Il Ruolo Terapeutico - Scuola di Formazione Psicoanalitica - Foggia

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Il Ruolo Terapeutico - Scuola di Formazione Psicoanalitica - Foggia SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA - CENTRO CLINICO DI PSICOTERAPIA Il Centro Clinico si trova in Viale Michelangelo n. 145 a Foggia

Il Ruolo Terapeutico Gruppo di Foggia è uno dei nove gruppi locali presenti sul territorio nazionale, oltre alla presenza di una psicoterapeuta referente a Chiasso, in Svizzera. Il Ruolo Terapeutico Gruppo di Foggia propone attività cliniche formative in ambito relazionale per i professionisti delle professioni daiuto (medici, psicologi, psicoterapeuti, infermieri, assistenti sociali, educatori, insegnanti, ecc, ) in una visione etica di approccio alla persona. Promuove lapprofondimento e la cultura in ambito psicoanalitico, attraverso corsi e seminari in stretto contatto e collaborazione con la sede centrale di Milano ed è in completa continuità con lapproccio teorico del Ruolo Terapeutico, fondato nel 1972 da Sergio Erba, condividendone lo spirito e la filosofia. La nostra Scuola di psicoterapia contiene già nel nome, IL RUOLO TERAPEUTICO, l elemento chiave del percorso di formazione e della prassi clinica: la centralità e le prerogative del ruolo del terapeuta allinterno della relazione di cura. il Ruolo Terapeutico Gruppo di Foggia è anche un Centro Clinico di psicoterapia. Il Centro clinico de il Ruolo Terapeutico Gruppo di Foggia pone molta attenzione alle condizioni di disagio sociale ed economico di particolari categorie di pazienti ai quali vengono applicate tariffe e soluzioni di pagamento particolarmente agevolate e, nei casi in cui lunico motivo di impedimento per laccesso alla terapia sia di natura economica, è previsto il pagamento di un ticket per blocchi bimestrali di sedute. Nel Centro Clinico lavorano Psicoterapeuti formati al Ruolo Terapeutico che rendono la psicoterapia economicamente accessibile a tutti.

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono...
25/09/2025

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono raccolti articoli e riflessioni in tema di Psicoanalisi, Filosofia e Letteratura.

Di seguito un piccolo estratto dell’articolo: “Fattori trasversali o aspecifici nella formazione” di Domenico Marcolini
(N. 18 giugno 2025)

“[…]Penso infatti che la capacità ricettiva, fatta di disponibilità all'ascolto e al sapersi mettere nei panni del paziente, rappresenti solo il primo passo di un processo trasformativo non sufficiente però a indurre un cambiamento. C'è allora bisogno anche di un terapeuta non solo capace di contenere e comprendere preoccupazione, angoscia e turbamento, ma altrettanto capace di essere oggetto trasformativo. Ma cosa significa "oggetto trasformativo"? Per la psicoanalisi a orientamento relazionale gli attaccamenti primari sono basilari per l'evoluzione psicologica del bambino. Tra queste interazioni, quella con la madre in particolare, nella sua finalità facilitante e trasformativa al servizio dello sviluppo del bambino, rappresenta la prima esperienza di incontro con un "oggetto trasformativo". Per Christopher Bollas:
La madre trasmette la sua estetica nella cura con il suo stile di essere con il bambino, nel nutrirlo, cambiarlo, cullarlo, accarez-zarlo, tenerlo e giocare con lui, ed è la totalità del suo modo di stare con il bambino che costituisce la fenomenologia della trasformazione dell'essere con il bambino. Con una madre "suficientemente buona" viene istituita una tradizione di trasformazioni generatrici delle realtà interne ed esterne..”

“Oggi in tutti i settori della nostra vita sociale il rapporto con l'autorità è di diffidenza e sospetto, quando non add...
23/09/2025

“Oggi in tutti i settori della nostra vita sociale il rapporto con l'autorità è di diffidenza e sospetto, quando non addirittura di aperta contestazione. Chi copre una qualsiasi posizione di autorità è
visto più come un approfittatore che come qualcuno la cui funzione è di essere al tuo servizio. Sappiamo purtroppo che questo modo di vedere le cose è fondato, è realistico. Non avendo esperienza
di dipendenze buone si confligge con, o si rifiuta, la dipendenza "tout court", e questo ha delle ricadute anche in tutto ciò che concerne la-formazione.
Come fare a spiegare razionalmente a un principiante, e a convincerlo, che il setting deve avere certe caratteristiche predeterminate e stabili, se non per via di autorità? Ammesso che uno si ponga il problema, ci vuole tempo ed esperienza per cogliere il nesso strutturale e funzionale tra gli elementi del setting e la processualità della relazione analitica. Non c'è quindi altra via che quella
"per autorità" ', a mio parere, per trasmettere a chi inizia le condizioni strutturali necessarie per avviare il processo analitico. E questo incontra quel tipo di difficoltà che dicevo.”

(Teoria clinica del Ruolo-Sergio Erba-Io lavoro così)

I Weekend di Scuola 20-21 settembreSabato:- Dr. Mangiacotti- Supervisioni clinicheDomenica:- Supervisioni cliniche- Dr. ...
22/09/2025

I Weekend di Scuola 20-21 settembre

Sabato:

- Dr. Mangiacotti
- Supervisioni cliniche

Domenica:

- Supervisioni cliniche
- Dr. Giovanni Riefolo

Buon inizio anno!

“Fin dall'inizio, mi preoccupavo che l'utente si trovasse di fronte a questa realtà: non era al suo bisogno che potevo r...
07/08/2025

“Fin dall'inizio, mi preoccupavo che l'utente si trovasse di fronte a questa realtà: non era al suo bisogno che potevo rispondere, ma alla sua domanda. Come dicevo prima, la risposta al bisogno sarebbe stata illusoria, avrebbe riproposto una situazione arcaica di indifferenziazione e di confusione. Avrebbe implicato una mia onnipotenza, una mia totale assunzione di responsabilità.
Avrebbe confermato il paziente in una posizione di impotenza, di dipendenza assoluta, lo avrebbe autorizzato a pretendere da me terapeuta, magicamente, quel benessere che, nella misura in cui era realisticamente possibile, solo a lui era dato di cercare e realizzare.
Presentando i l s u a bisogno, u t e n t e s i presentava,come oggetto di cura. Ma era la sua domanda a renderlo. soggetto di fronte a u n altro soggetto riconosciuto eo accettato nella sua diversita. Ma come richiedere all'utente di riconoscersi e differenziarsi, quando era proprio anche.per un difetto più o meno grave di questa capacità che egli soffriva e chiedeva aiuto?
Toccava a me terapeuta pormi come tale. Toccava a me non rispondere al bisogno ma provocare una domanda..”

(Teoria clinica del Ruolo-Sergio Erba-Il setting siamo noi)

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono...
01/08/2025

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono raccolti articoli e riflessioni in tema di Psicoanalisi, Filosofia e Letteratura.

Di seguito un piccolo estratto dell’articolo: “Il bambino di suono. La funzione della percezione uditiva nello sviluppo in epoca prenatale e neonatale” di Gianluca Caldana

“Durante la gravidanza, la fase di sviluppo filogenetico si intreccia a quella ontogenetica, ovvero all'influenza che i geni ereditari e gli stimoli ambientali esercitano sullo sviluppo psicofisiologico dell'individuo. Si tratta di una fase evolutiva determinata dalle esperienze affettive-emotive più precoci indirizzate verso forme di comunicazione ed esperienze in cui il suono assumerà significati sempre più simbolici. L'udito non sarà più soltanto l'organo animale primitivo, indispensabile per orientarsi e percepire il pericolo. Avrà acquisito invece una sensibilità sensoria, affettiva ed emotiva unica in natura, perché formatasi attraverso stimoli affettivi. Sarà così diventato l'udito umano, in stretta correlazione con le aree del nostro cervello (sistema limbico) che controllano gli aspetti emotivi della nostra vita di relazione.
Nello sviluppo prenatale, a partire dagli stadi più precoci della gestazione, si registrano nel feto movimenti ritmici generalizzati e parziali, singhiozzi, moti di deglutizione e respiratori che diventano ben evidenti a partire dalla 12ª e 13° setti-mana, periodo in cui la coclea giunge a completa formazione e al quale si può far risalire l'esordio della funzione uditiva.
Questi movimenti sono espressione sia di un'attività di riflesso a una varietà di stimoli, sia di un'attività di origine automatica e appaiono funzionali all'apprendimento senso-motorio e allo sviluppo di molteplici competenze cerebrali..”

(“Il bambino di suono. La funzione della percezione uditiva nello sviluppo in epoca prenatale e neonatale” di Gianluca Caldana)

“Non c'è termine del nostro linguaggio di terapeuti, neppure tra quelli più comuni, che abbia un significato univoco, ta...
30/07/2025

“Non c'è termine del nostro linguaggio di terapeuti, neppure tra quelli più comuni, che abbia un significato univoco, tale che tutti possano intenderlo alla stessa maniera. Essendo immateriale la materia di cui ci occupiamo, questo problema è in parte irrisolvibile. In parte però esso è dovuto, a mio parere, anche a un' insufficiente esplicitazione concettuale, per cui, non potendo definire la sostanza, ci si accontenta della forma.
Con quale parola indicare chi chiede aiuto a un... e come chiamare quest'ultimo? Cliente, analizzando, analizzante, paziente, utente, da una parte; analista, psicoterapeuta, operatore, dall'altra...ed esiste una locuzione capace di raccogliere entro di sé tutta la gamma delle relazioni di aiuto psicologico alle persone? Il termine paziente è rifiutato dagli analisti, non da tutti ovviamente, in quanto richiama l'oggetto delle cure della medicina del corpo; analizzando o analizzante sono entrambi quelli che vanno dall'analista, la differenza tra i due termini dipende dalla teoria psicoanalitica di riferimento seguita da costui; relazioni d'aiuto fa storcere il naso a certi analisti, perché sia relazioni che aiuto alterano il senso dell'idea che hanno in mente, e per non incorrere in questo rischio si cacciano in guai ancora peggiori, assumendo posizioni da "uno contro tutti" e finendo così per contraddire lo stesso pensiero di cui sono sostenitori; senza contare utenti e operatori, termini con cui vengono
messi nello stesso calderone i pazienti e i terapeuti dei contesti pubblici, sia quelli che si adoperano per la salute e ci credono, sia quelli che non ci credono e si accontentano di "metterci una pezza". Insomma, da questo ginepraio non si uscirà, ammesso che lo si voglia, continuando a utilizzare i criteri attuali, che talvolta, dietro una rispettabile preoccupazione lessicale, nascondono interessi e passioni umane comprensibili ma meno rispettabili. Ma è così importante la questione lessicale? Io penso di sì, e per motivi non solo teorici.”

(Teoria clinica del Ruolo-Sergio Erba-Un pensiero fondate la relazione d’aiuto)

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono...
25/07/2025

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono raccolti articoli e riflessioni in tema di Psicoanalisi, Filosofia e Letteratura.

Di seguito un piccolo estratto dell’articolo: “L’incontro analitico: persone e ruoli a confronto” di Marisa Minuti

“La fissità del setting - come scrisse Erba, cito testualmente - deve essere garantita "dal terapeuta che si propone come presente, sia nel senso di una presenza stabile, continuativa, attenta, affettuosa, capace di accogliere... sia nel senso di rappresentare il mondo presente, quello possibile nell'attualità".
Far sì che queste parole non siano uno slogan ma una solida realtà interiorizzata è un altro tassello "scomodo" per il terapeuta che deve fare i conti con le proprie ferite, proiezioni, con il suo rapporto con l'autorità, con l'esercizio del suo ruolo di autorità nella relazione terapeutica, con il proprio amore oblativo, l'amore transferale e le ferite, con le proiezioni, il rapporto con l'autorità e il modo malato di amare del paziente all'interno della relazione terapeutica, differenziandoli e restituendo al soggetto la sua quota di responsabilità, il suo
"cinquanta". Questo è concepibile solo quando noi faremo nostre queste "regole", le introietteremo e non le vivremo più come scomode ma come parte di noi. Solo allora potremmo affermare con convinzione: "Il setting siamo noi".
È proprio per questa ragione che la nascita non è il punto ultimo di questo percorso ma l'inizio di un cammino in cui non smetteremo mai di interrogarci sulle motivazioni che ci hanno spinto ad agire in quello specifico modo, sulle emozioni che stiamo sperimentando con quella specifica persona, su chi realmente rappresenta quella persona per noi, su quali rappresentazioni stiamo proiettando sull'altro.”

(“L’incontro analitico: persone e ruoli a confronto” di Marisa Minuti)

“[…] La specificità della terapia, il fattore essenziale della sua efficacia dipendono dalla capacità del curante di cop...
23/07/2025

“[…] La specificità della terapia, il fattore essenziale della sua efficacia dipendono dalla capacità del curante di coprire il proprio ruolo terapeutico.
Quando questo ruolo è coperto in modo "sufficientemente buono" l'analisi procede senza intoppi, nel senso che tutti gli "intoppi" che il paziente incontra sulla via della salute e che si presentano nella relazione con la figura e con la persona del terapeuta trovano in quest'ultimo un interlocutore "sufficientemente sano", capace di esserci, di accogliere, di rispondere senza reattività e senza collusioni, di restituire al paziente ciò che gli appartiene e che impropriamente e inconsciamente costui proietta sul terapeuta.
[…] Dire che è una posizione in autorità, dire che è una posizione asimmetrica rispetto a quella del paziente, dire che chi copre questa posizione ha la responsabilità e la funzione di aiutare chi vi si affida non è sufficiente per definire quella particolare concezione della cura che sto illustrando e alla quale mi attengo nel mio lavoro clinico. Le caratteristiche appena ricordate si applicano a tutte indifferentemente le relazioni d'aiuto.
Altri aspetti vanno pertanto considerati.
[…] Parlare di persona significa parlare di una realtà esistenziale unica, originale, irriducibile a qualsiasi altra; comporta l'introduzione di concetti come libertà, responsabilità, volontà; significa il superamento di qualsiasi attitudine diagnostica; richiede da parte del terapeuta di riconoscersi su un piano di assoluta reciprocità umana rispetto al paziente; vuol dire considerare il paziente autore e responsabile delle modalità malate con cui si relaziona con se stesso e con gli altri e, in presenza del desiderio e dell'intenzione di affrontarle, responsabile e autore della propria cura.”

(Teoria clinica del Ruolo-Sergio Erba-La porta aperta)

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono...
17/07/2025

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono raccolti articoli e riflessioni in tema di Psicoanalisi, Filosofia e Letteratura.

Di seguito un piccolo estratto dell’articolo: “Borderline: una sindrome etnica dell’ultimo occidente” di Gilberto Di Petta

“Il costrutto concettuale borderline, unico contributo del pensiero americano alla nosografia psichiatrica, potrebbe, al di là della sua cristallizzazione clinica, aver individuato una "costellazione di transizione" dall'uomo storico al post-umano dell'avvenire. Da questo punto di vista il DBP potrebbe rappresentare la "sindrome etnica"dell'ultimo Occidente, alla Devereaux.
[…] Inizia quindi ad affacciarsi, in ambito psicoanalitico, sia dal punto di vista clinico sia teorico, la necessità di una riflessione indipendente sul giovane adulto, che non attinga dalla teoria e dalla clinica né dell'adolescente né dell'adulto. Ovvero il modo preferenziale di ammalarsi o di tentare di adattarsi ai profondi mutamenti strutturali della società ipertecnologica, virtuale-informatizzata, globale, giunta alla parabola conclusiva del suo nichilismo valoriale. Del resto, modalità borderline sono sempre più rintracciabili in persone anche efficienti e generalmente considerate normali, quanto si può sperare di esserlo in questo tipo di società.
[…] Per la sindrome borderline potrebbe valere quello che Kretschmer scrisse per le psicopatie in generale: "Gli psicopatici sono dentro ognuno di noi. Ad acque calme noi li contempliamo, in tempi caldi essi ci gestiscono".”

(“Borderline: una sindrome etnica dell’ultimo occidente” di Gilberto Di Petta)

“Immaginiamo […] un tizio ignorante e incapace, privo della minima idea di che cosa sia la funzione analitica, che si tr...
16/07/2025

“Immaginiamo […] un tizio ignorante e incapace, privo della minima idea di che cosa sia la funzione analitica, che si trovi a coprire il ruolo di analista alle prese con pazienti: si tratta di un ruolo ricoperto irresponsabilmente, senza il possesso dei requisiti necessari. Il minimo che si possa fare è di preoccuparsi per la sorte di quei pazienti. Possiamo vedere il ruolo come una posizione, e la funzione come l’insieme dei compiti e delle incombenze richieste da essa.
Una posizione, anche se nel nostro caso non si tratta di un luogo fisico, è definibile e delimitabile in termini oggettivi, è ponibile in termini generali, è vincolabile a dati e requisiti verificabili dall’esterno.
Una funzione, viceversa, pur essendo anch’essa definibile e ponibile in termini generali, ha una sua quota più o meno grande di soggettività, essendo indistricabilmente connessa con lo specifico modo di “funzionare“ di una data persona."

(Domanda e risposta-Sergio Erba)

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono...
11/07/2025

“I Quaderni” del Ruolo Terapeutico è un’antologia semestrale di clinica e formazione psicoanalitica. Al suo interno sono raccolti articoli e riflessioni in tema di Psicoanalisi, Filosofia e Letteratura.

Di seguito un piccolo estratto dell’articolo: “Dottore dammi da stare bene, dammi da sognare” di Laura Brambilla e Paolo Grampa

“Nella nostra pratica clinica ci stiamo trovando a lavorare massicciamente con persone che si situano nella fascia d'età tra i 20 e i35 anni, definite in letteratura giovani adulti.
[…] Inizia quindi ad affacciarsi, in ambito psicoanalitico, sia dal punto di vista clinico sia teorico, la necessità di una riflessione indipendente sul giovane adulto, che non attinga dalla teoria e dalla clinica né dell'adolescente né dell'adulto.
[…] Tuttavia, la difficoltà nel riconoscere questa fascia evolutiva come soggetto a sé, con una sua dignità clinica e sociale, sembra essere testimoniata anche a partire dalle parole usate per nominarla. In letteratura, per esempio, sono condivise e riconosciute le espressioni "giovane adulto" o "post-adolescente. Entrambe però rimandano alla necessità di confronto per eccesso o per difetto con un'altra fase evolutiva.
[…] Oltre che dalla nostra esperienza clinica, anche dalla letteratura scientifica emerge come aspetto centrale per i giovani la sensazione di indefinitezza.
[…] Siamo arrivati a pensare che l'indefinitezza non sia tanto un sintomo da curare, quanto la caratteristica peculiare e in qualche modo fisiologica del mondo intrapsichico e relazionale dei giova-ni.
Per quanto molto spesso i giovani arrivino con una domanda del tipo "aiutami a uscire dalla mia indefinitezza", nel corso del lavoro terapeutico emerge come questa non sia tanto la domanda reale del paziente, quanto una richiesta del suo contesto sociale e famigliare. Tale richiesta ci sembra si possa manifestare in due modi diametralmente opposti, ma che secondo la nostra prospettiva rimandano al come viene trattato e pensato il desiderio dei giovani.”

(“Dottore dammi da stare bene, dammi da sognare” di Laura Brambilla e Paolo Grampa)

“Ecco, io credo che la funzione analitica possa consistere in questo: rispondere all'aspettativa di aiuto da parte del p...
09/07/2025

“Ecco, io credo che la funzione analitica possa consistere in questo: rispondere all'aspettativa di aiuto da parte del paziente conformemente a quel modello d'amore che possiamo figurarci sano
proprio per confronto con tutte le infinite modalità d'amore malato che esistono sul mercato dei rapporti e degli affetti familiari, e di cui noi, e i nostri pazienti, siamo grandi conoscitori.
Immagino questo amore sano fondato su un autentico desiderio che l'altro raggiunga il suo bene.
Nel contempo, lo immagino estremamente fiducioso nella libertà dell'altro, e rispettoso a tutti i costi di questa sua libertà. Ancora, vedo questo amore convinto della responsabilità di se stesso dell'altro, e consapevole di una condizione di sostanziale parità e reciprocità degli esseri umani (questo concetto, che a livello filosofico o politico potrebbe suonare ovvio, non lo è affatto nel mondo delle relazioni di aiuto, dove nella grande maggioranza dei casi vissuti di inferiorità, di incapacità e di impotenza vengono
accolti come condizioni oggettive, come dati di fatto, e come tali vengono trattati).
Sarà evidente a tutti che così dicendo parlo di un modello ideale, di un'astrazione. Se per assurdo
esistesse un essere umano capace di uniformarsi in tutto e per tutto a questo modello, probabilmente ci troveremmo in presenza di un mostro, o di un robot, di un essere disumanizzato.
Non è certamente questa l'idea di salute che ho in mente.
[…]
Questo concetto potrebbe essere ben rappresentato da queste parole: "Nel curare il mio modo di stare in rapporto con te e di risponderti perseguendo l'obbiettivo di un amore sano e maturo, ti
dimostro che la cosa è possibile, ed è possibile, se vuoi, anche per te".

(Teoria clinica del Ruolo-Sergio Erba-Costretto a pensare)

Indirizzo

Via Giuseppe Fania, 10
Foggia
71121

Orario di apertura

Sabato 08:30 - 19:30
Domenica 08:30 - 19:30

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Our Story

Il Ruolo Terapeutico - Gruppo di Foggia è uno dei dieci gruppi locali de “il Ruolo Terapeutico” presenti sul territorio nazionale, un undicesimo gruppo locale ha sede a Chiasso, in Svizzera.

Fondata nel 1983 come Corso triennale (poi diventato quadriennale) di formazione alle relazioni terapeutiche, nel 2003 è stata riconosciuta dal MIUR come SCUOLA DI FORMAZIONE PSICOANALITICA DE "IL RUOLO TERAPEUTICO", codice istituto: 170. La Scuola è strutturata secondo le norme e gli ordinamenti ministeriali previsti per gli Istituti privati di Specializzazione in Psicoterapia e si propone di formare gli allievi all'esercizio dell'attività psicoterapeutica psicoanalitica. Nel 2016 (D.M 26.04.2016 PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE N°113 IN DATA 16.05.2016) è stata approvata la SEDE DI FOGGIA che segue l'identico piano formativo della Sede di Milano. La Scuola prevede un percorso formativo al termine del quale viene riconosciuto il raggiungimento dei requisiti formativi personali adeguati allo svolgimento dell'attività di psicoterapeuta. Tale riconoscimento è sancito attraverso il rilascio di un Diploma di Specializzazione in Psicoterapia equipollente al Diploma rilasciato dalle corrispondenti Scuole di Specializzazione Universitarie ai sensi dell'articolo 17 comma 96 della legge n. 127/97. Le esperienze formative offerte dalla Scuola sono fondate su un insegnamento "forte" degli aspetti strutturali delle relazioni terapeutiche e su un accompagnamento personalizzato di ciascun allievo nel processo di assimilazione e interiorizzazione delle prerogative del proprio ruolo, e di presa di coscienza e cura delle proprie disfunzionalità nel rapporto con se stesso e con l'altro. Il processo formativo avviene in gruppo ed è fondato sull'analisi delle situazioni e dei problemi emotivo-relazionali incontrati dagli allievi nel corso della loro attività clinica.

Il Ruolo Terapeutico - Gruppo di Foggia offre, inoltre, proposte di formazione in ambito relazionale per i professionisti delle professioni d'aiuto (medici, psicologi, psicoterapeuti, infermieri, assistenti sociali, educatori, insegnanti, ecc..., ) ed è un centro clinico di psicoterapia. Promuove, inoltre, l’approfondimento e la cultura in ambito psicoanalitico, attraverso corsi e seminari, alcuni dei quali gratuiti, e supervisioni cliniche in una prospettiva etica di approccio alla persona e in stretto contatto e collaborazione con la sede centrale di Milano, in completa continuità con l’approccio teorico del Ruolo Terapeutico, fondato oltre 40 anni fa da Sergio Erba, condividendone lo spirito e la filosofia. La presenza de il Ruolo Terapeutico a Foggia risale al 6 dicembre 2008, data in cui fu organizzato l’incontro tra Sergio Erba, fondatore e direttore de il Ruolo Terapeutico di Milano, e gli operatori delle relazioni di aiuto dei servizi pubblici, del privato sociale, psicologi, medici, insegnanti ed aperto anche al pubblico dei “non addetti ai lavori”, con una relazione sul tema "La struttura della relazione terapeutica", presso l'Hotel Cicolella di Foggia. Dopo il successo di quella manifestazione, dal 10 al 12 settembre 2010 a Pugnochiuso - Vieste (FG), si svolse il Convegno accreditato ECM, "Clinica, Formazione, Teoria", curato da C. Di Prima e P. Ciritella, a cui parteciparono in veste di relatori e conduttori di gruppo Sergio Erba, Emanuele Santirocco, Pierluigi Sommaruga, Paolo Serra. Dall’anno successivo il Ruolo Terapeutico - Gruppo di Foggia iniziava con regolarità a proporre attività di tipo formativo dando avvio al Corso teorico-clinico di formazione alle relazioni d’aiuto e alle altre iniziative. Nel Centro clinico di Psicoterapia lavorano psicoterapeuti iscritti ai rispettivi Ordini professionali.