23/09/2025
Negli ultimi anni è circolata l’idea che l’uso di paracetamolo (acetaminofene) in gravidanza possa aumentare il rischio di autismo. Anche Donald Trump ha gettato benzina sul fuoco citando uno studio osservazionale come “prova” del legame.
Tuttavia, lo studio citato da Trump (Bauer et al., 2021) è debole: pur trovando un’associazione statistica è solo uno studio osservazionale, e non dimostra nessuna causalità , non tiene conto di fattori confondenti come febbre o infezioni materne, per come è stato condotto presenta potenziali bias di selezione ed i risultati non sono stati replicati.
Al contrario, uno studio molto più solido pubblicato su JAMA (Ahlqvist et al., 2024) ha analizzato oltre due milioni di bambini nati in Svezia tra il 1995 e il 2019 usando un disegno metodologico innovativo, il confronto tra fratelli, per ridurre fattori familiari e genetici.
Risultato: nessuna associazione significativa tra paracetamolo e autismo, ADHD o disabilità intellettiva.
Altri studi di coorte su larga scala, come il Danish National Birth Cohort (Liew et al., 2016) e il Norwegian Mother and Child Cohort Study (Brandlistuen et al., 2013), hanno riportato risultati incoerenti, rafforzando l’idea che eventuali segnali osservati in passato possano essere spiegati da condizioni cliniche sottostanti piuttosto che dall’uso del farmaco.
Le istituzioni sanitarie internazionali, inclusi l’OMS e l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), ad oggi confermano che non ci sono prove di un legame causale e ribadiscono che il paracetamolo rimane il farmaco di prima scelta per dolore e febbre in gravidanza, se usato correttamente.