09/08/2025
La farmacia sconta negli ultimi tempi ciò che normalmente scontano tutte le altre imprese che sono nate concependo un sistema concorrenziale come condizione naturale di esistenza.
Quindi le soluzioni non possono essere solo esogene (taglio del cuneo fiscale, differente remunerazione,…), seppur necessarie, ma soprattutto endogene (il fondamentale concetto della presa in carico è veramente chiaro ed applicato da tutti i farmacisti, titolari e non?). Tra queste ultime c’è da riconsiderare la farmacia e la sua visione, che ne condiziona poi il modello di business: desideriamo una farmacia più presidio della salute o volta al benessere? Più servizi o più assortimento? Tutto è legittimo, salvo poi investire tempo, denaro ed energie in una direzione chiara. E siccome la farmacia è un’azienda e non un ufficio pubblico, tale coerenza va trovata e sostenuta all’interno del gruppo di lavoro dove organizzazione, spazi, specializzazioni e competenze professionali e, perché no, forme remunerative integrative facciano parte di un vero progetto d’impresa pienamente compreso e condiviso da tutti gli attori.
L’atto della dispensa al banco è finita da un pezzo: se ne facciamo una ragione i titolari che misurano ancora col numero di scontrini il valore dei propri collaboratori e gli stessi dipendenti che si intrappolano con le proprie mani quando inquadrano la propria giornata lavorativa pensando solo a leggere una ricetta, a consegnare scatolette e a suggerirne le modalità d’utilizzo.