appetito.
Meglio optare per frullati realizzati con frutta intera, mantenendo le fibre, ed eventualmente arricchiti con proteine.

7. Sonno insufficiente o di bassa qualità
Dormire poco o male ha un impatto diretto sulla regolazione ormonale dell’appetito. Aumentano grelina e cortisolo, portando il corpo in una condizione simile a uno stato di allerta. Il risultato è un bisogno urgente di energia, spesso soddisfatto con cibi ad alto contenuto calorico e zuccherino.
In caso di una notte difficile, può essere utile saltare la cena per favorire un recupero migliore del sonno e favorire la chetosi notturna. È bene anche portare con sé una barretta proteica o keto da consumare in caso di fame improvvisa, evitando così le tentazioni più dannose.

8. Stress eccessivo e costante
Una giornata stressante si traduce in un aumento di cortisolo e in una continua attivazione delle ghiandole surrenali. Il corpo percepisce questo stato come un’emergenza, spingendo alla ricerca di fonti rapide di energia, in particolare zuccheri.
Il primo passo è riconoscere lo stato di stress. Anche in questo caso, dotarsi di snack sani come barrette proteiche può aiutare a gestire la fame nervosa senza compromettere la dieta.

9. Mangiare in modo distratto
Consumare i pasti davanti a uno schermo o mentre si lavora impedisce di percepire correttamente il senso di sazietà. Il rischio? Eccedere con il cibo senza nemmeno rendersene conto. Attività stressanti durante i pasti attivano il sistema nervoso simpatico, progettato per reagire a situazioni di pericolo, e non quello parasimpatico, fondamentale per una buona digestione.
La chiave è mangiare con consapevolezza. Anche in ufficio, è importante ritagliarsi un momento dedicato esclusivamente alla pausa pranzo, meglio ancora se con un pasto preparato a casa. Se questo non è possibile, almeno una mezz’ora di stacco al bar, scegliendo cibi semplici e salutari.

10. Disregolazione dei ritmi circadiani
Andare a letto tardi, svegliarsi a orari irregolari e cenare troppo tardi manda in confusione i ritmi biologici del corpo. Organi come fegato, reni e intestino si trovano fuori sincrono, compromettendo la corretta interpretazione dei segnali di fame e sazietà. Ne derivano sbalzi d’umore, disorientamento e deficit nutritivi.
È fondamentale riallinearsi con la luce naturale. Al mattino, dare al corpo energia con un mix di proteine e carboidrati; a pranzo, scegliere in base al dispendio energetico; la sera, con la luce che cala, orientarsi verso pasti più leggeri da consumare entro il tramonto.

La fame costante non è soltanto un capriccio del corpo, ma un segnale da ascoltare. Rivedere alcune abitudini quotidiane – dalla dieta al riposo, dall’idratazione alla gestione dello stress – può fare un’enorme differenza nel ripristinare l’equilibrio e ritrovare una relazione più sana con il cibo.

Per ulteriori consigli e approfondimenti, scrivimi su Whatsapp al 346 684 4501👩‍⚕️

Con Dott.ssa Antonella Cipriani Dietista – Ho ottenuto un posto nella sua lista delle interazioni settimanali perché son...
14/05/2025

Con Dott.ssa Antonella Cipriani Dietista – Ho ottenuto un posto nella sua lista delle interazioni settimanali perché sono tra le persone con più interazioni! 🎉

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14/05/2025

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Indirizzo

Via Torelli 4
Foggia
71121

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Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:30
Mercoledì 08:00 - 22:00
Giovedì 07:00 - 21:15
Venerdì 09:15 - 21:15
Sabato 07:15 - 22:15
Domenica 09:00 - 22:15

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