18/07/2025
INVECCHIARE CON UN PET FA BENE AL CERVELLO
Un monitoraggio europeo durato 18 anni dimostra che la convivenza con cani e gatti rallenta l’invecchiamento cognitivo negli over 50.
INVECCHIARE CON UN PET FA BENE AL CERVELLO
Sempre più persone scelgono di vivere con un animale da compagnia, e la ricerca si sta interrogando da diversi anni se questo legame possa influire sulla salute cognitiva dell’uomo. Uno studio europeo recentemente pubblicato su Scientific Reports (gruppo Nature) ha offerto una delle analisi più ampie e rigorose condotte a riguardo, in cui si è valutato per quasi due decenni l’associazione tra pet ownership e declino cognitivo in una popolazione di oltre 16.000 adulti tra i 50 e i 99 anni, residenti in 11 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Svezia e Svizzera).
Per questo progetto, le capacità cognitive dei partecipanti sono state monitorate a cadenza biennale con test standardizzati relativi alla memoria episodica e al funzionamento esecutivo. Per la prima, ai partecipanti veniva chiesto di ricordare una lista di dieci parole subito dopo l’ascolto, e poi di nuovo dopo dieci minuti (test di richiamo immediato e differito); per il secondo, invece, si chiedeva di elencare il maggior numero possibile di nomi in un minuto (test di fluenza verbale).
Chi possedeva un animale da compagnia mostrava un declino cognitivo più lento nel tempo rispetto ai non proprietari, e l’età non sembrava influenzare i benefici, simili sia nei partecipanti sotto i 65 anni che in quelli più anziani.
I risultati osservati, tuttavia, non sembrano generalizzabili a qualunque tipo di pet: a fare la differenza, secondo questo studio, sarebbero cani e gatti. Infatti, i cani si associano a un declino più lento della memoria sia immediata che differita, mentre i gatti sembrano proteggere soprattutto la fluenza verbale e la memoria differita. Nessun giovamento significativo sul piano cognitivo è emerso invece per chi possiede uccelli o pesci, sebbene la loro compagnia si associ comunque a benefici emotivi (riduzione dello stress, miglioramento dell’umore).
Gli autori ipotizzano che l’interazione cognitiva e affettiva più intensa con cani e gatti giochi un ruolo centrale poiché, come documentato da diversi studi neuroscientifici, attiva aree del cervello coinvolte nell’attenzione, nella regolazione emotiva e nei processi decisionali. Inoltre, entrambe le specie incentivano la socializzazione e forniscono supporto emotivo, potenziando quelle riserve cognitive che sono a loro volta alimentate dai legami interpersonali.
Sebbene la natura osservazionale dello studio non consenta di stabilire un nesso causale, i risultati rafforzano l’idea che cani e gatti possano essere un prezioso alleato nel promuovere un invecchiamento cognitivo sano. In un contesto sociale ed economico in cui il benessere nella terza età rappresenta una sfida crescente, questi dati potrebbero anche suggerire nuove strategie di sanità pubblica, dal sostegno finanziario per le cure veterinarie alla creazione di strutture di assistenza per anziani “pet-friendly”.
Rostekova A, Lampraki C, Maurer J, Meier C, Wieczorek M, Ihle A. Longitudinal relationships between pet ownership and cognitive functioning in later adulthood across pet types and individuals’ ages. Sci Rep. 2025 May 30;15(1):19066.
© 17 Luglio 2025 Innovet