Quando perdi **massa magra** (muscoli e tessuti magri), il tuo corpo:
‼️Brucia **meno calorie a riposo**
‼️Diventa **più lento nel metabolismo**
‼️È più fragile, stanco, meno tonico
‼️Tende a **riprendere peso più facilmente**
❌ Questo succede spesso con diete troppo drastiche, pochi nutrienti, zero attività fisica o digiuni forzati.
Ecco 3 segnali che potresti star perdendo massa magra:
1️⃣Ti senti **più debole o stanca**
2️⃣Hai **meno forza o resistenza fisica**
3️⃣Stai **dimagrendo sulla bilancia, ma non nelle forme**
✔️ L’obiettivo giusto? **Mantenere la massa magra e perdere solo grasso.**
30/09/2025
⚖️ “Ho perso 2 kg in 3 giorni!”
Ti è mai capitato di sentire (o dire) una frase del genere?
La verità è che, nella maggior parte dei casi, non hai perso grasso… ma solo liquidi.
E questa differenza è fondamentale se vuoi davvero dimagrire in modo sano e duraturo.
🔍 Qual è la differenza?
✅ PERDERE LIQUIDI
✔️ Succede spesso all’inizio di una dieta, con detox o con sudorazione intensa.
✔️ È un calo di peso temporaneo.
✔️ Non incide sulla massa grassa.
✔️ I kg tornano appena reintroduci sale, carboidrati o smetti di bere poco.
Es. Ti pesi al mattino dopo una giornata di sole, hai sudato molto ➡️ -1 kg. Ma è solo acqua.
✅ PERDERE PESO VERO (GRASSO)
✔️ È un processo più lento e costante.
✔️ Richiede equilibrio tra alimentazione, metabolismo e ormoni.
✔️ Porta a cambiamenti reali nel corpo (misure, composizione, energia).
✔️ È sostenibile nel tempo.
Es. Dimagrire 500 g a settimana mangiando in modo bilanciato = grasso perso ✅
❗Attenzione ai falsi dimagrimenti
Molte diete “miracolose” ti fanno perdere solo acqua e massa magra.
Risultato? Ti gonfi di nuovo al primo “ pasto libero “… e sei punto e a capo.
23/09/2025
🔎 Cosa ci dicono gli studi?
Individui con obesità presentano spesso una diversa composizione del microbiota rispetto a soggetti normopeso, con una ridotta diversità microbica e un’alterazione nel rapporto tra i principali phyla (Firmicutes/Bacteroidetes).
Il microbiota può influenzare l’efficienza nell’estrazione di energia dagli alimenti, la produzione di metaboliti (come gli acidi grassi a catena corta), nonché l’attivazione di segnali ormonali e infiammatori coinvolti nel bilancio energetico e nella regolazione dell’appetito.
Alcune disbiosi intestinali sembrano associate a uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che può interferire con i processi metabolici e ostacolare la perdita di peso.
⚠️ In altre parole: il microbiota non è solo un “ospite passivo” nel nostro intestino, ma un attore attivo nel determinare come il nostro corpo gestisce il cibo, accumula grasso e risponde agli stimoli metabolici.
💡 Comprendere e studiare la composizione del microbiota potrebbe rappresentare una chiave futura nella personalizzazione degli interventi nutrizionali per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità.
📚 La nutrizione, quindi, non si limita più al semplice conteggio calorico, ma si arricchisce di una nuova dimensione: quella microbiotica, capace di influenzare profondamente gli esiti clinici di un percorso di dimagrimento.
16/09/2025
La dieta non è una “ cura lampo “ ma una strategia di salute, il corpo bisogno di tempo per adattarsi e mostrare risultati permanenti.
09/07/2025
Lo sapevi che il tuo intestino
può essere la causa della ritenzione idrica❓
Se soffri di:
📍gambe gonfie e pesanti
📍liquidi sopra il ginocchio
📍culotte de cheval e segno del calzino
📍pancia sempre gonfia e tensione addominale
📍fluttuazioni di peso improvvise
….. il problema non è solo estetico.
▶️Quando l'intestino rallenta (stitichezza, gonfiore,
fermentazioni), il drenaggio linfatico si blocca.
La linfa diventa più densa e stagnante, il microcircolo rallenta e i liquidi restano intrappolati nei tessuti.
Risultato❓
Più gonfiore, più ritenzione, più cellulite.
Ecco perché:
‼️Riparare la permeabilità intestinale è fondamentale per interrompere il passaggio di tossine e ridurre
l'infiammazione.
Drenanti, massaggi e restrizioni alimentari NON risolvono nulla: agiscono solo sui sintomi, non sulla
causa.
‼️Devi lavorare su alimentazione, esercizio mirato e microbiota per sbloccare davvero il sistema linfatico.
Attenzione: la ritenzione trascurata può evolvere in problemi circolatori e fibrosi tissutale, rendendo sempre più difficile la rigenerazione dei tessuti.
‼️Con il giusto approccio integrato possiamo:
1️⃣sbloccare le tue pompe linfatiche
2️⃣ridurre 'infiammazione sistemica
3️⃣migliorare il tuo microcircolo
4️⃣eliminare tossine e liquidi in eccesso
19/06/2025
Il lipedema è una patologia progressiva che colpisce prevalentemente le donne, spesso risulta mal diagnosticata e confusa con lo stato di obesità, ma è definita tipicamente dall’accumulo sproporzionato e simmetrico di tessuto adiposo negli arti inferiori, accompagnato da presenza di edema ortostatico.
Inoltre il lipedema si distingue per una ipersensibilità e dolore della parte inferiore del corpo, comparsa di lividi al minimo trauma, presenza di noduli solidi nel grasso sottocutaneo e apparente resistenza ad una dieta tradizionale e all’esercizio fisico.
Le manifestazioni cliniche prinicipali del lipedema sono le seguenti:
* distribuzione anomala del tessuto adiposo
* dolore
* disfunzioni metaboliche spesso associate ad iperestrogenismo ed iperinsulineimia
* edema
* infiammazione
* fibrosi
❌Le diete a basso contenuto calorico e l’esercizio fisico intenso, progettati per modificare l’equilibrio energetico e indurre la perdita di peso, si sono dimostrate inefficaci nei pazienti affetti da lipedema.
Generalmente si ottiene un dimagrimento solamente nella parte superiore del corpo, con un peggioramento dell’asimmetria e del dismorfismo e con conseguenti peggioramenti psicologici.
Sulla base di recenti e numerosi studi, può ipotizzare che una chetogenica specificamente modificata per trattare il lipedema, possa ridurre sia i sintomi che la quantità di tessuto adiposo. C’è una forte evidenza che una dieta chetogenica possa agire sulle manifestazioni cliniche del lipedema illustrate precedentemente.
1️⃣una riduzione del peso e dell’eccessiva deposizione del tessuto adiposo: la dieta chetogenica è nota per la sua efficacia sulla perdita di peso e i corpi chetonici sono in grado di ridurre l’insulina e aumentare la sazietà. Nel lipedema gli adipociti ipertrofici sono collegati a insulino-resistenza e poiché livelli di insulina più elevati promuovono la lipogenesi e l’ipertrofia degli adipociti, una dieta a basso contenuto di carboidrati si traduce in una diminuzione del glucosio nel sangue e livelli di insulina più bassi e più stabili. I cambiamenti metabolici indotti dalla chetosi nutrizionale possono avere implicazioni di vasta portata per la gestione della drammatica proliferazione degli adipociti e della risposta iper-infiammatoria trovata nel lipedema, principalmente in tre modi distinti: (1) riducendo l’adiposità complessiva attraverso la lipolisi guidata dalla richiesta di energia, ( 2) portando l’insulina ad un livello sufficientemente basso da consentire la lipolisi degli adipociti e sopprimendo contemporaneamente l’appetito attraverso un afflusso di glucagone e (3) prevenendo qualsiasi ulteriore progressione della malattia, precedentemente considerata impossibile.
2️⃣una riduzione del dolore grazie all’effetto antinfiammatorio e neuromodulatore.
3️⃣un miglioramento della qualità della vita: la riduzione del peso e delle dimensioni, in particolare nelle aree del corpo più colpite dopo una dieta chetogenica, riduce il disagio e la depressione legati all’aspetto, che sono aspetti importanti del funzionamento psicologico.
4️⃣alterazione del metabolismo e della funzione ormonale: una dieta a basso contenuto di carboidrati è una possibile soluzione all’obesità causata da elevati livelli di estrogeni e di insulina.
5️⃣edema o riduzione del contenuto di acqua nei tessuti: si è scoperto che una dieta composta da >45% delle calorie giornaliere totali di carboidrati, causi ritenzione idrica che alla fine contribuisce al sovraccarico linfatico; si ipotizza che la restrizione di carboidrati, associata al consumo di grassi come parte di una dieta chetogenica ben formulata, possa ridurre il contenuto di acqua nei tessuti in eccesso, tipico del lipedema.
6️⃣infiammazione riduzione e prevenzione e riduzione della fibrosi: i corpi chetonici svolgono un ruolo chiave nella modulazione dell’infiammazione e nella riduzione dello stress ossidativo.
05/05/2025
Non sei l’unica donna a trovarti di fronte a questo ostacolo, i nostri ormoni infatti, condizionano forma fisica e umore, ma anche il successo di una dieta.
Il nostro livello di energia, emotività, propensione e ricerca di cibo, varia seguendo il ciclo ormonale: vi sono periodi in cui siamo più propense a stare sole, in altri a fare vita sociale, giorni in cui abbiamo energia da vendere, ci sentiamo vitali e smaglianti, in altri, in prossimità della fase premestruale, sentiamo l’esigenza del riposo e dell’introspezione, ci sentiamo gonfie ed irritabili.
‼️Anche il desiderio e la richiesta di cibo varia ciclicamente, vi sono giornate come quelle della fase premestruale e a ridosso del flusso, in cui talvolta il desiderio di dolce aumenta in modo irrefrenabile, ed altre, soprattutto dopo il flusso, in cui è possibile avvertire un calo dell’umore.
Il ciclo mestruale della donna è suddiviso in 4 fasi:
* Follicolare
* Ovulazione
* Luteale (fase premestruale)
* Mestruazione
❗️La fase follicolare è dominata dagli estrogeni, gli ormoni responsabili dei caratteri secondari femminili come crescita del seno, timbro acuto della voce, distribuzione della peluria e del grasso. Sono protettivi nei confronti dell’osteoporosi, ipertensione e rischio cardiovascolare.�Questa fase, della durata di 14 giorni, è caratterizzata da dinamicità, voglia di fare, energia ed una buona gestione glicemica.
❗️La fase luteale o premestruale, invece, che caratterizza gli ultimi 14 giorni del ciclo, è dominata dal progesterone, responsabile del senso di stanchezza ed affaticamento, della ritenzione idrica, del lieve rialzo pressorio e del cambio del tono umorale.
In questa fase, si assiste alla diminuzione del magnesio, coinvolto nel sistema della serotonina (ormone del buon umore), della vitamina B6 legata all’abbassamento del tono umorale, nervosismo ed irritabilità e ad aumentato desiderio di carboidrati.
❌La fase premestruale, è quindi una fase delicata caratterizzata da:
• irritabilità�• stanchezza�• ritenzione idrica�• gonfiore addominale sistemico�• squilibri glicemici�• Aumento della richiesta energetica�• Desiderio di dolce
‼️La combinazione tra l’aumento della richiesta energetica e degli sbalzi umorali tipici della fase premestruale, possono indurre la donna a cercare conforto nel cibo, specialmente nei dolci, ostacolando spesso il mantenimento del peso o in caso si stesse seguendo un regime alimentare ipocalorico, la perdita di peso.
E’ quindi fondamentale adottare una strategia dietetica ed il supporto di nutraceutici specifici che contrastino questa sintomatologia.
La Dieta ciclica, in questo caso, aiuta a contrastare:
• Gonfiore addominale sistemico�• Stipsi�• Ritenzione idrica ed aumento di peso nella fase premestruale �• Desiderio di dolce�• Squilibri glicemici�• Irritabilità�• Stanchezza
14/04/2025
1️⃣Il tipo surrenale
Le ghiandole surrenali si trovano sopra ogni rene e hanno un ruolo molto importante nella protezione del corpo dagli effetti distruttivi dello stress cronico.
Gli ormoni prodotti da questa ghiandola mantengono un livello normale di zucchero nel sangue e stimolano la produzione dell’energia cellulare.
Sintomi del tipo surrenale
Stanchezza cronica, stanchezza già dopo un minimo sforzo
Accumulo di grasso soprattutto nella parte centrale del corpo
Ritenzione dei liquidi
Voglia di cibo salato
Problemi digestivi, artrite, forti sintomi premestruali
2️⃣ il tipo tiroideo
La ghiandola tiroidea produce gli ormoni responsabili del metabolismo cellulare. Questi ormoni sono responsabili del bruciamento di grassi, perdita di peso, attività mentale, funzione intestinale, assorbimento di sostanze nutritive e smaltimento dei rifiuti dal corpo.
Il malfunzionamento della ghiandola tiroidea può causare problemi di peso, perdita di capelli e unghie fragili.
Sintomi del tipo tiroideo
Graduale e costante aumento di peso
Fatica e stato di letargia costante, apatia
Insonnia e difficoltà ad addormentarsi
Intolleranza al freddo, colesterolo alto e dolori alle articolazioni
Problemi con la perdita dei capelli, pelle secca
3️⃣ il tipo ovarico
Il malfunzionamento delle ghiandole riproduttive si manifesta come una specifica forma del corpo, con spalle e fianchi larghi.
Le ovaie sono ghiandole riproduttive femminili situate su ciascun lato dell’utero. Esse producono l’estrogeno e il progesterone, che sono responsabili dello sviluppo di organi sessuali e delle caratteristiche sessuali secondarie, tra cui la distribuzione del grasso in tutto il corpo. Qualsiasi disfunzione dovuta all’aumento della produzione dell’estrogeno genera un eccesso di grasso.
Sintomi del tipo ovarico
Sindrome premestruale accentuata
Accumulo di grassi in particolare nelle cosce
Cisti ovariche, infertilità
Acne, cambiamenti d’umore
Affaticamento, mal di schiena, fianchi e ginocchia
Mancanza della libido
Sanguinamento uterino anomalo
14/04/2025
Studi recenti hanno dimostrato che esiste una stretta relazione tra il funzionamento delle ghiandole e la forma del corpo, ovvero il modo in cui viene distribuito il grasso.
1️⃣Il tipo surrenale
Le ghiandole surrenali si trovano sopra ogni rene e hanno un ruolo molto importante nella protezione del corpo dagli effetti distruttivi dello stress cronico.
Gli ormoni prodotti da questa ghiandola mantengono un livello normale di zucchero nel sangue e stimolano la produzione dell’energia cellulare.
🔴Sintomi del tipo surrenale
Stanchezza cronica, stanchezza già dopo un minimo sforzo
Accumulo di grasso soprattutto nella parte centrale del corpo
Ritenzione dei liquidi
Voglia di cibo salato
Problemi digestivi, artrite, forti sintomi premestruali
2️⃣ il tipo tiroideo
La ghiandola tiroidea produce gli ormoni responsabili del metabolismo cellulare. Questi ormoni sono responsabili del bruciamento di grassi, perdita di peso, attività mentale, funzione intestinale, assorbimento di sostanze nutritive e smaltimento dei rifiuti dal corpo.
Il malfunzionamento della ghiandola tiroidea può causare problemi di peso, perdita di capelli e unghie fragili.
🔴Sintomi del tipo tiroideo
Graduale e costante aumento di peso
Fatica e stato di letargia costante, apatia
Insonnia e difficoltà ad addormentarsi
Intolleranza al freddo, colesterolo alto e dolori alle articolazioni
Problemi con la perdita dei capelli, pelle secca
3️⃣il tipo ovarico
Il malfunzionamento delle ghiandole riproduttive si manifesta come una specifica forma del corpo, con spalle e fianchi larghi.
Le ovaie sono ghiandole riproduttive femminili situate su ciascun lato dell'utero. Esse producono l’estrogeno e il progesterone, che sono responsabili dello sviluppo di organi sessuali e delle caratteristiche sessuali secondarie, tra cui la distribuzione del grasso in tutto il corpo. Qualsiasi disfunzione dovuta all'aumento della produzione dell’estrogeno genera un eccesso di grasso.
🔴Sintomi del tipo ovarico
Sindrome premestruale accentuata
Accumulo di grassi in particolare nelle cosce
Cisti ovariche, infertilità
Acne, cambiamenti d’umore
Affaticamento, mal di schiena, fianchi e ginocchia
Mancanza della libido
Sanguinamento uterino anomalo
09/04/2025
Dieta low FOODMAP e sindrome dell’intestino irritabile
È chiamata sindrome del colon (o intestino) irritabile e purtroppo è un disturbo gastrointestinale molto comune che colpisce fra il 15 ed il 20% della popolazione mondiale e che causa moltissimi disagi a chi ne soffre.
Tra i sintomi più comuni del colon irritabile troviamo:
* Gonfiore addominale,
* Distensione addominale,
* Eccessiva flatulenza,
* Stipsi e diarrea,
* Coliche e crampi.
Cos’è la dieta Low-FODMAPs❓
Come dicevo prima, la dieta Low-FODMAPs è una la strada migliore da percorrere per intervenire sui sintomi del del colon irritabile ed è basata su diverse fasi di azione.
1️⃣Nella prima fase, la dieta consiste nell’eliminazione di tutti gli alimenti che contengono carboidrati FODMAPs per 3-4 settimane.
Nonostante sia una fase di eliminazione, include tutti i nutrienti necessari per una sana ed equilibrata alimentazione ed è quindi assolutamente completa e adatta a nutrire correttamente il nostro organismo. Questa prima fase, quindi, è utile a verificare fin da subito se stiamo percorrendo la strada giusta e se l’eliminazione dei FODMAPs può essere veramente la soluzione per porre rimedio agli spiacevoli disturbi tipici della sindrome.
2️⃣ Nella seconda fase, si verifica insieme al paziente se il percorso di dietoterapia ha apportato benefici all’intestino. In caso affermativo, si procede con il testare – secondo una strategia pensata ad hoc i diversi alimenti esclusi al fine di comprendere quali effettivamente siano quelli responsabili della sintomatologia caratteristica del colon irritabile. Questo momento è decisivo per determinare il successo della dietoterapia, ma soprattutto la risoluzione del problema della persona.
3️⃣La terza fase è caratterizzata dalla creazione di una lista alimentare personalizzata. Si tratta appunto di una lista comprendente tutti gli alimenti che il paziente che ha intrapreso questo percorso può mangiare liberamente, quelli che è bene limitare e quelli invece che è meglio evitare per non accusare nuovamente gli stessi disturbi.
09/04/2025
Dieta low FOODMAP e sindrome dell’intestino irritabile
È chiamata sindrome del colon (o intestino) irritabile e purtroppo è un disturbo gastrointestinale molto comune che colpisce fra il 15 ed il 20% della popolazione mondiale e che causa moltissimi disagi a chi ne soffre.
Tra i sintomi più comuni del colon irritabile troviamo:
* Gonfiore addominale,
* Distensione addominale,
* Eccessiva flatulenza,
* Stipsi e diarrea,
* Coliche e crampi.
Che cosa sono i Fodmaps❓
I Fodmaps sono dei carboidrati a catena corta, presenti in alcuni alimenti come verdure, legumi, frutta, latte ed altri prodotti che consumiamo regolarmente come farmaci, gomme da masticare e caramelle – che non sono né digeriti né vengono assorbiti in maniera ottimale dall’intestino tenue viaggiando direttamente sino all’intestino crasso dove:
* sono fermentati rapidamente dai batteri presenti: questa fermentazione causa la produzione di una grande quantità di gas il quale provoca gonfiore in soggetti particolarmente sensibili,
* possono ostacolare il corretto assorbimento dei fluidi necessario per la formazione delle feci creando stitichezza, alvo alterno o dissenteria.
Cosa succede nel nostro intestino e perché i FODMAPs provocano sintomi ad alcune persone ed altre no?
Innanzitutto, dovete sapere che nel nostro intestino è presente un altro sistema nervoso (il sistema nervoso enterico) strettamente collegato a quello autonomo centrale.
Può accadere che, in soggetti sensibili o in periodi particolarmente stressanti, ci sia
📍un’iper-attivazione dei neuroni del nostro sistema nervoso intestinale che causa uno squilibrio di assorbimento intestinale.
📍Un’altra spiegazione può essere dovuta a un deficit di enzimi nel nostro intestino.
Un esempio perfetto è quello della lattasi, cioè l’enzima che ci aiuta a digerire il lattosio.
📍È stato verificato che i batteri che colonizzano il nostro intestino non sono tutti uguali e possono cambiare da persona a persona.
In questo modo, la tipologia di batteri presenti a livello intestinale può avere preferenze diverse per il cibo e quindi fermentare in maniera diversa gli zuccheri che arrivano dall’intestino, manifestando in alcuni casi veri e propri disturbi nella digestione di questi cibi.
Cos’è la dieta Low-FODMAPs❓
�Come dicevo prima, la dieta Low-FODMAPs è una la strada migliore da percorrere per intervenire sui sintomi del del colon irritabile ed è basata su diverse fasi di azione.
1️⃣Nella prima fase, la dieta consiste nell’eliminazione di tutti gli alimenti che contengono carboidrati FODMAPs per 3-4 settimane.
Nonostante sia una fase di eliminazione, include tutti i nutrienti necessari per una sana ed equilibrata alimentazione ed è quindi assolutamente completa e adatta a nutrire correttamente il nostro organismo. Questa prima fase, quindi, è utile a verificare fin da subito se stiamo percorrendo la strada giusta e se l’eliminazione dei FODMAPs può essere veramente la soluzione per porre rimedio agli spiacevoli disturbi tipici della sindrome.
2️⃣ Nella seconda fase, si verifica insieme al paziente se il percorso di dietoterapia ha apportato benefici all’intestino. In caso affermativo, si procede con il testare – secondo una strategia pensata ad hoc i diversi alimenti esclusi al fine di comprendere quali effettivamente siano quelli responsabili della sintomatologia caratteristica del colon irritabile. Questo momento è decisivo per determinare il successo della dietoterapia, ma soprattutto la risoluzione del problema della persona.
3️⃣La terza fase è caratterizzata dalla creazione di una lista alimentare personalizzata. Si tratta appunto di una lista comprendente tutti gli alimenti che il paziente che ha intrapreso questo percorso può mangiare liberamente, quelli che è bene limitare e quelli invece che è meglio evitare per non accusare nuovamente gli stessi disturbi.
07/03/2025
Dott.ssa Sara Rosato Psicologa Clinica - Psicodiagnosta
🧠Disregolazione Emotiva e Fame Nervosa: Un Legame Complesso
La disregolazione emotiva si riferisce alla difficoltà nel gestire e regolare in modo sano le proprie emozioni, portando a risposte emotive intense e talvolta incontrollabili. Questo può causare un impatto significativo sul comportamento quotidiano, inclusi i comportamenti alimentari.
Una manifestazione comune della disregolazione emotiva è la fame nervosa. In situazioni di stress, ansia, frustrazione o tristezza, molte persone tendono a ricorrere al cibo come una modalità di gestione emotiva, non perché abbiano reale fame, ma per “sopprimere” o “alleviare” emozioni spiacevoli. Questo comportamento può risultare in un circolo vizioso, in cui la soddisfazione temporanea fornita dal cibo non risolve il disagio emotivo, ma alimenta un senso di colpa e frustrazione.
📌Gestire la Fame Nervosa: Strategie di Intervento
1. Riconoscimento delle Emozioni: Imparare a identificare e comprendere le emozioni alla base del comportamento alimentare è fondamentale. Prima di mangiare, chiediti: “Cosa sto realmente provando?” Essere consapevoli delle emozioni ti aiuterà a fare scelte alimentari più consapevoli.
2. Alternativa al Comportamento Alimentare: È importante sviluppare strategie alternative per affrontare le emozioni.
3. Mindfulness Alimentare: Praticare la consapevolezza durante i pasti aiuta a creare un rapporto più equilibrato con il cibo, migliorando la capacità di riconoscere la fame fisica rispetto a quella emotiva.
4. Supporto Psicologico e Nutrizionale: In molti casi, affrontare la disregolazione emotiva e la fame nervosa richiede un approccio professionale.
🌱Conclusione
Se la fame nervosa è un comportamento ricorrente che interferisce con il tuo benessere, è importante riconoscere il legame tra emozioni e alimentazione e intraprendere un percorso di consapevolezza e gestione. Il supporto di un professionista può fare una significativa differenza nel ristabilire un equilibrio psicofisico.
📞Se desideri maggiori informazioni o supporto, siamo qui per aiutarti. Contattaci per una consulenza personalizzata.
Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Chiara Parisella Biologa-Nutrizionista pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
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Decisi di studiare Biologia per conoscere a fondo i meccanismi biochimici, molecolari e genetici alla base dello sviluppo della vita di ogni organismo.
Durante il mio percorso di studi mi sono appassionata in modo particolare alla biologia dello sviluppo e della riproduzione umana.
Oltre allo studio della genetica e della biologia molecolare che ci consentono di comprendere come, a partire da una singola cellula, il nostro DNA sia in grado di renderci organismi complessi, mi sono soffermata sullo studio dell’ epigenetica che consiste in una serie di vie molecolari attraverso le quali la trascrizione genica viene alterata, senza però andare a modificare la sequenza di DNA.
Le esposizioni all’ambiente in grado di influenzare la trascrizione dei nostri geni sono varie e riguardano la tipologia ed il livello di nutrienti assunti con l’alimentazione, le tossine a cui ci si trova esposti nell’ambiente ed il livello di stress.
Tali stimoli dunque comprendono l’ambiente biologico ma anche quello sociale a cui siamo esposti sia nella prima infanzia che negli stadi di sviluppo successivi.
Questo prova che non siamo già completamente geneticamente predeterminati ma che invece siamo dei co-creatori della nostra vita e biologia.
Già Ippocrate, vissuto nel 460 a.C., sostenendo “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, ha affermato l’impatto che l’alimentazione può avere sulla nostra salute.
Cosi, dopo aver conseguito la laurea cm laude in Biologia Cellulare e Molecolare e Scienze Biomediche presso l’Università di Tor Vergata, consapevole delle potenzialità dell’alimentazione come strumento di prevenzione e mantenimento della salute, ho deciso di approfondire ulteriormente i temi della nutrizione, dei nutraceutici, della nutrigenomica e quelli legati alla biologia della riproduzione umana, frequentando diversi corsi di formazione, da ultimo il Master in Biologia e Tecnologie della riproduzione presso l’Università degli studi di Firenze.
Attualmente, concentro la mia attività sull’effetto che l’alimentazione può avere su varie patologie come la fibromialgia, la psoriasi, il diabete ed in particolare su quelle che colpiscono la sfera maschile e femminile, ad esempio la policistosi ovarica, l’endometriosi, la dismenorrea, l’amenorrea, le alterazioni della funzionalità tiroidea, la sindrome metabolica, l’obesità e le loro interazioni con la fertilità.